L’ipertensione da camice bianco si riferisce ad una condizione non trattata in cui la PA è elevata nello studio medico, mentre, è nella norma all’ABPM e/o HBPM.
Viceversa, l’ipertensione mascherata identifica quei pazienti non trattati che mostrano valori pressori normali nello studio medico ma elevati all’ABPM o HBPM.
Le espressioni “vera normotensione” e “ipertensione sostenuta” vengono usate quando sia la PA clinica che quella rilevata al di fuori dell’ambiente medico sono rispettivamente normali o alterate.
Nell’ipertensione da camice bianco, l’“effetto camice bianco” sta ad indicare la differenza che si riscontra tra i valori più elevati della PA clinica e quelli più bassi della PA rilevata al di fuori dell’ambiente medico. Questo fenomeno viene per lo più imputato ad una reazione d’allarme alla misurazione della PA effettuata dal medico o dall’infermiere, anche se è plausibile che siano coinvolti anche altri fattori.
Sia l’ipertensione da camice bianco che l’ipertensione mascherata erano inizialmente due espressioni che identificavano soggetti non ancora sottoposti a trattamento antipertensivo, mentre oggi sono utilizzate anche per descrivere le discrepanze tra PA clinica e PA rilevata al di fuori dell’ambiente medico osservate nei pazienti ipertesi già in trattamento, nei quali le definizioni di ipertensione mascherata non controllata (masked uncontrolled hypertension, MUCH) (nel caso di PA clinica controllata ma PA ambulatoria o domiciliare elevata) e di ipertensione da camice bianco non controllata (white-coat uncontrolled hypertension, WUCH) (in caso di PA clinica elevata ma PA ambulatoria o domiciliare nella norma) si contrappongono a quella di ipertensione sostenuta non controllata (sustained uncontrolled hypertension, SUCH) (in caso di PA clinica e PA ambulatoria o domiciliare entrambe elevate).
L’effetto camice bianco viene utilizzato per descrivere la differenza tra PA clinica elevata e PA ambulatoria o domiciliare nella norma, sia in pazienti trattati che non trattati.
Ipertensione da camice bianco
L’ipertensione da camice bianco si riscontra nel 30-40% dei casi di PA clinica elevata (e in oltre il 50% nei soggetti molto anziani), con una prevalenza variabile a seconda degli studi.
L’effetto camice bianco può essere riscontrabile nei pazienti con qualsiasi grado di ipertensione (inclusa l’ipertensione resistente), ma con una prevalenza più elevata negli ipertesi di grado 1.
Viceversa, rispetto ai soggetti con vera normotensione, nei pazienti con ipertensione da camice bianco si riscontra un’iperattività adrenergica, una maggiore prevalenza dei fattori di rischio metabolici e di danno d’organo asintomatico ed un rischio più elevato a lungo termine di diabete di nuova insorgenza e di progressione della condizione verso l’ipertensione sostenuta e l’IVS.
Inoltre, per quanto nell’ipertensione da camice bianco i valori pressori rilevati al di fuori dell’ambiente medico siano per definizione nella norma, questi tendono ad essere più elevati rispetto a quelli rilevabili nei soggetti con vera normotensione, il che renderebbe ragione dell’aumentato rischio di eventi CV nel lungo termine riportato in recenti studi su soggetti con ipertensione da camice bianco dopo aggiustamento per i fattori di rischio demografici e metabolici.
È stato anche dimostrato che l’ipertensione da camice bianco determina un aumento del rischio CV nei pazienti anziani e in quelli affetti da ipertensione sistolica isolata, con probabili ripercussioni cliniche. La diagnosi deve essere confermata sulla base di ripetute misurazioni della PA clinica ed extra-clinica, comprendendo un’accurata valutazione dei fattori di rischio e dell’HMOD.
Si raccomanda di eseguire sia l’ABPM che l’HBPM per confermare l’ipertensione da camice bianco, in quanto sembrerebbe che i soggetti con normali valori pressori ad entrambi i tipi di monitoraggio pressorio abbiano un rischio CV più basso (quasi analogo ai casi di normotensione sostenuta).
Ipertensione mascherata
L’ipertensione mascherata si riscontra in circa il 15% dei pazienti con normale PA clinica, con una maggiore prevalenza nei soggetti giovani, di sesso maschile, fumatori, che praticano intensa attività fisica, o in conseguenza di un eccessivo consumo di alcool, ansia e stress lavorativo.
Altri fattori che possono aumentare la prevalenza di ipertensione mascherata comprendono l’obesità, il diabete, la CKD, una storia familiare di ipertensione e una PA clinica nel range normale-alto.
L’ipertensione mascherata è associata a dislipidemia, alterazioni del metabolismo glucidico, HMOD, attivazione adrenergica ed un aumentato rischio di sviluppare diabete o ipertensione sostenuta.