Queste prove sono più rare negli esami di ammis­sione. Si tratta di esercizi in cui lo studente de­ve riconoscere e comprendere il tono e lo spirito del brano (ironico, critico, divulgativo, apologetico, propagandistico … ). Per rispondere correttamente a questi quesiti è importante cogliere lo stile del testo, il modo in cui l’autore decide di esprimere le proprie idee. A seconda della scelta delle parole infatti lo stesso concetto può assumere sfumature molto diverse. Facciamo un esempio:

Questo libro è avvincente. Si legge tutto d’un fiato.
Questo libro è talmente avvincente che ci vuole la maschera d’ossigeno per leggerlo.

Le due frasi, sebbene molto simili nella prima parte: Questo libro è avvincente, espri­mono due concetti diversi. La prima è un’affermazione neutra e veritiera. La seconda è evidentemente ironica ed esprime esattamente il concetto contrario di quanto dichiarato in prima battuta.

Diamo una breve definizione dei diversi caratteri che può assumere un testo.

  • Tono ironico: Lo scrittore tratta un argomento con apparente serietà, la sua finalità è però quella di schernire l’oggetto o il soggetto del testo.
  • Tono critico: L’autore si dimostra apertamente contrario e polemico nei confronti di una situazione, un’idea, una tendenza.
  • Testo divulgativo: Il brano si propone di far conoscere un’idea, un argomen­to. Il linguaggio è solitamente molto semplice, proprio per far conoscere il contenuto al maggior numero di persone possibile.
  • Testo apologetico: Questi testi sono scritti in difesa di una persona o un comportamento precedentemente criticati o accusati.
  • Testo propagandistico: Spesso utilizzato in politica, ha lo scopo di convincere e persuadere i lettori a sostenere l’idea o il personaggio propagandato.

Talvolta possono anche essere presenti quesiti che richiedono di comprendere l’epoca e il luogo in cui si svolgono gli avvenimenti oppure il destinatario dello scritto. In questo caso è bene prestare attenzione ai dettagli del testo che possono rivelarsi delle utili spie per comprendere delle informazioni non espresse chiaramente.

Quello che impera oggi, non solo nel campo dello spettacolo, dove in fondo è abbastanza naturale e consueto, ma anche in campo politico, letterario, filosofico e persino, talora, scientifico, è il pettegolezzo. Sarà perché le portinerie sono ormai un lusso di condomini o ville per pochi privilegiati, ora il pettegolezzo da portineria è uscito dai sottoscala e ha fatto fuori l’interpretazione sociologica, la lettura marxiana e quella psicanalitica degli eventi e delle biografie, l’impostazione crociana e quella strutturalista dell’analisi dei te­sti poetici, persino la discussione sui progressi (perniciosi) delle scienze e sulla dittatura (catastrofica) della tecnologia. Oggi gli intellettuali cercano le lettere di Einstein alle sue amanti, indagano sulla vanità di Goethe e del dottor Barnard, scrutano la corrispondenza privata di Churchill e la miopia di Toscanini, si deliziano dell’agorafobia di Manzoni e della gobba di Leopardi, interrogano medici, servitori, mogli tradite, eredi delusi… perché, come insegna Montaigne, nessuno è grande per il proprio cameriere. E la grandezza di­sturba, non suscita nemmeno invidia ma fastidio, ci offre il metro per misurare la comoda, ottusa e pigra mediocrità. Di cui tuttavia non riusciamo sotto sotto a non vergognarci.(da Enrico Orlando, La vendetta dei pettegoli, ed. N.A, 2004)
Individuare il tono del brano:

A) polemico
B) apologetico
C) divulgativo
D) ironico
E) propagandistico

Il tono del brano è ironico. A sostegno della propria tesi l’autore riporta esempi buffi e parodistici per far comprendere al lettore come, per esorcizzare la grandezza altrui, ci sia la tendenza a sminuire i meriti dei grandi personaggi. Il distrattore è rappresentato dalla risposta A. L’autore potrebbe infatti apparire polemico nei confronti degli intellettuali che si soffer­mano sulla gobba di Leopardi o la miopia di Toscanini piuttosto che sulle loro opere. Questo brano però è vivace, brioso, scherzoso e simpatico, come lo dimostra l’espressione Sarà perché le portinerie sono ormai un lusso di condomini o ville per pochi privilegiati, ora il pettegolezzo da portineria è uscito dai sottoscala e ha fatto fuori l’interpretazione sociologica, la lettura marxiana. Enrico Orlando ha adottato dunque uno stile ironico.

Riferiamoci ancora al testo dell’esercizio precedente per affrontare un ulteriore quesito.

Individuare il bersaglio polemico che non è presente nel testo

A) l’invidia che suscita sempre chi riconosciamo grande, migliore di noi
B) la preminenza data dall’informazione ad argomenti poco significativi e scandalistici
C) il rifiuto di tutto ciò che potrebbe indurre consapevolezza e insoddisfazione di sè
D) la pigrizia esistenziale che vorrebbe soffocare ogni turbamento
E) il catastrofismo di moda nei confronti delle scienze e della tecnica

L’ironia spesso ha un bersaglio, si rivolge contro un’idea, un personaggio, una mo­da … Nelle ultime righe del brano emerge chiaramente il messaggio del testo: La grandezza altrui suscita turbamento, disagio, diventa specchio della propria mediocrità. La risposta corretta dunque è la A. La B non rappresenta un bersaglio polemico non presente, in quanto nel testo sono presenti numerosi esempi di argomenti poco significativi.
La soluzione C considera il pettegolezzo come conseguenza del rifiuto di tutto ciò che potrebbe indurre consapevolezza e insoddisfazione di sè. Il rifiuto tuttavia si manifesta con la negazione, l’omissione. Il fatto che si dia rilievo al pettegolezzo non rappresenta un rifiuto. La risposta D travisa il significato del testo. La pigrizia esistenziale non è all’origine della tendenza al pettegolezzo intellettuale, quanto piuttosto una presa di coscienza della propria mediocrità davanti alla grandezza di alcuni artisti. La E non ha alcun presupposto nel testo.