L’origine della guerra civile tra gli stati del Nord e quelli del Sud America è la forte discrepanza di tradizioni, interessi economici, sociali e politici. Il sistema sudista si regge sullo sfruttamento della schiavitù impiegata nelle piantagioni. Le regioni settentrionali invece sono interessate alla meccanizzazione del lavoro e avversano il principio meridionale. Nel 1820 il Compromesso del Missouri stabilisce che all’interno dei territori a ovest del Mississippi il 36˚30’ parallelo rappresenta il confine tra stati schiavisti e stati liberi. Tale trattato non placa tuttavia i dissapori. Alle elezioni presidenziali del 1860 il candidato repubblicano Abraham Lincoln (1809 – 1865) si dichiara favorevole ad una graduale abolizione della schiavitù. L’elezione di Lincoln rinforza nel Sud l’opinione della necessità dell’indipendenza. Nel marzo 1861 sette Stati danno vita agli Stati Confederati d’America ed eleggono Jefferson Davis a Presidente. Lincoln dichiara illegale la secessione. Il 12 aprile 1861 l’artiglieria sudista apre il fuoco per impedire il rifornimento di una base militare della Carolina del Sud, Lincoln ordina l’invio delle truppe per sedare la rivolta. I nordisti sono chiamati ad agire su un fronte assai vasto, Lincoln applica dunque un blocco navale delle coste meridionali per impedire l’afflusso di rifornimenti dall’Europa, cui sarebbe seguita l’invasione della valle del Mississippi. Nel settembre del 1862 Lincoln annuncia che a partire dal 1◦ gennaio 1863, negli Stati coinvolti nella ribellione secessionista, gli schiavi sarebbero stati “liberi per sempre”. La superiorità economica e demografica dell’America settentrionale porta alla vittoria del Nord. Il conflitto si conclude il 9 aprile 1865 con la battaglia di Appomattox e la capitolazione dei sudisti. Il 14 aprile 1865 Lincoln viene assassinato da un fanatico sudista. Il 6 dicembre 1865 il 13◦ emendamento della Costituzione dichiara l’abolizione della schiavitù in tutti i territori USA.