L’intervento in guerra degli Stati Uniti, oltre che per ragioni economiche, è dettato dalla volontà di affermare un’ideologia democratica contro la tendenza imperialistica delle nazioni coinvolte nel conflitto. L’8 gennaio 1918 il presidente americano Woodrow Wilson (1856–1924) elabora un programma di pace che prevede, tra gli altri punti, l’abolizione della polizia segreta, la libertà di navigazione, una revisione delle frontiere doganali e la creazione di una Società delle Nazioni in tutela della pace. Il programma, tuttavia, al momento non porta ad un accordo tra le nazioni. La Francia continua ad essere un nodo cruciale all’interno del conflitto. A marzo i tedeschi sfondano le linee nemiche nelle Fiandre e giungono alla Marna dove si disputa la seconda battaglia della Marna (17 luglio) che però non porta ad una sostanziale conquista del territorio da parte tedesca. Guidato dal generale Foch, l’esercito anglo francese d`a avvio a una vigorosa controffensiva, che, supportata dall’intervento americano, costringe i tedeschi alla ritirata. L’8 agosto ad Amiens la Germania subisce una forte sconfitta che fa presagire l’esito della guerra. Il corrispondente di guerra Philip Gibbs, notando l’effetto della battaglia sul ritmo della guerra, il 27 agosto scrive: “Il nemico è sulla difensiva, è così decisamente nelle nostre mani, che siamo in grado di colpire il nemico in molti punti differenti. Il  cambiamento è stato più grande nelle menti degli uomini, che nella conquista di terreno. Sul nostro fronte sembra che l’esercito sia incoraggiato dall’enorme speranza di risolvere presto la questione”  e  che  “c’è anche un cambiamento nella mente del nemico. Non hanno più la minima speranza di vittoria sul fronte occidentale. Tutto ciò che sperano ora è di potersi difendere abbastanza a lungo da arrivare ad una pace negoziata”. Sul fronte orientale, il 3 marzo la Russia firma il trattato di Brest Litovsk col quale cede alla Germania la Polonia, l’Estonia, la Lettonia e la Lituania. Nel mese di maggio la Romania sottoscrive la pace di Bucarest. Il 29 settembre l’esercito franco serbo avanza in Macedonia e costringe la Bulgaria alla resa. Le forze inglesi invadono la Siria e costringono la Turchia all’armistizio. In Italia gli austriaci sferrano un duro attacco, ma il 24 ottobre, con la battaglia di Vittorio Veneto, inizia la controffensiva che arresta l’avanzata nemica. A Padova, a Villa Giusti, il 4 novembre l’Austria è costretta a firmare l’armistizio. La Germania formalmente è ancora in guerra, ma l’esercito e la flotta sono completamente inefficienti. Piegata da una rivoluzione interna, l’8 novembre avviene la dissoluzione dell’Impero e la proclamazione della repubblica. L’11 novembre, la Germania è costretta a firmare l’armistizio di Rethondes che determina la fine della prima guerra mondiale.