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1 di 5 Domande

IN CASO DI PNEUMOTORACE, IL DRENAGGIO INSERITO NELLA CAVITA' PLEURICA DEVE:














La risposta corretta e' la A
In caso di pneumotorace, ovvero del passaggio solitamente improvviso di aria nel cavo pleurico in seguito a cause traumatiche, spontanee o secondarie ad altre patologie, il drenaggio inserito nella cavita’ pleurica deve essere collegato a un sistema di aspirazione con dispositivo a valvola d'acqua (risposte B, C, D ed E errate). Nello specifico, tale sistema, utilizzato per drenare l’aria che si trova nello spazio pleurico, sara’ formato da tre camere: una camera di raccolta dei fluidi drenati posta a valle del tubo di drenaggio (il cui punto di inserzione del tubo di drenaggio sara’ preferibilmente frontale o laterale, a livello del 2°-3° spazio intercostale); una camera di controllo della pressione di aspirazione, la quale viene riempita con acqua sterile fino e dal momento dell'avvio dell'aspirazione l'acqua viene coinvolta in un leggero gorgogliamento, indice della buona attivita’ aspiratoria; una camera con valvola ad acqua, la quale ha funzione di sicurezza, impedendo all'aria di ritornare nel torace quando il paziente inspira grazie all'unidirezionalita’ della valvola.

2 di 5 Domande

L'EVIDENCE BASED NURSING (EBN) E':














La risposta corretta e' la D
L’evidence based nursing e’ un approccio metodologico attraverso il quale le prestazioni di assistenza infermieristica erogate sono basate su prove di efficacia; esso rappresenta un utile strumento per mezzo del quale l’infermiere puo’ assumere decisioni cliniche, utilizzando le migliori ricerche disponibili, l’esperienza clinica e le preferenze del paziente, all’interno di un determinato contesto di risorse disponibili (risposte A, B, C ed E errate)Nello specifico, l’evidence based nursing  risulta utile per contrastare gli errori sistematici o bias che nascono da un processo di decision-making che non si fondi su evidenze scientifiche ed agevola i processi decisionali, fornendo al professionista infermiere conoscenze scientifiche dimostrate ed accertate, favorisce la verifica periodica di revisioni sistematiche e linee guida in base a studi empirici qualitativi e quantitativi ed aiuta il professionista infermiere a reperire, organizzare e verificare risultati scientifici, valutandoli per la loro reale rilevanza.

3 di 5 Domande

SI PUO' AFFERMARE CHE L'INFERMIERE SIA UN AGENTE MORALE. QUALI DI QUESTE ARGOMENTAZIONI E'Ā  VALIDA A TALE RIGUARDO?














La risposta corretta e' la D
L’infermiere e’ un agente morale in quanto applica principi etici nella sua pratica quotidiana, orienta gli assistiti a pratiche di salute positive e compie scelte per conto di altri (risposta B errata)Nello specifico, l’applicazione dei principi etici nella pratica quotidiana avviene attraverso il tener conto di alcuni comportamenti imprescindibili, derivanti dalla valutazione di cio’ che e’ bene o male, nella consapevolezza di quali siano le condizioni che permettono di prendere specifiche decisioni (risposta A errata). Di contro, l’infermiere orienta gli assistiti a pratiche di salute positive attraverso la scelta dei migliori trattamenti terapeutico-assistenziali e riconoscendo il malato come soggetto autonomo, tutelandone la capacita’ di agire consapevolmente e senza costrizioni anche quando l’autonomia si riduce o viene a perdersi (risposta C errata). Infine, egli compie scelte di natura etica per conto di altri poiche’ il suo agire e’ condizionato, ma non interamente determinato, dalle richieste dell’assistito, dall’organizzazione del lavoro e dall’integrazione con gli altri operatori (risposta E errata).

4 di 5 Domande

LA MANOVRA DI VALSALVA:














La risposta corretta e' la E
La manovra di Valsalva, ovvero una manovra eseguita mediante un'espirazione forzata a glottide chiusa, provoca un aumento della pressione a livello dell’orecchio medio e del torace con conseguente riduzione del ritorno venoso all'atrio destro (risposte A, B, C e D errate).  Nello specifico, la sua esecuzione puo’ essere divisa in quattro fasi o momenti: fase di inizio, coincidente con il momento iniziale di espirazione a glottide chiusa, nella quale si verifica un aumento della pressione intratoracica con una fuoriuscita di  sangue dalla circolazione polmonare nell'atrio sinistro; fase di tensione in cui si verifica una diminuzione del ritorno di sangue venoso al cuore poiche’ ostacolato dall’aumentata pressione toracica; fase di rilasciamento, in cui la pressione sul torace viene rilasciata, consentendo ai vasi polmonari e all'aorta di ri-espandersi con una leggera diminuzione iniziale del volume sistolico e della pressione arteriosa; infine una fase di recupero, in cui il ritorno del sangue al cuore e’ potenziato dall'effetto dell'ingresso di sangue che era stato arginato indietro al cuore, con un rapido aumento della gittata cardiaca. Tale manovra puo’ essere usata per fini diagnostici nello studio cardiologico del paziente o in alcune situazioni con fini terapeutici, come in caso di tachicardia parossistica nella quale la stimolazione del nervo vago, derivante dall’aumento della pressione toracica, puo’ determinare una diminuzione della frequenza cardiaca.

5 di 5 Domande

L'ANGINA PECTORIS E' SPESSO PROVOCATA DA:














La risposta corretta e' la E
L’angina pectoris, quadro clinico caratterizzato dalla comparsa di dolore al petto conseguente ad ischemia miocardica secondaria, quasi sempre legata all'aterosclerosi coronarica, e’ spesso provocata da sforzi fisici intensi (risposte A, B, C e D errate).  Nello specifico, in tale condizione, l’ischemia miocardica secondaria e’ legata ad un deficit di O2 conseguente ad un’aumentata richiesta di afflusso sanguigno in corso di esercizio fisico che non puo’ essere soddisfatta, in genere per la presenza di placche aterosclerotiche coronariche. Possono distinguersi due tipologie di angina pectoris: l’angina stabile e l’angina pre-infartuale o instabile. La prima rappresenta la forma piu’ diffusa e per questo e’ anche denominata ā€œangina pectoris tipicaā€; si tratta di una condizione cronica (con durata maggiore di 1 mese) che si mostra con ricorrenti episodi di dolore post esercizio la cui localizzazione, durata ed irradiazione si mantengono stabili nel tempo; al contrario, l’angina pre-infartuale, o instabile, presenta una recente insorgenza (meno di un mese) ed e’ caratterizzata da aggravamento in durata ed intensita’ degli episodi anginosi, fino alla comparsa in condizioni di assoluto riposo.

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