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1 di 10 Domande

In relazione alle lesioni pretumorali indotte dal virus HPV, è corretto affermare che:














La risposta corretta è la C.
Il Papilloma Virus Umano costituisce una famiglia di oltre cento genotipi virali capaci di infettare l’uomo. In particolare, l’HPV 16 e il 18 vengono ritenuti ad alto rischio per l’evoluzione maligna dell’infezione, mentre, il 6 e l’11 sono responsabili di circa il 90% dei condilomi. L’infezione da parte dei virus ad alto rischio non causa direttamente una lesione neoplastica, ma nel 5-10% dei casi darà origine a “lesioni precancerose”, che nel corso di alcuni anni, potranno progredire verso la lesione tumorale vera e propria, oppure, in alcuni casi, regrediranno spontaneamente.
Per quanto riguarda le anomalie cellulari di basso grado regrediscono spontaneamente più frequentemente rispetto a quelle di alto grado e hanno un inferiore tasso di progressione a cancro (risposta D errata). Invece, le anomalie cellulari di alto grado regrediscono meno frequentemente rispetto a quelle di basso grado e hanno un maggior tasso di progressione (risposta A errata).


2 di 10 Domande

Quale di questi farmaci NON è indicato nel trattamento dell'emorragia del post partum causata da atonia uterina?














La risposta corretta è la A.
Nel trattamento dell’emorragia del post partum causata da atonia uterina è controindicato l’atosiban, un tocolitico analogo di sintesi dell’ossitocina endogena, che funge da antagonista selettivo dei recettori dell’ossitocina, che riduce la capacità contrattile uterina e viene somministrato in caso di minaccia di parto prematuro. In dettaglio, l’atonia uterina è una condizione patologica estremamente grave, caratterizzata dalla perdita del tono e dalla assenza di contrazione della muscolatura uterina nell’immediato post-parto. Rappresenta la principale causa di emorragia post partum, poiché l’assente contrazione delle fibre muscolari dell’utero, in seguito all’espulsione del feto, porta ad un sanguinamento massivo che richiede un controllo immediato. La terapia prevede il sostegno e il ripristino della volemia, la somministrazione di uterotonici (ossitocina, prostaglandine), l’utilizzo di manovre manuali o l’impiego di dispositivi atti ad ottenere l’emostasi, la correzione chirurgica ed in estrema ratio l’isterectomia. Invece, l’Ergometrina, un alcaloide della segale cornuta, causa vasocostrizione periferica e aumento della contrattilità del miometrio e, dunque,  può essere impiegata per il controllo dell’emorragia post partum (risposta B errata). Così, il Sulprostone, un farmaco analogo alla prostaglandina E2, può essere impiegato in tal caso specifico, in quanto ha attività ossitocica. La sua somministrazione deve essere monitorata poiché può causare angina, infarto miocardico e ictus (risposta C errata). Infine, l’Ossitocina, un farmaco di sintesi analogo all’ormone prodotto naturalmente dall’ipofisi al momento del travaglio, stimola l’attività contrattile uterina. I recettori localizzati a livello del miometrio aumentano durante la gravidanza, rendendo l’utero particolarmente sensibile all’ossitocina endogena o esogena. È il primo farmaco che viene impiegato nella prevenzione e nel controllo dell’emorragia post-partum (risposta D errata).


3 di 10 Domande

Scenario clinico UU1T. Una donna di 41 anni si presenta lamentando secchezza e bruciore vaginale e saltuarie piccole perdite di sangue post coitali. La paziente riferisce di essersi esaminata ma di non aver notato nulla di strano. I sintomi descritti suggeriscono di mettere in diagnosi differenziale tutti i seguenti, TRANNE:














La risposta corretta è la D.
I sintomi del paziente suggeriscono di mettere in diagnosi differenziale la dermatite vulvare, il lichen sclerosus, la Trichomoniasi tranne la dilatazione cistica della ghiandola di Bartolini. Tali ghiandole sono ghiandole mucose localizzate bilateralmente, in profondità, ai lati dell’orifizio vaginale, deputate alla produzione di un fluido lubrificante durante il rapporto sessuale. Non sono normalmente palpabili, tuttavia, nel caso di ostruzione del loro dotto, possono ingrossarsi e dare origine a cisti, che soprattutto se voluminose, possono causare dolore durante la deambulazione, asimmetria vulvare, dispareunia, secchezza vaginale. Non sono solitamente presenti perdite di sangue post-coitali. La cisti può talvolta infettarsi, con la conseguente formazione di ascessi (tutti segni clinici non presenti nel caso clinico in esame). Invece, la dermatite vulvare è una condizione infiammatoria che interessa i genitali esterni, causata generalmente dal contatto con particolari allergeni, stress di tipo meccanico o chimico. Bruciore, prurito, secchezza vaginale, eritema sono i sintomi più frequenti (risposta A errata). Così, il lichen sclerosus è una patologia di interesse dermatologico, di carattere infiammatorio cronico e progressivo, il cui sintomo iniziale è il prurito, spesso accompagnato da irritazione e dispareunia, la cui evoluzione porta ad un graduale indurimento delle mucose dei genitali e alla loro cicatrizzazione (risposta B errata). Infine, la trichomoniasi, una patologia a trasmissione sessuale, dovuta all’infezione da Trichomonas Vaginalis, un protozoo flagellato, decorre per lo più in maniera asintomatica, mentre nella donna può dare origine a secrezioni maleodoranti ed irritazione vulvare (risposta C errata).


4 di 10 Domande

Scenario clinico TT2V. Paziente giovane con sospetta endometriosi. A quale esame viene sottoposta la paziente per consentire una diagnosi di certezza?














La risposta corretta è la B.
L'endometriosi è una patologia in cui si riscontra tessuto endometriale funzionante impiantato in posizione anomala. Tipicamente tali impianti ectopici si riscontrano nella pelvi (ovaie, tube di Falloppio, vagina, cervice, legamenti utero-sacrali o nel setto retto-vaginale), causando clinicamente dismenorrea grave, dolore pelvico cronico e/o infertilità. I siti di impianto più insoliti sono le cicatrici laparotomiche, pleura, polmone, diaframma, reni, milza, cistifellea, mucosa nasale, canale spinale, stomaco, ghiandole mammarie e clinicamente possono essere responsabili di sintomi bizzarri come emottisi ciclica e crisi catameniali. Il sospetto diagnostico di tale patologia è clinico e supportato da esami di imaging. Tuttavia, l’unico esame di certezza è la laparoscopia con biopsia.


5 di 10 Domande

Scenario clinico RF3I. Si presenta all'attenzione del medico una paziente di 53 anni che ritiene di non essere ancora in menopausa perché ha ancora, per quanto scarse e non periodiche, perdite ematiche vaginali. Si procede con la visita senza alcun reperto obiettivo e si effettua un'ecografia transvaginale che evidenzia un endometrio spesso circa 12 mm. Quale procedura diagnostica dovrebbe eseguire la paziente?














La risposta corretta è la D.
Durante l’età fertile, lo spessore dell’endometrio varia in base alle varie fasi del ciclo, con un valore ritenuto normale sino a circa 14 mm, salvo alterazioni ormonali. Durante la premenopausa e la menopausa, invece, la progressiva involuzione dell’organo porta alla riduzione dello spessore della mucosa uterina, che dovrebbe raggiungere massimo 5 mm. In presenza di sanguinamenti vaginali, nel pre e nel post menopausa e di uno spessore endometriale superiore rispetto alla norma, la procedura diagnostica indicata è la biopsia endometriale, che consente di effettuare diagnosi di neoplasia. Al contrario, la RM dell’utero è un esame diagnostico che permette di studiare in maniera estremamente dettagliata l’anatomia di tale organo, ma non di definire le cause dell’ispessimento uterino riscontrato mediante esame ecografico (risposta B errata). Così, l’isterosonografia è un esame diagnostico semi-invasivo che permette di individuare patologie della cavità uterina quali malformazioni, polipi, fibromi, ispessimenti dell’endometrio, ma non di definire le cause dell’ispessimento uterino riscontrato mediante esame ECO (risposta A errata). Infine, il Pap-test è un esame citologico di screening che permette di individuare in maniera estremamente precoce la presenza di alterazioni cellulari e lesioni precancerose della cervice uterina (risposta C errata).


6 di 10 Domande

Scenario clinico RF3I. Si presenta all'attenzione del medico una paziente di 53 anni che ritiene di non essere ancora in menopausa perché ha ancora, per quanto scarse e non periodiche, perdite ematiche vaginali. Si procede con la visita senza alcun reperto obiettivo e si effettua un'ecografia transvaginale che evidenzia un endometrio spesso circa 12 mm. La paziente risulta affetta da adenocarcinoma endometriale. Quale tra le seguenti affermazioni sul carcinoma endometriale è corretta?














La risposta corretta è la D
La paziente di 53 anni che presenta perdite ematiche vaginali non periodiche e un endometrio ispessito di circa 12 mm, è stata diagnosticata con adenocarcinoma endometriale. La risposta corretta riguardo al carcinoma endometriale è che la pregressa terapia con soli estrogeni è un fattore di rischio. Il carcinoma endometriale è il tipo più comune di cancro dell'utero, e la sua incidenza è particolarmente elevata nei paesi sviluppati. È più comune nelle donne che hanno superato la menopausa, con la maggior parte dei casi diagnosticati tra i 60 e i 70 anni. Una delle cause ben riconosciute di questa malattia è l'esposizione prolungata agli estrogeni senza il controbilanciamento del progesterone, una condizione nota come "iperestrogenismo incontrollato". Ciò può verificarsi naturalmente in condizioni come l'obesità, la sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) e cicli anovulatori, o può essere il risultato di una terapia sostitutiva con soli estrogeni. Gli estrogeni promuovono la proliferazione delle cellule dell'endometrio, e senza l'effetto protettivo del progesterone, il rischio di sviluppare mutazioni cellulari maligne aumenta significativamente. Inoltre, sono stati identificati altri fattori di rischio per lo sviluppo del carcinoma endometriale, tra cui l'età avanzata, il sovrappeso o l'obesità (a causa della maggiore produzione di estrogeni dal tessuto adiposo), la storia familiare di carcinoma endometriale o di sindrome di Lynch (un disturbo ereditario che aumenta il rischio di vari tipi di cancro, incluso quello endometriale), l'assunzione di tamoxifene (un farmaco usato per prevenire o trattare il cancro al seno), l'ipertensione e il diabete. Il collegamento tra questi fattori e il cancro endometriale risiede nell'eccessiva o prolungata esposizione agli estrogeni senza adeguate fasi di progesterone, promuovendo così la crescita eccessiva e non regolata dell'endometrio, che può portare a mutazioni e, infine, a cancro. Il carcinoma endometriale può avere due sottotipi principali, tipo I e tipo II, con il tipo I strettamente correlato agli effetti dell'eccesso di estrogeni ed è il più comune. Le pazienti con carcinoma endometriale di solito presentano sintomi come sanguinamento vaginale anormale, che è spesso il primo segno di allarme, soprattutto nelle donne in post-menopausa. La diagnosi precoce è cruciale per un trattamento efficace e spesso si basa sull'ecografia transvaginale, come nel caso della paziente descritta, seguita da ulteriori accertamenti diagnostici per confermare la presenza e il tipo di carcinoma. Concludendo, la terapia con soli estrogeni aumenta il rischio di sviluppare cancro endometriale attraverso meccanismi correlati all'iperestrogenismo non contrastato, rendendo essenziale l'identificazione e la gestione dei fattori di rischio nella prevenzione e nella diagnosi precoce di questa patologia.

7 di 10 Domande

Scenario clinico DD4U. Viene visitata una paziente di 35 anni che presenta un dolore pelvico cronico già altrimenti indagato, per il quale è stato posto il sospetto di endometriosi pelvica. Nel valutare l'anamnesi della paziente, quale dei seguenti NON avvalla il sospetto diagnostico?














La risposta corretta è la D.
La pluriparità è un dato anamnestico che non avvalora il sospetto diagnostico di endometriosi. In particolare,  tale patologia è caratterizzata dalla presenza di mucosa endometriale anormalmente impiantata in luoghi diversi dalla cavità uterina. Tipicamente tali impianti ectopici si riscontrano nella pelvi (ad esempio, a livello di ovaie, tube di Falloppio, vagina, cervice, legamenti utero-sacrali o nel setto retto-vaginale) e si manifestano clinicamente con dismenorrea grave, dolore pelvico cronico o infertilità. I siti di impianto più insoliti sono le cicatrici laparotomiche, pleura, polmone, diaframma, reni, milza, cistifellea, mucosa nasale, canale spinale, stomaco, ghiandole mammarie e clinicamente possono essere responsabili di sintomi “bizzarri” come emottisi ciclica e crisi catameniali. Le donne che hanno avuto un menarca precoce, la loro prima gravidanza dopo i 30 anni, un utero di forma anomala, ipermenorrea e storia familiare di endometriosi hanno più probabilità di avere tale patologia (risposte A, B, C ed E errate). 


8 di 10 Domande

Scenario clinico DD4U. Viene visitata una paziente di 35 anni che presenta un dolore pelvico cronico già altrimenti indagato, per il quale è stato posto il sospetto di endometriosi pelvica. Quale delle seguenti affermazioni relative alla diagnosi è ERRATA?














La risposta corretta è la A.
Il sospetto diagnostico di endometriosi si fonda sulla sintomatologia e sugli esami di imaging (ad esempio, ECO, TC e RM). Dunque, la RM è a volte indicata nell’iter diagnostico di tale patologia. Infine, la conferma definitiva della diagnosi si basa sulla visualizzazione diretta della lesione con biopsia.


9 di 10 Domande

Il meningioma intracranico:














La risposta corretta è la D.
L’indagine diagnostica di scelta per il meningioma è la RM, che sovente mostrerà la caratteristica dural tail, un ispessimento ed enhancement della dura madre adiacente al meningioma. Le sedi più frequenti di presentazione sono le zone corticali esterne (risposta A errata). Normalmente il tasso di recidiva, che dipende dalla localizzazione e dal grado, supera il 5% (risposta B errata). Per la prognosi, la sede della patologia è dirimente, in quanto una chirurgia aggressiva e risolutiva può essere effettuata quando il tumore non cresce in prossimità di zone vitali. Infine, tale patologia non è associata alla malattia di Von Hippel Lindau, bensì alla neurofibromatosi (risposta C errata).


10 di 10 Domande

Scenario clinico SX2A. Una donna di 40 anni presenta calo della libido, galattorrea, amenorrea secondaria, saltuaria cefalea e lieve calo del visus nei settori temporali. La RM sella con mdc mostra una lesione espansiva intra e sovra-sellare con vivace e omogeneo enhancement. La diagnosi più probabile è:














La risposta corretta è la C.
La diagnosi più probabile per la paziente del caso clinico è rappresentata dal macro-adenoma ipofisario, che può dare disturbi di tipo endocrinologico o espansivo. Le sindromi da compressione, presenti quando le dimensioni dell’adenoma superano 1 cm di diametro, possono interessare tutte le strutture in prossimità della sella turcica. I disturbi visivi sono generalmente i primi sintomi a comparire. Il rischio di compressione riguarda il chiasma ottico, i nervi ottici o i tratti ottici. Nel caso di compressione del chiasma ottico, si riscontra una emianopsia bitemporale, poiché nel chiasma ottico decussano le fibre nervose provenienti dalle emi-retine nasali. Invece, il cranio-faringioma, un raro tumore benigno prevalentemente dell’infanzia, ha una localizzazione sellare e para-sellare ed origina dalle cellule embrionali residue dell’intestino primitivo (tasca di Rathke). Sebbene sia una neoplasia benigna, il suo accrescimento può causare compressione delle strutture nervose circostanti, causando riduzione del visus, diabete insipido, alterazioni ormonali. In alcuni bambini può determinare idrocefalo (risposte A e D errate).


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