Il 18 gennaio 1919 si apre a Parigi la Conferenza generale per la Pace. La partecipazione è riservata ai 32 paesi vincitori, il ruolo fondamentale tuttavia è assegnato a Francia, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti. Il tema della conferenza è la risoluzione dei problemi politici e territoriali in seguito alla disgregazione degli Imperi tedesco, austriaco, russo e turco. La maggior premura per gli Stati vincitori è quella di mettere la Germania nelle condizioni di non poter avanzare, in futuro, nuove politiche aggressive. La Francia, sostenuta dalle forze di destra, propende per l’annullamento della Germania. La Gran Bretagna e gli Stati Uniti, d’altro canto, sostengono una politica di maggiore clemenza. Le trattative tengono conto del piano di pace promosso da Wilson nel ’18 e la soluzione consiste nel compromesso. Le maggiori problematiche per la risoluzione delle trattative riguardano la presenza di differenti gruppi etnici all’interno dello stesso territorio e il rispetto degli interessi dei paesi vincitori. Durante il 1919 vengono elaborati diversi trattati al fine di risolvere le spartizioni territoriali. Il 28 giugno viene siglato il Trattato di Versailles. Esso ha un carattere evidentemente punitivo nei confronti della Germania, e i tedeschi lo definiscono un diktat. Il trattato prevede che la Germania rinunci alle colonie, riduca le proprie forze armate, risarcisca i danni di guerra e consegni la flotta. Alla Francia vengono restituiti la Saar, l’Alsazia e la Lorena. Alla repubblica Polacca vengono riconosciuti l’alta Slesia, la Posnania, la Pomerania e il corridoio che conduce al mar Baltico. Al fine di stabilire le condizioni di pace per l’Austria e Ungheria, nei Trattati di Saint Germain del 10 settembre e di Trianon del 4 giugno 1920, vengono create quattro nuove entità territoriali:  la repubblica Austriaca, la repubblica Cecoslovacca, il Regno d’Ungheria, e il Regno di Jugoslavia, che comprende Serbia, Croazia, Montenegro, Slovenia e Bosnia Erzegovina. All’Italia vengono assegnati il Trentino, l’Alto Adige, Trieste e l’Istria. Le questioni relative alla Dalmazia e alla città di Fiume però non trovano risoluzione, suscitando tensioni da parte dei nazionalisti che rivendicano una “vittoria mutilata”. Il Trattato di Neuilly, del 27 novembre 1919, stabilisce la cessione alla Romania e alla Grecia dei territori occupati durante il conflitto da parte della Bulgaria. Con questo trattato la Bulgaria perde il suo sbocco sul mar Egeo. L’importante sforzo bellico sostenuto durante il conflitto porta la Bulgaria ad una grave crisi economica. Il 28 aprile 1920 viene firmato il Trattato Sevres in cui si stabilisce che la Turchia perde Smirne in favore della Grecia, la Siria, la Palestina e l’Iraq.