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1 di 5 Domande

Paziente di 63 anni con una storia familiare di cancro del colon-retto, in un parente di primo grado, a 56 anni di età. Nella sua storia personale si rileva un episodio di rettorragia secondaria alla sindrome emorroidaria 15 anni fa, per la quale è stata eseguita una colonscopia con esito normale dopodiché non ha più presentato episodi di sanguinamento rettale. Si presenta al pronto soccorso per un episodio di ematochezia. FC 120 bpm e PA 70/40 mmHg. L'esame del sangue mostra un'emoglobina di 8 g/dl. Indicare la risposta SBAGLIATA per quanto riguarda la gestione di questo paziente:














La risposta corretta è la A
Riguardo la condizione del paziente del caso clinico, nel caso in cui la stabilità emodinamica non venga raggiunta, in corso di un’imponente emorragia (FC>100 bpm e PAS<100 mmHg), poiché non è possibile effettuare un’adeguata preparazione del colon per la colonscopia, sarà preferibile optare per un’arteriografia selettiva ed un’enteroscopia intraoperatoria o a doppio pallone.
Al contrario, è vero che se la colonscopia è normale, una gastroscopia può dare la diagnosi nel 10-15% dei casi, che corrispondono alla percentuale di emorragie digestive ritenute ad origine bassa ma che in realtà hanno una sede alta (risposta B errata).  All’opposto, è vero che la colonscopia è l'esplorazione con il miglior rapporto costo/efficacia per sicurezza, sensibilità e potenziale terapeutico, seppur non sia l’unica opzione diagnostica per l’emorragie digestive basse (risposta C errata). Infine, corrisponde al vero che la scintigrafia con Tc99m è davvero utile nel caso si sospetti un diverticolo di Meckel, in quanto potendo presentare mucosa gastrica ectopica che può andare incontro a ulcerazioni, può essere la causa di emorragia bassa recidivante con conseguente anemia cronica (risposta D errata).

2 di 5 Domande

Giunge in ambulatorio un uomo di 63 anni con una storia di cirrosi epatica alcolica compensata, che non segue trattamento ne riceve cure dopo aver vissuto all'estero. Non presenta elementi di encefalopatia, presenta ascite moderata all'esame obiettivo e nelle analisi presenta bilirubina 1,8 mg/dl, albumina 3,4 g/dl e un'attività protrombinica del 50% (Child-Pugh B-8). Riferisce test complementari effettuati due anni fa: un'ecografia addominale senza ascite, vena porta di 15 mm di diametro e splenomegalia, cosiccome un'endoscopia con presenza di varici esofagee di grado IV, anche se non ha avuto fino ad oggi emorragia gastrointestinale superiore. Quale delle seguenti affermazioni pensa sia la MENO appropriata per questo paziente?














La risposta corretta è la D
Riguardo la condizione del paziente del caso clinico, che presenta cirrosi epatica alcolica compensata con Child-Pugh B-8, è meno appropriato affermare che la terapia diuretica va iniziata in un arco di tempo breve di ospedalizzazione per garantire che non vi sia insufficienza renale o iponatriemia grave associata. In particolare, nei pazienti ascitici possiamo verificare l’efficacia del trattamento tramite tre parametri: il volume urinario, la quantità di Na e urine emesse nelle 24h, il peso corporeo (che da solo può essere già sufficiente nei pazienti non ospedalizzati per valutare l’efficacia della terapia). Al contrario, anche se la cirrosi del paziente è stabile e senza febbre ne dolore, dovrebbe essere eseguita una paracentesi diagnostica, poiché è il primo episodio noto di ascite, affinchè si possa caratterizzare il liquido per distinguere l’essudato dal trasudato (risposta A errata). All’opposto, nello studio di un paziente cirrotico con ascite, accanto agli esami di laboratorio per valutare la funzione epatica e all’endoscopia per verificare la presenza di varici esofagee e gastropatia congestizia, è indicato eseguire una nuova ecografia per escludere cause che possono causare ascite de novo, come ad esempio, trombosi della vena porta, epatocarcinoma (risposta B errata). Infine, è indicato l'inizio del trattamento con beta-bloccanti non cardioselettivi (propranololo, nadololo, carvedilolo) perché presenta grandi vene varicose, sebbene non vi sia mai stata emorragia, poiché è stato dimostrato che prevengono la rottura delle varici esofagee prolungando la sopravvivenza dei pazienti (risposta C errata).

3 di 5 Domande

Nella diagnosi di carcinoma epatocellulare, indicare la risposta corretta:














La risposta corretta è la B
Nella diagnosi di carcinoma epatocellulare nei pazienti cirrotici, se il nodulo è più grande di 10 mm, la diagnosi può essere fatta usando tecniche di imaging dinamico, come la RMN o la TC con mezzo di contrasto per evidenziare il pattern di ipervascolarizzazione. Al contrario, risulta quindi non corretto affermare che lo studio istologico è obbligatorio in tutti i casi (risposta A errata). All’opposto, la diagnosi non può essere fatta quando c'è solo un sospetto clinico e livelli elevati di alfa fetoproteina, in quanto quest’ultima ha una scarsa sensibilità e specificità non ottimale, quindi non può essere utilizzata né come test diagnostico né come test di screening (risposta C errata). Infine, l'arteriografia non è l'unica tecnica che dimostra in modo affidabile la caratteristica fondamentale di questo tumore, che è l'ipervascolarizzazione arteriosa, in quanto è possibile evidenziarla anche con l’esame ecografico con contrasto (risposta D errata).

4 di 5 Domande

Un uomo di 57 anni con cirrosi epatica alcolica, astinente da più di 6 anni, in classe Child-Pug A, presenta varici esofagee di II grado e buona situazione clinica (ECOG 1). Gli viene diagnosticato un carcinoma epatocellulare nel lobo epatico destro, di 8 cm di diametro con trombosi del ramo portale adiacente. Il trattamento più indicato è:














La risposta corretta è la D
Il paziente del caso clinico presenta un carcinoma epatocellulare nello stadio C della classificazione di BCLC (Barcelona Clinic Liver Cancer), cioè nodulo > 5 cm, Child-Pugh A o B, ECOG 1 o 2, invasione vascolare e/o metastasi extraepatiche della vena porta, per cui è indicato il trattamento con sorafenib.
Al contrario, in caso di tumore singolo < 5 cm, Child-Pugh A, senza ipertensione portale e con bilirubina totale < 1mg/dl sarebbe stata indicata la resezione chirurgica (risposta B errata). All’opposto, in caso di tumore singolo < 5 cm, Child-Pugh A o B, però con ipertensione portale e/o bilirubina totale > 1mg/dl, o in caso di presenza di 3 noduli ma con diametro inferiore ai 3 cm sarebbe stato indicato il trapianto di fegato (risposta A errata).
Invece, nel caso in cui l’epatocarcinoma sia nello stadio B, cioè sia maggiore di 5 cm di diametro, ma non invada la vena porta né presenti metastasi extraepatiche, il trattamento adeguato sarebbe stata la chemioembolizzazione transarteriosa con microsfere che rilasciano farmaco (risposta C errata). Infine, la radioterapia stereotassica risulta un’opzione di trattamento in quei pazienti che non sono candidabili all’intervento di resezione chirurgica (risposta E errata)

5 di 5 Domande

Nella diagnosi differenziale di un paziente con ascite, il gradiente siero-ascite di albumina (SAAG) è molto importante. Quale delle seguenti condizioni cliniche NON è associata a un gradiente superiore a 1,1 g/dl?














La risposta corretta è la B
La condizione clinica non associata ad un gradiente siero-ascite di albumina (SAAG) superiore a 1,1 g/dl, utile per la caratterizzazione del liquido ascitico distinguendolo tra essudato e trasudato, è la carcinomatosi peritoneale. In particolare, altre condizioni associate ad un SAAG <1,1 g/dl sono:
- tubercolosi peritoneale;
- ascite pancreatica;
- ipotiroidismo;
- mesotelioma;
- sindrome nefrosica;
Al contrario, la cirrosi epatica, la sindrome di Budd-Chiari, l’insufficienza epatica acuta, l’insufficienza cardiaca sono condizioni cliniche associate ad un SAAG >1,1 g/dl (risposte A, C, D, ed E errate)

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