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1 di 10 Domande

Scenario clinico CU6N. Una donna di 62 anni, affetta da glaucoma ad angolo stretto, lamenta emicrania. Quale farmaco per il trattamento dell'emicrania è controindicato in questa paziente?














La risposta corretta è la C.
Per la paziente del caso clinico con glaucoma è controindicato l’uso dell’amitriptilina, un farmaco appartenente agli antidepressivi triciclici. A causa della scarsa selettività del suo meccanismo d’azione e delle sue numerose interazioni, la sua somministrazione è gravata da numerosi possibili effetti collaterali. Ad esempio, l’antagonismo del recettore muscarinico è responsabile degli effetti collaterali anticolinergici: infatti, è controindicata a livello oculare, dato che causa secchezza, cicloplegia ed ipertono. Invece, l’atenololo, il paracetamolo, l’indometacina non sono controindicati nel glaucoma ad angolo stretto (risposta A, B, D ed E errate).


2 di 10 Domande

Scenario clinico TO7R. Un paziente affetto da fibrillazione atriale cronica in terapia anticoagulante riferisce di aver avuto nell'ultima settimana degli episodi di amaurosi fugace da un occhio. Qual è l'atteggiamento più prudente?














La risposta corretta è la C.
Il paziente del caso clinico presenta la fibrillazione atriale (FA), una tachiaritmia relativamente frequente nella popolazione anziana, caratterizzata da una attivazione atriale disorganizzata e caotica dai 400 a 650 impulsi/minuto. I pazienti con FA hanno un aumentato rischio di eventi cardiovascolari e tromboembolici, in cui il distretto vascolare più frequentemente interessato è la biforcazione carotidea. In aggiunta, anche l’amaurosi fugace può dipendere da eventi embolici determinati dalla FA. Per tali motivi è necessario effettuare uno studio ecografico del cuore e dei tronchi sovraortici, per accertare la presenza di emboli provenienti da questi distretti o escludere altre cause. Invece, la tomografia ottica a luce coerente (o tomografia ottica computerizzata), viene impiegata nella diagnosi e nel follow-up di numerose patologie della cornea e della retina, poiché consente di ottenere scansioni molto precise di entrambe le strutture. Tuttavia, non è l’esame più indicato nel caso di amaurosi fugace (risposta D errata). Infine, il dosaggio della terapia anticoagulante può essere modificato solo dopo una attenta valutazione del rapporto fra i rischi e i benefici (risposta B errata).


3 di 10 Domande

Scenario clinico AA8B. Un giovane paziente con diabete di tipo 1 chiede informazioni su come sarà la sua prognosi. È interessato in particolar modo alla sua vista e a come salvaguardarla. Quale tra questi fattori è considerato più importante nello sviluppo della retinopatia diabetica?














La risposta corretta è la C.
La retinopatia diabetica, una tardiva conseguenza del diabete mellito di tipo micro-vascolare, è correlata alla durata, al cattivo controllo glicemico del diabete ed all'eventuale ipertensione arteriosa concomitante. Si distinguono due tipi di retinopatia diabetica: la forma non proliferante e quella proliferante.


4 di 10 Domande

Scenario clinico VV4V. Una paziente in occasione di una visita di controllo vi esprime perplessità relative al fatto che la figlia di 12 anni ha uno sviluppo fisico adeguato alla sua età (97° percentile, comparsa di peli e iniziale ingrossamento delle mammelle) ma non ha ancora avuto il menarca, a differenza di molte sue compagne di classe. La bambina è nata con parto eutocico dopo una gravidanza normo-decorsa, è sana e ha una vita attiva adeguata alla sua età. Quale delle seguenti informazioni vi porta a considerare la diagnosi di imene imperforato?














La risposta corretta è la C.
Dal punto di vista clinico, i sintomi che pongono il sospetto di imene imperforato sono l’amenorrea primaria e i dolori addominali (a causa dell’ematocolpo, cioè la raccolta di sangue mestruale in vagina e in utero), in presenza di uno sviluppo fisico adeguato all’età puberale della paziente del caso clinico. Quindi, frequenti accessi in PS per dolore addominale rimasti senza diagnosi possono indirizzare verso tale diagnosi. In particolare, l’imene imperforato, rara patologia che richiede un piccolo intervento chirurgico, è una condizione congenita in cui tale membrana chiude totalmente l’apertura vaginale, impedendo la fuoriuscita di secrezioni e sangue mestruale dalla vagina (risposta D errata). Al contrario, la celiachia è una malattia infiammatoria cronica scatenata dall’ingestione di glutine nei soggetti geneticamente predisposti. L’imene imperforato è una condizione congenita non legata alla celiachia (risposta A errata). Così, una consistente riduzione della massa grassa per rapida crescita in altezza non depone per imene imperforato, trattandosi di una condizione prettamente anatomica di tipo congenito (risposta B errata).


5 di 10 Domande

Scenario clinico EE5E. Un pediatra anticipa al medico ginecologo con una lettera l'invio di una paziente di 13 anni che non ha ancora avuto il menarca. La paziente è nata con parto eutocico dopo una gravidanza normo-decorsa, è sana, ha uno sviluppo fisico adeguato alla sua età, è alta (97° percentile), ha un iniziale sviluppo dei caratteri sessuali secondari (comparsa di peli e iniziale ingrossamento delle mammelle) e svolge una vita attiva adeguata alla sua età. Un corretto iter diagnostico prevede l'esecuzione di tutti i seguenti esami TRANNE:














La risposta corretta è la B.
La paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e laboratoristi, presenta amenorrea primaria e il dosaggio delle amilasi, prodotte principalmente dal pancreas e dalle ghiandole salivari non ha alcuna utilità clinica. Infatti, il loro dosaggio riveste un ruolo nella diagnosi della pancreatite acuta e in alcune affezioni delle ghiandole salivari. In dettaglio, il ciclo mestruale è regolato da una serie di ormoni prodotti dall’asse ipotalamo-ipofisario e dalle ovaie. In particolare, l’ipotalamo produce ciclicamente il GnRH, che stimola la produzione da parte dell’ipofisi di LH (ormone luteinizzante) e di FSH (ormone follicolostimolante). Alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisario o la produzione anomala di ormoni da parte dell’ipofisi possono ritardare la comparsa del menarca. Nel sospetto di una disregolazione ormonale, un corretto iter diagnostico prevede il dosaggio della prolattina sierica (l’iperprolattinemia può ritardare la comparsa del ciclo mestruale), il dosaggio dell’LH e dell’FSH ed il dosaggio del TSH (che riflette la funzionalità tiroidea e permette di evidenziare condizioni di ipo o ipertiroidismo, entrambe correlabili all’assenza del menarca e all’amenorrea) (risposte A, C, D ed E errate). 


6 di 10 Domande

Scenario clinico AS6R. Una donna di 42 anni, con due figli di 7 e 9 anni, presenta da qualche tempo una amenorrea secondaria, che ha inizialmente interpretato come insorgenza precoce di menopausa. Riferisce anche calo della libido da parecchio tempo, che ha attribuito a problematiche personali. Tuttavia, recentemente ha notato la comparsa di cefalea mattutina, galattorrea e deficit visivo nei settori temporali. Si è pertanto sottoposta a RM encefalo e sella che ha dimostrato la presenza di una lesione espansiva intra e sovra-sellare incrementata dal contrasto. Il profilo ormonale dimostrerà più probabilmente:














La risposta corretta è la C.
Verosimilmente la paziente del caso clinico presenta un prolattinoma e il profilo ormonale dimostrerà prolattina > 200 ng/ml.


7 di 10 Domande

Scenario clinico II9H. Il medico sta seguendo una donna di 49 anni affetta da sindrome di Sjögren, in terapia con idrossi-clorochina. La paziente segue regolari controlli oculistici per valutare la funzionalità lacrimale. Per quale altro motivo è importante che la paziente segua controlli oculistici approfonditi?














La risposta corretta è la C.
La paziente del caso clinico, affetta da sindrome di Sjögren in terapia con idrossi-clorochina, deve essere sottoposta a controlli oculistici approfonditi in quanto tale farmaco può determina maculopatia e l’unico modo per arrestare la progressione del danno è la sua individuazione negli stadi pre-sintomatici con conseguente immediata interruzione del trattamento. In dettaglio, tale sindrome è una malattia infiammatoria sistemica cronica relativamente frequente, a carattere autoimmune ed eziologia sconosciuta. Il quadro clinico è caratterizzato da xerostomia e xeroftalmia. Per il controllo di alcune manifestazioni, come astenia e artralgia, viene talvolta impiegata l’idrossiclorochina, un farmaco antimalarico. In particolare, si tratta di una terapia a lungo termine, dato che il farmaco inizia a determinare benefici solo dopo alcune settimane.  Per questo motivo, i pazienti in terapia devono eseguire esami periodici (come l’OCT e l’elettroretinogramma multifocale) per individuare precocemente tale effetto collaterale. Al contrario, la vasculite retinica, una condizione infiammatoria del circolo retinico, non è una manifestazione tipica della sindrome o della terapia con idrossiclorochina (risposta B errata).


8 di 10 Domande

Scenario clinico CC0Y. Un uomo di 32 anni si presenta particolarmente preoccupato e in ansia per alcuni sintomi insorti da una settimana, dopo un ciclo di terapia con cortisonici per os per il trattamento di una allergia cutanea. Riferisce di vedere da un occhio più deformato e sbiadito. Davanti a quale patologia, con maggiore probabilità, ci si trova?














La risposta corretta è la B.
Il paziente del caso clinico presenta la corio-retinopatia sierosa centrale, una patologia che colpisce più frequentemente i soggetti di sesso maschile di età compresa tra i 30 e i 50 anni. Le condizioni che causano un aumento del cortisolo ematico (assunzione di corticosteroidi, sindrome di Cushing, etc.) sono considerate fattori di rischio. Dal punto di vista clinico, tale patologia è caratterizzata dal sollevamento della zona centrale della retina per l’accumulo di liquido sieroso proveniente dai vasi corioidei. I sintomi più frequenti sono la visione offuscata, la distorsione delle immagini e la comparsa di scotoma centrale. La regressione, con il completo recupero funzionale, può essere spontanea nell’arco di 2-4 mesi, sebbene possa recidivare o cronicizzare, con danni irreversibili del visus.
Invece, il distacco di retina può essere determinato da molteplici cause, traumatiche o non traumatiche. I sintomi di insorgenza sono rappresentati generalmente da miodesopsie, fotopsie e scotomi (risposta A errata). Al contrario, nella occlusione della vena centrale della retina, si ha una riduzione globale del visus in un occhio fino alla completa perdita della vista; il deficit sarà localizzato ad un solo campo visivo, se si tratta di una occlusione venosa di branca oppure di una occlusione venosa parziale (occlusione parcellare). È un processo indolore che può avvenire improvvisamente, oppure gradualmente nell’arco di giorni o settimane (risposta C errata). Infine, la maculopatia di Valsalva, condizione patologica della macula, è dovuta ad un sanguinamento intraoculare determinato da un improvviso aumento della pressione intratoracica o intra-addominale (risposta D errata).


9 di 10 Domande

Scenario clinico UT1K. Una donna di 56 anni si presenta in ambulatorio per un parere. La donna riferisce di avere da oltre otto mesi un calazio vicino al margine palpebrale inferiore dell'occhio destro, che non riesce a curare con alcun tipo di trattamento topico e comportamentale. Racconta, inoltre, che negli ultimi due mesi si è ingrandito e le ha fatto cadere alcune ciglia. Quale tra i seguenti provvedimenti diagnostico-terapeutici, è il più corretto nella gestione di questa problematica?














La risposta corretta è la A.
Il calazio, una formazione cistica localizzata a livello palpebrale, si forma per una infiammazione cronica a patogenesi non infettiva delle ghiandole sebacee di Meibomio, collocate lungo la palpebra. Può essere spesso confusa con l’orzaiolo, una infiammazione localizzata infettiva delle ghiandole sebacee di Zeiss, collocate alla base delle ciglia. Nel calazio l’occlusione del dotto escretore delle ghiandole di Meibomio causa l’accumulo del secreto, con aumento delle dimensioni e infiammazione. La lesione appare come un nodulo duro alla palpazione e dolorabile. Può essere sovra-tarsale o sotto-tarsale. Il trattamento del calazio prevede l’impiego di corticosteroidi (per ridurre l’infiammazione e facilitare la fuoriuscita del secreto) e di antibiotici (per evitare la sovra-infezione batterica). Qualora il trattamento farmacologico non sia risolutivo (come nel caso della paziente) è necessario effettuare una biopsia escissionale, che viene effettuata generalmente in regime ambulatoriale ed in anestesia locale. Al contrario, l’elettrocoagulazione delle ciglia o del follicolo pilifero può essere impiegata nel caso di trichiasi (alterato orientamento delle ciglia), distichiasi (presenza di una doppia fila di ciglia) e ciglia aberranti (metaplasiche, con origine a livello degli orifizi delle ghiandole di Meibomio) (risposta B errata).


10 di 10 Domande

A livello del polso, il nervo ulnare può essere compresso tipicamente a livello di:














La risposta corretta è la D.
A livello del polso, il nervo ulnare può essere compresso tipicamente a livello del canale di Guyon, struttura delimitata dall'osso pisiforme e dall'apofisi unciniforme dell'uncinato, all'interno del quale decorrono nervo e arteria ulnare.


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