Come nel caso precedente, il calore necessario per indurre il passaggio di stato da liquido a vapore è definito calore latente di evaporazione. Durante il passaggio di stato non si osserva variazione di temperatura ma l’energia fornita viene interamente impiegata nella rottura dei legami tra le molecole del liquido. I liquidi puri sono caratterizzati da una temperatura di ebollizione precisa detta punto di ebollizione, che può essere impiegata a scopo analitico per comprendere la natura di una sostanza incognita. L’utilizzo del punto di ebollizione a scopo analitico richiede molta cautela. Questo parametro, infatti, risente in modo significativo delle condizioni di pressione in cui si trova il sistema. Un aumento di pressione induce un aumento del punto di ebollizione del liquido (si pensi alla pentola a pressione dove l’acqua, prima di passare allo stato aeriforme, raggiunge temperature superiori ai 100 °C); al contrario una riduzione della pressione induce una diminuzione del punto di ebollizione (l’acqua ad alte quote bolle a temperature più basse). Questo fenomeno è sfruttato per ridurre le temperature di processo nelle distillazioni sottovuoto. Se il fenomeno di vaporizzazione riguarda solo la superficie del liquido si parla di evaporazione, se riguarda l’intera massa liquida prende il nome di ebollizione.