Gli inglesi registrano importanti successi sul fronte africano. Occupano la Somalia italiana, l’Etiopia, e l’Eritrea. L’unica sconfitta è quella registrata in Libia, dove le truppe italo tedesche, guidate dal generale Erwin Rommel, determinano la perdita del controllo della Cirenaica da parte dell’Inghilterra. Hitler tuttavia non consolida le posizioni ottenute e a fine anno gli inglesi riguadagnano terreno. Nell’agosto 1941 il primo ministro Churchill e il presidente americano Roosevelt redigono la Carta Atlantica con la quale gli Stati Uniti si impegnano nella ricostruzione bellica e nella protezione del mar Atlantico. Germania, Italia, Ungheria e Bulgaria invadono e smembrano la Jugoslavia, che si arrende il 17 aprile. In seguito la Germania e la Bulgaria invadono la Grecia, la cui resistenza termina all’inizio del giugno 1941. In seguito ad un ulteriore fallimento delle truppe italiane nella spedizione nei Balcani, Mussolini comincia a rendersi conto dell’impossibilità di sostenere la guerra senza il sostegno alleato. Il 22 giugno Hitler decide di affrontare la Russia infrangendo il patto Ribbentrop- Molotov con l’operazione Barbarossa. L’attacco apre un fronte di 1400 Km. Le armate tedesche raccolgono una serie di successi e proseguono la marcia fino alle porte di Mosca e Leningrado, la resistenza russa tuttavia è tenace e impedisce la presa di Mosca. Nel frattempo giunge l’inverno che coglie impreparato l’esercito nazista e l’inadeguato alleato italiano. I russi, guidati da Stalin, preparano la controffensiva. Il Giappone, intanto, intenzionato ad espandersi nel Pacifico, nel luglio 1941 occupa l’Indocina francese. La reazione americana e inglese è immediata. Stati Uniti e Gran Bretagna decidono di applicare un blocco commerciale ai danni del Giappone. Il governo nipponico però non si dimostra intenzionato ad arrestare il proprio piano espansionistico. Il 7 dicembre 1941, senza una formale dichiarazione di guerra, sferra un attacco aereo contro la flotta americana stanziata a Pearl Harbour nelle isole Hawaii. Forte della momentanea superiorità, il Giappone attacca e conquista la Tailandia, le Filippine, la Malesia, la Birmania e l’Indonesia olandese. Gli inglesi perdono Hong Kong e la loro flotta risulta estromessa dall’oceano Pacifico. Le forze dell’Asse in questo momento dimostrano una netta superiorità.