I quesiti che richiedono di individuare o riconoscere la presenza di figure retoriche in una poesia o in un testo sono frequenti. Per risolvere correttamente gli esercizi è importante innanzitutto conoscere le varie definizioni che costituiscono il linguaggio figurato. In seguito bisogna imparare a riconoscere i diversi costrutti nei brani proposti.
Vi consigliamo di prestare particolare attenzione agli esempi per tre ragioni:
- Le esemplificazioni permettono di assimilare meglio la spiegazione teorica.
- Nella maggior parte dei casi gli esempi sono tratti dai testi classici della letteratura italiana. Non è da escludere dunque che nei test si possano incontrare i medesimi versi.
- Infine, l’abbinamento delle opere letterarie ai relativi autori può essere utile nell’ottica delle domande di cultura generale e nelle analogie verbali, in cui si richiede di individuare gli accostamenti tra opere e scrittori.
Riportiamo di seguito un elenco delle figure retoriche più ricorrenti.
- Aferesi Indica la caduta di una vocale o di una sillaba all’inizio di parola. Es.: Lo ’ntelletto di Padron ’Ntoni (G. Verga, I Malavoglia).
- Allegoria Un concetto espresso tramite un’immagine, spesso con riferimento al linguaggio filosofico o metafisico. Es. Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza (D. Alighieri, La Divina Commedia). In questo caso la lupa è un’allegoria dell’avarizia.
- Allitterazione Ripetizione di una lettera o una sillaba. Es.: Il pietoso pastor pianse al suo pianto (T. Tasso, Gerusalemme Liberata). Si noti la ripetizione ossessiva della lettera p e della sillaba pi.
- Anacoluto Consiste nella rottura della corretta correlazione grammaticale tra due proposizioni di uno stesso periodo. Es.: Lei sa che noi altre monache, ci piace di sentir le storie per minuto (A. Manzoni, Promessi sposi).
- Anafora Ripetizione di una o più parole all’inizio della frase o del verso. Es.: Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse (G. D’Annunzio, La pioggia nel pineto).
- Anastrofe Inversione dell’ordine abituale dei termini. Es.: A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti, o Pindemonte (U. Foscolo, Dei Sepolcri). La sequenza canonica è: O Pindemonte, l’urne de’ forti accendono il forte animo a cose egregie.
- Antitesi È la contrapposizione di idee espressa con l’accostamento di parole di significato opposto o in contrasto. Es: Vergine Madre, figlia del tuo figlio (A. Dante, Divina Commedia).
- Antonomasia Consiste nel sostituire un nome comune con un nome proprio o una perifrasi; oppure, viceversa, sostituire un nome comune con un nome proprio o una perifrasi. Es.: Il flagello di Dio per Attila; Eroe dei due mondi per Garibaldi; Pibe de oro per Maradona.
- Asindeto Accostamento di frasi o costrutti verbali attraverso la punteggiatura, senza l’uso di congiunzioni. Es.: Diverse lingue, orribili favelle, / parole di dolore, accenti d’ira, / voci alte e fioche (A. Dante, Divina Commedia).
- Chiasmo Consiste nella disposizione incrociata degli elementi costitutivi di una frase. Es.: Le dame, i cavalier/ l’arme, gli amori (L. Ariosto, Orlando furioso). Si noti la disposizione nello spazio, l’ordine delle parole costituisce l’antica lettera greca della Chi: X
- Le dame, i cavalier
- L’arme, gli amor
- Le dame si lega a gli amor, I cavalier si lega a l’arme.
- Climax Disposizione di parole e frasi secondo una gradazione crescente oppure decrescente. Es.: Ecco sono agli oltraggi, al grido, all’ire, / al trar dei brandi, al crudel suon de’ ferri (Ariosto, Orlando Furioso). In questo caso è un crescendo: inizialmente si hanno gli oltraggi, poi le grida e infine l’ira.
- Ellissi Eliminazione di alcuni elementi o termini all’interno della frase. Es.: Ai posteri l’ardua sentenza (A. Manzoni, Il cinque maggio) Manzoni omette il verbo toccher`a.
- Enjambement Si utilizza in poesia. Consiste nello spezzare un concetto o una coppia di termini andando a capo. Es.:
- sol con un legno e con quella compagna
- picciola da la qual non fui diserto (Dante, Divina Commedia).
- Epiteto Consiste nell’accostare il nome del personaggio ad una sua peculiarità. Es.: pi`e veloce Achille (Omero, Iliade).
- Eufemismo Consiste nell’attenuare frasi o espressioni forti ricorrendo a modi di dire meno diretti. Es.: `e passato a miglior vita al posto di morire.
- Iato Scontro di due vocali. Es.: Tanto gentile e tanto onesta pare (Dante, Vita Nuova).
- Iperbole Consiste nell’esagerazione nella descrizione della realtà tramite espressioni che l’amplifichino. Es: Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. . . (E. Montale, Xenia).
- Litote Esprimere un giudizio negandone il contrario. Es.: Don Abbondio non era nato con un cuor di leone (A. Manzoni, Promessi Sposi).
- Metafora È la sostituzione di un termine proprio con uno figurato. A volte corrisponde a una similitudine in cui si omette il come. Es.: Non ho voglia / di tuffarmi / in un gomitolo di strade (G. Ungaretti, Natale). La metafora significa: In strade intricate come un gomitolo.
- Onomatopea È l’insieme di trascrizioni fonetiche e riproduzioni di rumori, voci di animali e suoni. Es.: Il tuo trillo sembra la brina / che sgrigiola, il vetro che incrina… / trr trr trr terit tirit (Pascoli, L’uccellino del freddo).
- Ossimoro Accostamento di parole dal significato opposto. Es.: Sentia nell’inno la dolcezza amara / de’ canti uditi da fanciullo (G. Giusti, Sant’Ambrogio).
- Paronomasia Accostamento di due parole con sonorità simile. E` detto anche bisticcio di parole. Es: trema un ricordo nel ricolmo secchio, / nel puro cerchio un’immagine ride (Montale, Cigola la carrucola del pozzo).
- Perifrasi Sequenza di parole per indicare una persona o una cosa. Corrisponde ad un giro di parole. Es.: il ghibellin fuggiasco sta ad indicare Dante Alighieri.
- Poliptoto Consiste nel ricorrere di un vocabolo con funzioni sintattiche diverse. Forma spesso espressioni idiomatiche. Es.: E li ’nfiammati infiammar sì Augusto / che’ lieti onor tornaro in tristi lutti (Dante, Divina Commedia).
- Polisindeto Sequenza di parole intervallate da una congiunzione. Es.: Avea in ogni sua parte un laccio teso / o parli o rida o canti o passo muova (Ariosto, L’Orlando furioso). Si contrappone all’asindeto.
- Prosopopea Detta anche Personificazione, si ha quando si attribuiscono qualità o azioni umane ad animali, oggetti, o concetti astratti. Es.: … Oh quei fanali come s’inseguono / accidiosi là dietro gli alberi, / tra i rami stillanti di pioggia / sbadigliando la luce su ’l fango!. . . (G. Carducci, Alla stazione in una mattina d’autunno).
- Similitudine Si utilizza per chiarire un concetto paragonandolo a qualcuno o a qualcosa di ben noto. Es.: Fresche le mie parole ne la sera ti sien / come il fruscio che fan le foglie/ del gelso. . . (D’Annunzio, La sera fiesolana).
- Zeugma Collegamento di un verbo a due o più elementi della frase che invece richiederebbero ciascuno un verbo specifico. Es: Fuori sgorgando lagrime e sospiri (Dante. La Divina Commedia). Sgorgando si riferisce sia a lacrime che a sospiri. Le lacrime sgorgano, comunemente però non può dirsi lo stesso per i sospiri.
Quando sentite uno spot o leggete uno slogan, allenatevi a cogliere l’artificio con cui è stato costruito. Spesso dietro motti e reclame si nascondono le figure retoriche. La loro individuazione in contesti quotidiani è un ottimo esercizio per imparare a riconoscerne gli utilizzi anche in poesia e narrativa.