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1 di 10 Domande

Un bambino di tre anni viene portato in Pronto Soccorso perché ha ingerito un numero imprecisato di compresse di acido acetilsalicilico. All’ingresso il bambino accusa vertigini soggettive, ha vomito, e all’obiettività si evidenzia tachipnea. Quale dei seguenti provvedimenti NON è corretto?














La risposta corretta è al E.

Il caso clinico presentato evidenzia un'intossicazione acuta da acido acetilsalicilico. Nei casi di sovradosaggio acuto, i sintomi iniziali includono nausea, vomito, acufeni e iperventilazione, seguiti da agitazione, febbre, confusione e convulsioni, con possibili complicazioni quali rabdomiolisi, insufficienza renale acuta e insufficienza respiratoria. Questi farmaci stimolano i centri respiratori nel bulbo, causando una alcalosi respiratoria primaria, mentre i salicilati provocano una acidosi metabolica primaria che costituisce lo squilibrio acido-base predominante. Nel percorso diagnostico è fondamentale eseguire esami ematici (compreso emocromo, biochimica, emogasanalisi, salicilatemia) e una radiografia del torace per escludere edema polmonare, versamento pleurico o altre cause di insufficienza respiratoria acuta. Per quanto riguarda il trattamento, è indicata l'assunzione di carbone attivato fino a che non si manifesti nelle feci, ripetibile ogni 4 ore. È inoltre necessario correggere la volemia e le eventuali alterazioni elettrolitiche, oltre ad alcalinizzare le urine mediante l'uso di cloruro di potassio. In alcuni casi può essere necessaria l'emodialisi. L'infusione di liquidi per stimolare la diuresi non è raccomandata, soprattutto in presenza di insufficienza renale acuta da rabdomiolisi (le risposte A, B, C e D non sono corrette).


2 di 10 Domande

Una bambina di due anni viene portata in Pronto Soccorso per un quadro insorto rapidamente da un’ora circa, caratterizzato da tosse abbaiante, stridore inspiratorio, agitazione, febbre elevata, scialorrea, disfagia. SpO2 in aria ambiente uguale 90%. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la B.

La situazione descritta rappresenta un esemplare caso di epiglottite acuta. Questa condizione, spesso di natura grave e potenzialmente fatale, è generalmente causata da un'infezione batterica, comunemente da Haemophilus influenzae di tipo B, per la quale la vaccinazione è ora un requisito essenziale. Tuttavia, può derivare anche da streptococchi e stafilococchi, sebbene più raramente. La compromissione dell'epiglottide può portare a un'ostruzione delle vie aeree superiori, manifestandosi attraverso sintomi quali tosse abbaiante, stridore inspiratorio, dispnea acuta, febbre elevata e agitazione psicomotoria. Tale situazione richiede intervento medico immediato e un tempestivo trattamento, che può includere l'intubazione e la somministrazione di terapia antibiotica, al fine di prevenire un'insufficienza respiratoria. D'altra parte, le altre risposte sono considerate meno probabili rispetto a quella suggerita, poiché non sono comunemente associate a un grave stridore inspiratorio misto a febbre, né alla tipica "tosse abbaiante" dell'epiglottite (le risposte A, C, D ed E non sono corrette).


3 di 10 Domande

Viene ricoverato un bambino di cinque anni che presenta un rash cutaneo purpureo palpabile localizzato in particolare agli arti inferiori, dolori addominali associati a tracce ematiche nelle feci, dolore articolare, tumefazione alle ginocchia ed ematuria macroscopica. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la A.

La porpora di Schonlein-Henoch, una vasculite mediata da IgA, rappresenta la forma più comune di vasculite nell'infanzia. È caratterizzata dalla presenza di porpora palpabile agli arti inferiori e ai glutei, che costituisce un elemento fondamentale per la diagnosi. Altri sintomi tipici includono dolore addominale, artralgie/artrite e coinvolgimento renale. Spesso questa condizione regredisce spontaneamente, e il trattamento si limita a misure di supporto. Al contrario, prima dell'insorgenza dei sintomi non è documentata alcuna infezione, e i criteri di JONES non sono soddisfatti (la risposta B non è corretta). Inoltre, non è presente la febbre, requisito indispensabile per la diagnosi di Kawasaki, e mancano altri segni caratteristici come congiuntivite, linfoadenopatia, eritema polimorfo, o alterazioni delle estremità (la risposta D non è corretta). Nel contesto descritto non si fa menzione di ponfi, e il bambino non è stato sottoposto a nessuna terapia farmacologica (la risposta E non è corretta).

 


4 di 10 Domande

Una ragazza di 12 anni presenta da alcuni giorni un quadro clinico in progressivo peggioramento, caratterizzato da labilità emotiva e continui brevi ed involontari movimenti degli arti e della mimica facciale, non presenti durante il sonno. La ragazza due mesi fa circa ha sofferto di una tonsillite febbrile, accompagnata da malessere e tumefazione dolente dei linfonodi sottomandibolari e seguita da dolore e tumefazione migranti alle articolazioni delle ginocchia. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la B.

La Corea di Sydenham emerge come la diagnosi più verosimile, essendo una complicanza dell'infezione da Streptococcus pyogenes, frequentemente originata da focolai orofaringei. Si caratterizza per rapidi movimenti involontari irregolari (corea) agli arti. Tra i sintomi non neurologici della febbre reumatica si annoverano la cardite, l'artrite migrante (secondo quadro), l'eritema marginato e i noduli sottocutanei. La presentazione clinica evidenzia due aspetti principali:

- un quadro sintomatologico neurologico caratterizzato da labilità emotiva e movimenti involontari agli arti e al volto;
- un quadro clinico internistico/infettivologico caratterizzato da tonsillite, linfoadenopatie loco-regionali e tumefazione migrante alle articolazioni delle ginocchia.

Le crisi epilettiche focali, in accordo con la classificazione ILAE del 2017, di solito manifestano movimenti involontari lateralizzati ad un emi-soma; inoltre, il sonno spesso facilita la comparsa di crisi (la risposta C non è corretta). In aggiunta, la paziente non presenta né ipostenia né mialgie e non presenta manifestazioni cutanee peculiari (la risposta E è errata).


5 di 10 Domande

Un bambino di cinque anni con storia di trauma cranico accidentale occorso cadendo da circa un metro d’altezza, arriva in Pronto Soccorso. All’ingresso il bambino è vigile, orientato ed ha un esame obiettivo generale e neurologico negativo e ricorda e descrive l’accaduto. Lamenta soltanto una cefalea di media entità. Il bambino dopo il trauma ha pianto subito ed ha vomitato. Quale tra i seguenti comportamenti clinici è il più indicato?














La risposta corretta è la E.

La scelta corretta è quella di rassicurare i genitori e trattenere il bambino per un periodo di osservazione clinica in Pronto Soccorso (PS). Esaminando attentamente le linee guida, non sono presenti criteri definiti per classificare il rischio come intermedio e pertanto non vi è indicazione per eseguire una TC. Per rispondere a questa domanda, facciamo riferimento alle linee guida italiane del 2018:

- Per i traumi cranici maggiori con GCS minore o uguale a 13, si raccomanda di effettuare una TC cerebrale.
- Per i traumi cranici minori con GCS tra 14 e 15:
 1. Si considera un rischio elevato se almeno uno dei seguenti criteri è presente: GCS 14, alterazione dello stato mentale (agitazione, sonnolenza, risposte ripetitive, risposta rallentata), impatto ad alta energia sulla testa, frattura palpabile del cranio (meno di 2 anni) o della base cranica (più di 2 anni): in tal caso si raccomanda di effettuare una TC cerebrale.
 2. Si considera un rischio intermedio se il GCS è 15 ma sono presenti almeno uno dei seguenti criteri nei bambini di età inferiore a 2 anni: perdita di coscienza, meccanismo significativo (incidente stradale, caduta da un'altezza superiore a 90 cm), segnalazione di comportamento anomalo da parte dei genitori, presenza di ematoma sullo scalpo non frontale. Nei bambini di età superiore a 2 anni, si considera rischio intermedio se sono presenti: perdita di coscienza, meccanismo significativo (incidente stradale, caduta da un'altezza superiore a 150 cm), vomito persistente, aumento dell'intensità del mal di testa.
- Si raccomanda di privilegiare l'osservazione clinica, con un periodo di osservazione di 4-6 ore se il bambino ha più di 3 mesi di età, e di almeno 24 ore se ha meno di 3 mesi. Si indica la TC cerebrale se si verificano segni o sintomi multipli e/o un peggioramento durante l'osservazione.


6 di 10 Domande

Un lattante di dieci mesi di origini nigeriane, in Italia da poche settimane, giunge in Pronto Soccorso per pianto inconsolabile. Non presenta febbre. Alla valutazione clinica si osservano irritabilità, tachicardia ed edema di tre dita della mano destra, che appaiono calde ed eritematose. La restante obiettività clinica è nella norma, ad eccezione di modica epatosplenomegalia. Qual è l’ipotesi diagnostica più probabile?














La risposta corretta è la D.

La presentazione clinica del lattante, contrassegnata da pianto inconsolabile, irritabilità, tachicardia e edema di tre dita della mano destra, caratterizzate da calore ed eritema, indica fortemente la possibilità di una crisi vaso-occlusiva. Questi sintomi, insieme alla presenza di una modesta epatosplenomegalia, suggeriscono la possibilità di una malattia come l'anemia falciforme o la drepanocitosi, specialmente considerando le origini nigeriane del paziente e il breve periodo trascorso in Italia.


7 di 10 Domande

Arriva in Pronto Soccorso un lattante di tre mesi con tosse e “wheezing”, che presenta all’obiettività rientramenti intercostali, alitamento delle pinne nasali, bilancia toraco-addominale ed aumento della frequenza respiratoria e cardiaca. Non è febbrile, ma viene riferita scarsa assunzione di latte da alcune ore. Nel sospetto di bronchiolite quale comportamento clinico tra i seguenti è più corretto assumere in questo caso?














La risposta corretta è la C.

Il quadro clinico suggerisce una condizione di bronchiolite severa in un bambino di tre mesi. In tali circostanze, la priorità è garantire il supporto respiratorio e l'idratazione, con monitoraggio della saturazione di ossigeno (SpO2) e somministrazione di ossigeno in caso di SpO2 inferiore a 94%. È inoltre necessario il trattamento in regime di ricovero. La somministrazione di glucocorticoidi e salina ipertonica non è raccomandata come pratica di routine (le risposte A, B e D sono errate). Si preferisce la somministrazione endovenosa di fluidi rispetto all'alimentazione o all'idratazione per via orale a causa del rischio di aspirazione (la risposta E è errata).


8 di 10 Domande

Viene portata dal pediatra una bambina di quattro anni che lamenta da alcuni giorni artralgie migranti e mialgie. L’esame obiettivo è sostanzialmente negativo. La madre riferisce che una settimana prima dell’esordio della sintomatologia aveva notato nella bambina la presenza di un’area eritematosa, con zona centrale più pallida sulla superficie posteriore della gamba sinistra, a livello del cavo popliteo, durata parecchi giorni e risoltasi spontaneamente. La bambina era stata in vacanza in una zona collinare del Friuli-Venezia Giulia. Quale tra le seguenti ipotesi diagnostiche è la più probabile?














La risposta corretta è la A.

La malattia di Lyme è causata dalla spirocheta Borrelia spp, trasmessa dalla puntura di zecca (Ixodes ricinus in Europa). In Italia, le regioni più colpite includono il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l'Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige. La malattia presenta tre fasi: precoce localizzata, precoce disseminata e tardiva. Nella fase precoce si manifesta un rash cutaneo (eritema migrans), che rappresenta il segno distintivo (localizzato nella sede del morso della zecca, spesso agli arti inferiori o superiori, caratterizzato da una macula rossa con zona centrale più chiara) e può risolversi spontaneamente. Settimane o mesi dopo possono insorgere manifestazioni articolari, cardiache o neurologiche. L'artrite si sviluppa in circa il 60% dei pazienti (entro 2 anni dall'esordio), con episodi recidivanti di edema articolare e dolore, soprattutto alle grandi articolazioni e alle ginocchia. Al contrario, la distrofia muscolare di Duchenne è una malattia ereditaria legata al cromosoma X, colpendo quasi esclusivamente i maschi. L'esordio avviene nella prima decade di vita ed è progressivo. Si manifesta con ritardo nell'inizio della deambulazione e difficoltà nel cammino, talvolta associati a deficit cognitivi. Coinvolge i muscoli, sostituiti da tessuto connettivo e fibrotico, portando a atrofia muscolare (la risposta B è errata). Al contrario, la malattia reumatica è un'infiammazione delle articolazioni, delle valvole cardiache, della cute e del sistema nervoso centrale, causata dallo streptococco beta-emolitico di gruppo A. Si manifesta soprattutto tra i 5 e i 15 anni e la sua incidenza è notevolmente diminuita grazie all'uso precoce di terapia antibiotica. È una risposta immunitaria aberrante allo streptococco, caratterizzata da febbre, malessere, astenia e artrite (tipicamente migrante), danni alle valvole cardiache (soprattutto la mitrale) e, più raramente, corea, eritema e noduli sottocutanei (la risposta C è errata). Al contrario, l'artrogriposi comprende una serie di rare patologie congenite caratterizzate da retrazioni articolari multiple; le deformità articolari sono presenti fin dalla nascita (la risposta D è errata).  Infine, l'artrite idiopatica giovanile è un'artrite di una o più articolazioni che esordisce prima dei 16 anni, con edema e dolore articolare, che persiste per almeno 6 settimane. I sintomi articolari sono di solito più intensi al mattino o dopo l'inattività, coinvolgendo principalmente gomiti, ginocchia e polsi. Può essere accompagnata da sintomi sistemici come febbre, rash, linfoadenomegalia o splenomegalia, pericardite. L'eziologia è sconosciuta (la risposta E è errata).


9 di 10 Domande

Una donna di 43 anni giunge alla nostra osservazione per la comparsa, da alcuni mesi, di episodi ricorrenti di dispnea per broncocostrizione. Concomitano congestione nasale ed artralgie. Alla radiografia del torace si evidenziano infiltrati polmonari multipli e periferici. Quale tra queste diagnosi deve essere presa primariamente in considerazione?














La risposta corretta è la A.

La donna in questione ha sviluppato in età adulta asma, sinusite e artralgie. Una diagnosi da considerare è la granulomatosi eosinofila con poliangioite (EGPA), caratterizzata dall'esordio di asma/sinusite in età adulta, seguita da artralgie. Nelle fasi iniziali, può verificarsi coinvolgimento del sistema nervoso periferico con mononeurite multipla o polineurite, miocardite, e, più raramente, interessamento renale. Al contrario, la Takayasu è una vasculite dei grossi vasi che non si manifesta con questa sintomatologia e si caratterizza per il coinvolgimento dei vasi derivanti dall'arco aortico (soffi vascolari, polsi asimmetrici, età sotto i 40 anni, differenza pressoria, claudicatio) (la risposta B è errata). Inoltre, non può trattarsi di artrite reumatoide poiché non viene menzionata l'artrite, ma solo artralgie (la risposta C è errata). Inoltre, non può essere malattia di Behcet perché anch'essa è una vasculite, e non può essere dermatomiosite perché non ci sono segni cutanei né debolezza progressiva ai cingoli (le risposte D ed E sono errate).


10 di 10 Domande

Giunge in ambulatorio un uomo di 32 anni con prurito diffuso senza interessamento del capo presente da due settimane. Riferisce che il prurito è più accentuato nelle ore notturne. Alla valutazione clinica sono presenti papule, alcune escoriate, e lesioni da grattamento. Alla faccia laterale del secondo dito di una mano si osservano lesioni lineari di circa un centimetro di lunghezza con una piccola papula ad una estremità. Quale tra le seguenti è la prima patologia che si deve sospettare?

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La risposta corretta è la A.

La prima patologia da considerare è la scabbia. Tutti i principali segni diagnostici sono presenti: prurito incessante, prevalentemente notturno, che coinvolge il corpo, presenza di lesioni lineari (i "cunicoli") negli spazi interdigitali e papule ("eminenza acarica") all'estremità dei cunicoli. Questi segni conducono facilmente alla diagnosi di scabbia. Al contrario, il risparmio del cuoio capelluto esclude la pediculosi (la risposta £ è errata). Inoltre, altre patologie presentano lesioni diverse, come il pomfo (nell'orticaria) (la risposta B è errata), la papula eritematosa che evolve in nodulo (leishmaniosi) (la risposta C è errata) e la bolla a tetto teso con contenuto siero-emorragico (pemfigoide) (la risposta D è errata).


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