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1 di 5 Domande

Una donna di 29 si reca presso l’ambulatorio specialistico di ginecologia. In particolare, viene effettuato uno Sniff test. In particolare, lo Sniff test individua la presenza di:














La risposta corretta è la D.
Lo Sniff test individua la presenza di vaginosi batterica, una condizione clinica caratterizzata dall’alterazione della normale flora batterica vaginale, in cui i lactobacilli diminuiscono e gli anaerobi crescono in eccesso. I principali batteri rilevati sono Gardnerella vaginalis, Mobiluncus sp, Micoplasma hominis e altri microrganismi. La nuova flora batterica produce ammine volatili con conseguente aumento del pH vaginale oltre 4,5. Il fattore di rischio principale è rappresentato da rapporti sessuali non protetti. Il 50-75% delle donne con vaginosi batterica risultano asintomatiche, mentre le donne sintomatiche presentano tipicamente perdite vaginali biancastre ed omogenee, odore vaginale sgradevole (che può essere più evidente dopo il rapporto sessuale e durante le mestruazioni). Inoltre, la sola vaginosi batterica tipicamente non causa prurito, irritazione, eritema e edema. La diagnosi si basa di solito sui criteri di Amsel, in particolare prevede che devono essere presenti almeno tre criteri:
- secrezioni omogenee, sottili, bianco-grigiastre che ricoprono uniformemente le pareti vaginali;
- pH vaginale > 4.5;
- Sniff test positivo, definito come la presenza di un odore di pesce quando una goccia di idrossido di potassio al 10% (KOH) viene aggiunta a un campione di secrezione vaginale;
- Clue cells (cellule dell’epitelio vaginale con adesi batteri) rilevabili mediante osservazione al microscopio.
Il trattamento si basa sulla somministrazione di metronidazolo (risposte A, B, C ed E errate).

2 di 5 Domande

Scenario GL3Q: Una donna di 50 anni si presenta chiedendo informazioni relative al papilloma virus umano (HPV) e alla vaccinazione che le hanno proposto per la figlia di 12 anni. In relazione alla vaccinazione, la paziente viene informata che esistono due tipi di vaccini: il bivalente e il quadrivalente, quale delle seguenti affermazioni è corretta?














La risposta corretta è la D.
In relazione alla vaccinazione contro il papilloma virus umano (HPV) mediante due tipi di vaccini, il bivalente e il quadrivalente, l’affermazione corretta è che entrambi i vaccini sono altamente immunogenici ed efficaci. In particolare, esistono oltre cento diversi genotipi del virus capaci di infettare l’uomo. Il contagio può avvenire attraverso la cute e le mucose, sebbene buona parte delle infezioni avvenga per via sessuale (rapporti orali, genitali e anali). Inoltre, l’infezione può essere trasmessa per via indiretta mediante il contatto con superfici o oggetti contaminati. La maggior parte delle forme di HPV causa la formazione di lesioni benigne come verruche, condilomi e papillomi; tuttavia, alcuni ceppi sono responsabili di lesioni evolutive maligne, che si localizzano principalmente a livello della mucosa delle vie respiratorie superiori e a livello dei genitali maschili e femminili. La vaccinazione permette di contrastarne l’infezione e dunque lo sviluppo del tumore della cervice uterina. Fra le formulazioni attualmente presenti in commercio sono disponibili:
- il vaccino bivalente, che permette la copertura dei tipi 16 e 18;
- il vaccino quadrivalente che, oltre al 16 e al 18, offre protezione anche nei confronti dei tipi 6 e 11.
L’efficacia di tali vaccini è estremamente elevata, soprattutto se somministrati prima dell’inizio dell’attività sessuale. Infine, poiché la possibile esposizione al virus avviene durante tutta la vita sessualmente attiva, la vaccinazione viene consigliata anche in età più avanzata. Entrambi i vaccini vengono somministrati mediante iniezione intramuscolare (risposta B errata). In aggiunta, entrambi i vaccini bivalente e quadrivalente possono essere somministrati in due dosi o in tre dosi. La scelta viene condizionata anche dall’età del paziente (risposta C errata). Infine, attualmente la vaccinazione per l’HPV non è consigliata in gravidanza poiché non sono stati effettuati studi specifici sul suo impiego in questa categoria di pazienti (risposta A errata).

3 di 5 Domande

Scenario GL3Q: Una donna di 50 anni si presenta chiedendo informazioni relative al papilloma virus umano (HPV) e alla vaccinazione che le hanno proposto per la figlia di 12 anni. Quale delle seguenti affermazioni relative a Pap test e HPV è FALSA?














La risposta corretta è la B.
È falso asserire che un PAP test annuale tra i 20 e i 29 anni abbia una probabilità di non diagnosticare una lesione in circa il 5% dei casi: infatti, la sensibilità risulta intorno all’85% con falsi negativi intorno al 15%; inoltre, l’età non sembra correlata alla percentuale di falsi negativi, che permangono comunque oltre il 5% anche oltre i 29 anni.
Infine, il PAP test ha una specificità per le lesioni indotte dal virus del 95%, consente di diagnosticare il 90% delle neoplasie cervicali se ripetuto ogni 3 anni e un singolo PAP test ha una sensibilità dell’85% per l’HPV (risposte A, C, D ed E errate).
Fonte: Accuracy of the Papanicolaou test in screening for and follow-up of cervical cytologic abnormalities: a systematic review. Abstract. PURPOSE: To evaluate the accuracy of conventional and new methods of Papanicolaou (Pap) testing when used to detect cervical cancer and its precursors.
DATA SOURCES: Systematic search of English-language literature through October 1999 using MEDLINE, EMBASE, other computerized databases, and hand searching.
STUDY SELECTION:  All studies that compared Pap testing (conventional methods, computer screening or rescreening, or monolayer cytology) with a concurrent reference standard (histologic examination, colposcopy, or cytology). DATA EXTRACTION: Two reviewers independently reviewed selection criteria and completed 2 x 2 tables for each study.
DATA SYNTHESIS: 94 studies of the conventional Pap test and three studies of monolayer cytology met inclusion criteria. No studies of computerized screening were included. Data were organized by cytologic and histologic thresholds used to define disease. For conventional Pap tests, estimates of sensitivity and specificity varied greatly in individual studies. Methodologic quality and frequency of histologic abnormalities also varied greatly between studies. In the 12 studies with the least biased estimates, sensitivity ranged from 30% to 87% and specificity ranged from 86% to 100%. CONCLUSIONS: Insufficient high-quality data exist to estimate test operating characteristics of new cytologic methods for cervical screening. Future studies of these technologies should apply adequate reference standards. Most studies of the conventional Pap test are severely biased: The best estimates suggest that it is only moderately accurate and does not achieve concurrently high sensitivity and specificity. Cost-effectiveness models of cervical cancer screening should use more conservative estimates of Pap test sensitivity. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=10819705

4 di 5 Domande

Viene riscontrato un carcinoma ovarico in una donna di mezza età. Quale, tra i seguenti marcatori tumorali, è tipicamente aumentato nel carcinoma ovarico?














La risposta corretta è la E.
Nel carcinoma ovarico il marker tumorale che appare solitamente elevato è il CA-125, che è elevato quasi nel 70-80% dei casi. È un antigene glicoproteico, che viene liberato in grande quantità soprattutto in seguito allo sviluppo del carcinoma ovarico di tipo sieroso e non è presente nell’ovaio normale. La sua concentrazione può essere elevata in tumori non ovarici: ad esempio, carcinomi dell’endometrio, della vulva, della cervice e delle tube. Può essere utilizzato per la diagnosi e il follow-up terapeutico dei carcinomi ovarici (soprattutto sierosi) e dei carcinomi della cervice uterina. Tuttavia, è possibile riscontrare un aumento anche in altre condizioni: endometriosi, sierosite, polmonite, pancreatite acuta, epatopatia acuta e cronica, ICC, malattie reumatiche e autoimmuni, insufficienza renale cronica, ittero.

5 di 5 Domande

In relazione alle lesioni pretumorali indotte dal virus HPV, e' corretto affermare che:














La risposta corretta è la C.
In relazione alle lesioni pretumorali o “lesioni pre-cancerose” indotte dal virus HPV, è corretto affermare che si manifestano nel 5-10% delle donne positive per i tipi virali ad alto rischio. Tali lesioni, nel corso di alcuni anni, potranno progredire verso la lesione tumorale vera e propria o andranno in contro alla regressione spontaneamente. In particolare, esistono oltre cento diversi genotipi del virus capaci di infettare l’uomo. Il contagio può avvenire attraverso la cute e le mucose, sebbene buona parte delle infezioni avvenga per via sessuale (rapporti orali, genitali e anali). Inoltre, l’infezione può essere trasmessa per via indiretta mediante il contatto con superfici o oggetti contaminati. La maggior parte delle forme di HPV causa la formazione di lesioni benigne come verruche, condilomi e papillomi; tuttavia, alcuni ceppi sono responsabili di lesioni evolutive maligne, che si localizzano principalmente a livello della mucosa delle vie respiratorie superiori e a livello dei genitali maschili e femminili. La progressione a cancro invasivo delle lesioni pretumorali è un processo abbastanza lento che richiede circa 10-15 anni (risposta B errata). Infine, le anomalie cellulari di alto grado regrediscono spontaneamente meno frequentemente e hanno un maggior tasso di progressione rispetto a quelle di basso grado (risposte A e D errate).

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