I mazziniani Crispi e Pilo, con l’appoggio del governo piemontese, meditano il progetto di provocare un’insurrezione popolare in Sicilia. Il 5 e 6 maggio 1860 mille volontari, guidati da Giuseppe Garibaldi (1807- 1882), partono da Quarto e l’11 maggio sbarcano a Marsala. Il 27 maggio i garibaldini giungono a Palermo e, aiutati dall’insurrezione popolare, conquistano la città. Il 20 luglio le truppe borboniche vengono sconfitte nella battaglia di Milazzo e il 27 luglio i garibaldini giungono a Messina, dove le milizie nemiche abbandonano la città. Con la neutralizzazione di Messina, Garibaldi inizia i preparativi per il passaggio sul continente. Il 19 agosto, con un esercito di ventimila volontari, sbarca sulla spiaggia di Melito Porto Salvo, in Calabria. Le truppe borboniche non sanno offrire una dignitosa resistenza e si arrendono. Il 2 settembre i garibaldini entrano a Rotonda, in Basilicata. Intanto il re Francesco II abbandona Napoli e il 7 settembre Garibaldi entra in città accolto da liberatore. La battaglia del Volturno, il 1◦ ottobre, rappresenta un’altra sconfitta per i Borboni. Il 13 ottobre si svolge un plebiscito per l’annessione del Regno delle due Sicilie al Regno di Sardegna, le votazioni sono a favore dell’annessione. Il 4 e il 5 novembre, si tengono, con esito favorevole, i plebisciti per l’annessione di Marche ed Umbria. Lo storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II del 26 ottobre 1860 sancisce la conclusione della spedizione dei Mille. Il 7 novembre il re fa il suo ingresso a Napoli. Dopo la sconfitta sul Volturno, i Borboni si rifugiano a Gaeta, ultimo baluardo a difesa del Regno delle Due Sicilie. Il 13 novembre 1860 i garibaldini danno inizio all’assedio di Gaeta, concluso il 13 febbraio 1861 dall’esercito sabaudo. Francesco II si arrende e gli ultimi Borbone di Napoli vanno in esilio a Roma sotto la protezione di papa Pio IX. Vittorio Emanuele II è proclamato Re d’Italia dal nuovo parlamento italiano di Torino il 17 marzo 1861. Il Regno di Sardegna muta nome in Regno d’Italia.