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1 di 10 Domande

Scenario clinico AA99: La signora Bertinelli porta la figlia Monica, di 2 anni, presso il proprio pediatra di fiducia, il Dott. Raimondi. La donna riferisce che sono tornate di recente da una vacanza in un agriturismo e che da circa un mese la figlia ha sviluppato una lesione cutanea pruriginosa, che è progredita costantemente in direzione lineare verso il piede destro. All’esame obiettivo il Dott. Raimondi non rileva la presenza di rash in altre parti del corpo. La paziente si presenta per il resto in ottimo stato di salute e non ha mai sofferto di patologie importanti. Dall’anamnesi emerge che nessun altro membro della famiglia presenta rash cutanei. Domanda 2 (riferita allo scenario clinico AA99): quale delle seguenti affermazioni, riguardo le varie possibili diagnosi, è vera?














Domanda 2 (riferita allo scenario clinico AA99).

La risposta corretta è la A.

La larva migrans cutanea è una alterazione cutanea, determinata dall’infestazione da parte dell’anchilostoma sp, per lo più conosciuto come il nematode del cane o del gatto.

La risposta B non è corretta.

La tinea pedis (piede d’atleta) è una infezione dermatofitica dei piedi. Dal punto di vista clinico si può presentare in 4 forme cliniche diverse o in associazione fra loro: acuta ulcerativa, vescico-bollosa, cronica intertriginosa e cronica ipercheratosica. Spesso, tende a colpire i solchi interdigitali e sub-digitali. La tinea pedis può presentarsi con una lesione con un bordo serpeggiante e squamoso, ma, tuttavia, ci si aspetterebbe un’espansione radiale, piuttosto che lineare.

La risposta C non è corretta.

La disidrosi (o eczema disidrosico) è una condizione flogistica cutanea, che si manifesta con la comparsa di piccole vesciche sul palmo delle mani, lateralmente alle dita e, talvolta, sulla pianta dei piedi.


2 di 10 Domande

Scenario clinico AA99: La signora Bertinelli porta la figlia Monica, di 2 anni, presso il proprio pediatra di fiducia, il Dott. Raimondi. La donna riferisce che sono tornate di recente da una vacanza in un agriturismo e che da circa un mese la figlia ha sviluppato una lesione cutanea pruriginosa, che è progredita costantemente in direzione lineare verso il piede destro. All’esame obiettivo il Dott. Raimondi non rileva la presenza di rash in altre parti del corpo. La paziente si presenta per il resto in ottimo stato di salute e non ha mai sofferto di patologie importanti. Dall’anamnesi emerge che nessun altro membro della famiglia presenta rash cutanei. Domanda 3 (riferita allo scenario clinico AA99): quale tra le seguenti affermazioni, riguardanti la diagnosi per questa paziente, è falsa?














Domanda 3 (riferita allo scenario clinico AA99).

La risposta corretta è la C.

La diagnosi di lesione da larva migrans si basa principalmente sull’aspetto clinico classico dell’eruzione e pertanto la biopsia cutanea di solito non è utile.

Le risposte A e B non sono corrette.

Una minoranza di pazienti può mostrare una condizione di eosinofilia periferica con un livello di immunoglobuline E (IgE) aumentato; inoltre, tale alterazione, nelle forme più severe, può essere complicata dalla presenza di una reazione polmonare benigna autolimitante (definita sindrome di Löffler), con evidenza di infiltrati polmonari a chiazze.

La risposta D non è corretta.

Si può avere una sovrainfezione batterica nei pazienti con questa condizione, generalmente determinata da streptococcus pyogenes, che può portare all’insorgenza di cellulite.

La risposta E non è corretta.

Anche se si tratta di una condizione autolimitante, il prurito intenso e il rischio di infezione obbligano ad effettuare un trattamento.


3 di 10 Domande

Scenario clinico AA99: La signora Bertinelli porta la figlia Monica, di 2 anni, presso il proprio pediatra di fiducia, il Dott. Raimondi. La donna riferisce che sono tornate di recente da una vacanza in un agriturismo e che da circa un mese la figlia ha sviluppato una lesione cutanea pruriginosa, che è progredita costantemente in direzione lineare verso il piede destro. All’esame obiettivo il Dott. Raimondi non rileva la presenza di rash in altre parti del corpo. La paziente si presenta per il resto in ottimo stato di salute e non ha mai sofferto di patologie importanti. Dall’anamnesi emerge che nessun altro membro della famiglia presenta rash cutanei. Domanda 4 (riferita allo scenario clinico AA99): quale dei seguenti trattamenti andrebbe effettuato in questa paziente?














Domanda 4 (riferita allo scenario clinico AA99).

La risposta corretta è la C.

La terapia antelmintica per l’infestazione da larva migrans è utile per alleviare i sintomi, soprattutto il prurito molto intenso e ridurre il rischio di sovrainfezione batterica.

Le opzioni di trattamento includono ivermectina o albendazolo: il trattamento di scelta è rappresentato dall’ivermectina (200 mcg/kg per via orale una volta al giorno per uno o due giorni). L’albendazolo (400 mg per via orale per tre giorni) è un trattamento alternativo accettabile. Per i pazienti con lesioni estese o multiple, può essere somministrato un ciclo di sette giorni di albendazolo.

Gli agenti topici sono un’opzione di trattamento alternativo accettabile ed in particolare si consiglia l’uso di tiabendazolo topico (15% in una base igroscopica per cinque giorni), che è efficace nell’alleviare il prurito e arrestare la progressione delle lesioni di solito entro due giorni (risposta C corretta).

Oltre agli agenti antiparassitari, gli antistaminici sono utili per la gestione del prurito. I sintomi scompaiono generalmente entro una settimana dopo il trattamento, ma spesso tale terapia deve essere ripetuta più volte.

 

Le risposte A, B, D ed E non sono corrette.

Lo spray al cloruro di etile, l’azoto liquido, fenolo, citrato di piperazina, la clorochina, l’antimonio, la dietilcarbamazina, l’elettro-cauterizzazione e persino la radioterapia, prima degli anni ‘60 sono stati usati, senza successo, nel trattamento di tale condizione.


4 di 10 Domande

Una donna di 42 anni si reca presso lo studio medico del dott. Girardi per una visita. Crede di essere costantemente sporca, è convinta che le sue mani non siano pulite tanto che le lava circa 15-20 volte al giorno; dice di non poter usare i bagni pubblici perché convinta che prenderà un'infezione. A seguito di ulteriori domande, emerge che questi pensieri intrusivi sono iniziati circa un anno fa, quando suo figlio più piccolo è stato ricoverato in ospedale a causa di una gastroenterite. L'esame obiettivo non mostra nulla di significativo, a parte le abrasioni sulle mani causate dall’eccessivo lavaggio. Viene indirizzata all’esecuzione di una terapia cognitivo comportamentale. Quale intervento farmacologico è più efficace?














La risposta corretta è la D.

La sertralina è un farmaco della classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina prescritto per il trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia nei pazienti adulti e adolescenti. Tutti i SSRI possono essere utili nel DOC, a parte il citalopram ed escitalopram.

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), gli inibitori del reuptake della serotonina-noradrenalina (SNRI) e i triciclici possono essere utili nel disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).


5 di 10 Domande

Filomena, di mestiere casalinga, porta suo figlio di 5 anni dal pediatra, il Dott. Tesori perché da 3 giorni ha osservato, in corrispondenza della regione occipitale della testa, una zona priva di capelli. Il reperto è mostrato nell’immagine allegata. All’esame obiettivo si nota un area di alopecia in corrispondenza della regione occipitale; i capelli in quest’area sembrano rotti al follicolo pilifero, apparendo come piccoli puntini neri; inoltre, c’è una linfoadenopatia preauricolare e suboccipitale sul lato destro. La microscopia con una preparazione di KOH di un capello prelevato dal bordo dell’area interessata mostra la presenza di catene di spore all’interno del fusto del capello. Quale delle seguenti rappresenta la fase successiva più appropriata nella gestione del paziente?

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La risposta corretta è la D.

Questa paziente ha una tinea capitis, la quale è più frequentemente causata da Trichophyton tonsurans, occasionalmente da Microsporum cani e molto meno spesso da altre specie di Trichophyton e Microsporum. La tinea capitis è un’infezione dermatofitica del cuoio capelluto. Dal punto di vista epidemiologico, l’infezione colpisce principalmente i bambini, è contagiosa e può essere epidemica. La tinea capitis causa la graduale comparsa di chiazze rotonde di desquamazione secca, alopecia o entrambe. Meno comunemente essa si manifesta con una desquamazione diffusa, simile a forfora o con un aspetto pustoloso diffuso. Inizialmente, possono esserci diverse piccole zone di alopecia, dove i peli si staccano vicino al follicolo. L’adenopatia regionale è comune. Altre presentazioni includono una diffusa ma lieve perdita di capelli, un’alopecia cronica e diffusa e una massa granulomatosa, nota come kerion.

  1. tonsurans tipicamente crea un pattern chiamato “ringworm black-dot” (letteralmente sta per punti neri a pattern anulare), come mostrato in questocaso.

Invece, l’infezione da M. audouinii determina “una tricofizia a chiazze di colore grigio”, in cui i capelli si rompono al di sopra della superficie, lasciando piccole radici. La diagnosi di tinea capitis è suggerita dall’aspetto clinico, dal preparato a fresco con KOH e può essere confermata dalla coltura sul terreno Sabouraud. L’esame microscopico con una preparazione di KOH di un capello prelevato dal bordo dell’area interessata mostra in genere la presenza di minuscole spore che circondano il fusto del capello (nelle infezioni da Microsporum) e catene di spore all’interno del fusto del capello (nelle infezioni da Trichophyton). La diagnosi definitiva può essere fatta, ponendo i peli infetti rotti sul terreno di coltura Sabouraud. Il trattamento di scelta per la tinea capitis comprende la somministrazione orale di griseofulvina per 6-12 settimane (antimicotico orale, che viene interrotto solo dopo la ripetizione di colture fungine risultate negative). Terapie aggiuntive comprendono: lo shampoo al solfuro di selenio e a volte prednisone.

La risposta A non è corretta.

Come già descritto precedentemente, la sola terapia topica (ad esempio, uno shampoo con una preparazione di solfuro di selenio) non è efficace.

Le risposte B ed E non sono corrette.

La terapia di prima scelta orale è la griseofulvina per 6-12 settimane. L’itraconazolo orale o terbinafina orale sono terapie di seconda linea. Queste molecole sono utili in caso di resistenza a griseofulvina, intolleranza o allergia ad essa.

La risposta C non è corretta.

Per la tinea corporis si utilizza il clotrimazolo topico. Questa molecola non è utilizzata per la tinea capitis. 


6 di 10 Domande

La signora Adelina, di mestiere giardiniere e casalinga, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Righi, per una visita medica a causa di un’ulcera alla gamba sinistra, che si è andata espandendo negli ultimi 2 mesi. Risulta affetta da morbo di Crohn, ben controllato negli ultimi 2 anni dalla terapia con l’azatioprina. La paziente non fuma e non fa uso di droghe. Assume azatioprina.
All’esame obiettivo la saturazione mostra una concentrazione di ossigeno del 98% in aria ambiente. L’ulcera della gamba è mostrata nell’ immagine sottostante. Il resto dell’esame obiettivo è negativo. Quale delle seguenti rappresenta la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la A.

La lesione cutanea di questa paziente è compatibile con pioderma gangrenoso, una necrosi cutanea, cronica, progressiva, spesso associata a patologie sistemiche. Si presenta come necrosi cutanea dolorosa con una base purulenta e bordi violacei.

La maggior parte dei pazienti ha un’età compresa tra i 25 e i 55 anni. L’eziologia è sconosciuta: si ritiene che possano esserci alterazioni della chemiotassi dei neutrofili.

Più del 50% dei pazienti con tale patologia ha un disturbo sistemico di base associato (vasculiti, gammopatie, artrite reumatoide, leucemia, linfoma ed epatite C). Quasi il 31% dei casi è causato da traumi locali.

Il pioderma gangrenoso può presentarsi come lesione singola o multipla, di solito sul tronco o sugli arti inferiori. 

Prima di diagnosticare il pioderma gangrenoso bisogna escludere altre diagnosi: ulcere venose, pannicolite e tumori cutanei, di solito dopo esecuzione di una biopsia cutanea. 

La risposta B non è corretta.

L’eritema nodoso è una forma specifica di pannicolite, caratterizzata da noduli sottocutanei palpabili e dolenti, di colore rosso o violaceo, che compaiono in sede pretibiale e occasionalmente in altre sedi, che solitamente non si ulcerano e si risolvono dopo 2-8 settimane senza cicatrici.

Colpisce prevalentemente i soggetti tra i 20 e i 40 anni, ma può comparire a qualsiasi età; le donne sono colpite con maggiore frequenza.

L’eziologia è sconosciuta ma si sospetta una reazione immunologica poiché l’eritema nodoso si associa frequentemente ad altre patologie, come a una sottostante malattia sistemica, soprattutto infezioni streptococciche, sarcoidosi, e malattie infiammatorie intestinali. Inoltre, spesso è associato a farmaci o infezioni. La diagnosi si basa sulla valutazione clinica e talvolta sulla biopsia. Il trattamento dipende dalla causa.

La risposta C non è corretta.

La sporotricosi è un’infezione cutanea, causata dalla muffa saprofita Sporothrix schenckii, acquisita attraverso soluzioni di continuità della cute, in genere ferite provocate da cespugli di rose o altri elementi vegetali. Dal punto di vista clinico si caratterizza per la presenza di noduli cutanei, che si diffondono per via linfatica ed evolvono in ascessi e ulcere.  La sporotricosi, tuttavia, a differenza del nostro caso, si presenta come una piccola papula o un piccolo nodulo nel sito di inoculazione, che poi può estendersi, ulcerarsi e diffondersi attraverso i vasi linfatici circostanti.

La risposta D non è corretta.

L’Ecthyma Gangrenosum (EG) è una infezione cutanea classicamente associata con la sepsi da Pseudomonas. Raramente, possiamo ritrovare l’Ecthyma Gangrenosum quando ci troviamo di fronte ad altre batteriemie (Proteus, Escherichia coli, e Staphylococcus) e solitamente insorge in pazienti immunocompromessi.

La risposta E non è corretta.

Il nostro paziente non ha una localizzazione tipica per questa condizione clinica. L’Idradenite suppurativa è un’infiammazione cronica, cicatrizzante, simile all’acne, che si verifica alle ascelle, inguine, intorno al capezzolo e nella zona perianale. L’idrosadenite suppurativa pare essere una condizione infiammatoria cronica del follicolo pilifero e delle strutture ad esso interconnesse. L’infiammazione follicolare e la conseguente occlusione portano alla rottura del follicolo e allo sviluppo di ascessi, fistole e cicatrici: si sviluppano masse gonfie e dolenti simili agli ascessi cutanei. Nei casi cronici sono caratteristici: il dolore, la fluttuazione, la suppurazione e la formazione di tragitti fistolosi. Nei casi cronici può presentarsi un’infezione batterica negli ascessi profondi nelle fistole e nelle localizzazioni croniche ascellari; la confluenza dei noduli infiammati determina la formazione di bande fibrotiche palpabili simili a corde. La condizione può diventare invalidante per il dolore e il cattivo odore.


7 di 10 Domande

SCENARIO CCC2: Marco, uno studente di 28 anni, si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante preoccupato per la perdita di capelli. Ha notato piccole macchie circolari di caduta dei capelli sul cuoio capelluto e sulla barba a intervalli intermittenti negli ultimi 18 mesi, specificando che la caduta si è aggravata negli ultimi 4 mesi, mentre studiava per un esame importante. Non ha consultato nessun altro specialista e non si è sottoposto a nessun trattamento per questo problema. Inoltre, ha perso involontariamente 4 kg negli ultimi 6 mesi. Segue una dieta equilibrata e nega l’uso di alcool o droghe. Non usa caschi o copricapo, nega di aver presentato qualunque tipo di eruzione cutanea e non è un soggetto allergico. Non è emotivamente depresso. La sua anamnesi patologica remota degna di significato include un ascesso periauricolare, che è stato inciso e drenato tre anni fa. La sua storia familiare è positiva per diabete di tipo I nel padre ed artrite reumatoide nella madre. I suoi segni vitali: P.A. di 130/70 mmHg, F.C. di 75 bpm, F.R. di 18 atti/min, T.C. di 37,3°C. L’esame obiettivo della testa e del collo rivela quattro chiazze circolari di caduta dei capelli sulla testa e due piccole chiazze di caduta di peli nella barba. La pelle sottostante non è cicatrizzata e superficialmente sembra normale. L’area di caduta dei capelli è leggermente morbida al tatto, ma non è presente alcuna infiammazione, né prurito. La cute non è squamosa e non c’è miniaturizzazione dei peli lungo la linea mediana del cuoio capelluto e nessuna recessione della linea del cuoio capelluto anteriore. Non è presente alcuna linfoadenopatia. L’immagine dei capelli del paziente è allegata. Domanda 1: qual è la causa più probabile della perdita di capelli di questo paziente?

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SCENARIO CCC2

Domanda 1

La risposta corretta è la D.

Il paziente ha familiarità per le malattie autoimmuni (la sua storia familiare include il diabete di tipo I nel padre e l’artrite reumatoide nella madre). Inoltre, presenta il quadro clinico tipico dell’alopecia areata, una forma relativamente comune di alopecia non cicatrizzante, in cui un processo autoimmune contribuisce alla perdita di capelli sul cuoio capelluto o in altre aree. Più frequentemente la perdita di capelli si verifica in chiazze.

Un altro sintomo comune è la perdita al margine occipitale del cuoio capelluto, chiamata ofiasi. Occasionalmente l’alopecia areata progredisce fino alla perdita di tutti i peli del cuoio capelluto o del corpo. Si verifica anche una variante diffusa, chiamata alopecia areata, che si manifesta con un diradamento diffuso dei capelli.

La risposta A non è corretta.

L’alopecia da trazione è, invece, causata da una tensione prolungata sul follicolo pilifero, solitamente per acconciature come code di cavallo strette o trecce. Una trazione di lunga durata può provocare una transizione all’alopecia cicatriziale con perdita permanente dei capelli.

La risposta B non è corretta.

Il Telogen effluvium è una causa comune di perdita diffusa dei capelli, che di solito si presenta con perdita acuta o cronica di capelli a causa di un brusco spostamento di numerosi follicoli piliferi in anagen alla fase Telogen.

La risposta C non è corretta.

L’alopecia androgenetica negli uomini è caratterizzata dalla perdita lenta e progressiva di capelli in una distribuzione caratteristica. La condizione è mediata dall’azione degli androgeni sui follicoli piliferi sensibili agli androgeni nei maschi geneticamente sensibili.

La risposta E non è corretta.

La tinea capitis, più frequentemente causata da Trichophyton tonsurans ed occasionalmente da Microsporum cani e molto meno spesso da altre specie di Trichophyton e Microsporum, è un’infezione dermatofitica del cuoio capelluto. La tinea capitis causa la graduale comparsa di chiazze rotonde di desquamazione secca, alopecia, o entrambe; meno comunemente, la tinea capitis si manifesta con una desquamazione diffusa, simile a forfora, o con un aspetto pustoloso diffuso. Inizialmente possono esserci diverse piccole zone di alopecia, dove i peli si staccano vicino al follicolo. L’adenopatia regionale è comune. Altre presentazioni includono una diffusa ma lieve perdita di capelli, un’alopecia cronica e diffusa e una massa granulomatosa, nota come kerion.

Fonte Immagine:

AMA Kumar BS, Gopal M, Talwar A, Ramesh M. Diffuse Neurofibroma of the Scalp Presenting as Circumscribed Alopecic Patch. International Journal of Trichology. 2010;2(1):60-62. doi: 10.4103/0974-7753.66919.
MLA Kumar, BC Sharath et al. “Diffuse Neurofibroma of the Scalp Presenting as Circumscribed Alopecic Patch.” International Journal of Trichology 2.1 (2010): 60–62. PMC. Web. 15 Sept. 2018.
APA Kumar, B. S., Gopal, M., Talwar, A., & Ramesh, M. (2010). Diffuse Neurofibroma of the Scalp Presenting as Circumscribed Alopecic Patch. International Journal of Trichology, 2(1), 60–62. http://doi.org/10.4103/0974-7753.66919

8 di 10 Domande

SCENARIO CCC2: Marco, uno studente di 28 anni, si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante preoccupato per la perdita di capelli. Ha notato piccole macchie circolari di caduta dei capelli sul cuoio capelluto e sulla barba a intervalli intermittenti negli ultimi 18 mesi, specificando che la caduta si è aggravata negli ultimi 4 mesi, mentre studiava per un esame importante. Non ha consultato nessun altro specialista e non si è sottoposto a nessun trattamento per questo problema. Inoltre, ha perso involontariamente 4 kg negli ultimi 6 mesi. Segue una dieta equilibrata e nega l’uso di alcool o droghe. Non usa caschi o copricapo, nega di aver presentato qualunque tipo di eruzione cutanea e non è un soggetto allergico. Non è emotivamente depresso. La sua anamnesi patologica remota degna di significato include un ascesso periauricolare, che è stato inciso e drenato tre anni fa. La sua storia familiare è positiva per diabete di tipo I nel padre ed artrite reumatoide nella madre. I suoi segni vitali: P.A. di 130/70 mmHg, F.C. di 75 bpm, F.R. di 18 atti/min, T.C. di 37,3°C. L’esame obiettivo della testa e del collo rivela quattro chiazze circolari di caduta dei capelli sulla testa e due piccole chiazze di caduta di peli nella barba. La pelle sottostante non è cicatrizzata e superficialmente sembra normale. L’area di caduta dei capelli è leggermente morbida al tatto, ma non è presente alcuna infiammazione, né prurito. La cute non è squamosa e non c’è miniaturizzazione dei peli lungo la linea mediana del cuoio capelluto e nessuna recessione della linea del cuoio capelluto anteriore. Non è presente alcuna linfoadenopatia. L’immagine dei capelli del paziente è allegata. Domanda 2 (riferita allo scenario CCC2): sulla base della fisiopatologia di questa condizione, delle informazioni ottenute dalla storia e dall’esame fisico del paziente, quale altra malattia dovrebbe indagare la fase successiva dei test?














Domanda 2 (riferita allo Scenario CCC2)

La risposta corretta è la C.

Il paziente ha familiarità per malattie autoimmuni ed è inoltre affetto da alopecia areata, quindi dobbiamo prendere in considerazione tutte le patologie autoimmuni alle quali sarà più predisposto rispetto alla restante popolazione. In base a questo dato, dovremmo considerare come corrette le risposte B e C, ma per discriminare tra queste risposte, consideriamo che il paziente ha perso involontariamente 4 kg negli ultimi 6 mesi: quindi, possiamo orientarci clinicamente verso una patologia da malassorbimento, poiché non vi è nessun altro sintomo associato, soprattutto di pertinenza tiroidea, quindi la risposta corretta è la celiachia.

La celiachia è una enteropatia cronica provocata dall’ingestione di alimenti contenenti il glutine, quali frumento, orzo, segale, farro, avena, kamut, triticale (la proteina coinvolta è la gliadina, una proteina componente del glutine, contenente una sostanza, la prolamina, verso la quale può svilupparsi, in individui geneticamente predisposti [geni HLA DQ2 e DQ8] tale forma di intolleranza).

La risposta A non è corretta.

Il melanoma maligno ha origine da melanociti presenti in una zona pigmentata e possiamo ritrovarlo, dunque, a livello della pelle, delle mucose, degli occhi o del SNC. Esistono 4 tipi principali di melanoma: a diffusione superficiale (rappresenta circa il 70% dei melanomi, essendo il più comune), nodulare (il più aggressivo, rappresenta il 10-15% dei melanomi), lentigo maligna e acrale-lentigginoso. Per il riconoscimento del melanoma possiamo utilizzare il criterio ABCDE:

-asimmetria nella forma;

-bordi irregolari e indistinti;

-colore variabile (ovvero con sfumature diverse all’interno del neo);

-dimensioni (in passato venivano considerati a rischio i nevi sopra i 6 mm di diametro);

-evoluzione (quando, nell’arco di poche settimane o mesi si verificano modificazioni nella forma, nel colore, nelle dimensioni del nevo, quando la lesione cutanea diviene rilevata e palpabile).

Sulla base delle informazioni anamnestiche e cliniche riportate non c’è alcun motivo o nevo sospetto per ipotizzare un melanoma.


9 di 10 Domande

SCENARIO CCC2: Marco, uno studente di 28 anni, si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante preoccupato per la perdita di capelli. Ha notato piccole macchie circolari di caduta dei capelli sul cuoio capelluto e sulla barba a intervalli intermittenti negli ultimi 18 mesi, specificando che la caduta si è aggravata negli ultimi 4 mesi, mentre studiava per un esame importante. Non ha consultato nessun altro specialista e non si è sottoposto a nessun trattamento per questo problema. Inoltre, ha perso involontariamente 4 kg negli ultimi 6 mesi. Segue una dieta equilibrata e nega l’uso di alcool o droghe. Non usa caschi o copricapo, nega di aver presentato qualunque tipo di eruzione cutanea e non è un soggetto allergico. Non è emotivamente depresso. La sua anamnesi patologica remota degna di significato include un ascesso periauricolare, che è stato inciso e drenato tre anni fa. La sua storia familiare è positiva per diabete di tipo I nel padre ed artrite reumatoide nella madre. I suoi segni vitali: P.A. di 130/70 mmHg, F.C. di 75 bpm, F.R. di 18 atti/min, T.C. di 37,3°C. L’esame obiettivo della testa e del collo rivela quattro chiazze circolari di caduta dei capelli sulla testa e due piccole chiazze di caduta di peli nella barba. La pelle sottostante non è cicatrizzata e superficialmente sembra normale. L’area di caduta dei capelli è leggermente morbida al tatto, ma non è presente alcuna infiammazione, né prurito. La cute non è squamosa e non c’è miniaturizzazione dei peli lungo la linea mediana del cuoio capelluto e nessuna recessione della linea del cuoio capelluto anteriore. Non è presente alcuna linfoadenopatia. L’immagine dei capelli del paziente è allegata. Domanda 3 (riferita alla Scenario CCC2): il paziente vuole un trattamento farmacologico topico. Si decide di provare un farmaco che agisce come agonista dell’ossido nitrico e del canale del potassio e che ha dimostrato di causare la crescita dei capelli in vari tipi di alopecia. Quale dei seguenti farmaci si adatta meglio a questa descrizione?














Domanda 3 (riferita allo Scenario CCC2)

La risposta corretta è la B.

L’azione clinica del Minoxidil è dovuta alla formazione di un metabolita solfato, che attraverso l’apertura dei canali del potassio ATP-dipendenti, provoca un rilassamento della muscolatura liscia vascolare arteriosa. Assunto per os, ha un’azione vasodilatatoria ipotensiva, mentre, utilizzato topicamente sul cuoio capelluto, esercita un effetto stimolatorio sulla crescita dei capelli. Il meccanismo d’azione topica non è stato ancora compreso, ma sembra che sia in grado di influenzare il ciclo vitale dei capelli, prolungando la fase anagen.

Le risposte A ed E non sono corrette.

La griseofulvina e il ketoconazolo sono antimicotici, che non presentano alcuna indicazione in tal caso.

La risposta C non è corretta.

L’Antralina è un idrocarburo sintetico, derivato dell’antranolo, che ha una proprietà antinfiammatoria, trovando così impiego nel trattamento di alcuni disturbi dermatologici quali eczemi ed infezioni fungine, ma non in tal caso.

La risposta D non è corretta.

Il Triamcinolone Acetonide fa parte della famiglia dei corticosteroidi; non è utile in tal caso clinico.


10 di 10 Domande

SCENARIO CCC2: Marco, uno studente di 28 anni, si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante preoccupato per la perdita di capelli. Ha notato piccole macchie circolari di caduta dei capelli sul cuoio capelluto e sulla barba a intervalli intermittenti negli ultimi 18 mesi, specificando che la caduta si è aggravata negli ultimi 4 mesi, mentre studiava per un esame importante. Non ha consultato nessun altro specialista e non si è sottoposto a nessun trattamento per questo problema. Inoltre, ha perso involontariamente 4 kg negli ultimi 6 mesi. Segue una dieta equilibrata e nega l’uso di alcool o droghe. Non usa caschi o copricapo, nega di aver presentato qualunque tipo di eruzione cutanea e non è un soggetto allergico. Non è emotivamente depresso. La sua anamnesi patologica remota degna di significato include un ascesso periauricolare, che è stato inciso e drenato tre anni fa. La sua storia familiare è positiva per diabete di tipo I nel padre ed artrite reumatoide nella madre. I suoi segni vitali: P.A. di 130/70 mmHg, F.C. di 75 bpm, F.R. di 18 atti/min, T.C. di 37,3°C. L’esame obiettivo della testa e del collo rivela quattro chiazze circolari di caduta dei capelli sulla testa e due piccole chiazze di caduta di peli nella barba. La pelle sottostante non è cicatrizzata e superficialmente sembra normale. L’area di caduta dei capelli è leggermente morbida al tatto, ma non è presente alcuna infiammazione, né prurito. La cute non è squamosa e non c’è miniaturizzazione dei peli lungo la linea mediana del cuoio capelluto e nessuna recessione della linea del cuoio capelluto anteriore. Non è presente alcuna linfoadenopatia. L’immagine dei capelli del paziente è allegata. Domanda 4 (riferita allo Scenario CCC2): alla fine dei sei mesi di trattamento topico il paziente non riferisce alcun miglioramento del suo disturbo. In realtà, la perdita di capelli si è progressivamente estesa, così il medico decide di aggiungere farmaci orali. Quale dei seguenti è un effetto collaterale dei più comuni farmaci orali utilizzati per le condizioni del paziente?














Domanda 4 (riferita allo Scenario CCC2)

La risposta corretta è la A.

Purtroppo, un’alta percentuale di pazienti non trae beneficio dai farmaci utilizzati per favorire la crescita dei capelli. Alcuni studi hanno dimostrato che una terapia combinata di steroidi orali con applicazioni di Minoxidil a livello topico agisce in maniera sinergica, dimostrandosi efficace e sicura nel trattamento dell’alopecia areata resistente ai comuni farmaci usati nelle prime fasi. Pertanto, se il Minoxidil topico è inefficace, bisognerebbe aggiungere alla terapia il cortisone per os.

Gli effetti collaterali dei farmaci corticosteroidi orali sono:

  • bilancio di calcio negativo che porta all’osteoporosi;
  • aumento dell’appetito (evento ovviamente avverso per chi fa la dieta);
  • obesità centripeta che è quella tipica del Cushing. Questi soggetti hanno un’obesità del tronco e al volto (la facies lunare), mentre invece gli arti sono sottili;
  • ridotta capacità di guarigione delle ferite perché c’è un effetto di tipo antinfiammatorio anche sulla componente fibroblastica;
  • aumentato rischio di infezioni (risposta A esatta);
  • soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene;
  • miopatie: l’assottigliamento della massa muscolare responsabile anche dell’effetto dell’obesità centripeta;
  • necrosi avascolare della testa del femore;
  • ipertensione e pletora, fenomeni associati alla ritenzione idrosalina (risposta B errata);
  • cute fragile, strie cutanee e porpora, perché c’è una fragilità capillare tipica di questi pazienti, che seguono la terapia con cortisone;
  • edema secondario alla ritenzione idrosalina;
  • alterazioni del profilo lipidico;
  • eretismo psichico da glucocorticoidi, una sensazione di benessere che può arrivare fino all’euforia;
  • diabete, ovviamente in quanto aumenta la produzione di glucosio;
  • glaucoma;
  • ipertensione intracranica benigna;
  • pancreatite, irsutismo, impotenza, lipomatosi.

La risposta B non è corretta.

Le cause di ipotensione ortostatica sono varie, dall’anemia, all’insufficienza cardiaca, al diabete, ecc., ma i farmaci che la possono determinare solitamente sono: vasodilatatori, antipertensivi (soprattutto se assunti in dosi eccessive), barbiturici ed antidepressivi triciclici.

La risposta C non è corretta.

La fotosensibilità è un effetto collaterale, associato alla griseofulvina, che viene utilizzato nel trattamento della tinea capitis. Può anche essere causato da isotretinoina, FANS, 5-fluorouracile, fluorochinoloni e solfoni, ma non è un effetto collaterale comune, associato ai corticosteroidi orali.

La risposta D non è corretta.

La diarrea può essere indotta da molti farmaci, quali: lassativi, antibiotici (che distruggono la normale flora microbica intestinale), chemioterapici, omeprazolo e farmaci antivirali. Questo non è un effetto collaterale comune dei corticosteroidi orali.

La risposta E non è corretta.

La sonnolenza (risposta E) è un effetto collaterale comune di molti farmaci, tra cui antistaminici, antipsicotici e analgesici.    


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