Simulazione

Cliccando in alto a destra sul pulsante 2 è possibile "Consegnare", "Salvare e Interrompere", "Salvare e Continuare" il compito.

1 di 10 Domande

Scenario CP9E: Un paziente esegue una TC del torace che dimostra un nodulo subpleurico del lobo superiore sinistro a margini spiculati di diametro 1,8 cm. In considerazione della sede della lesione, quale esame è indicato in prima istanza per la tipizzazione cito-istologica?














La risposta corretta è la A.
Una lesione polmonare periferica è un nodulo polmonare, tipicamente <3 cm, che si trova nella periferia del polmone; può essere solido o subsolido, benigno o maligno, e in generale è tradizionalmente difficile da analizzare istologicamente mediante broncoscopia flessibile convenzionale, indicata invece per le lesioni centrali.
Per la diagnosi istologica di noduli che non sono accessibili con tramite i normali esami endoscopici delle vie aeree, l’esame di scelta è rappresentato dall’agobiopsia polmonare Tc guidata. Essa prevede che nell’area polmonare interessata, attraverso una piccola incisione operata nella cute previa anestesia locale, venga inserito un ago di pochi millimetri, mandato fino alla lesione polmonare attraverso la TC, di cui se ne preleverà un campione sottoposto successivamente ad analisi anatomopatologica. Se la lesione polmonare si associa a versamento è indicato anche effettuare una toracentesi, cioè la raccolta e l’analisi di tale liquido, così come se vi fosse associata espettorazione, la diagnosi sarebbe adiuvata dall’esame citologico dell'escreato.

2 di 10 Domande

Il Sig. Tableri, un uomo di 55 anni, si reca presso il P.S. del policlinico Umberto I di Roma, per disturbi addominali. Anamnesi patologica prossima: lamenta un dolore addominale diffuso di grado moderato. L’uomo afferma che il giorno prima si è sottoposto ad una colonscopia di routine, al termine della quale il medico gli ha detto che “tutto era nella norma”. Il dolore è iniziato dopo essersi svegliato, associato ad un po’ di nausea. L’uomo non riferisce febbre, vomito, diarrea e rettorragia.  Esame obiettivo: il paziente presenta una P.A. di 140/70 mm Hg, F.C. di 85 bpm, temperatura corporea di 36,8°C, e F.R. di 18 atti/min. Il suo addome si presenta teso, ma solo moderatamente dolente.  Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Zuba, medico di guardia di turno, ordina di effettuare degli esami di laboratorio di base e una Rx del torace, visibile nell’immagine sottostante.  Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

product image













La Risposta corretta e' la E
Dal caso clinico e dall’immagine presentata, il paziente presenta una perforazione intestinale, che è uno dei diversi casi di addome acuto. In caso di addome acuto, l’esame strumentale di prima istanza in pazienti non critici, sebbene non gold standard, è la radiografia dell’addome. Il principale segno radiologico indicativo di perforazione intestinale è la presenza di pneumoperitoneo che si apprezza radiologicamente come una falce aerea radiotrasparente in sede sottodiaframmatica destra, se oil radiogramma viene acquisito in ortostatismo. Nel caso la RX non sia dirimente o diagnostica, anche considerando la sua bassa specificità e sensibilità, si ricorre ad una TC dell’addome con mdc.
Il paziente non presenta una clinica compatibile con pancreatite, quale dolore a barra diffuso ed inoltre sarebbe necessario effettuare una TC dell’addome (Risposta A errata), così come non presenta segni clinici riferibili a colangite, per la quale sarebbe anche necessaria una TC o RM (Risposta D errata), né una clinica compatibile con insufficienza epatica acuta che si manifesta clinicamente con alterazioni dello stato mentale, ittero, ascite, sanguinamento (Risposta B errata), né segni clinici né radiologici di edema polmonare acuto in quanto non si apprezzano segni congestizi interstiziali né degli alveoli polmonari (Risposta C errata).

3 di 10 Domande

Il mesotelioma pleurico e' una malattia legata all'esposizione all'asbesto. La prognosi e' cattiva, ma varia in rapporto al tipo istologico. Quale tipo istologico ha prognosi migliore?














La risposta corretta è la B.
Il mesotelioma è un tumore che trae origine dalla trasformazione neoplastica delle cellule mesoteliali di rivestimento delle principali cavità sierose: pleura, peritoneo e pericardio. Ha più spesso sede a livello pleurico (60-70% dei casi).
Il mesotelioma pleurico colpisce in prevalenza i soggetti di sesso maschile con un picco di massima incidenza al 5-6° decennio di vita.
Numerose evidenze sperimentali e cliniche hanno dimostrato l’esistenza di un rapporto di causa-effetto tra l’esposizione all’asbesto e l’insorgenza del mesotelioma.
Il mesotelioma maligno della pleura, per lungo tempo, è stato considerato un tumore a prognosi inesorabilmente letale indipendentemente dallo stadio di presentazione della malattia e dall’istotipo. Ma oggi si ritiene che una diagnosi tempestiva consenta di ottimizzare il trattamento così come fattori prognostici positivi quali giovane età, istologia epiteliale, condizioni cliniche ottimali, stadio precoce e durata dei sintomi >6 mesi siano correlati a una risposta positiva ai trattamenti.
I mesoteliomi sarcomatosi o misti hanno prognosi decisamente sfavorevole e per essi il trattamento non è indicato.

4 di 10 Domande

La silicosi e':














La risposta corretta è la D.
La silicosi è una patologia respiratoria, o meglio una pneuconiosi sclerogena, dovuta all’inalazione di polvere di silicio, ad esempio in quelle persone che solitamente per motivi occupazionali, lavorano nelle cave, nell’estrazione di silicio, nella macinazione, sabbiatura,ecc. Dal punto di vista clinico si caratterizza in fase acuta per la comparsa improvvisa di tosse, dolore toracico, calo ponderale e stanchezza. All'esame obiettivo i pazienti presentano segni di cianosi e cuore polmonare, con difficoltà respiratoria. Ll’Rx del torace solitamente mostra opacità parenchimali con linfadenopatie ilari e calcificazioni “a guscio d’uovo”. Il trattamento è principalmente di supporto. La silicosi comporta un aumentato rischio di sviluppare infezione tubercolare. Ogni paziente con una storia suggestiva di silicosi e sintomi costituzionali deve necessariamente escludere la tubercolosi. Inoltre, i pazienti con silicosi devono sottoporsi a screening annuale per TB.
Le risposte A, C, D ed E non sono corrette.
​​​​​​​Tutte le opzioni indicate sono errate perchè non fanno parte del quadro di silicosi.

5 di 10 Domande

Scenario FR2U: Paziente di 70 anni, diabetico, recentemente sottoposto a intervento per colangiocarcinoma delle vie biliari extraepatiche, presenta dispnea da circa 2 giorni. Pressione arteriosa 115/70 mmHg, frequenza cardiaca 110 bpm, frequenza respiratoria 23 atti per minuto, SpO2 88% in aria ambiente. All'esame obiettivo del torace, in presenza di quale di queste serie di reperti e' sospettabile la presenza di un versamento pleurico?














La risposta corretta è la A.
Il fremito vocale tattile è un elemento fondamentale nell’esame obiettivo toracico ed è da ricercare mediante la palpazione del torace o meglio mediante la percezione vibratoria trasmessa che si percepisce con ponendo le mani distese sul torace del paziente, partendo dall’alto e proseguendo verso il basso, facendo dire al paziente il classico “trentatre”: si fa dire al paziente “trentatre” perché le vibrazioni prodotte dalle corde vocali si trasmettono alla colonna d’aria dalla trachea, ai bronchi, fino al parenchima polmonare. La trasmissione del suono è favorita dai tessuti solidi (addensamenti) e ostacolata se si interpone del liquido (come il versamento pleurico) o dell’aria (come il PNX) tra le mani e la struttura che vibra: pertanto risulta aumentato nei soggetti magri e nei casi in cui sono presenti addensamenti di qualsiasi natura (infiammatorio, neoplastico ecc), mentre è ipotrasmesso nel caso di versamento pleurico e non si apprezza proprio nel pneumotorace perché il polmone è collabito. Pertanto in un esame obiettivo del torace in presenza di un versamento pleurico si apprezzerà un fremito vocale tattile ipotrasmesso, con ipofonesi plessica e murmure vescicolare ridotto all'emitorace.
Le risposte B, C, D ed E non sono corrette.
Tutte le altre opzioni sono sbagliate.
Aggiornato al 06/03/21.
 

6 di 10 Domande

Scenario IM9I: Un uomo di 69 anni, che ha lavorato come saldatore per oltre 45 anni, ha ricevuto diagnosi di asbestosi. Quali sono le caratteristiche anatomopatologiche di un polmone colpito da asbestosi?














La risposta corretta è la A.
L’asbestosi è una patologia causata da inalazione di fibre di asbesto. Queste fibre si accumulano all’interno dei bronchi, alveoli o pleura e causano il richiamo di macrofagi che formano dei conglomerati ovvero dei granulomi da corpo estraneo all’interno dei quali risultano visibili i corpuscoli di asbesto (crisotilo o anfibolo). Le forme tipiche di questi corpuscoli intrappolati sono a grano di rosario con le estremità rigonfie. Questo granuloma causa il richiamo e la maturazione dei fibroblasti che provoca una fibrosi a livello prima di bronchi, dotti alveolari e infine alveoli. Quando le fibre sono più piccole o residuano da più tempo si può avere reazione anche a livello della pleura, soprattutto le cupole diaframmatiche, in ordine avremo: versamento pleurico, fibrosi, placche di collagene e, infine, calcificazione della stessa.
Di non raro riscontro sono anche macrofagi con accumuli di emosiderina, derivante dall’azione lesiva delle fibre sulle pareti del tessuto respiratorio.
Le risposte B, C, D ed E non sono corrette.
Tutte le opzioni indicate non correlano con le caratteristiche anatomopatologiche dell’asbestosi.

7 di 10 Domande

Scenario CO8R: Una paziente affetta da tumore del polmone esegue una PET-TC che dimostra la presenza di numerose metastasi ossee. Quale tipo di terapia è indicata?














La risposta corretta è la A.
Il cancro del polmone è ritenuto la causa più comune di morte per neoplasia negli uomini, anche se, negli ultimi anni, è cresciuto il tasso di mortalità anche nelle donne, a causa della diffusione dell’abitudine tabagica.
Il trattamento del tumore polmonare varia in base all’istologia e allo stadio di presentazione.
Infatti, per quanto riguarda il carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC, microcitoma), in virtù delle sue caratteristiche biologiche (rapido tempo di raddoppiamento, alta percentuale di crescita, sviluppo precoce di metastasi diffuse, presenti in ben il 70% dei casi alla diagnosi), la chirurgia riveste un ruolo limitato nel trattamento, mentre chemio e radioterapia sono fondamentali.
Nel caso di un tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC), si distinguono quattro stadi a ciascuno dei quali corrisponde un diverso atteggiamento terapeutico:
- Gli stadi I e II generalmente sono candidabili al trattamento chirurgico; in alcuni casi può essere necessaria la chemioterapia neoadiuvante o adiuvante
- Lo stadio IIIA viene trattato anch’esso con chirurgia, ma quasi sempre è necessario un trattamento chemio o radioterapico neoadiuvante col fine di ridurre le dimensioni della neoplasia e le complicanze peri- e post-operatorie
- Gli stadi IIIB e IV sono caratterizzati dalla presenza di metastasi, per cui il trattamento combinato di radio e chemio-terapia è d’elezione.


8 di 10 Domande

Nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’ipoventilazione alveolare è:














La risposta corretta e' la B
La BPCO è una sindrome respiratoria complessa caratterizzata da ostruzione bronchiale non reversibile, che costituisce l’alterazione funzionale respiratoria patognomonica della sindrome e che è dovuta in parte all'infiammazione e al rimodellamento delle vie aeree (bronchiolite) e in una parte alla perdita del ritorno elastico polmonare da distruzione del parenchima polmonare (enfisema).
Nei pazienti con BPCO, l’ipoventilazione alveolare è dovuta all’elevato rapporto spazio morto/volume corrente (VD/VT). Lo spazio morto è il volume di aria che non partecipa agli scambi respiratori e si distingue in spazio morto anatomico (VD) circa 150 ml e spazio morto fisiologico, pari alla somma dello spazio morto anatomico e del volume delle zone in cui la ventilazione eccede in qualunque misura la quantità necessaria ad arterializzare il sangue le attraversa. Il volume corrente (VT) è la quantità di aria che viene mobilizzata durante ciascun atto respiratorio; nei soggetti sani è circa 600-800 ml, mentre nei pazienti con BPCO risulta ridotto a causa dell’ostruzione non reversibile al flusso espiratorio.

9 di 10 Domande

Nella polmonite acquisita in comunità:














La risposta corretta e' la E
La polmonite è il processo infiammatorio che interessa il parenchima polmonare, distalmente ai bronchioli terminali. Le più frequenti sono le polmoniti acquisite in comunità (CAP), ovvero contratte al di fuori dell’ambiente ospedaliero, di cui l’agente eziologico più frequente è lo Streptococcus pneumoniae, anche detto pneumococco.
Per quanto riguarda la terapia, un importante aspetto è dove trattare il paziente se al domicilio, in reparto di degenza ordinaria o in terapia intensiva. Tale decisione deve essere guidata da una valutazione delle preesistenti condizioni cliniche, dall’identificazione di condizioni che compromettono il trattamento domiciliare, dalla valutazione del livello di gravità e dal giudizio clinico. Ad oggi la necessità di ricovero viene valutata con scale di stratificazione della gravità, tra le quali la più utilizzata è la CURB-65: questa scala prevede 5 parametri a ciascuno dei quali, se presente nel paziente, è attribuito 1 punto, per un punteggio massimo di 5
- confusione di nuova insorgenza;
- urea >7 mmol/l o BUN >19 mg/dl
- respiro >30 atti/min
- blood pressure: PAS < 90 mmHg o PAD <60 mmHg
- 65 anni di età o più.
Se il punteggio è pari a:
- 0-1: ospedalizzazione non indicata
- 2: breve ospedalizzazione ordinaria
- Pari o superiore a 3: ricovero (anche possibile TI).

10 di 10 Domande

Un ragazzo di 19 anni presenta una sospetta aspergillosi broncopolmonare allergica. Si pone il sospetto di fibrosi cistica per la presenza di bronchiectasie alla TC del torace. Quale delle seguenti considerazioni sulla possibile diagnosi di fibrosi cistica e' corretta?














La risposta corretta e' la D
La fibrosi cistica è una malattia genetica a trasmissione autosomica recessiva causata da mutazione del gene CFTR presente sul braccio lungo del cromosoma 7; quest’ultimo codifica per una proteina, anch’essa detta CFTR, che funge da canale per il trasporto del cloro a livello della membrana cellulare. Ad oggi sono note più di 1500 mutazioni, tra le quali la più frequente è la mutazione F508del che comporta l’assenza della fenilalanina in posizione 508.
Le mutazioni del gene CFTR causano la produzione di muchi e secrezioni particolarmente densi e viscosi con interessamento delle vie aeree, delle ghiandole sudoripare, del pancreas, del fegato, dell’intestino e dei vasi deferenti testicolari.
Da un punto di vista clinico si manifesta caratteristicamente con ileo da meconio alla nascita, sintomi di mal digestione pancreatica (come steatorrea, riduzione della crescita, anemia, ipoalbuminemia), intussuscezione intestinale, sintomi respiratori, in particolare tosse, sinusiti, bronco-ostruzione, ippocratismo digitale  e infezioni recidivanti che causano la gran parte della morbilità e della mortalità di questi pazienti, diabete dovuto principalmente a deficit della sintesi di insulina, osteoporosi e infertilità nel maschio.
Nonostante la gran parte dei casi venga diagnosticato in età pediatrica, la diagnosi può anche essere posta tardivamente nei giovani adulti.

Consegna il compito!


Tempo Rimasto 10 minuti!

Dottore, non aggiorni questa pagina prima del completamento della correzione.
Clicchi su "Consegna il Compito" per ottenere la correzione del compito.

consegna v3 il compito