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1 di 10 Domande

Qual e' l'aspetto radiologico caratteristico dell'ileo meccanico?














La risposta corretta è la A.
L'aspetto radiologico caratteristico dell'ileo meccanico è rappresentato dalla presenza di livelli idro-aerei disposti a diversa altezza, sovradistensione delle anse intestinali a monte del punto di ostruzione e collabimento delle anse a valle. In particolare, l’ostruzione intestinale, un'importante compromissione o una completa interruzione del passaggio del contenuto attraverso l'intestino a causa di una patologia che ne provoca il blocco, può essere funzionale (a causa di una fisiologia intestinale anomala) o meccanica (in quest’ultimo caso l’ostruzione viene anche chiamata ileo meccanico). Al contrario, all’RX in condizioni fisiologiche si apprezza un’assenza di significativi livelli idro-aerei (risposta C errata) con evidenza di feci e gas in ampolla rettale (risposta E errata) e regolare distensione della cornice colica (risposta B errata). Infine, il riscontro in ampolla rettale di liquido è un dato aspecifico poco correlabile all’occlusione intestinale (risposta D errata).

2 di 10 Domande

Una donna di 60 anni si reca dal medico curante, lamentando gonfiore a livello della gola e difficoltà nella deglutizione. In seguito alla visita effettuata viene richiesto alla paziente di sottoporsi ad una TC del collo-torace (mostrata in foto). Quale tra le seguenti è la diagnosi corretta?

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La risposta corretta è la D.
Per la paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e alla TC, la diagnosi più probabile è rappresentata dal gozzo tiroideo: infatti, la TC mostra una massa disomogenea con una calcificazione contestuale, che si approfonda nel mediastino posteriore e determina dislocazione della trachea a sinistra, con minima compressione ab extrinseco della vena cava superiore. Al contrario, le tasche faringee o branchiali, che si sviluppano durante lo sviluppo dell’embrione, danno origine a diverse strutture: la tuba di Eustachio, la tonsilla palatina, la componente di origine endodermica del timo, la porzione inferiore delle paratiroidi e le cellule para-follicolari della tiroide. Nell’uomo adulto, i residui di queste strutture, possono dare origine a cisti o fistole laterali del collo: tuttavia, tale TC non evidenza tali anomalie (risposta A errata). Invece, il laringocele, una estroflessione della mucosa del ventricolo laringeo, se interno solitamente disloca e rigonfia le corde vocali false, provocando raucedine e ostruzione delle vie aeree; se esterno, invece, solitamente si estende attraverso la membrana tiroioidea, determinando la comparsa di una massa a livello del collo. Alla TC appaiono solitamente come piccole masse ovoidali, a superficie liscia e a bassa densità, che contengono aria se non sono infette (risposta B errata).  Così, l’aneurisma della carotide comune, una malformazione vascolare dovuta alla dilatazione della parete arteriosa, è una lesione acquisita causata solitamente da un processo degenerativo del tessuto connettivo della parete del vaso ed è maggiormente visibile alla angio-TC (risposta C errata). Infine, la linfoadenopatia determina l’ingrandimento volumetrico dei linfonodi, che alla TC solitamente appaiono come piccole strutture di forma ovalare di aspetto ipo-denso, non apprezzabili in tale TC (risposta E errata).

3 di 10 Domande

Quale, tra i seguenti quadri radiologici, rispecchia quello di un paziente affetto da spondilite anchilosante in stadio avanzato?














La risposta corretta è la C.
La sacroileite e il “rachide a canna di bambù” rispecchiano il quadro radiologico di un paziente affetto da spondilite anchilosante in stadio avanzato. In particolare, la spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria cronica, che coinvolge principalmente le articolazioni sacro-iliache e la colonna vertebrale. È un sottotipo ed il prototipo di un gruppo di disturbi infiammatori chiamati spondiloartropatie, che comprendono l’artrite psoriasica, l’artrite correlata alla malattia infiammatoria intestinale (IBD) e l’artrite reattiva. Il picco di insorgenza si riscontra intorno ai 20-30 anni. I fattori genetici, in particolare il gene dell’antigene leucocitario umano HLA-B27, svolgono un ruolo importante nella patogenesi di tale patologia. Le manifestazioni extra-articolari predominanti includono uveite anteriore, psoriasi e IBD. La patologia ha localizzazione preferenziale alle articolazioni non diartrosiche e alle strutture legamentose dello scheletro assiale; è presente dolore e progressiva rigidità della colonna con evoluzione verso l’anchilosi. Il quadro clinico è caratterizzato dall’esordio insidioso con dolore in regione sacroiliaca e al rachide lombare; tale dolore presenta le seguenti peculiarità:
- peggiora al risveglio o dopo il riposo;
- dura solitamente più di 30 minuti;
- è associato a rigidità mattutina;
- migliora con l’attività o l’esercizio fisico, ma non con il riposo;
- determina rigidità spinale e perdita di mobilità.
Nelle fasi avanzate della malattia, al rachide si riscontrano lesioni allo spigolo superiore
e inferiore dei corpi vertebrali, dove scompare la normale concavità del contorno anteriore del corpo vertebrale (vertebre squadrate). Inoltre, si formano spicule ossificate all’inserzione dei legamenti intervertebrali (sindesmofiti), i quali al termine della loro calcificazione fissano il segmento rachideo interessato, determinando il quadro della cosiddetta colonna vertebrale a “canna di bambù”.
Al contrario, la tumefazione e il rossore dell'articolazione tarso-metatarsica sono suggestive di artrite settica (risposta A errata). Così come le deformità della II e III articolazione metacarpofalangee sono suggestive di artrite reumatoide (risposta B errata), mentre le erosioni delle articolazioni interfalangee distali delle mani e la dattilite sono indicative di artrite psoriasica (risposta D errata).

4 di 10 Domande

Scenario MM53M: Una paziente di 67 anni si presenta in Pronto Soccorso con dispnea severa. Gli esami del sangue rivelano un aumento dei valori di D-dimero. Viene richiesto un radiogramma del torace, che è rappresentato nella figura. Oltre a un modesto quadro toracico di tipo senile, cosa si evidenzia?

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La risposta corretta è la A.
La RX del torace del paziente del caso clinico mostra un quadro di enfisema senile, associato a cardiomegalia ed ectasia ilare. Inoltre, non sono presenti addensamenti parenchimali, versamento pleurico, massa ilare sinistra e pneumotorace sinistro (risposte B, C, D ed E errate).

5 di 10 Domande

Scenario MM53M: Una paziente di 67 anni si presenta in Pronto Soccorso con dispnea severa. Gli esami del sangue rivelano un aumento dei valori di D-dimero. Il medico di Pronto Soccorso decide di approfondire il caso; richiede pertanto un angio-TC del torace. Domanda 4: Quale esame del sangue è necessario ottenere prima dell'esecuzione di tale esame?

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La risposta corretta è la A.
Per valutare la funzionalità renale è necessario il dosaggio ematico della creatinina, prima dell’esecuzione di un angio-TC, dato che il mezzo di contrasto usato è nefrotossico e controindicato nei pazienti con insufficienza renale. Infatti, il m.d.c. può determinare un peggioramento acuto della funzionalità renale, determinando nefropatia indotta dal mezzo di contrasto. Inoltre, è necessario verificare che il paziente non sia allergico al m.d.c.
Al contrario, il dosaggio degli ormoni tiroidei, del colesterolo LDL, delle transaminasi non sono necessari nella valutazione pre-procedurale di una TC con m.d.c. (risposte B, C, D ed E errate). 

6 di 10 Domande

Scenario ZS2U: Un paziente di 25 anni si presenta in Pronto Soccorso con modesta dispnea riferendo dolore acuto trafittivo all'emitorace di destra. Viene eseguito il radiogramma del torace. Quale reperto NON è presente?

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La risposta corretta è la C.
Il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e alla RX del torace, presenta un massivo pneumotorace destro, probabilmente iperteso, senza un versamento pleurico omolaterale, che normalmente determina una obliterazione del seno costofrenico e sfuma la marginale cardiaca di pari livello (segno della silhouette). In dettaglio, si evidenzia ampia falda di iperdiafania a carico dell’ambito polmonare interessato con associato collasso del parenchima polmonare omolaterale e sbandieramento controlaterale delle strutture cardio-mediastiniche (risposte A, B, D ed E errata).

7 di 10 Domande

Scenario BG4Q: Una paziente di 40 anni giunge in Pronto Soccorso per comparsa di coliche a livello addominale, associate a nausea e vomito. La paziente viene sottoposta a ecografia dell'addome completo con evidenza di formazioni iperecogene in ipocondrio destro, più spesso con cono d'ombra posteriore. Qual è la causa più probabile di tale quadro ecografico?














La risposta corretta è la A.
Per la paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e alla ecografia dell’addome, la diagnosti più probabile è la calcolosi della colecisti (o colelitiasi): infatti, la paziente all’ecografia dell’addome presenta calcoli biliari nella colecisti, che si evidenziano sotto forma di formazioni iperecogene con cono d’ombra posteriore. Il sintomo più frequente è rappresentato dalla colica biliare, anche se la presenza di calcoli biliari tende a essere generalmente asintomatica. Tale patologia si verifica più frequentemente nel sesso femminile, in soggetti con familiarità ed il rischio aumenta con l’età. Le complicanze più gravi di tale patologia sono la colecistite, l’ostruzione della via biliare (coledocolitiasi), la sovra-infezione batterica (colangite) e la pancreatite acuta biliare. La metodica di imaging, che dovrebbe essere utilizzata in prima istanza nella valutazione iniziale di tale quadro, è l'ecografia addominale, che ha una sensibilità circa del 95%. Inoltre, è in grado di rilevare la presenza anche di piccole formazioni litiasiche di 3 mm di diametro (che si presentano iperecogene e con cono d’ombra posteriore), la sovradistensione della colecisti e la dilatazione delle vie biliari intra ed extra-epatiche. Al contrario, la colesterolosi (o colesterolosi della cistifellea o, meno formalmente, cistifellea a fragola) determina solitamente all’ecografia un ispessimento focale o diffuso della parete della colecisti con riverbero posteriore a coda di cometa. Deriva da depositi anomali di esteri di colesterolo nei macrofagi all'interno della lamina propria e nell'epitelio della mucosa. Non è correlata alla colelitiasi (calcoli biliari) e/o alla colecistite (risposta B errata). Ancora, la pancreatite cronica, una persistente infiammazione del pancreas, provoca permanenti lesioni strutturali con fibrosi e stenosi duttali, seguite dalla riduzione progressiva delle funzioni esocrine ed endocrine di tale organo. Ecograficamente, determina solitamente alterazioni di volume (che può risultare normale o più frequentemente ridotto) e della ecogenicità di tale organo (che risulta disomogeneamente ipo/iper-ecogeno per la presenza di fibrosi e calcificazioni) (risposta C errata). Infine, l’adenomiomatosi determina solitamente un ispessimento di parete, prevalentemente a livello del fondo, a forma di cappello “frigio” con evidenza dei seni di Rokitansky Aschoff, micro-diverticoli intra-parietali (risposta D errata).


8 di 10 Domande

Scenario DI2L: Una paziente di 65 anni in buona salute e senza particolari fattori di rischio viene invitata dalla ASL a partecipare a un programma di screening nel tumore della mammella. Viene pertanto sottoposta all'esame diagnostico in figura. Si tratta di:

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La risposta corretta è la D.
La paziente del caso clinico è stata sottoposta ad una mammografia, eseguita con un apparecchio radiografico chiamato mammografo, che permette di studiare in maniera ottimale la mammella grazie alla diversa densità delle sue componenti. Tale esame rappresenta l’unico esame in grado di identificare le micro-calcificazioni, altamente predittive di carcinoma. Al contrario, tale imaging non rappresenta il risultato di una ecografia, una TC o una termografia mammaria (risposte A, B, C ed E errate).

9 di 10 Domande

Scenario PO2O: Una paziente di 65 anni in buona salute e senza particolari fattori di rischio viene invitata dalla ASL a partecipare a un programma di screening nel tumore della mammella. Durante l'esecuzione dell'esame, viene evidenziata un'area sospetta da approfondire, indicata con il cerchio. Il primo passo da eseguire per approfondire tale reperto è:

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La risposta corretta è la B.
La mammografia del paziente del caso clinico presenta una piccola opacità a margini mal definiti, con micro-calcificazioni a cluster contestuali, collocata nel quadrante supero-esterno. Di conseguenza, per approfondire tale reperto dubbio, apprezzato ad un esame mammografico standard, l’approccio diagnostico di prima linea è rappresentato dall’esecuzione di un’ulteriore acquisizione con ingrandimento con compressione mirata. In dettaglio, il fattore d’ingrandimento (ad esempio, ingrandimento x 1.5-2) è definito tecnicamente dalla distanza mammella-detettore.
Al contrario, la termografia, una tecnica che consente di rilevare il profilo termico di un corpo, non viene utilizzata come esame di scelta nello screening del tumore mammario a causa dell’alto numero di falsi positivi e per l’eccessiva presenza di variabili che possono influenzarne il risultato (risposta A errata). Così, la TC non è una metodica di imaging indicata nello studio della mammella e delle sue lesioni (risposta C errata). Ancora, la RM è un esame di secondo livello, complementare alle tradizionali tecniche radiografiche ed ecografiche per lo studio senologico. Ha una elevata sensibilità diagnostica e permette di identificare lesioni di dimensioni estremamente ridotte. Dati i costi e la durata dell'esame, viene eseguita solo in casi selezionati: screening di donne con alto rischio genetico e familiarità per K mammario, con protesi mammarie o in stato di gravidanza, per la ricerca di carcinomi primitivi occulti metastatici di sospetta origine mammaria, per il controllo della risposta del tumore mammario alla chemioterapia neo-adiuvante, per il follow up dopo chirurgia conservativa e in caso di discrepanza fra i risultati degli esami tradizionali (risposta D errata).

10 di 10 Domande

Scenario ZI5O: Un paziente anziano, con insufficienza renale grave, portatore di pacemaker cardiaco, viene ricoverato per una sospetta broncopolmonite. Il radiogramma del torace è dubbio. Quale esame viene eseguito per confermare la diagnosi?














La risposta corretta è la D.
In base ai reperti clinico-anamnestici, il paziente del caso clinico presenta probabilmente bronco-polmonite ed è stato sottoposto correttamente alla RX del torace, che però non ha chiarito il quesito diagnostico. Di conseguenza, deve essere sottoposto a TC del torace senza m.d.c., che rappresenta un esame da effettuare in caso di dubbio diagnostico all’RX torace ed in caso di discrepanza clinica-radiologica.
In particolare, il mezzo di contrasto non è necessario per la diagnosi di polmonite ed è sconsigliato in caso di grave insufficienza renale (risposta A e C errate). Così, la PET, una tecnica diagnostica di tipo funzionale, trova indicazione nel follow-up delle patologie neoplastiche o nel riscontro di aree ad alta attività metabolica nei casi dubbi, ma non per la diagnosi di una bronco-polmonite (risposta B errata).

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