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1 di 10 Domande

Quale delle seguenti affermazioni relative all'edema polmonare acuto è corretta?














La risposta corretta è la C.
L’edema polmonare acuto cardiogeno, principale manifestazione dell’insufficienza cardiaca acuta, è caratterizzato dalla trasudazione di fluidi dai capillari polmonari verso gli spazi interstiziali e verso le cavità alveolari, per l’aumento della pressione capillare polmonare. L’accumulo massivo di liquido a livello interstizio-alveolare non consente l’adeguata ventilazione alveolare, sebbene la perfusione sia mantenuta. La furosemide, un diuretico dell’ansa, inibisce il trasportatore Na/K/2Cl nel tratto ascendente dell’ansa di Henle, determinando un aumento della escrezione di NaCl, una riduzione del precarico, una perdita di potassio, alcalosi metabolica ipo-kaliemica, aumento di calcio e magnesio nelle urine. Tra le applicazioni cliniche ricordiamo: l'edema polmonare acuto, l’edema periferico, il sovradosaggio di anioni, l’insufficienza renale acuta, l’ipertensione, l’ipercalcemia o iperkaliemia.


2 di 10 Domande

Se si parla di ipertensione arteriosa:














La risposta corretta è la A.
Si definisce l’ipertensione arteriosa l’aumento cronico della pressione sistolica e/o diastolica. La diagnosi viene confermata allorquando in tre misurazioni, effettuate con un intervallo temporale di una settimana, si rileva una pressione sistolica superiore a 140 mmHg e/o una pressione diastolica superiore a 90 mmHg. Considerando l’eziologia, l’ipertensione si può classificare come: essenziale o secondaria, quando deriva da un’alterazione organica nota (risposta D errata). L’ipertensione essenziale rappresenta la forma più frequente, tanto che si calcola che circa l’85-95% dei pazienti sia affetta da ipertensione essenziale (risposta A corretta), mentre le forme secondarie sarebbero responsabili di una quota variabile dal 5 al 15% dei casi (risposta C errata).
Fonte: b: Isolated systolic hypertension is graded 1, 2, or 3 according to systolic BP values in the ranges indicated. The same classification is used for all ages from 16 years. Fonte: Linee Guida ESC-ESH 2018 per il trattamento dell’Ipertensione Arteriosa)  

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3 di 10 Domande

Paziente di sesso femminile di 75 anni, con diabete di tipo 2 (Hb glicata = 7) e ipertensione (PA = 150/90). Quali valori di pressione è raccomandabile ottenere con i farmaci per il paziente iperteso?














La risposta corretta è la C.
Le Linee Guida internazionali ESC/ESH 2018 stabiliscono i target terapeutici della pressione arteriosa in funzione della presenza di comorbidità e dell’età dei pazienti ipertesi. Nel caso in questione di una paziente di 75 anni con diabete mellito di tipo 2 è raccomandabile mediante terapia farmacologica ottenere valori pressori inferiori a 140/90 mmHg (risposta C corretta) e non i più bassi possibile per scongiurare le conseguenze di una ipotensione marcata (risposta A errata).  


4 di 10 Domande

Si presenta un paziente di 76 anni, in anamnesi fumo attivo di circa 2 pacchetti/die per 40 anni, obeso, dislipidemico, diabetico non insulino-dipendente. Da circa due ore accusa un dolore al petto e dispnea, ispettivamente il paziente è agitato e sudato. Nello scenario descritto:














La risposta corretta è la B.
Dall’anamnesi la presenza nel paziente di molteplici fattori di rischio cardiovascolare (fumo, diabete, obesità, dislipidemia) (risposta C errata), sommati alla sintomatologia riferita (dolore al petto e dispnea) e ai reperti dell’esame obiettivo (il paziente è agitato e sudato) delineano un quadro che impone di considerare prioritariamente l’ipotesi diagnostica di una sindrome coronarica acuta in atto (risposta B corretta). In particolare, la dispnea è un sintomo assolutamente aspecifico che può essere presente in numerose patologie cardiache e polmonari, sia acute che croniche (risposta A e D errate). 


5 di 10 Domande

Si presenta un paziente di 76 anni, in anamnesi fumo attivo di circa 2 pacchetti/die per 40 anni, obeso, dislipidemico, diabetico non insulino-dipendente. Da circa due ore accusa un dolore al petto e dispnea, ispettivamente il paziente è agitato e sudato. Nello scenario descritto, quale tra queste misure deve avere la priorità non appena il paziente giunge all'attenzione del medico, essendo già nota l'anamnesi (sia prossima sia remota)?














La risposta corretta è la D.
Quando un’accurata raccolta anamnestica delinea un quadro clinico suggestivo di sindrome coronarica acuta, la priorità è rappresentata dall’esecuzione di uno scrupoloso esame obiettivo e dalla valutazione dei parametri vitali: i primi segni rilevabili precocemente sono rappresentati da alterazioni dell’attività elettrica del cuore e dei parametri emodinamici (risposta D corretta). L’esecuzione di RX, angio-TC del torace e una eventuale consulenza pneumologica saranno utili nel momento in cui, esclusa l’ipotesi di sindrome coronarica acuta, siano necessari ulteriori accertamenti (risposte A, B e C errate).


6 di 10 Domande

Giunge in ambulatorio cardiologico una paziente di 75 anni che riferisce lieve dispnea da sforzo e palpitazioni. All'esame obiettivo aritmia totale e soffio diastolico a bassa frequenza alla punta. Per un corretto inquadramento diagnostico in prima istanza sarà più opportuno eseguire:














La risposta corretta è la D.

Nel caso clinico, la presenza di dispnea da sforzo, cardiopalmo e polso aritmico impongono l’esecuzione di un ECG per individuare il tipo di aritmia. Successivamente, per individuare la causa del soffio diastolico a bassa frequenza auscultato alla punta, sarà indicato in prima istanza l’ecocardiogramma transtoracico, che fornisce informazioni sulla funzionalità e sulle modificazioni strutturali del cuore (risposta D corretta). La coro-TC con mdc, che si esegue per verificare, in soggetti a basso rischio, la presenza di malattia stenotica delle coronarie, non rappresenta un esame di primo livello (risposta A errata).


7 di 10 Domande

Un paziente di 85 anni ricoverato per polmonite batterica in fase di guarigione sviluppa diarrea e una recidiva della febbre in ottava giornata di terapia con ceftriaxone. Qual è la causa più probabile dei nuovi sintomi lamentati dal paziente?














La risposta corretta è la C.
L’infezione da Clostridium Difficile rappresenta l’ipotesi diagnostica più probabile: infatti, tale microrganismo è la causa più comune di colite associata ad antibiotici e ha tipicamente origine in ambiente ospedaliero, colpendo frequentemente gli anziani (risposta C corretta). Invece, un’infezione da Escherichia Coli enterotossigeno porta alla cosiddetta “diarrea del viaggiatore”, che compare spesso per assunzione di acqua contaminata, i cui sintomi compaiono dopo 8-48 ore (risposta D errata). Infine, la comparsa di resistenza alle cefalosporine non è altresì plausibile (risposta B errata). 


8 di 10 Domande

Un paziente di 85 anni ricoverato per polmonite batterica in fase di guarigione sviluppa diarrea e una recidiva della febbre in ottava giornata di terapia con ceftriaxone. Qual è l'atteggiamento terapeutico più appropriato?














La risposta corretta è la B.
Una volta stabilita l’ipotesi diagnostica di infezione da Clostridium Difficile, l’approccio terapeutico più opportuno richiede la somministrazione di metronidazolo come terapia iniziale in caso di malattia lieve-moderata o la vancomicina in caso di malattia complicata o fulminante (risposta B corretta). Incrementare la dose del ceftriaxone non avrebbe alcun effetto e potrebbe peggiorare la condizione a causa dei suoi effetti collaterali (risposta A errata), così come, la sostituzione del ceftriaxone con levofloxacina o clindamicina aggraverebbe l’infezione da Clostridium Difficile (risposta C e D errate). 


9 di 10 Domande

Un uomo di 70 anni sviluppa nel corso di alcune ore un dolore violento al piede sinistro. All'esame obiettivo l'avampiede è caldo, tumefatto, arrossato e francamente dolente alla digitopressione della prima articolazione metatarso-falangea. Il paziente racconta di aver sofferto di simili attacchi almeno altre 4 volte in passato. Qual è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la A.
La comparsa di un’infiammazione nel giro di alcune ore (insorgenza acuta) a livello della prima articolazione metatarso-falangea in un soggetto anziano di sesso maschile è caratteristica dell’attacco acuto di gotta. L’ipotesi diagnostica è corroborata anche dal fatto che il paziente riferisce di aver già sofferto in passato di analoghi attacchi (risposta corretta A). L’artrite reumatoide, invece, è caratterizzata solitamente da un esordio più insidioso colpendo più frequentemente il sesso femminile a livello delle articolazioni metacarpofalangee e interfalangee prossimali (risposta D errata). 
Infine, la sindrome di Reiter è una malattia di origine infettiva, caratterizzata da una triade di processi infiammatori: artrite, congiuntivite e uretrite (risposta B errata).


10 di 10 Domande

Un uomo di 70 anni sviluppa nel corso di alcune ore un dolore violento al piede sinistro. All'esame obiettivo l'avampiede è caldo, tumefatto, arrossato e francamente dolente alla digitopressione della prima articolazione metatarso-falangea. Il paziente racconta di aver sofferto di simili attacchi almeno altre 4 volte in passato. Quali dei seguenti esami di laboratorio sarà più probabilmente alterato?














La risposta corretta è la C.
Il quadro clinico del paziente suggerisce la diagnosi di gotta, una malattia provocata dall’accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni, a causa degli elevati livelli ematici di acido urico (iperuricemia) (risposta C corretta).
Invece, il fosfato e il calcio totale sono alterati in corso di artropatie da cristalli (risposte B e D errate). Infine, gli anticorpi antinucleo (ANA) positivi valutano la presenza di disordini autoimmuni, frequentemente come supporto alla diagnosi di LES (risposta A errata).


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