Si definisce aritmia sinusale respiratoria la variazione dell’intervallo P-P (cioè il tempo tra due onde P successive), con la conseguente irregolarità dei complessi QRS (quindi della frequenza ventricolare) (Fig. 13.01.01).

CARATTERISTICHE

Si può parlare di aritmia sinusale respiratoria in presenza di una variazione degli intervalli P-P di almeno a 120 ms (3 quadratini piccoli). Tipicamente, l’intervallo P-P si allunga e si accorcia gradualmente in modo ciclico, di solito corrispondente alle fasi del ciclo respiratorio. In particolare, si potrà assistere ad un accorciamento dell’intervallo P-P durante l’inspirazione e un allungamento durante l’espirazione. Le onde P presentano delle caratteristiche fisiologiche, tipiche dell’origine sinusale (vettore dell’impulso che origina dal nodo fra 0 e 90 gradi, cioè diretto in basso ed a sinistra) e, in assenza di altri disturbi della conduzione, ogni onda P è seguita da un complesso QRS dopo un intervallo PR di durata normale (<200 ms) e costante nel tempo (Figura 9.2-1). Talora l’aritmia sinusale respiratoria si può associare a bradicardia sinusale, blocco atrio-ventricolare di I grado e II grado tipo Mobitz 1 (fenomeno di Wenckebach) in particolare nei giovani, negli atleti e durante il sonno, per un incremento del tono vagale.

MECCANISMO E GESTIONE

Si può osservare la presenza di onde P di origine sinusale (con asse rivolto verso il basso e verso sinistra) con una morfologia costante. Mentre l’intervallo PR è costante (nessuna evidenza di blocco AV), l’intervallo PP varia ampiamente da 1,04 secondi (frequenza cardiaca ~57 bpm) fino a 0,60 secondi (frequenza cardiaca ~100 bpm), con una variabilità di >400 ms.        

L’aritmia sinusale è un fenomeno fisiologico, più comune nelle persone giovani e sane e negli atleti, e non merita accertamenti specifici o terapie. La frequenza cardiaca varia a causa delle variazioni riflesse del tono vagale durante le diverse fasi del ciclo respiratorio. L’inspirazione aumenta la frequenza cardiaca diminuendo il tono vagale (a causa della riduzione della pressione intra-toracica e della minore attivazione dei barocettori). Con l’inizio dell’espirazione, il tono vagale viene ripristinato (per l’aumento della pressione intratoracica e stimolazione dei barocettori), portando a una successiva diminuzione della frequenza cardiaca. L’incidenza dell’aritmia sinusale diminuisce con l’età, presumibilmente a causa della diminuzione correlata all’età della distensibilità carotidea e della sensibilità del riflesso barocettivo. L’aritmia sinusale “non respiratoria” (non legata al ciclo respiratorio) è meno comune, si verifica tipicamente nei pazienti anziani e può essere conseguente ad un iniziale disfunzione del nodo del seno o all’azione di farmaci (per esempio tossicità da digossina).