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1 di 5 Domande

Una donna di 41 anni giunge in PS lamentando la comparsa negli ultimi mesi di astenia, letargia e la sensazione che i suoi sintomi stiano peggiorando rapidamente. Anamnesi patologica remota: insufficienza renale terminale causata da nefropatia da reflusso cronico e ipertensione. All'esame obiettivo la sua pressione arteriosa è di 152/88 mmHg, il polso è di 78/min e regolare, BMI 23. Nulla da segnalare a carico di torace, cuore e addome. Le indagini di laboratorio sono le seguenti: Hb 10.1 g/dl, WCC 7.1 x10^9/l, PLT 181 x10^9/l, Na+ 138 mmol/l, K+ 5,0 mmol/l, Bicarbonato 19 mmol/l, Creatinina 512 micromol/l. Quale delle seguenti è l’indicazione terapeutica più appropriata?














La risposta corretta è la C.
L’indicazione terapeutica più appropriata è quella di avviare la dialisi peritoneale automatizzata. Infatti, le linee guida consigliano di offrire la dialisi peritoneale automatizzata come opzione di trattamento per i pazienti con insufficienza renale allo stadio terminale, specialmente se vi sono poche comorbilità, a parte l'insufficienza renale stessa, e il paziente ha ancora una funzione renale residua, (nel caso clinico l'eGFR stimato a 6-12 ml/min). Infine, dato che la paziente ha solo 41 anni, probabilmente la soluzione più conveniente per lei è effettuare la dialisi durante la notte.

2 di 5 Domande

Un uomo di 71 anni, 3 giorni dopo un intervento chirurgico sulla valvola aortica che ha necessitato di intubazione e ventilazione meccanica, ha iniziato a presentare segni di deterioramento clinico con sintomi di infezione del tratto respiratorio inferiore. All'esame obiettivo è febbrile (38,8 ° C), polso 90/min e regolare. All’auscultazione dell’emitorace destro si apprezzano segni di consolidamento polmonare. Le indagini di laboratorio sono le seguenti: Hb 12.4 g/dl, WCC 15,5 × 10^9/l, PLT 203 × 10^9/l, Na+ 137 mmol/l, K+ 4,6 mmol/l, Creatinina 110 µmol/l, Albumina 28 g/l, ALT 56 U/l. La radiografia del torace mostra un consolidamento del lobo inferiore destro. Quale microrganismo è più probabilmente responsabile del quadro clinico del paziente?














La risposta corretta è la D.
Il microrganismo più probabilmente responsabile del quadro clinico del paziente è Pseudomonas Aeruginosa.
In particolare, la comparsa di segni e sintomi compatibili con una polmonite e che si manifestano dopo 48 ore da un ricovero ospedaliero, pone il sospetto diagnostico di polmonite nosocomiale il cui agente causale, nella maggior parte dei casi, è P. aeruginosa.

3 di 5 Domande

Un ragazzo di 26 anni giunge in PS per la comparsa di macroematuria e dolore lombare bilaterale. Riferisce due giorni fa i sintomi di una faringite per la quale si è recato dal suo curante che gli prescriveva antibioticoterapia con 625 mg di Amoxicillina e Acido Clavulanico. Anamnesi patologica remota: pregresso benessere. All'esame obiettivo ha una PA di 100/75 mmHg, polso 67 /min. L’ispezione del cavo orofaringeo mostra tonsille eritematose mentre il restante esame obiettivo è nella norma. Le indagini di laboratorio sono le seguenti: Hb 13.4 g/dl, WCC 8.1 x10^9/l, PLT 291 x10^9/l, Na+ 138 mmol/l, K+ 4,1 mmol/l, Creatinina 95 micromol/l. L’esame delle urine mostra: urine color marsala, proteine +++ e sangue ++. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la B.
La diagnosi più probabile di un paziente con macroematuria insorta 48-72 ore dopo l'inizio di una faringite e proteinuria è quella della nefropatia da IgA. La nefropatia da IgA è una sindrome nefritica caratterizzata dal deposito di immunocomplessi di IgA nei glomeruli che in una minoranza di pazienti (5% o meno) può determinare lo sviluppo di ipertensione e un progressivo peggioramento della funzionalità renale. In particolare, qualora insorga ipertensione essa deve essere trattata con ACE-inibitori mentre, nei pazienti con marcata proteinuria, il trattamento di prima linea consiste nell’uso del prednisolone.

4 di 5 Domande

Una ragazza di 21 anni giunge in PS lamentando, dopo aver iniziato un lavoro presso una scuola materna, la comparsa di lesioni papulari perlacee a livello di braccia, collo e tronco. Anamnesi patologica remota: grave eczema atopico in trattamento farmacologico con Ciclosporina orale e corticosteroidi topici. All'esame obiettivo si evidenziano aree di eczema, alcune delle quali sembrano in guarigione mentre altre sembrano nuove lesioni complicate da papule di color bianco perlaceo. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la D.
La diagnosi più probabile per un paziente con lesioni papulari perlacee che lavora in posti affollati è quella del mollusco contagioso. In particolare, il mollusco contagioso è causato dal virus del mollusco contagioso, un virus a DNA, che si trasmette più comunemente in luoghi affollati, come scuole ed asili, dove le persone stanno a stretto contatto tra di loro. È probabile, inoltre, che la paziente a causa dell'eczema esteso, associato alla terapia immunosoppressiva, sia stata esposta ad un aumentato rischio di infezione da mollusco contagioso. Infine, mentre negli individui immunocompetenti si tratta di una condizione patologica autolimitante, nel caso della paziente del caso clinico si dovrebbe prendere in considerazione la sospensione della Ciclosporina qualora l’eczema fosse stabile, associando l’uso di Imiquimod crema o crioterapia per le nuove lesioni.

5 di 5 Domande

Una donna di 35 anni dopo pochi minuti dall’inizio di una massiva trasfusione di sangue, a causa di un’emorragia post partum, riferisce di non sentirsi bene: è dispnoica, la frequenza respiratoria è 31/min e all’auscultazione del torace si apprezzano rantoli inspiratori. La pressione arteriosa è 95/50 mmHg, il polso 95/min e regolare, la TC 38,9 °C e la saturazione di O2 pari al 90%. Viene effettuata una RX torace in urgenza che mostra estesi infiltrati polmonari. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?














La riposta corretta è la E.
La diagnosi più probabile di un paziente con sviluppo di infiltrati polmonari, ipotensione e rialzo febbrile, che si sviluppano pochi minuti dopo una trasfusione di sangue, è quella di TRALI. In particolare, la diagnosi della malattia è clinica e dal punto di vista terapeutico bisognerebbe immediatamente interrompere la trasfusione ed informare dell’accaduto la banca del sangue. Inoltre, sono stati suggeriti diversi possibili fattori di rischio per lo sviluppo della malattia tra cui recenti interventi chirurgici, trattamento con citochine, massive trasfusioni di sangue ed infezioni acute. Infine, nella patogenesi della TRALI è stato decritto un processo bifasico: inizialmente sembrerebbe esserci un sequestro dei neutrofili nei polmoni che si attiverebbero successivamente per la presenza di anticorpi anti-leucociti nel sangue del donatore.

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