L’11 agosto 1919 il Primo Presidente della Germania, Friedrich Ebert firma la nuova costituzione tedesca. Con la Costituzione di Weimar la Germania viene organizzata in uno Stato federale. Indirizzata a organizzare le proprie strutture politiche in una democrazia, riconosce ampia autonomia ai singoli territori. Il potere legislativo è affidato a un Reichstag, di fronte al quale è responsabile il cancelliere. Il capo del potere esecutivo è rappresentato dal Presidente della Repubblica. Il Presidente, eletto ogni sette anni dal popolo, è alla guida delle forze armate. La repubblica federale si costituisce dunque di un governo centrale e di 17 Lander i quali non hanno però alcun potere legislativo. La Repubblica di Weimar si configura come una repubblica parlamentare indirizzata verso il potere presidenziale. Nell’immediato dopoguerra la Germania si trova a dover affrontare una pesante crisi economica e sociale, i partiti al governo non si rivelano in grado di sostenere le gravi conseguenze della sconfitta bellica, con una conseguente crescita delle forze dell’opposizione. Fondamentalmente aumenta il peso di due fazioni opposte. Da un lato emerge la destra conservatrice, contraria alle nuove istanze democratiche. Dall’altro si rafforza l’influenza della sinistra, costituita dai socialisti indipendenti e dagli spartachisti. Questo gruppo fonda il partito comunista tedesco e ha come obiettivo la rivoluzione socialista e la fondazione di una repubblica basata sulla democrazia proletaria. Nel gennaio 1919 la socialdemocrazia, con l’appoggio dell’esercito, stronca violentemente il movimento spartachista giungendo all’arresto dei suoi leader Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg i quali vengono uccisi il 15 gennaio.