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1 di 5 Domande

Un uomo di 38 anni con storia di diabete di tipo 1, lamenta dolore meccanico che perdura da 3-4 mesi, senza precedente trauma, riferito alla zona inguinale e alla parte anteriore di entrambe le cosce. Più intenso sul lato sinistro. All’esame fisico dei fianchi il dolore si accentua in particolare con l’intrarotazione dell'anca, che appare anche discretamente limitata. Alla radiografia si apprezza a livello dell’anca sinistra una immagine radiotrasparente subcondrale. Quale dei seguenti sarebbe il comportamento diagnostico più corretto?














La risposta corretta è la C
Un diabetico che lamenta dolore meccanico cronico all’inguine e alla parte anteriore di entrambe le cosce, che si accentua con l’intrarotazione dell’anca, è fortemente suggestivo di necrosi avascolare dell’anca per la cui conferma diagnostica è necessaria l’esecuzione di una RMN di entrambe le anche dopo il referto compatibile di radiotrasparenza subcondrale ottenuto con l’RX.
Al contrario, la scintigrafia è indicata in caso di malattia reumatica, che si manifesta con un dolore infiammatorio (a riposo e migliora col movimento) soprattutto a livello del gluteo e della coscia posteriore (risposta A errata). All’opposto, le metastasi ossee di solito si riscontrano in pazienti di età maggiore potendosi presentare come lesioni osteolitiche o osteoaddensanti (risposta B errata). Infine, l’osteoporosi transitoria dell'anca va in diagnosi differenziale con l’osteonecrosi e alla RMN è possibile osservare il coinvolgimento della testa, del collo del femore, della regione intertrocanterica e del bacino (risposta D errata).

2 di 5 Domande

Quale delle seguenti NON è un'indicazione di vertebroplastica?














La risposta corretta è la C
Non è un’indicazione di vertebroplastica, cioè l’iniezione diretta di cemento biocompatibile nel corpo vertebrale, una frattura “da scoppio” della cerniera toraco-lombare, per la quale invece, è indicata la cifoplastica, che prevede l’inserimento di un palloncino espandibile o dello Spine-Jack in titanio in uno spazio precedentemente creato nel corpo vertebrale e solo successivamente l’iniezione del cemento.
Questi sono interventi mini-invasivi di radiologia interventistica realizzati per via percutanea, in particolare le indicazioni per la vertebroplastica sono:
- frattura vertebrale osteoporotica dolorosa (risposta A errata), meglio se realizzata prima di 2 anni (risposta D errata);
- metastasi vertebrali dolorose o lesioni da mieloma (risposta B errata);
- malattia cistica di Krümmell;
- emangioma vertebrale (risposta E errata);
- fratture vertebrali per le quali non è indicato un trattamento conservativo.
Al contrario, le indicazioni per la cifoplastica sono:
- fratture della cerniera toraco-lombare;
- fratture “da scoppio”, con numerosi frammenti che possono danneggiare il midollo spinale;
- fratture da compressione anteriore con angolo sagittale maggiore di 30°;
- osteonecrosi ischemica del corpo vertebrale.

3 di 5 Domande

Paziente di 50 anni con storia di gotta e uso cronico di corticosteroidi. Viene portato al pronto soccorso per incapacità di deambulare dovuta a un deficit di estensione del ginocchio. La radiografia mostra una diminuita altezza rotulea in relazione al ginocchio controlaterale. Qual è il sospetto diagnostico?














La risposta corretta è la D
Nel caso di deficit estensorio dell’articolazione del ginocchio associato a diminuzione dell’altezza rotulea il sospetto diagnostico è quello di rottura del tendine del quadricipite, che sarà confermato dall’esame ecografico e dalla RMN. In particolare, alla base di questa lesione possono esserci: fratture, calcificazioni tendinee, gotta, terapie prolungate con corticosteroidi, malattia renale cronica, iperparatiroidismo, processi infettivi, neoplastici e degenerazione grassa.
Al contrario, la rottura del tendine rotuleo si asscocia ad un aumento dell’altezza della rotula (risposta C errata). All’opposto, nel caso di osteonecrosi del ginocchio, che può coinvolgere rotula, tuberosità anteriore e condili femorali ed associarsi anch’essa ad una terapia prolungata con corticosteroidi, sarebbe presente dolore ma non incapacità deambulatoria o variazione dell’altezza rotulea (risposta A errata).  Infine, l’artite gottosa del ginocchio è molto dolorosa e determina un deficit parziale deambulatorio ma non va ad alterare la normale altezza della rotula (risposta B errata).

4 di 5 Domande

In una paziente di 50 anni, obesa, ipertesa e con insufficienza renale terminale, ictus un anno prima, si sta procedendo a posizionare un catetere per emodialisi nella vena succlavia destra, dopo profilassi con cefalosporina 2 g iv. Nella regione è stata somministrata mepivacaina. Sono stati effettuati due tentativi di perforazione falliti. La paziente è molto ansiosa, dice che sente molto dolore, il suo battito cardiaco sale a 125 bpm e preferirebbe che l’addormentassero con l'anestesia generale. Il medico ha problemi a far rimanere ferma la paziente per poter continuare con la procedura. Ogni minuto che passa diventa sempre meno gestibile, lamenta vertigini e peggioramento dell’udito, si muove senza coordinazione. Togliendo i teli sterili, si osserva una leggera midriasi bilaterale e movimenti non coordinati. Come agiresti davanti a questa situazione?














La risposta corretta è la D
La paziente del caso clinico, dopo la somministrazione di un anestetico locale, presenta uno stato di agitazione con vertigini, alterazione dell’udito, incoordinazione e midriasi bilaterale, inducendo il sospetto di assorbimento sistemico del farmaco. In particolare, in una prima fase dell’intossicazione da anestetico locale abbiamo manifestazioni eccitatorie come brividi, spasmi muscolari e tremori che compaiono precocemente a livello dei muscoli della faccia, mani e piedi, fino ad arrivare a vere e proprie convulsioni tonico-cloniche generalizzate. In base all’entità dell’intossicazione e alla rapidità con cui la concentrazione dell’anestetico aumenta nel sangue il quadro evolve verso una depressione generalizzata del SNC con midriasi, depressione respiratoria. Allo stesso modo le manifestazioni cardiovascolari, dovute all’inibizione dei canali del sodio dei miocardiociti, delineano prima un quadro iperdinamico con aumento della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca, aritmie ventricolari, per poi virare verso un quadro ipodinamico con diminuzione della pressione arteriosa, frequenza cardiaca e asistolia. Il trattamento prevede l’interruzione della somministrazione dell’anestetico ed inizio di terapia di supporto cardiovascolare, diazepam ed ossigeno. Al contrario, lo shock anafilattico comprende ipotensione ed alterazione della frequennza cardiaca, ostruzione delle vie aeree per broncospasmo ed edema della mucosa, rash cutaneo ed edema facciale, prurito, nausea e vomito (risposta A errata). All’opposto, in caso di sospetto ictus avremmo manifestazioni neurologiche come paresi, parestesie, cefalea mentre in caso di pneumotorace avremmo soprattutto dispnea e dolore pleurico (risposte B e C errate).

5 di 5 Domande

Paziente di 90 anni controllata a casa con frequenti richieste di assistenza domiciliare. In questa occasione si richiede un consulto per malessere generale, nausea, perdita di appetito, dolori addominali non specifici, affaticamento, lieve peggioramento della dispnea e rilevamento di bradisfigmia quando l’assistente sanitaria ha controllato la pressione sanguigna a casa questa mattina. Diagnosi di doppia lesione aortica, fibrillazione atriale, insufficienza cardiaca, ischemia dovuta a embolia nella gamba sinistra e ipertensione. In trattamento con furosemide 40 mg, due compresse al mattino, integratori di potassio, digossina 5 compresse da 0,25 mg a settimana, bisoprololo 1,5 mg/giorno, acenocumarolo 1 mg/giorno e losartan 100 mg/giorno. All'esame obiettivo, eupnoico a riposo, saturazione di O2 transcutanea del 95%, PA 143/58 mmHg, FC 48 battiti al minuto, con bigeminismo. Leggero edema malleolare, auscultazione polmonare normale, all’auscultazione cardiaca soffio sistolico in focolaio aortico. Temperatura e pulsazioni distali non alterate, normale palpazione addominale. Quale delle affermazioni proposte pensi sia la più probabile?














La risposta corretta è la B
La paziente di 90 anni del caso clinico con scompenso cardiaco cronico, ipertensione in trattamento con diuretici, bisoprololo, acenocumarolo e digossina presenta un quadro che comprende dispepsia, lieve aumento della dispnea, bradicardia e bigeminismo compatibile con quello di un’intossicazione digitalica.
Al contrario, in caso di peggioramneto dello scompenso cardiaco avremo un notevole peggioramento della dispnea e degli edemi periferici e polmonare con alterazioni rilevabili all’auscultazione polmonare e alla misurazione della Sp02 (risposta A errata). All’opposto, il quadro clinico non è compatbile con una dispepsia funzionale da polimedicazione e neanche con un disturbo d’ansia (risposte C e D errate)

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