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1 di 3 Domande

Una donna di 25 anni si reca in PS a causa di una fibrillazione atriale parossistica (FA). Afferma di aver notato una diminuzione progressiva della sua tolleranza all’esercizio nell’ultimo anno e che non ha particolare interesse nello svolgere attività fisica. Sua sorella è morta per una patologia congenita, per questo ha sempre avuto paura dei medici. Ha una P.A. di 145/90 mmHg, 60 bpm con polso regolare a riposo; mostra lieve cianosi. Mostra un edema improntabile ad entrambe le caviglie. La sua pressione venosa giugulare (JVP) è elevata. Si osserva un soffio sistolico all’auscultazione. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la E.
Per la paziente del caso clinico di 25 anni con fibrillazione atriale parossistica, diminuzione progressiva della tolleranza all’esercizio fisico, lieve cianosi, edema improntabile alle caviglie, JVP elevata con soffio sistolico all’auscultazione, la diagnosi più probabile è l’anomalia di Ebstein, associata a rigurgito tricuspidale, dilatazione della porzione atrializzata del ventricolo destro e della giunzione atrioventricolare destra. I pazienti possono mostrare una presentazione tardiva con ridotta tolleranza all’esercizio, cianosi e segni di insufficienza cardiaca destra (come la paziente del caso clinico). Infine, all’ECG mostra blocco di branca destra con una piccola onda R in V1 e V2.​​​​​​​
 

2 di 3 Domande

In un paziente di 68 anni, fumatore, affetto da broncopneumopatia cronica ostruttiva e diabete mellito con microalbuminuria e una PA di 150/90 mmHg:














La risposta corretta è la C
La nefropatia diabetica, si verifica più frequentemente in pazienti che hanno uno controllo glicemico scarso, ipertensione, iper-filtrazione glomerulare o una predisposizione genetica. Il rischio di nefropatia è approssimativamente equivalente nel diabete di tipo 1 e di tipo 2.
Il trattamento della nefropatia diabetica prevede da un lato il controllo glicemico e dall’altro l’uso di una adeguata terapia antiipertensiva a base soprattutto di inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE) o dei bloccanti del recettore dell'angiotensina II (ARB) in modo da ridurre la pressione arteriosa e rallentare la progressione del danno renale.

3 di 3 Domande

La valutazione del controllo glicemico ottenuto in un soggetto con diabete deve includere il periodico esame dell’HbA1c. In ogni paziente con diabete, la valutazione dell’HbA1c deve essere effettuata? 














La risposta corretta è la C
La valutazione del controllo glicemico ottenuto in un soggetto con diabete deve includere il periodico esame dell’HbA1c. La valutazione dell’HbA1c deve essere effettuata non meno di 2 volte all’anno in ogni paziente con diabete, 4 volte all’anno nei pazienti con compenso precario o instabile o nei quali sia stata modificata la terapia.
Fonte: Standard Italiani per la cura del diabete mellito.

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