L’ipertrofia simultanea di entrambi i ventricoli è difficile da riconoscere all’ECG. Teoricamente, anzi, l’ipertrofia di un ventricolo tende a controbilanciare quella dell’altro, tanto che il tracciato potrebbe risultare normale o quasi. Non si possono dare regole precise per la diagnosi di ipertrofia biventricolare, anche perché il grado di interessamento dei due ventricoli può essere notevolmente diverso; per esempio, una marcata Ipertrofia ventricolare sinistra dovuta a Stenosi Aortica serrata può coesistere con un’ipertrofia ventricolare destra moderata dovuta all’ipertensione arteriosa polmonare. In questo caso è probabile che l’ECG rifletta esclusivamente l’ipertrofia ventricolare sinistra. Il modo migliore per riconoscere (o sospettare) l’ipertrofia biventricolare è diagnosticare in primo luogo l’ipertrofia di uno dei due ventricoli e poi chiedersi:
che cosa manca in questo quadro di ipertrofia ventricolare? Quale elemento dovrebbe essere presente e invece è assente?;
che cosa c’è di troppo in questo quadro di ipertrofia ventricolare? Quale elemento non dovrebbe essere presente e invece compare? Prendiamo, per esempio, un’Ipertrofia ventricolare sinistra con onde R ampie e alterazioni secondarie di ST-T in V6; se l’ECG presenta anche una deviazione assiale destra, con ÂQRS a +105°, bisogna tenere conto che quest’ultimo elemento “stona” in un quadro di Ipertrofia ventricolare sinistra e indica con ogni probabilità la contemporanea presenza di un’ipertrofia ventricolare destra. Un altro esempio potrebbe essere basato su un’ipertrofia ventricolare destra, con R piuttosto alta in V1, deviazione assiale destra a +95° e complessi QRS di elevato voltaggio nelle precordiali sinistre, con ST rigido e T appiattita. Quest’ultimo elemento è di troppo in un’ipertrofia ventricolare destra e propone la diagnosi di ipertrofia biventricolare.