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1 di 5 Domande

LE CONDIZIONI DI UN PAZIENTE AFFETTO DA CARDIOPATIA ISCHEMICA SONO AGGRAVATE DALLA COESISTENZA DI:














la risposta corretta e' la E
Le condizioni di un paziente affetto da cardiopatia ischemica, ovvero da patologia cardiaca in cui si verifichi un insufficiente apporto di sangue e di ossigeno al muscolo cardiaco, piu’ frequentemente per presenza di placche aterosclerotiche, sono aggravate dalla coesistenza di Insufficienza epatica, insufficienza respiratoria, malassorbimento intestinale; tali condizioni comportano, infatti, un peggioramento della prognosi nel breve e nel lungo termine (risposte A, B, C ed E errate).

2 di 5 Domande

PER NEUTROPENIA FEBBRILE SI INTENDE:














La risposta corretta e' la A
Per neutropenia febbrile si intende la comparsa di uno stato febbrile (Tc> 38°C) associato ad una riduzione del numero di neutrofili < 500/ul (risposte B, C, D ed E errate)La neutropenia febbrile puo’ manifestarsi in qualsiasi tipo di neutropenia, sebbene la forma piu’ frequente segua alla somministrazione di trattamenti mielotossici, come la chemioterapia e la radioterapia, i quali impattano negativamente sulla funzione di sintesi del midollo osseo. La comparsa di febbre in tali pazienti rappresenta un campanello d’allarme per il sospetto di infezione, la quale deve essere trattata tempestivamente per l’alto rischio di progressione e di complicanze nel paziente immunodepresso.

3 di 5 Domande

DEFINIZIONE DI DISGEUSIA:














La risposta corretta e' la E
La disgeusia e’ definita come un’alterazione del senso del gusto; tale condizione puo’ seguire a patologie della cavita’ buccale (glossiti, stomatiti, sindrome della bocca urente), a disturbi psichiatrici (schizofrenia ed anoressia nervosa), a patologie respiratorie (riniti, sinusiti), a disfunzioni renali (insufficienza renale) oppure a presenza di reflusso gastroesofageo o al trattamento con farmaci ACE inibitori o chemioterapici. Al contrario, l’Incapacita’ di percepire i sapori prende il nome di ageusia ed e’, solitamente, conseguenza di lesioni delle vie o dei centri gustativi (risposta A errata). Invece, la difficolta’ a deglutire e’ indicata con il termine di disfagia, disfunzione dell’apparato digerente solitamente si manifesta come conseguenza di disturbi ostruttivi (masse neoplastice) o di motilita’ esofagea (acalasia) (risposta B errata). Di contro, la presenza di una scarsa ed alterata secrezione salivare e’ nota come xerostomia; essa puo’ ritrovarsi nell’ambito della sindrome di Sjogren o associarsi a terapie con farmaci anticolinergici, antiparkinsoniani ed antineoplastici (risposta C errata). Infine, in caso di sensazione dolorosa nella fase di deglutizione si parla di odinofagia, condizione generalmente dovuta ad irritazione della mucosa orofaringea (risposta D errata).

4 di 5 Domande

SONO PIU' A RISCHIO STOMATITE I PAZIENTI SOTTOPOSTI A:














La risposta corretta e' la A
Sono maggiormente a rischio di stomatite i pazienti trattati con chemioterapia standard piuttosto che quelli sottoposti a trattamento mieloablativo per trapianto di cellule staminali emopoietiche, radioterapia in sede ORL o chemioterapia adiuvante (risposte B, C, D errate). Di contro, il trattamento con fluorochinolonici non si associa generalmente a comparsa di stomatite (risposta E errata). In particolare, la stomatite e’ una complicanza comune e debilitante dei trattamenti chemio e radioterapici, legata ad un’infiammazione della mucosa buccale per la tossicita’ degli agenti antineoplastici, che puo’ portare alla comparsa di severe ulcerazioni dolorose e allo sviluppo di infezioni opportunistiche della bocca. La gravita’ della stomatite puo’ essere valutata giornalmente secondo la scala di valutazione dell’organizzazione mondiale della sanita’ (OMS), organizzata in gradi crescenti di gravita’ in relazione anche alla sintomatologia associata:
Grado 0: Nessun sintomo
Grado 1: Dolore alla bocca, senza ulcerazioni
Grado 2: Dolore alla bocca con presenza di ulcere, ma possibilita’ di mangiare normalmente
Grado 3: Possibilita’ soltanto di dieta liquida
Grado 4: Impossibilita’ di mangiare o bere
Tale valutazione permette di intervenire nel miglior modo possibile per ridurre le complicanze e il disagio del paziente che possono compromettere la risposta al trattamento e/o alle cure palliative.

5 di 5 Domande

IL TRATTAMENTO DI UNA LESIONE DI II STADIO MOLTO ESSUDANTE PREVEDE:














La risposta corretta e' la A
Il trattamento di una lesione di II stadio molto essudante prevede la detersione della lesione con soluzione fisiologica ed utilizzo di schiume di poliuretano o idrofibra (risposte B, C, D ed E errate). Nel dettaglio, le lesioni da decubito, ovvero le lesioni tissutali che si formano per compressione dei tessuti molli tra prominenze ossee e superfici dure in caso di decubito prolungato, possono essere distinte in quattro stadi differenti:
- I stadio: interessamento superficiale della cute con comparsa di un eritema fisso, ovvero di cute intatta con rossore non sbiancabile alla digitopressione in una zona localizzata solitamente su una prominenza ossea;
- II stadio: perdita di spessore parziale del derma, clinicamente visibile come un’abrasione, una vescicola o una lieve cavita’;
- III stadio: perdita di tessuto a spessore totale, con danno o necrosi del tessuto sottocutaneo, clinicamente espressa come profonda cavita’ in cui puo’ essere visibile il grasso sottocutaneo ma non ossa, tendini o muscoli;
- IV stadio: estensione del processo necrotico a danno di ossa, tendini, muscoli e capsule articolari con esposizione di questi ultimi.
In tutti i casi sara’ indispensabile mantenere la cute pulita e asciutta e non massaggiare o strofinare energicamente durante la detersione, per il rischio di distruzione dei tessuti molli e/o del peggioramento delle reazioni infiammatorie in loco, riposizionare spesso il paziente, se possibile, ed assicurarne la mobilizzazione precoce.

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