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1 di 10 Domande

In un paziente di 74 anni ricoverato in un reparto di Pneumologia per dispnea acuta non febbrile ed insufficienza respiratoria acuta ipossiemica di natura da definire, con RX torace che non mostra nessuna lesione a focolaio, quale tra i seguenti accertamenti diagnostici è irrinunciabile?














La risposta corretta è la E.

In caso di dispnea acuta associata a insufficienza respiratoria, senza lesioni focali indicative di eventi pneumonici o pneumotorace, è necessario escludere un'embolia polmonare. Pertanto, tra le opzioni proposte, il D-dimero è l'esame fondamentale.


2 di 10 Domande

Una paziente di 73 anni, ex fumatrice di 70 pack-years, in ossigenoterapia domiciliare a lungo termine per una BPCO (ultima spirometria eseguita circa 12 mesi prima con VEMS post-broncodilatatore pari al 30% del teorico) viene ricoverata per la presenza di insufficienza respiratoria cronica riacutizzata secondaria a polmonite acquisita in comunità al lobo medio e scompenso cardiaco. Quale tra i seguenti trattamenti è irrinunciabile?














La risposta corretta è la C.

Nel trattamento dell'insufficienza respiratoria, l'ossigenoterapia è l'elemento essenziale; le altre opzioni proposte non sono indicate per questo caso specifico.


3 di 10 Domande

Una donna di 65 anni, ex fumatrice di 40 pack-years, affetta da BPCO con VEMS pari al 28% del teorico (ultima spirometria eseguita circa sei mesi fa) giunge all’osservazione con la seguente emogasanalisi arteriosa eseguita mentre la paziente respirava aria ambiente: pH=7,35, PaO2=40 mmHg, PaCO2=55 mmHg, HCO3-=27 mmol/L. Questa emogasanalisi è più indicativa di una paziente con:














La risposta corretta è la B.

Valutando l'emogasanalisi della paziente, consideriamo questi elementi chiave:

- PaO2: 40 mmHg in aria ambiente. Un PaO2 inferiore a 60 mmHg indica ipossia e insufficienza respiratoria.
- pH: 7,35, leggermente acidotico (valori normali 7,35 - 7,45).
- PaCO2: 55 mmHg, notevolmente oltre i valori normali (35 - 45 mmHg). Questo suggerisce una riacutizzazione della BPCO con acidosi respiratoria ipercapnica.
- HCO3-: 27 mmol/L, lievemente sopra i valori normali (22 - 26 mmol/L). Questo leggero aumento è coerente con il compenso renale, che incrementa la concentrazione di HCO3- per neutralizzare l'acidosi respiratoria.

In questo caso, si tratta di insufficienza respiratoria acuta con acidosi respiratoria. Il compenso atteso corrisponde a quello osservato nell'emogasanalisi della paziente (le risposte A, C, D ed E non sono corrette).


4 di 10 Domande

I “criteri di Duke modificati” per la diagnosi di endocardite infettiva sono distinti in criteri maggiori e criteri minori. Tra i seguenti NON
è un criterio maggiore:














La risposta corretta è la E.

Per diagnosticare l'endocardite, sono necessari:
- 2 criteri maggiori e 0 minori
- 1 criterio maggiore e 3 minori
- 0 criteri maggiori e 5 minori.

I criteri maggiori includono:
- Due emocolture positive per i microrganismi tipici dell'endocardite (Streptococcus viridans, S. gallolyticus, HACEK, S. aureus) o enterococchi, prelevate a distanza di più di 12 ore l'una dall'altra (la risposta C non è corretta).
- Tutte e 3 o la maggioranza di 4 o più emocolture positive (con almeno 1 ora tra la prima e l'ultima coltura) per microrganismi compatibili con l'endocardite.
- Evidenza sierologica di Coxiella burnetii (titoli IgG superiori a 1:800) o un'emocoltura positiva per Coxiella burnetii (la risposta D non è corretta).
- Positività alla PET/TC o SPECT con leucociti marcati nella sede di una protesi (impiantata da almeno 3 mesi).
- Lesione para-valvolare definita alla TC.
- Segni ecocardiografici di interessamento endocardico:
 - Massa oscillante intracardiaca su una valvola cardiaca, su strutture di supporto, nel percorso di getti di rigurgito o su altro materiale impiantato senza una spiegazione anatomica.
 - Ascesso cardiaco.
 - Nuova deiscenza parziale di una protesi valvolare (la risposta B è errata).
 - Nuovo rigurgito valvolare (la risposta A è errata).

I criteri minori sono:
- Predisposizione: cardiopatia predisponente o uso endovenoso di droghe illecite.
- Febbre ≥ 38,0 °C.
- Fenomeni vascolari:
 - Embolia arteriosa.
 - Embolia polmonare settica.
 - Aneurisma micotico.
 - Emorragie endocraniche.
 - Petecchie congiuntivali.
 - Lesioni di Janeway.
- Fenomeni immunologici:
 - Glomerulonefrite.
 - Noduli di Osler.
 - Macchie di Roth.
 - Fattore reumatoide.
- Evidenza microbiologica di infezione compatibile ma non sufficiente per soddisfare i criteri maggiori.
- Evidenza sierologica di infezione da microrganismo compatibile con endocardite.


5 di 10 Domande

Un paziente con sintomi di meningite acuta presenta esami ematochimici nella norma. La rachicentesi evidenzia un liquor con una pressione di 35 cm H2O, limpido, con leucociti 460/mm3 (linfo-monociti 89%), protidorrachia 42 mg/dL e glicorrachia 56 mg/dL (con glicemia 88 mg/dL). Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la A.

Analizziamo il profilo del liquido cerebrospinale riportato: liquor limpido, pressione leggermente aumentata (valori normali 0-10 cmH2O se la procedura viene eseguita con il paziente sul fianco, 20-30 cmH2O se il paziente è seduto), ipercellularità, normo-proteina (valori normali 15-45 mg/dL) e normo-glicorrachia (valori normali 2/3 della glicemia plasmatica). Questo profilo è tipico delle meningiti virali. Al contrario, escludiamo le opzioni correlate a infezioni batteriche poiché il liquido cerebrospinale è torbido e presenta ipoglicorrachia (le risposte C ed E non sono corrette).


6 di 10 Domande

Un uomo di 75 anni con cardiopatia ischemica nota viene accompagnato in Pronto Soccorso per la comparsa nella notte di dispnea ingravescente. All’arrivo il paziente è vigile e tachi-dispnoico. All’auscultazione del torace si riscontano bilateramente rumori umidi “a marea montante”. La pressione arteriosa è 185/90 mmHg, la frequenza cardiaca è 130 bpm con PaO2 45 mmHg in area ambiente e pH 7,33. Quale tra i seguenti è il primo provvedimento da intraprendere?














La risposta corretta è la A.

Il caso clinico indica un quadro di edema polmonare con insufficienza respiratoria e acidosi presumibilmente di origine respiratoria. Considerato il valore del pH, è fondamentale avviare tempestivamente la ventilazione meccanica non invasiva.


7 di 10 Domande

Un uomo di 30 anni viene rinvenuto in un giardino pubblico dal personale del 118 privo di coscienza, bradipnoico e con polso conservato. Sono evidenti segni di recente venopuntura ed è presente un laccio emostatico. Le pupille sono miotiche, la pressione è 90/60 mmHg. Il farmaco da somministrare tra i seguenti è:














La risposta corretta è la D.

Il caso clinico presenta perdita di coscienza, bradipnea e pupille miotiche, insieme a chiari segni di recente venopuntura. Questi sono tutti segni indicativi di intossicazione da oppioidi. Il farmaco d'elezione per questa condizione è il naloxone. Agisce come antagonista dei recettori µ, che sono principalmente coinvolti nella depressione respiratoria e nell'alterazione dello stato di coscienza. Può essere somministrato per via endovenosa, intranasale o intramuscolare. D'altra parte, il flumazenil è il farmaco d'elezione per l'intossicazione da benzodiazepine (la risposta A non è corretta). Il diazepam non è raccomandato in caso di intossicazione da oppioidi poiché potrebbe peggiorare ulteriormente il quadro di coma e bradipnea (la risposta B non è corretta). La pralidossima è utilizzata in caso di intossicazione da organofosforici in combinazione con atropina (la risposta C non è corretta). La fisostigmina è il farmaco d'elezione per l'intossicazione da atropina e la sindrome anticolinergica centrale (la risposta E non è corretta).


8 di 10 Domande

Un uomo di 80 anni presenta da alcuni giorni febbre e otalgia per cui ha utilizzato antibiotico topico. Per la persistenza della sintomatologia il paziente si reca in Pronto Soccorso. Gli accertamenti laboratoristici rilevano una leucocitosi neutrofila e aumento della proteina C reattiva. Durante l’osservazione al PS il paziente sviluppa un picco febbrile con rigidità nucale e successiva riduzione dello stato di coscienza fino al coma. Tra le seguenti l’ipotesi più probabile è che il paziente abbia sviluppato:














La risposta corretta è la C. 

Il caso descritto si riferisce chiaramente a un'otite dell'adulto mal gestita con un trattamento antibiotico topico, dove una delle cause più frequenti è lo Streptococcus pneumoniae. Si osserva un deterioramento clinico e laboratoristico del paziente che suggerisce la possibile evoluzione verso la complicanza più temuta delle otiti: l'infezione delle meningi per contiguità. La leucocitosi neutrofila e l'aumento della PCR indicano una probabile infezione batterica (i virus tendono ad aumentare i linfociti). La rigidità nucale e le alterazioni dello stato di coscienza sono segni tipici di una meningite. È importante ricordare che lo Streptococcus pneumoniae è una delle cause più comuni di meningite nell'adulto. Esaminando le altre opzioni per confermare la loro inesattezza:
- Un'ictus emorragico generalmente non si accompagna a febbre, non è correlato a una storia di otite e non dovrebbe mostrare alterazioni degli indici di flogosi. Inoltre, l'esordio di uno stroke è tipicamente acuto, non subacuto come in questo caso, e si manifesta con segni focali (la risposta E non è corretta).
- Una perforazione timpanica si manifesterebbe con intenso dolore, che non è menzionato qui. Gli indici di flogosi potrebbero corrispondere, ma non spiegano l'alterazione dello stato di coscienza (la risposta B non è corretta).
- Uno stato di male epilettico di solito implica convulsioni. Anche considerando un possibile stato di male epilettico non convulsivo, non si spiegherebbe la rigidità nucale e, data la storia clinica, non rappresenta comunque l'ipotesi più probabile (la risposta D non è corretta).


9 di 10 Domande

Un paziente di 56 anni si presenta in Pronto Soccorso con dolore diffuso in zona epigastrica. Appare ansioso, agitato, in cerca di una
posizione per alleviare il dolore. Sono presenti sudorazione profusa, bradicardia, extrasistoli. L’accompagnatore ha riferito che il paziente accusava nausea e ha avuto 2 episodi di vomito alimentare circa 40 minuti prima. Si procede all’effettuazione di un ECG, emocromo, dosaggio enzimi specifici (Troponina, CPK, SGOT, LDH), RX torace, ecocardiogramma ed eco addome. Sono presenti leucocitosi ed iperglicemia. Si rimane in attesa del referto di enzimi specifici. Il referto dell’ECG è il seguente. Alla luce del quadro clinico ed elettrocardiografico, quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la E.

La diagnosi più probabile, in base al quadro clinico ed elettrocardiografico, è STEMI (infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST). L'ECG mostra un quadro tipico di STEMI inferiore, con sopraslivellamento del tratto ST nelle derivazioni inferiori (DII, DIII, aVF). Questo sopraslivellamento del tratto ST è un segno caratteristico di ischemia miocardica acuta, suggerendo un'occlusione acuta e completa dell'arteria coronarica responsabile dell'irrorazione della parete inferiore del cuore. I sintomi del paziente, tra cui dolore diffuso in zona epigastrica, agitazione, ansia, sudorazione profusa, bradicardia ed extrasistoli, sono segni comuni di un infarto miocardico acuto. Leucocitosi e iperglicemia sono spesso riscontrate in risposta a uno stress acuto come l'infarto miocardico. Le altre opzioni possono essere escluse per le seguenti ragioni:
- Il blocco di branca destra (BBD) non presenta sopraslivellamento del tratto ST nelle derivazioni inferiori all'ECG, e non giustifica il quadro di dolore, ansia, sudorazione e bradicardia del paziente (la risposta A non è corretta).
- Sebbene l'ECG possa risultare normale in alcuni pazienti con dolore toracico acuto, il quadro complessivo, inclusi i sintomi e i segni tipici di infarto miocardico acuto, suggerisce una diagnosi differente (la risposta B non è corretta).
- La pericardite acuta può presentarsi con sopraslivellamento diffuso del tratto ST in tutte le derivazioni, ma il dolore toracico è tipicamente aggravato dalla respirazione profonda e può migliorare stando seduti in avanti. Il quadro clinico ed elettrocardiografico del paziente indica piuttosto uno STEMI, dove il sopraslivellamento del tratto ST è specifico per un'occlusione coronarica acuta (la risposta C non è corretta).
- L'infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI) si presenta in modo diverso all'elettrocardiogramma rispetto allo STEMI, tipicamente con depressione del tratto ST o inversione delle onde T, ma non con sopraslivellamento del tratto ST come osservato in questo caso (la risposta E non è corretta).


10 di 10 Domande

Una donna di 59 anni, nepalese, non fumatrice, giunta in Italia da circa un mese, si presenta dal medico con tosse, febbricola serotina ed un recente episodio di emottisi. Riferisce calo ponderale di 2 Kg negli ultimi 2 mesi, nessuna comorbidità. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la E.

La tubercolosi polmonare si manifesta in modo subacuto con febbre o febbricola, tosse, spesso con emottisi, calo ponderale e sudorazioni notturne. È diffusa su scala mondiale, con una prevalenza significativa in Sud Est Asiatico (specialmente in India e Cina), Africa e Centro-Sud America. In contrasto, l’infarto polmonare deriva dall’ostruzione di un vaso sanguigno polmonare da un embolo, con conseguente necrosi del tessuto polmonare. I sintomi includono dolore toracico spesso trafittivo, tosse con emottisi e dispnea. L'edema polmonare acuto è causato dall'accumulo di liquido negli alveoli polmonari, principalmente per scompenso cardiaco; si presenta con dispnea progressiva, ortopnea, sensazione di morte imminente, cardiopalmo, sudorazione e talvolta espettorazione mista a sangue. Al contrario, la BPCO (Broncopneumopatia cronica ostruttiva) è caratterizzata dall'ostruzione delle vie aeree, spesso a causa di una risposta infiammatoria cronica alle sostanze nocive come il fumo di sigaretta. I sintomi sono principalmente cronici con episodi di riacutizzazione, tra cui tosse con produzione di catarro, dispnea da sforzo, sibili espiratori e sensazione di costrizione toracica. Il cuore polmonare acuto è una patologia cronica che coinvolge i polmoni e le arterie polmonari; nella sua forma acuta si manifesta con allargamento della cavità ventricolare destra, mentre nella forma cronica si osserva ispessimento del miocardio. Infine, l'ipertensione polmonare provoca una riduzione della funzione del ventricolo destro, con episodi di scompenso cardiaco destro. I sintomi e i segni includono astenia, dispnea, ipotensione, cardiopalmo, tosse (talvolta con espettorazione mista a sangue), dolore toracico, edemi declivi, turgore giugulare ed epatomegalia.


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