Dettagli
- Principi tecnici
- Applicazioni cliniche
02.02 – [02.01 – Tecniche radiologiche] Ecografia del torace
- L’ecografia toracica è un esame diagnostico non invasivo basato sull’uso degli ultrasuoni che produce delle immagini, tramite la rilevazione delle onde sonore riflesse nell’organismo delle strutture presenti nella gabbia toracica.
- L’ecografia toracica viene eseguita quando una persona soffre di dispnea, ma anche quando soffre di tosse grave e/o persistente, dolore toracico con o senza trauma nel sospetto di PNX, per valutare la presenza o quantità di versamento pleuro-pericardico, processi flogistici o aree atelettasiche polmonari.
- Attualmente il ruolo dell’ecografia toracica è quello di indagine utilizzata come “prolungamento” dell’esame obiettivo clinico e complementare ad RX e TC torace.
- I vantaggi sono:
- non invasivo;
- non radiazioni ionizzanti;
- affidabilitĂ ;
- rapiditĂ di esecuzione;
- ripetibilitĂ ;
- basso costo.
- I limiti sono:
- aria polmonare e strutture della gabbia toracica (esplorabile solamente il 70% circa della superficie pleurica);
- interfaccia tessuti molli/aria: elevata differenza di impedenza acustica con conseguente elevata riflessione degli echi (>90%);
- scarsa possibilitĂ di utilizzo del doppler per artefatti;
- operatore dipendente.
Principi tecnici
- L’ecografia toracica sfrutta la presenza di artefatti, sia in condizioni di normalità che patologiche: gli artefatti acustici del polmone derivano dall’interazione del fascio ultrasonoro con l’aria ed appaiono differenti a seconda del contenuto aereo della parte studiata e della omogeneità della sua distribuzione.
- Un organo normalmente poco esplorabile all’ecografia toracica, mostra delle evidenti finestre acustiche se presenta una condizione patologica e pertanto diventerà studiabile.
- L’impatto del fascio ultrasonoro sulla superficie dei polmoni genera, a causa dell’elevata impedenza acustica tra aria e tessuto molle, una sottile e regolare immagine lineare intensamente ecogena, definita “linea pleurica”.
- La posizione del paziente sarà seduta (approccio intercostale) o supina con braccia dietro la testa; talvolta è utile anche una posizione in decubito laterale se il paziente è allettato.
- Le sonde da utilizzare sono:
- convex, microconvex, settoriali: con frequenze di 3.5-5 Hz per una visione panoramica;
- lineari: con frequenze di 7-10 Hz per una visione delle strutture superficiali (parete toracica, linea pleurica).
- Esistono numerose finestre acustiche mediante le quali è possibile studiare con gli ultrasuoni sino al 70% della superficie pleurica, che sono:
- trans diaframmatiche;
- parasternali;
- intercostali;
- sovraclaveari;
- sovragiugulare.
Applicazioni cliniche
- Strutture anatomiche visualizzabili dall’esterno in profondità (Immagine 01):
- cute;
- sottocute;
- muscoli intercostali e fascia endotoracica;
- coste;
- pleura;
- aria.
- E’ possibile inoltre esplorare: mediastino, diaframma e parenchima polmonare (ma solo studiabile la patologia parenchimale a distribuzione più periferica e non centroparenchimale).

Immagine 01. Strutture anatomiche apprezzabili con ecografia toracica polmonare.
- Un pattern polmonare normale si compone delle seguenti caratteristiche:
- sliding pleurico: movimento della linea pleurica con le escursioni respiratorie;
- movimento del diaframma con gli atti del respiro (Immagine 02);
- linee A: linee iperecogene a disposizione orizzontale, espressione del contenuto aereo del polmone, dovute ad artefatti da riverbero (Immagine 02);
- linee B (o code di cometa): linee (isolate) a disposizione perpendicolare iperecogene alla linea pleurica, mobili con le escursioni respiratorie (Immagine 03);
- movimento ritmico della pleura in sincrono con il ritmo cardiaco, maggiormente apprezzabile nelle aree adiacenti all’aia cardiaca.

Immagine 02. Sliding pleurico e Linee A orizzontali.

Immagine 03. Linea B perpendicolare isolata.
- Versamento pleurico: apprezzare la sua presenza (sensibilitĂ e specificitĂ di circa il 100%, permette di apprezzare versamenti <20mL a differenza del RX torace ove sono necessari almeno 200 mL in AP per obliterazione seni costofrenici laterali) e permette di avere una misura quantitativa in termini di spessore, oltre a orientare nel definire la sua natura sulla base delle caratteristiche eco strutturali, ovvero:
- anecogeno (versamento fluido semplice);
- omogeneamente iperecogeno (ad es. emotorace);
- complesso (ad es. empiema).
- PNX: apprezzare la sua presenza con sensibilità 91% e specificità 98% nella diagnosi (meglio di Rx torace ed esame obiettivo) in maniera rapida ed è efficace anche nel paziente allettato. Si apprezza con i seguenti segni:
- assenza di sliding pleurico, linee B e movimento ritmico della pleura in sincrono con il ritmo cardiaco;
- presenza di punti di ripristino del contatto tra pleura parietale e viscerale distaccata con normale aspetto di sliding pleurico.
- Patologie interstiziali: caratterizzate dall’incremento della quota di acqua extravascolare polmonare che si apprezza ecograficamente con la presenza di linee B. Si ha un’area interessata da un processo patologico quando si apprezzano almeno 3 linee B per campo polmonare con tendenza alla confluenza, che determinano una evidente ecogenicità del campo polmonare esplorato e con mascheramento delle Linee A; si può sospettare una sindrome interstiziale bilaterale quando ci sono almeno 2 campi positivi per emitorace. Possiamo avere pertanto i seguenti processi patologici:
- focali: polmonite lobare, fibrosi polmonare, ecc;
- bilaterali: polmonite interstiziale, interstiziopatie, edema polmonare acuto, ARDS, ecc.