Simulazione

Cliccando in alto a destra sul pulsante 2 è possibile "Consegnare", "Salvare e Interrompere", "Salvare e Continuare" il compito.

1 di 5 Domande

Il metodo emodinamico più importante nella diagnosi di ischemia cronica degli arti inferiori è:














La risposta corretta è la C
Il metodo emodinamico più importante nella diagnosi di ischemia cronica degli arti inferiori è la valutazione dell'indice caviglia-bracio o indice ABI o indice di Winsor, cioè il rapporto tra il valore della pressione arteriosa sistolica misurata alla caviglia e quello ottenuto a livello del braccio.
In particolare, la diagnosi spesso si ottiene semplicemente con l’anamnesi e l’esame obiettivo ma per la conferma e soprattutto la valutazione della gravità dell’ischemia è fondamentale il ruolo dell’indice ABI. In condizioni normali le due pressioni arteriose sistoliche sono molto simili, potendo essere il valore a livello della caviglia leggermente più alto per il fenomeno di amplificazione dell’onda di propagazione del polso arterioso
​​​​​​​.

2 di 5 Domande

Quale patologia e' mostrata nell'immagine dermatologica?

product image













La risposta corretta è la B
Le cheratosi seborroiche ampie, multiple, e/o in rapido sviluppo possono essere una sindrome paraneoplastica cutanea (segno di Leser-Trélat) in pazienti affetti da alcuni tipi di cancro (p. es., linfoma, tumori dell'apparato gastrointestinale).

3 di 5 Domande

Un uomo di 43 anni chiede un consulto per la presenza di un nevo congenito sul braccio che ha cambiato forma e colore nell'ultimo mese. Viene eseguita la rimozione chirurgica della lesione e la diagnosi anatomopatologica è la seguente: melanoma esteso superficialmente, senza ulcerazioni, con invasione verticale di 1,3 mm, 1 mitosi/mm2, che dista 2 mm dal margine di resezione più vicino. All'esame obiettivo non sono palpabili adenopatie regionali. Qual e' il comportamento da adottare successivamente?














La risposta corretta è la B
In caso di melanoma, come quello del paziente del caso clinico, che dopo la rimozione chirurgica ha dimostrato un’invasione verticale e quindi un indice di Breslow compreso tra 1,01 – 2 mm, è raccomandato l’ampliamento dei margini chirurgici a 1 cm e la biopsia selettiva del linfonodo sentinella.
Al contrario, la linfadenectomia ascellare sarebbe stata indicata in caso di interessamento del linfonodo sentinella a cui avrebbe fatto seguito una terapia adiuvante con IFN alfa-2b (risposta C errata). All’opposto, l’esecuzione di una PET/TC per verificare se ci sono metastasi viscerali sarebbe stata utile nel caso in cui ci fosse stato il sospetto clinico di malattia metastatica (risposta A errata).
 

4 di 5 Domande

Una donna di 45 anni con precedenti di xeroftalmia e xerostomia, si presenta a luglio 2014 per un’eruzione cutanea con lesioni eritematose anulari con bordi più attivi, sul collo e sulla parte superiore del dorso da 15 giorni, in coincidenza con una vacanza a Minorca. Al momento dell'esame obiettivo osserviamo che alcune delle lesioni tendono a risolversi senza lasciare una cicatrice. La condizione generale è buona e il resto dell'esame obiettivo è normale. Qual è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la A
La diagnosi più probabile nella paziente del caso clinico è quella di Lupus eritematoso subacuto, caratterizzato da estesi rash cutanei ricorrenti con lesioni anulari o papuolo-squamose, che si distribuiscono simmetricamente soprattutto a livello di braccia, tronco e viso ed hanno la tendenza a confluire. In particolare, sono lesioni fotosensibili ma non lasciano cicatrici e possono accompagnarsi anche ad un interessamento osteoarticolare e ad affaticabilità. Morfologicamente possiamo distinguere due tipi di lupus eritematoso subacuto cutaneo: papulo-squamoso/psoriasiforme e l’anulare. La maggior parte dei pazienti presenta Ac anti-Ro (SSA), in comune con la sindrome di Sjogren richiamata dalla storia di xeroftalmia e xerostomia

5 di 5 Domande

Quale delle seguenti NON è considerata una complicazione generale dell’accesso laparoscopico in chirurgia addominale?














La risposta corretta è la B
Non è considerata una complicanza generale dell’accesso laparoscopico in chirurgia addominale l’ileo paralitico, perciò la chirurgia laparoscopica viene ad essere sempre preferita, laddove possibile, alla chirurgia aperta che invece si associa ad un rischio di ileo postoperatorio molto più alto.
Complicazioni generali associate alla chirurgia laparoscopica sono:
- correlate con l’accesso addominale: lesione di un vaso, di un nervo, di un organo solido (risposta A errata), perforazione gastroingestinale, ernia nei fori di accesso addominale (risposta C errata), infezione della ferita operatoria, lesione di vie urinarie (risposta E errata), metastasi nei punti d’accesso in caso di resezione di una neoplasia;
- correlate allo pneumoperitoneo: pneumotorace, pneumomediastino (risposta D errata), enfisema subcutaneo, embolismo gassoso per lesione vascolare, aritmie cardiache, dolore postoperatorio per ritenzione di gas intraddominale, ipercapnia;

Consegna il compito!


Tempo Rimasto 5 minuti!

Dottore, non aggiorni questa pagina prima del completamento della correzione.
Clicchi su "Consegna il Compito" per ottenere la correzione del compito.

consegna v3 il compito