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1 di 10 Domande

Scenario AGEX9: Luis, un ragazzo di 20 anni, di recente immigrato dal Perù, che da qualche mese lavora come aiuto cuoco, si presenta presso il PS per un problema cutaneo. Ha una anamnesi patologica remota e familiare negativa per patologie importanti. Il paziente presenta una carnagione brunastra e riferisce di avere rapporti sessuali frequenti con più partner femminili. L'esame obiettivo mostra la presenza di numerose lesioni cutanee ipocromiche sulla parte superiore della schiena. Il ragazzo riferisce che tali discromie sono presenti già da un po’ e che non diventano più scure dopo aver trascorso del tempo sotto il sole. Qual è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la A.

Il paziente ha la tinea versicolor, un’infezione molto comune, causata da un fungo dimorfico, non dermatofita, chiamato Malassezia. 

Il microrganismo normalmente colonizza la pelle nella sua forma di lievito e generalmente non causa la malattia in tale forma. Tuttavia, in alcuni individui, si converte nella sua forma ifale che provoca lesioni caratteristiche della tinea versicolor, che consistono in macule e/o papule ipopigmentate, ovali, prevalentemente distribuite sul torace, sulle spalle e sulla schiena e solo raramente sul viso o sugli arti. Questa trasformazione in genere è stimolata dall’esposizione ad ambienti caldo-umidi e dall’iperidrosi, come nel caso del nostro paziente che, facendo l’aiuto cuoco, è esposto ad un ambiente del genere.

Tale infezione fungina è superficiale, limitata alla cute e non contagiosa.

La diagnosi di tinea versicolor si basa sull’aspetto clinico e sull’identificazione delle ife e delle cellule germoglianti (“spaghetti e polpette”) nei preparati a fresco con idrossido di potassio su campioni prelevati con scarificazione cutanea. Inoltre, l’esame alla luce di Wood evidenzia una fluorescenza dorata chiara.

La risposta B non è corretta.

La micosi fungoide rappresenta la forma più frequente di linfoma cutaneo a cellule T, che colpisce prevalentemente adulti e anziani; può persistere in una fase stabilizzata anche per 20 anni senza evoluzioni.

Si distinguono tre stadi progressivi:

  • stadio in chiazza (I), che interessa solo l’epidermide in aree sparse ed isolate;
  • stadio in placca (II), in cui viene coinvolto anche il derma;
  • stadio tumorale (III).

Tutte queste manifestazioni e le caratteristiche di tale patologia non hanno niente a che vedere con il caso presentato.

La risposta C non è corretta.

La pitiriasi rosea è una patologia infiammatoria auto-limitante, di incerta eziologia, caratterizzata dall’eruzione di papule o placche di tipo eritematoso-desquamativo. Insorge solitamente tra 10-35 anni e colpisce di più le donne: la causa può essere un’infezione virale (forse dovuta a herpes virus umani 6, 7, e 8).

Dal punto di vista clinico inizia classicamente con la comparsa di una singola chiazza o chiazza madre (di 2-10 cm) sul tronco o sugli arti superiori. Entro 7-14 giorni fa seguito un’eruzione diffusa, centripeta, di papule e placche di 0,5-2 cm di colorito roseo o brunastro. Le lesioni hanno una caratteristica desquamazione centrale con bordo leggermente rialzato (collaretto) e possono somigliare a una tigna. La maggior parte dei pazienti avverte prurito, soltanto occasionalmente di grado grave. Un prodromo di malessere, cefalea, e qualche volta artralgia precede le lesioni in una minoranza di pazienti. Tale patologia non rispecchia il quadro clinico del paziente.

La risposta D non è corretta.

La vitilligine è il risultato di un processo autoimmune con distruzione dei melanociti cutanei con conseguente comparsa di aree di depigmentazione di dimensioni variabili. Le regioni cutanee colpite si presentano come aree depigmentate, con totale assenza di melanociti o melanina residua (la differenza con la semplice depigmentazione è che in questo ultimo caso i melanociti e la melanina sono presenti, anche se ridotti). La vitiligine è una malattia autoimmune, associata ad altre forme di autoimmunità, quali: la tiroidite autoimmune (sia di Hashimoto che di Graves), l’anemia perniciosa, il morbo di Addison, l’alopecia areata ed il diabete mellito.

Colpisce classicamente il dorso delle mani, i distretti periorifiziale ed i genitali, con evidenza di macchie depigmentate, che vengono meglio visualizzate mediante l’esame con la lampada di Woods. Le manifestazioni di tale patologia non hanno niente a che vedere con il caso presentato.

La risposta E non è corretta.

La sifilide, causata dalla spirocheta treponema pallidum, è caratterizzata da 3 fasi cliniche sequenziali e distinte.

Il T. pallidum, una spirocheta che non può sopravvivere a lungo all’esterno del corpo umano e che penetra nel corpo attraverso le mucose o la cute, raggiunge i linfonodi periferici nel giro di poche ore, e rapidamente si diffonde a tutto l’organismo. La sifilide secondaria è caratterizzata da una eruzione cutanea maculo-papulare diffusa (soprattutto localizzata a livello delle regioni palmari e plantari e della mucosa orale), con lesioni eritematose-brunastre. Benché l’anamnesi personale del paziente sia sospetta per tale patologia, visti i frequenti rapporti sessuali con partner diversi, le manifestazioni e le caratteristiche di tale patologia non hanno niente a che vedere con il caso presentato.


2 di 10 Domande

Osservando attentamente l'immagine allegata, indicare di quale lesione verosimilmente si tratta:

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La risposta corretta è la B.

Il danno da energia elettrica può originare in particolare da due fonti: domestica e industriale (folgorazione o elettrocuzione) oppure atmosferica (fulminazione). Gli effetti dell’energia dipendono da diversi fattori, chiamati “fattori di Kouwenhoven”. Le lesioni da energia elettrica si traducono, sul corpo umano, in lesioni da calore (si ha una trasformazione dell’energia elettrocinetica in energia termica) e lesioni da effetti elettrofisiologici come tetanizzazione, arresto respiratorio e arresto cardiocircolatorio. Un tipo di lesione patognomonica, anche se non sempre presente, è il cosiddetto “marchio elettrico”, cioè una ustione localizzata sulla cute, a livello del punto di applicazione dell’energia. La diagnosi di certezza del “marchio” è istologica, quindi microscopica: mostra una necrosi coagulativa dei tessuti e una deformazione degli strati più profondi dell’epidermide, le cui cellule dello strato basale assumono una forma allungata, con una disposizione a palizzata. A livello macroscopico possiamo invece avere una lesione rilevata, senza perdita di sostanza, non suppurativa, con margini netti e di colorito giallo grigiastro, oppure una lesione con forma simile a quella di un cratere, ben delimitata, con margini netti e carbonizzati, delimitanti una zona centrale giallo-grigiastra o rossa, in cui si ha perdita di sostanza a spese di epidermide e derma.

Le risposte A, C, D non sono corrette.

Le lesioni provocate da fonti di energia meccanica, termica e caustica hanno caratteristiche differenti rispetto a quelle proposte nella nostra immagine.


3 di 10 Domande

Carlo, un uomo sulla quarantina d’anni, si reca presso l’ambulatorio del suo medico curante, il Dott. Fedi. Presenta una macchia sulla cute che si ingrandisce lentamente, che è stata notata per la prima volta dalla compagna circa un mese e mezzo prima. La lesione non è dolente, né dà prurito, ma è cambiata di colore, passando dal rosa al violetto. Nega di avere o di aver avuto febbre, sudorazioni notturne o sintomi urinari, ma riferisce solo una perdita di peso non voluta di circa 7 kg nell'ultimo anno. L’anamnesi patologica remota è positiva per sifilide contratta circa un anno e mezzo prima e trattata con penicillina per un lungo periodo; per il resto la sua anamnesi clinica è negativa e non assume farmaci. Il paziente ha avuto più partner sessuali maschili negli ultimi 20 anni e lavora come sviluppatore di siti web freelance. Non usa tabacco o droghe illecite, ma beve grandi quantitativi di alcolici nei fine settimana. La temperatura è 37,1 C (98,8 F), la pressione arteriosa è 115/70 mm Hg, l'impulso è 80/min e le respirazioni 14/min. La foto della lesione cutanea è allegata. Quale delle seguenti è la causa più probabile della lesione cutanea di questo paziente?

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La risposta corretta è la E.

Carlo presenta una lesione cutanea di colore violaceo, di forma ellittica, compatibile con una lesione da sarcoma di Kaposi, una neoplasia a carico della pelle, organi e mucose, causato da una co-infezione da herpesvirus tipo 8 ed HIV, determinata da una proliferazione di tipo vascolare, che porta alla formazione di papule e noduli cutanei.

La depressione del sistema immunitario, (come nei soggetti HIV positivi) aumenta considerevolmente la probabilità che si possa sviluppare tale sarcoma, tanto che si verifica tipicamente nei pazienti con conta delle cellule CD4 <200/mm3.

Dal punto di vista clinico le lesioni cutanee si presentano come papule asintomatiche, di colore rossastro, che formano placche o noduli con una cromia variabile e progressiva, dal marroncino al bluastro, al violetto al nero. Le localizzazioni principali sono a livello del viso, cavo orale, delle estremità, del tronco e dei genitali, ma può anche essere coinvolto il tratto gastrointestinale ed il parenchima polmonare. Nelle fasi iniziali tali lesioni possono assomigliare, tanto da rientrare in diagnosi differenziale, alla porpora, angiomi, ematomi, nevi o dermatofibromi. 

La diagnosi di certezza si ottiene con la biopsia, anche se spesso viene posta solo sulla base del quadro clinico.   

Il sarcoma di Kaposi AIDS-associato risponde bene e regredisce, se viene impostata la terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART), perché la conta CD4+ migliora e la carica virale dell’HIV si riduce, mentre è opportuno intraprendere una chemioterapia sistemica o intra-lesionale nei casi più gravi o refrattari a tale trattamento.

La risposta A non è corretta. 

Il mollusco contagioso, infezione determinata dal poxvirus, si caratterizza clinicamente per la comparsa di gruppi di papule ombelicate con superficie liscia, rosata, ad aspetto perlaceo, con una tipica ombelicatura centrale. Si tratta generalmente di un’infezione cronica localizzata, la cui trasmissione avviene per contatto diretto attraverso auto-inoculazione. I pazienti in stato di immunodepressione sono a rischio di sviluppare un’infezione disseminata.

La risposta B non è corretta. 

La sifilide è un’infezione determinata dal Treponema pallidum, caratterizzata da 3 fasi cliniche progressive e distinte. Nella sifilide primaria il quadro clinico si caratterizza per la comparsa di ulcere genitali, lesioni muco-cutanee, meningite, alterazioni a carico dell’aorta e sindromi neurologiche. La sifilide secondaria   è responsabile di lesioni diffuse a livello della cute e delle mucose, associate a sintomi sistemici: tale quadro clinico si manifesta dopo un periodo di circa 1-3 mesi dall’infezione iniziale.  La sifilide terziaria, invece, può manifestarsi anche dopo anni dall’infezione iniziale ed è caratterizzata da lesioni nodulari o ulcerative con necrosi e cicatrici. Tale diagnosi non è compatibile con il caso clinico presentato.

La risposta C non è corretta. 

Il Papilloma-virus è un virus a DNA, di cui ci sono più di quaranta sierotipi in grado di determinare infezioni cutanee e delle mucose. L’infezione spesso decorre in maniera asintomatica. Gli HPV si contraggono per contatto diretto (sessuale, orale e cutaneo), ma normalmente tali virus non si rilevano nei liquidi biologici. Alcuni sierotipi sono responsabili della comparsa di verruche cutanee e/o a carico delle mucose, mentre altri sono associati alla comparsa di carcinoma a cellule squamose, che rappresenta il rischio maggiore legato a tale infezione. Sono responsabili della possibile comparsa di tumori, quali: tumore della cervice uterina, tumore dell’ano, condilomi, tumori del cavo orale e della gola, tumori a carico della vagina e del pene).

La risposta D non è corretta. 

L’angiomatosi bacillare è un’infezione della pelle, causata da Bartonella henselae o B. quintana (bacilli gram negativi), che si manifesta quasi sempre negli individui immunocompromessi. L’infezione da B. quintana viene veicolata dai pidocchi, mentre quella da B. henselae è diffusa da zecche e/o da pulci, che infestano i gatti domestici. La malattia tende a coinvolgere tutto il sistema reticoloendoteliale, in particolare nei pazienti HIV+. L’angiomatosi bacillare è caratterizzata da lesioni cutanee simil-papulari e/o placche, rossastre, di consistenza friabile, associate a sintomi sistemici aspecifici e febbre.

Se soggette ad un trauma, le lesioni sanguinano abbondantemente. Siccome possono assomigliare alle lesioni del sarcoma di Kaposi o ai granulomi determinati da agenti piogeni, è importante un’attenta diagnosi differenziale.

Per la certezza della diagnosi gli esami cardini sono: l’analisi istopatologica delle lesioni cutanee, la PCR e l’emocoltura.

Il trattamento dell’angiomatosi bacillare prevede eritromicina o doxiciclina (come antibiotici di prima scelta).

Fonte Immagine:

AMA: Solivetti FM, Elia F, Latini A, Cota C, Cordiali-Fei P, Di Carlo A. AIDS-Kaposi Sarcoma and Classic Kaposi Sarcoma: are different ultrasound patterns related to different variants? Journal of Experimental & Clinical Cancer Research: CR. 2011;30(1):40. doi:10.1186/1756-9966-30-40.

MLA: Solivetti, Francesco M et al. “AIDS-Kaposi Sarcoma and Classic Kaposi Sarcoma: Are Different Ultrasound Patterns Related to Different Variants?” Journal of Experimental & Clinical Cancer Research: CR 30.1 (2011): 40. PMC. Web. 15 Jan. 2018.

APA: Solivetti, F. M., Elia, F., Latini, A., Cota, C., Cordiali-Fei, P., & Di Carlo, A. (2011). AIDS-Kaposi Sarcoma and Classic Kaposi Sarcoma: are different ultrasound patterns related to different variants? Journal of Experimental & Clinical Cancer Research: CR30(1), 40. http://doi.org/10.1186/1756-9966-30-40.


4 di 10 Domande

Maschio di 27 anni con chiazza eritemato-desquamativa al gomito da qualche settimana, presenta lesioni simili di dimensioni più piccole asintomatiche in sede lombare. Qual è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Il paziente è affetto da psoriasi, una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi si manifesta con papule e placche di color salmone ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee. Colpisce circa l’1-5% della popolazione mondiale, specialmente le persone con una carnagione chiara, mentre i soggetti con una carnagione più scura sono meno a rischio. Vi sono 5 maggiori varianti cliniche:

  • a placche (più del 80% dei casi (quella mostrata nel nostro caso);
  • guttata (circa il 10% dei casi);
  • inversa (si manifesta in concomitanza alla psoriasi a placche, o in maniera isolata);
  • eritrodermica (meno del 3% dei casi);
  • pustolosa (meno del 3% dei casi).

Si presenta con placche e papule che tendono alla desquamazione in aree eritematose circoscritte pruriginose. Può evolvere in una forma grave, che coinvolge le articolazioni, detta artrite psoriasica.

Le lesioni di solito si manifestano sulle superfici estensorie (gomiti e ginocchia), come in questo caso. 

Solitamente, per quanto riguarda i sintomi sono minimi, tuttavia, in casi gravi vi può essere prurito. La diagnosi si basa sull’aspetto e sulla distribuzione delle lesioni: in questo paziente abbiamo elementi per sospettare tale patologia.

La risposta A non è corretta.

Le dermatomicosi sono infezioni fungine, che interessano la porzione cheratinizzata di cute e annessi. Le infezioni umane sono causate da Epidermophyton, Microsporum, e Trichophyton spp. La trasmissione avviene da persona a persona, da animale a persona. Clinicamente si presentano, in linea generale, con la comparsa di piccole macchie bianche su zone di cute irritata (non presenti nel nostro paziente, risposta A errata). La maggior parte delle persone non sviluppa clinicamente l’infezione, la quale si può avere più frequentemente nei pazienti, che hanno una immunosopressione.

 

La risposta C non è corretta.

La dermatite allergica da contatto è una reazione da ipersensibilità di tipo IV. Questa reazione si svolge in 2 fasi molto importanti: inizialmente vi è la sensibilizzazione ad un Ag, successivamente vi è una reazione allergica dopo la riesposizione.

Le cause sono molto numerose:

– veleno di quercia/edera, gomme naturali,

– lattice (condom, cateteri, palloncini),

– composti metallici (cobalto, cromo, berillio, zinco, nichel). In particolare, la corrosione delle leghe (dovuta al sudore) rilascia ioni metallici solubili nel sudore, che scatenano una reazione di ipersensibilità; i metalli che non vengono corrosi dal sudore non determinano dermatite da contatto (argento, platino oro e titanio),

– cosmetici, coloranti, profumi, sostanze industriali, prodotti per la cura della pelle,

– piante (buccia di mango, edera velenosa e molte altre)

Dal punto di vista clinico il sintomo principale è il prurito (il dolore è di solito causato dall’infezione o dal grattamento).

Le lesioni cutanee posso variare da semplice eritema fino alla formazione di vescicole (non presenti nel nostro paziente, risposta C errata).

Inoltre, nei casi di grave allergia vi possono essere edema, bolle, ulcerazioni, croste e lichenificazione.

La risposta D non è corretta.

La pitiriasi rosea di Gibert (PR) è una patologia cutanea benigna e idiopatica, caratterizzata dalla presenza di papule o placche desquamanti (il colore roseo o brunastro non è apprezzabile in pazienti con la pelle più scura).

La PR colpisce entrambi i sessi e tutte le fasce di età (con picco di incidenza tra i 10 e i 35 anni); esordisce con la tipica chiazza madre, il medaglione di Gilbert tondeggiante, ben delimitata e di colore salmone, che può essere preceduta o meno da sintomi e segni prodromici aspecifici: mal di testa, malessere generalizzato, mal di gola, artralgie; anche se spesso è del tutto asintomatica. Alcuni pazienti avvertono prurito (occasionalmente di grado grave).

Per quanto riguarda il bordo della chiazza è ben delimitato e finemente desquamato, mentre, il centro viene definito a “cartina di sigaretta” per il suo aspetto stropicciato, risultando più chiaro rispetto ai bordi. Dopo alcuni giorni, compaiono delle chiazze figlie più piccole dalla chiazza madre, che si sviluppano “a gittate” per circa 2 settimane, disponendosi secondo le linee di tensione della cute (linee parallele di Blaschko) (elementi non presenti nel nostro paziente, risposta D errata).

Questa disposizione delle chiazze dà luogo al cosiddetto aspetto ad “albero di Natale” (Christmas tree pattern).

Dal punto di vista eziologico probabilmente la causa può essere un’infezione virale (probabilmente herpes virus umani 6, 7, e 8). Alcuni farmaci possono causare eruzioni cutanee simil-pitiriasi rosea.

Esiste anche una forma particolare, detta pitiriasi rosea invertita o inversa, che si manifesta più spesso nei bambini: variante che si localizza in sedi insolite (braccia, viso, gambe), risparmiando le sedi classiche (tronco).

La diagnosi si basa sulla anamnesi e sull’esame obiettivo.

In genere non è necessario alcun trattamento, perché le eruzioni cutanee si risolvono entro 2-3 mesi. Gli antistaminici per via orale sono utilizzati solo in caso di prurito molto intenso.


5 di 10 Domande

Uomo di 52 anni da alcune settimane lamenta fastidioso prurito soprattutto notturno ai polsi, sui fianchi, in zona ombelicale, pene e scroto. Obiettivamente si evidenziano papule eritematose e lesioni da grattamento. Qual è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la C.

Il paziente presenta la scabbia, una patologia causata dell’acaro Sarcoptes scabiei, che provoca delle lesioni intensamente pruriginose con papule eritematose e cunicoli negli spazi interdigitali, ai polsi, alla vita e ai genitali. Il responsabile è la femmina dell’acaro, che scava dei cunicoli e rilascia delle sostanze antigeniche. L’infezione avviene attraverso il contatto con una persona infetta (di solito un membro della famiglia) o persone che condividono uno stesso ambiente. Nei bambini più piccoli, le piante dei piedi, il palmo delle mani ed il cuoio capelluto sono le localizzazioni più frequenti. Nei bambini più grandi e negli adulti, i siti più comuni sono le aree interdigitali e flessorie del polso. Inizialmente compaiono le papule eritematose negli spazi interdigitali delle mani, sulla superficie flessoria dei polsi e dei gomiti, in regione ascellare, lungo la linea della vita, oppure sulle zone inferiori dei glutei. Successivamente possono diffondersi a qualsiasi area del corpo, comprese le mammelle e il pene. I cunicoli sono patognomonici della malattia, comparendo in forma di linee ondulate, sottili e lievemente squamose, lunghe da pochi mm a 1 cm. In una piccola papula scura -l’acaro – è spesso visibile a un’estremità. Le papule sono molto pruriginose e pertanto, in seguito a grattamento, vengono escoriate. Questo paziente mostra tali lesioni cunicolari lievemente eritematose come da escoriazione meccanica da grattamento (risposta C corretta). Il trattamento consiste nell’uso di scabicidi topici o, raramente, di ivermectina orale. 


6 di 10 Domande

Un paziente di razza caucasica di 70 anni è portatore di 6 piccoli basaliomi al volto. Si decide di asportarli chirurgicamente e, prima di procedere ad eseguire l'anestesia locale, il chirurgo disegna l'orientamento delle incisioni cutanee losangiformi, come nella figura allegata. Come si chiamano le linee di tensione della cute secondo cui si orienta una incisione cutanea?

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La risposta corretta è la A.

Il carcinoma basocellulare (basalioma, BCC) è la più diffusa neoplasia maligna cutanea. L’asportazione chirurgica è attualmente la tecnica maggiormente utilizzata. In zone particolarmente delicate come il viso, la conoscenza dell’anatomia del volto è indispensabile al fine di ottenere risultati esteticamente migliori.

Le linee di Langer del volto sono linee di minore tensione meccanica della pelle o pieghe fisiologiche (se non riconoscibili sul volto, soprattutto nelle pelli giovani, sono evocabili con la contrazione dei muscoli mimici): sono date dalla disposizione, nel derma, delle fibre collagene ed elastiche orientate nella stessa direzione. Se seguite per l’incisione chirurgica, permettono una migliore cicatrizzazione.


7 di 10 Domande

Donna, di 78 anni; sul dorso del naso da circa 6 mesi presenta una lesione desquamativa asintomatica con alone eritematoso. Qual è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la C.

La paziente presenta la cheratosi attinica (o cheratosi solare), una lesione precancerosa della pelle, che si manifesta a causa dell’effetto cronico e cumulativo dell’esposizione solare.

Dal punto di vista epidemiologico appare soprattutto dopo i 40 anni.

Essendo il sole un fattore di rischio, le zone più a rischio sono quelle più esposte alla luce solare: viso, cuoio capelluto, orecchie, dorso delle mani, avambracci, spalle, labbra, e collo.

Dal punto di vista clinico la lesione si presenta come una placca eritematosa di piccole dimensioni, ricoperta da squame o croste di colore bruno-rossastro, che hanno solitamente margini mal definiti.

La cheratosi attinica, raramente, benché sia possibile, può progredire verso un carcinoma a cellule squamose.

 


8 di 10 Domande

Scenario clinico AA212: Marco è un ragazzino di 13 anni che, circa 9 mesi fa, ha iniziato a soffrire di fenomeni di desquamazione della cute in entrambi i piedi, associati a prurito. Inoltre, ha anche osservato dei cambiamenti nell’aspetto e nella consistenza delle unghie dei piedi, che sono diventate spesse e bianche. Preoccupato per tale condizione, il giovane si reca presso l’ambulatorio del Dott. Butterfli, medico di famiglia. Dall’anamnesi emerge che per anni, il padre del ragazzo ha lamentato la presenza di unghie eccessivamente ispessite a livello delle dita dei piedi. Si procede dunque all’esame obiettivo dei piedi, che presentano una fine desquamazione che li ricopre, assumendo una distribuzione a “forma di mocassino”. Inoltre, la maggior parte delle unghie si presenta piuttosto ispessite, di consistenza gessosa e tale aspetto sembra originare distalmente a livello dell’unghia e progredire in senso prossimale. Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA212): inizialmente a che tipo di infezione dovremmo pensare?

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Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA212).

La risposta corretta è la A.

Il paziente presenta infezione dermatofitica.


9 di 10 Domande

Scenario clinico AA212: Marco è un ragazzino di 13 anni che, circa 9 mesi fa, ha iniziato a soffrire di fenomeni di desquamazione della cute in entrambi i piedi, associati a prurito. Inoltre, ha anche osservato dei cambiamenti nell’aspetto e nella consistenza delle unghie dei piedi, che sono diventate spesse e bianche. Preoccupato per tale condizione, il giovane si reca presso l’ambulatorio del Dott. Butterfli, medico di famiglia. Dall’anamnesi emerge che per anni, il padre del ragazzo ha lamentato la presenza di unghie eccessivamente ispessite a livello delle dita dei piedi. Si procede dunque all’esame obiettivo dei piedi, che presentano una fine desquamazione che li ricopre, assumendo una distribuzione a “forma di mocassino”. Inoltre, la maggior parte delle unghie si presenta piuttosto ispessite, di consistenza gessosa e tale aspetto sembra originare distalmente a livello dell’unghia e progredire in senso prossimale.
Domanda 2 (riferita allo scenario clinico AA212): quale è la diagnosi?

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Domanda 2 (riferita allo scenario clinico AA212).

La risposta corretta è la A.

La diagnosi, in base alla presentazione clinica è di tinea pedis (piede d’atleta), una infezione dermatofitica dei piedi. Rappresenta la dermatofitosi più comune, soprattutto dovuta alla sudorazione plantare, che facilita la crescita dei funghi.

Dal punto di vista clinico la tinea pedis si può presentare in 4 forme cliniche diverse o in associazione fra loro: acuta-ulcerativa, vescico-bollosa, cronica-intertriginosa e cronica-ipercheratosica. Spesso tende a colpire i solchi interdigitali e sub-digitali.

Per quanto riguarda la diagnosi questa è solitamente clinica (avvalendosi anche dei fattori di rischio del paziente). Se l’aspetto non fosse diagnostico, si potrebbe effettuare la preparazione di idrossido di potassio montato a fresco, che potrebbe mostrare le ife rampicanti. Una coltura fungina è un metodo alternativo, anche se più lento, per la diagnosi.
La risposta B non è corretta.

La candida è una infezione provocata da un fungo, generalmente dalla Candida Albicans. L’ambiente caldo-umido e il sudore possono rappresentare un terreno fertile per la sua crescita. Si manifesta con arrossamento della regione, disidrosi e la presenza di piccoli rigonfiamenti o pustole bianco-giallastre e pruriginose.

La risposta C non è corretta.

La scabbia è un infezione cutanea da parte dell’acaro Sarcoptes scabiei. La scabbia provoca delle lesioni intensamente pruriginose con papule eritematose e cunicoli negli spazi interdigitali, ai polsi, alla vita e ai genitali. Il responsabile è la femmina dell’acaro, che scava dei cunicoli e rilascia delle sostanze antigeniche. L’infezione avviene attraverso il contatto con una persona infetta, di solito un membro della famiglia o persone che condividono uno stesso ambiente.  Nei bambini più piccoli, le piante dei piedi, il palmo delle mani ed il cuoio capelluto sono le localizzazioni più frequenti. Nei bambini più grandi e negli adulti, i siti più comuni sono le aree interdigitali e flessori del polso. Inizialmente, compaiono le papule eritematose negli spazi interdigitali delle mani, sulla superficie flessoria dei polsi e dei gomiti, in regione ascellare, lungo la linea della vita, oppure sulle zone inferiori dei glutei. Le papule possono diffondersi a qualsiasi area del corpo, comprese le mammelle e il pene. I cunicoli sono patognomonici della malattia, comparendo in forma di linee ondulate, sottili e lievemente squamose, lunghe da pochi mm a 1 cm. Una piccola papula scura -l’acaro- è spesso visibile a un’estremità.

La risposta D non è corretta.

La psoriasi è una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi si manifesta con papule e placche di color salmone ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee. L’eziologia è multifattoriale e include la predisposizione genetica. È una patologia infiammatoria, che insorge in seguito a traumi, uso di farmaci e infezioni in soggetti predisposti: se la psoriasi si manifesta senza motivo apparente o se le persone di mezza età sviluppano per la prima volta la psoriasi, si dovrebbe escludere un’infezione da HIV sottostante. Vi sono 5 maggiori varianti cliniche:

– a placche: più del 80% dei casi,

– guttata: circa il 10% dei casi,

– inversa: si manifesta in concomitanza alla psoriasi a placche, o in maniera isolata,

– eritrodermica: meno del 3% dei casi,

– pustolosa: meno del 3% dei casi.

Solitamente, per quanto riguarda i sintomi essi sono minimi: si presenta con placche e papule che tendono alla desquamazione in aree eritematose circoscritte pruriginose. La diagnosi si basa sull’aspetto e sulla distribuzione delle lesioni, che di solito si manifestano sulle superfici estensorie (gomiti e ginocchia).

La risposta E non è corretta.

La dermatite allergica da contatto è una reazione da ipersensibilità di tipo IV.

Questa reazione si svolge in 2 fasi molto importanti: inizialmente vi è la sensibilizzazione ad un Ag (la sensibilizzazione iniziale avviene entro pochi giorni dal contatto con la sostanza), successivamente vi è una reazione allergica dopo la riesposizione (l’antigene viene presentato ai linfociti sensibilizzati, che scatenano una risposta infiammatoria in poche di ore). Pertanto, è una risposta di ipersensibilità ritardata agli agenti esterni, mediata dalle cellule T, che si traduce in una lesione geometrica corrispondente alla regione di contatto.

Dal punto di vista clinico il sintomo principale è il prurito (il dolore è di solito causato dall’infezione o dal grattamento).

Le lesioni cutanee possono variare da semplice eritema fino alla formazione di vescicole. Inoltre, nei casi di grave allergia, vi possono essere edema, bolle, ulcerazioni, croste e lichenificazione.


10 di 10 Domande

Scenario clinico AA212: Marco è un ragazzino di 13 anni che, circa 9 mesi fa, ha iniziato a soffrire di fenomeni di desquamazione della cute in entrambi i piedi, associati a prurito. Inoltre, ha anche osservato dei cambiamenti nell’aspetto e nella consistenza delle unghie dei piedi, che sono diventate spesse e bianche. Preoccupato per tale condizione, il giovane si reca presso l’ambulatorio del Dott. Butterfli, medico di famiglia. Dall’anamnesi emerge che per anni, il padre del ragazzo ha lamentato la presenza di unghie eccessivamente ispessite a livello delle dita dei piedi. Si procede dunque all’esame obiettivo dei piedi, che presentano una fine desquamazione che li ricopre, assumendo una distribuzione a “forma di mocassino”. Inoltre, la maggior parte delle unghie si presenta piuttosto ispessite, di consistenza gessosa e tale aspetto sembra originare distalmente a livello dell’unghia e progredire in senso prossimale.
Domanda 3 (riferita allo scenario clinico AA212): quale tra le seguenti affermazioni riguardanti il trattamento per questo paziente è falsa?

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Domanda 3 (riferita allo scenario clinico AA212).

La risposta corretta è la E.

La terapia classica prevede l’applicazione topica di una pomata antimicotica (azoli, allilamine, morfoline, polienici) per una durata di 14-21 giorni; nel caso in cui le lesioni siano particolarmente estese (ad esempio come in questo caso in cui vi è sia un’estesa infezione fungina delle unghie e/o una infezione diffusa alla pelle), è consigliata la somministrazione di una terapia sistemica con itraconazolo o terbinafina. Non sono rare le recidive, soprattutto nei soggetti predisposti per condizioni anatomiche, come nel caso di pazienti obesi, per condizioni patologiche come diabete o stati di immunodeficienza, oppure per la presenza di dermatofitosi concomitanti. Il trattamento dell’infezione fungina delle unghie richiede mesi. La diagnosi deve essere confermata prendendo raschiature cutanee e ritagli di unghie infette per la microscopia fungina e la coltura.

 


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