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1 di 100 Domande

Quali dei seguenti Score è utilizzato per valutare la gravità di un paziente affetto da cirrosi epatica?














Per valutare la gravità di un paziente affetto da cirrosi epatica si utilizza lo Score Child-Pugh (la risposta A è corretta). Il Chads-VASC, viene utilizzata per valutare il rischio tromboembolico nei pazienti con fibrillazione atriale. Il Glasgow-Coma Score, è utilizzata per determinare lo stato di coscienza dei pazienti (la risposta D non è corretta). Al contrario, il Curb-65, è utilizzata per valutare la mortalità nei pazienti affetti da polmonite (la risposta E non è corretta). Mentre, lo score ABCD, è uno score predittivo usato per stabilire il rischio di ictus nei giorni successivi ad un episodio di TIA (la risposta C non è corretta).


2 di 100 Domande

Quali delle seguenti terapie NON trova impiego in un’anemia emolitica autoimmune?














Non trova impiego in un’anemia emolitica autoimmune la terapia con eritropoietina (la risposta B è corretta). L'Eritropoietina, un ormone che aumenta la produzione midollare di globuli rossi, non è indicata nell'anemia emolitica autoimmune poiché la patologia aumenta la distruzione delle emazie e il midollo è già stimolato a compensare la perdita. Le opzioni terapeutiche di prima scelta sono immunosoppressive e immuno-modulatorie, come le immunoglobuline endovenose (la risposta C non è corretta) e i glucocorticoidi (la risposta A non è corretta). In caso di mancata risposta o recidiva, si possono utilizzare opzioni terapeutiche più efficaci ma con maggiori effetti collaterali, come il Micofenolato Mofetile o il Rituximab (la risposta D non è corretta). In situazioni estremamente gravi, quando una crisi emolitica causi grave anemizzazione e instabilità emodinamica o peggioramento delle condizioni generali, può essere indicata una trasfusione di emazie (la risposta E non è corretta). 


3 di 100 Domande

Quale dei seguenti farmaci NON è indicato per il trattamento del Lupus Eritematoso Sistemico?














Non è indicato per il trattamento del Lupus Eritematoso Sistemico il Nivolumab (la risposta B è corretta). Il Nivolumab, noto commercialmente come Opdivo, è un farmaco antitumorale appartenente alla classe degli anticorpi monoclonali, utilizzato principalmente per trattare i pazienti con melanoma avanzato. Stimola il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali attraverso il recettore Lag-3 coinvolto nell'attivazione del sistema immunitario. Tuttavia, è ovvio che, a causa del diverso impiego, questo farmaco sia controproducente per patologie disimmuni. Al contrario, il Belimumab è un anticorpo monoclonale che agisce inibendo il TNF, mirando a ridurre la risposta immunitaria mediata dai linfociti B, è stato approvato per il trattamento di patologie disimmuni come il Lupus (la risposta D non è corretta). Il prednisone, un corticosteroide, è una delle prime linee di trattamento in molte malattie infiammatorie autoimmuni (la risposta E non è corretta). L'idrossiclorochina, nota per la sua efficacia contro la malaria, ha anche proprietà antireumatiche e viene utilizzata in molte condizioni disimmuni (la risposta A non è corretta). Allo stesso modo, l'azatioprina, un immunosoppressore largamente utilizzato (la risposta C non è corretta). 


4 di 100 Domande

Donna di 70 anni con eteroplasia polmonare in trattamento chemioterapico, si presenta in Pronto Soccorso per dispnea ingravescente; pressione arteriosa sistolica 90 mmHg; all’esame obiettivo cute marezzata; all’ECG fibrillazione atriale a fvm 110/min; all’ecocardiogramma versamento pericardico circonferenziale con separazione diastolica massima di 3 cm e collasso diastolico delle sezioni destre. Quale di queste opzioni terapeutiche è corretta in prima istanza?














Donna di 70 anni con eteroplasia polmonare in trattamento chemioterapico, si presenta in Pronto Soccorso per dispnea ingravescente; pressione arteriosa sistolica 90 mmHg; all’esame obiettivo cute marezzata; all’ECG fibrillazione atriale a fvm 110/min; all’ecocardiogramma versamento pericardico circonferenziale con separazione diastolica massima di 3 cm e collasso diastolico delle sezioni destre. L'opzione terapeutica di prima istanza corretta è la pericardiocentesi percutanea (la risposta C è corretta). Il quadro descritto nel quesito include sintomi come ipotensione arteriosa, fibrillazione atriale con elevata risposta ventricolare media e ipoperfusione periferica (cute marezzata). L'ecocardiogramma evidenzia la presenza di un versamento pericardico severo (>1 cm) che compromette l'emodinamica cardiaca (collasso diastolico delle sezioni destre). Questa combinazione di shock emodinamico e versamento pericardico suggerisce una diagnosi di tamponamento cardiaco, una condizione potenzialmente letale per cui l'unico trattamento salvavita è la pericardiocentesi evacuativa. Inoltre, il diuretico in infusione continua non è appropriato in questo scenario e va riservato a quadri di scompenso acuto severamente congesti (la risposta D non è corretta). Invece, FANS + Colchicina o eventualmente glucorticoidi costituiscono la terapia di scelta nei casi di pericardite acuta senza compromissione emodinamica (la risposta B non è corretta). Infine, la fluidoterapia e la digitale possono essere utili per mantenere e stabilizzare il paziente in shock cardiogeno e fibrillazione atriale ad elevata risposta ventricolare media, ma non rappresentano un trattamento da eseguire in prima istanza in questo scenario clinico (la risposta A non è corretta).


5 di 100 Domande

In un paziente con fibrillazione atriale parossistica e CHA2DS2-Vasc score >3 è indicata terapia anticoagulante che può essere effettuata con NAO:














In un paziente con fibrillazione atriale parossistica e CHA2DS2-Vasc score >3 è indicata terapia anticoagulante che può essere effettuata con NAO se il filtrato glomerulare (GFR) è superiore a 30 ml/min (la risposta D è corretta). I nuovi anticoagulanti orali, o NAO, agiscono direttamente sui fattori della coagulazione IIa (trombina) e Xa. Tuttavia, non sono raccomandati in caso di protesi valvolare meccanica (la risposta E non è corretta) o stenosi valvolare mitralica moderata o severa (la risposta B non è corretta). Inoltre, a differenza degli antagonisti della vitamina K, i NAO non richiedono alcun periodo di "bridge" con l'eparina per raggiungere l'obiettivo INR (2-3) e non necessitano di alcun controllo periodico (la risposta C non è corretta). Gli antagonisti del fattore Xa (Apixaban, Edoxaban e Rivaroxaban) sono invece sconsigliati in pazienti con un filtrato glomerulare inferiore a 15 ml/min, mentre il Dabigatran non è raccomandato in pazienti con un filtrato glomerulare inferiore a 30 ml/min (la risposta A non è corretta).


6 di 100 Domande

Nella pericardite ricorrente quale di queste affermazioni è ERRATA?














Nella pericardite ricorrente è ERRATO affermare che i glucocorticoidi sono sempre indicati (la risposta D è corretta). La pericardite ricorrente è diagnosticata dopo un episodio acuto di pericardite con un intervallo di 4-6 settimane senza sintomi e una nuova comparsa dei sintomi. In prima istanza, l'aspirina o i FANS in combinazione con la colchicina rappresentano la scelta terapeutica principale. Tuttavia, in caso di mancata risposta al trattamento, i corticosteroidi possono essere utilizzati come terapia aggiuntiva in caso di intolleranza o controindicazioni all'uso di FANS, aspirina e/o colchicina o in presenza di infezioni accertate. Infine, nei casi refrattari possono essere considerate le immunoglobuline ev o l'anakinra (anti-IL-1) come opzione terapeutica.


7 di 100 Domande

Quali dei seguenti NON è considerato un criterio diagnostico per miocardite?














NON è considerato un criterio diagnostico per miocardite lo slargamento ombra cardiaca all’Rx torace (la risposta A è corretta). La miocardite è una malattia infiammatoria del cuore ad eziologia multifattoriale, di cui la prima causa è virale. Essa si caratterizza clinicamente per una diversa sintomatologia, tra cui il dolore toracico, la dispnea, lo scompenso cardiaco acuto e le aritmie. A livello elettrocardiografico, le anormalità della ripolarizzazione sono le alterazioni più frequenti, seguite dalla tachicardia. Inoltre, si possono riscontrare alterazioni del tratto ST, prevalentemente sopraslivellato, che possono interessare diverse derivazioni. Alcuni casi presentano bradi-aritmie, come BAV avanzati, e tachiaritmie (da semplici a complesse) (la risposta E non è corretta). A livello laboratoristico si può avere un notevole rialzo degli indici di necrosi (la risposta C non è corretta). L'ecocardiografia trans-toracica rappresenta attualmente il primo livello di imaging nei pazienti con sospetta miocardite, poiché consente di identificare la disfunzione ventricolare sinistra sistolica e diastolica, la dilatazione delle camere ventricolari e talvolta un aumento di spessore delle pareti. Spesso, in caso di miocardite, le anomalie segmentarie delle pareti si riscontrano soprattutto a livello del setto interventricolare e della parete inferiore, anche se il territorio è meno circoscritto rispetto a quello coronarico, aiutando a fare diagnosi differenziale rispetto a un quadro ischemico (la risposta B non è corretta). Infine, l'uso della risonanza magnetica cardiaca è attualmente considerato l'esame di imaging più specifico e sensibile per identificare e seguire nel tempo i pazienti con miocardite, poiché le sequenze T2 documentano l'edema (la risposta D non è corretta). L'allargamento dell'ombra cardiaca non è un tratto distintivo della miocardite, ma piuttosto associato alla cardiomiopatia dilatativa.


8 di 100 Domande

In assenza di controindicazione sull’uso di mezzi di contrasto iodati tutte le affermazioni sulla diagnosi di embolia polmonare sono corrette TRANNE una:














In assenza di controindicazione sull’uso di mezzi di contrasto iodati non è corretto affermare che la scintigrafia polmonare di ventilazione/perfusione è il test diagnostico di prima scelta nei pazienti con sospetta embolia polmonare (la risposta C è corretta). L'embolia polmonare può presentarsi con una varietà di sintomi clinici, che vanno dalla difficoltà respiratoria allo shock cardiogeno. In caso di compromissione emodinamica acuta, è essenziale effettuare una diagnosi il più presto possibile, ad esempio utilizzando un'ecocardiografia in loco, che può evidenziare una severa disfunzione ventricolare destra, o una TC angiografica del torace, che è il metodo d'oro per la diagnosi (la risposta A non è corretta). Inoltre, in questa situazione è importante non rimandare la terapia anticoagulante con eparina, a differenza dei casi clinicamente stabili, in cui è possibile utilizzare anche altri regimi terapeutici (la risposta D non è corretta). Il D-dimero non è utile in caso di compromissione emodinamica acuta o alta probabilità pre-test, poiché è necessario ricorrere immediatamente a tecniche strumentali più confondenti, e inoltre un valore basso errato potrebbe essere fuorviante. Al contrario, è il test di scelta se la probabilità pre-test è bassa e ha un valore predittivo negativo (la risposta B non è corretta). Pertanto, è importante utilizzare scale di rischio validate per la strategia diagnostica (la risposta E non è corretta). La scintigrafia polmonare non è la prima scelta in un paziente con embolia polmonare, poiché come già detto, il metodo d'oro è rappresentato dalla TC angiografica del torace. Tuttavia, può essere utile in pazienti in età fertile con bassa probabilità pre-test o in gravidanza


9 di 100 Domande

Un uomo di 79 anni non risponde allo stimolo verbale, è in arresto respiratorio. Si palpa un polso carotideo. Qual è la prima azione raccomandata in questo paziente?














Un uomo di 79 anni non risponde allo stimolo verbale, è in arresto respiratorio. Si palpa un polso carotideo. La prima azione raccomandata in questo paziente è quella di iniziare la ventilazione con maschera (la risposta C è corretta). Per garantire la sicurezza del paziente, è necessario seguire l'algoritmo ABCD: Airways, Breathing, Circulation, effettuando una valutazione delle funzionalità vitali. Esami come l'ECG, la cardioversione o l'ecocardiografia, non sono prioritari in questa situazione e sono considerati esami di seconda linea per la valutazione del rischio cardiologico del paziente. La priorità in questo caso è mantenere l'ossigenazione dei tessuti, compromessa a causa dell'arresto respiratorio. Se la funzionalità della pompa cardiaca è garantita, è opportuno prendere in considerazione il reintegro volemico.


10 di 100 Domande

Un paziente di 65 anni con storia di ipertensione da oltre 20 anni presenta edemi declivi e dispnea da sforzo. Viene eseguito un ecocardiogramma che dimostra frazione di eiezione ventricolare ridotta (35%). Quale delle seguenti affermazioni sui trattamenti farmacologici dello scompenso cardiaco a funzione sistolica ridotta (HFrEF) è ERRATA?














Un paziente di 65 anni con storia di ipertensione da oltre 20 anni presenta edemi declivi e dispnea da sforzo. Viene eseguito un ecocardiogramma che dimostra frazione di eiezione ventricolare ridotta (35%). E' errato affermare che il Dapagliflozin ed empagliflozin riducono la mortalità e il rischio di ospedalizzazione solo nei pazienti con diabete tipo 2 associato ad HFrEF (la risposta C è corretta). I farmaci Dapaglifozin ed Empaglifozin, originariamente classificati come medicinali anti-diabetici, sono stati recentemente approvati per l'utilizzo nello scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta. Questi inibitori di SGLT-2 possono essere utilizzati in aggiunta alla terapia medica ottimizzata, come ACE-inibitori, sacubitril, valsartan, beta-bloccanti e antagonisti recettoriali dei mineralcorticoidi, indipendentemente dalla presenza o meno del diabete.

 


11 di 100 Domande

Una bambina di 2 anni viene portata al Pronto Soccorso dai suoi genitori. Sua madre afferma che la bambina negli ultimi giorni presentava febbre e raffreddore, ma oggi si comporta in modo inusuale. Appare inerte e letargica. I suoi segni vitali sono:

- SpO2: < 80% in aria ambiente
- Frequenza respiratoria: 8/min
- Frequenza cardiaca: 170/min
- Tempo di riempimento capillare (CRT): 3 sec
- Temperatura: 39,5°C

Qual è il primo intervento da eseguire?














Una bambina di 2 anni viene portata al Pronto Soccorso dai suoi genitori. Sua madre afferma che la bambina negli ultimi giorni presentava febbre e raffreddore, ma oggi si comporta in modo inusuale. Appare inerte e letargica. I suoi segni vitali sono: SpO2: < 80% in aria ambiente, frequenza respiratoria: 8/min, frequenza cardiaca: 170/min, tempo di riempimento capillare (CRT): 3 sec, temperatura: 39,5°C. Il primo intervento da eseguire è la ventilazione manuale in maschera e/o intubazione endotracheale immediata (la risposta D è corretta). In questo caso clinico, la bambina presenta segni e sintomi compatibili con un quadro infettivo, tra cui inerzia e letargia, desaturazione di ossigeno (SpO2) inferiore al 80%, temperatura elevata e bradipnea. La desaturazione rappresenta una situazione di particolare gravità e pertanto è necessario intervenire immediatamente attraverso il supporto ventilatorio per ripristinare una adeguata saturazione di ossigeno. Inoltre, l'analisi del tempo di riempimento capillare potrebbe evidenziare un deficit del circolo periferico. La frequenza cardiaca pediatrica non appare anomala in questo caso clinico. Pertanto, la prima azione da intraprendere è quella di supportare ventilatoriamente la paziente per ripristinare la saturazione di ossigeno.


12 di 100 Domande

Una donna di 60 anni a cui è stato recentemente prescritto un diuretico tiazidico, si presenta al Pronto Soccorso con affaticamento e palpitazioni. I suoi esami del sangue mostrano un potassio di 2,8 mEq/L. Nei pazienti con ipokaliemia significativa, quale altro elettrolita è generalmente basso?














Una donna di 60 anni a cui è stato recentemente prescritto un diuretico tiazidico, si presenta al Pronto Soccorso con affaticamento e palpitazioni. I suoi esami del sangue mostrano un potassio di 2,8 mEq/L. Nei pazienti con ipokaliemia significativa, in genere è basso il magnesio (la risposta E è corretta). Il magnesio è un elemento essenziale per il funzionamento della pompa sodio/potassio ATP-dipendente, che è responsabile del trasporto del sodio verso l'ambiente extracellulare e del potassio verso l'interno della cellula. La carenza di magnesio può limitare l'attività di questa pompa, causando disturbi idroelettrolitici tra cui l'ipokaliemia. Nei pazienti con ipokaliemia, è particolarmente indicata la somministrazione congiunta di magnesio poiché una carenza di magnesio non colmata può compromettere la correzione del potassio. 


13 di 100 Domande

Un paziente di 50 anni con anamnesi di diabete mellito si presenta con una storia di "fastidio" retrosternale e nausea insorti da circa 1 ora. Il suo ECG è riportato in figura. Qual è l’intervento più appropriato da mettere in atto per questo paziente?

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Un paziente di 50 anni con anamnesi di diabete mellito si presenta con una storia di "fastidio" retrosternale e nausea insorti da circa 1 ora. Il suo ECG è riportato in figura. L’intervento più appropriato da mettere in atto per questo paziente è la coronarografia ed eventuale angioplastica coronarica (la risposta E è corretta). In questo caso clinico cardiologico, l'anamnesi gioca un ruolo cruciale nella valutazione del paziente, il quale è a rischio cardiovascolare elevato in quanto diabetico e può avere una presentazione atipica del dolore a causa della neuropatia. La nausea e il fastidio retrosternale possono indicare un infarto del miocardio localizzato nella parte inferiore del cuore. L'ECG fornisce conferma di questa diagnosi, mostrando un aumento dell'onda ST in aVF e DIII e una diminuzione nelle precordiali e in DI, DII. Pertanto, si tratta di un infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI) (la risposta A non è corretta). Per trattare questo caso è essenziale confermare la sede dell'occlusione coronarica e eventualmente trattarla con stent, coronarografia e angioplastica (la risposta E è corretta). I trattamenti attendisti non sarebbero sufficienti e appropriati anche in caso di infarto miocardico non sopraslivellante del tratto ST (NSTEMI) (le risposte B, C, D non sono corrette).


14 di 100 Domande

Tutte le seguenti classi di farmaci sono associate ad aumentato rischio di cadute, TRANNE:














Tutte le seguenti classi di farmaci sono associate ad aumentato rischio di cadute, tranne i Bisfosfonati (la risposta B è corretta). I farmaci elencati hanno effetti collaterali che possono aumentare il rischio di caduta. Le benzodiazepine (la risposta C non è corretta) possono ridurre la vigilanza e la percezione dell'ambiente esterno durante la deambulazione. Gli antipsicotici tipici (la risposta D non è corretta) possono causare parkinsonismo con rigidità, tremore e disturbi dell'equilibrio. Gli antidepressivi (la risposta A non è corretta), soprattutto i triciclici, possono causare disturbi dell'equilibrio nelle prime fasi di trattamento. Gli alfa-litici (la risposta E non è corretta) possono causare ipotensione ortostatica. I bifosfonati non aumentano il rischio di caduta e sono utilizzati per prevenire l'osteoporosi (la risposta B è corretta).


15 di 100 Domande

Quale dei seguenti accertamenti NON è consigliato nella valutazione di primo livello di un paziente con cadute ricorrenti:














NON è consigliato nella valutazione di primo livello di un paziente con cadute ricorrenti la rachicentesi (la risposta E è corretta). Stiamo valutando un paziente con sintomi ricorrenti di instabilità e/o svenimenti. L'anamnesi medica è cruciale per determinare se il paziente sta assumendo farmaci che potrebbero causare questi sintomi. Durante la visita, esaminiamo la natura delle difficoltà del paziente nella deambulazione, la sua percezione dell'ambiente e la pressione sanguigna in posizioni sia supine che erette. Possiamo anche eseguire test come holter ECG, ecocardiogramma, tilt test, massaggio del nodo seno-atriali e un'approfondita valutazione neurologica se c'è il sospetto di una sindrome motoria. Non è necessario iniziare con esami invasivi come la rachicentesi, che utilizziamo solo nel caso di sospetto di malattia di Alzheimer con presentazione atipica. 


16 di 100 Domande

Il paziente anziano che presenta una condizione di sarcopenia:














Il paziente anziano che presenta una condizione di sarcopenia è un paziente fragile con un rischio di eventi clinici negativi aumentato (la risposta D è corretta). La sarcopenia è una condizione che rende i pazienti più suscettibili a eventi avversi e fragilità a causa della perdita di massa muscolare e cambiamenti qualitativi delle fibre muscolari. Ciò predispone a uno stato infiammatorio cronico, stress ossidativo, malnutrizione, disabilità fisica, bassi livelli di albumina nel sangue e un maggiore rischio di trombosi. Inoltre, il sarcopenia può presentarsi anche in forma "obesa sarcopenia" in cui il paziente presenta un peso superiore alla norma ma soffre comunque di atrofia muscolare. Il trattamento per questi pazienti deve mirare a prevenire la progressione della malattia, fornendo nutrienti come aminoacidi ramificati, supplementi di albumina, fisioterapia e riducendo i tempi di allettamento. Inoltre, è importante seguire una dieta ricca di proteine e monitorare la funzionalità renale. Il declino funzionale causato dalla sarcopenia non è irreversibile, ma se trattato in tempo può ridurre la disabilità futura del paziente.

 


17 di 100 Domande

In un paziente di 60 anni affetto da carcinoma gastrico metastatico a livello epatico, HER-2 positivo (stadio IV), quale dei seguenti trattamenti è più indicato:














In un paziente di 60 anni affetto da carcinoma gastrico metastatico a livello epatico, HER-2 positivo (stadio IV), il trattamento più indicato è la chemioterapia con regimi contenenti platino, fluoropirimidine e trastuzumab (la risposta B è corretta). Il quesito si concentra sulla combinazione di chemioterapici più efficace per un carcinoma gastrico HER-2+ con disseminazioni secondarie. La scelta corretta è quella che comprende il Trastuzumab tra i farmaci, un anticorpo monoclonale diretto contro il dominio extracellulare di HER-2/NEU. Il platino, utilizzato per la maggior parte dei tipi di tumori, e le fluoropiridine, utilizzate principalmente nei tumori del colon-retto e in parte nei tumori gastro-esofagei, sono anche opzioni valide. Tuttavia, l'opzione che comprende solo questi due farmaci è considerata meno appropriata (la risposta D non è corretta). I taxani sono più comunemente utilizzati nei tumori del polmone, ovaio e seno (la risposta E non è corretta), mentre il Bevacizumab è un'opzione terapeutica nei tumori del polmone, colon-retto e del rene (la risposta A non è corretta). Inoltre, la radioterapia non è un'opzione terapeutica in un tumore dello stomaco con disseminazioni secondarie (la risposta C non è corretta).

 

 


18 di 100 Domande

Una paziente di 58 anni in buone condizioni, con pregresso ittero per il quale è stata sottoposta a posizionamento di stent biliare, esegue stadiazione sistemica che evidenzia malattia metastatica a livello peritoneale. L’esame istologico pone diagnosi di adenocarcinoma, primitivo, del pancreas. Qual è la strategia terapeutica più corretta tra le seguenti?














Una paziente di 58 anni in buone condizioni, con pregresso ittero per il quale è stata sottoposta a posizionamento di stent biliare, esegue stadiazione sistemica che evidenzia malattia metastatica a livello peritoneale. L’esame istologico pone diagnosi di adenocarcinoma, primitivo, del pancreas. La strategia terapeutica più corretta prevede una chemioterapia di combinazione con gemcitabina ed abraxane (la risposta B è corretta). Il trattamento oncologico del tumore del pancreas comprende diverse opzioni terapeutiche. La monoterapia di scelta consiste nell'utilizzo della gemcitabina. Inoltre, esistono linee terapeutiche che combinano la gemcitabina con altri farmaci chemioterapici.  Usare solo farmaci analgesici per gestire i sintomi della malattia non è un'opzione terapeutica curativa da proporre come prima soluzione al paziente giovane in buone condizioni generali (la risposta C non è corretta). Una radioterapia a scopo radicale deve essere esclusa a causa della difficoltà nel trattare la localizzazione del tumore del pancreas con la terapia radiante (la risposta D non è corretta). I taxani e la terapia ormonale non sono raccomandati per il trattamento del tumore del pancreas (le risposta A, E non sono corrette). 

 


19 di 100 Domande

Una paziente di 43 anni presenta un nodulo mammario di 3.5 cm; l’esame istologico effettuato sulla biopsia mostra un carcinoma della mammella con recettori ormonali negativi ed HER 2 negativo. La stadiazione sistemica non rileva metastasi a distanza. Si opta per una chemioterapia neoadiuvante. Che cosa si intende con tale accezione?














Una paziente di 43 anni presenta un nodulo mammario di 3.5 cm; l’esame istologico effettuato sulla biopsia mostra un carcinoma della mammella con recettori ormonali negativi ed HER 2 negativo. La stadiazione sistemica non rileva metastasi a distanza. Si opta per una chemioterapia neoadiuvante. Con tale accezione si intende un trattamento chemioterapico somministrato prima dell’intervento chirurgico per ridurre le dimensioni del tumore ed eventualmente permettere una chirurgia di tipo conservativo (la risposta E è corretta). Il caso clinico presentato non ha alcuna influenza sulla risposta alla domanda, che riguarda la tipologia di nomenclatura della chemioterapia. Si può somministrare un trattamento chemioterapico adiuvante, ovvero dopo che la chirurgia o la radioterapia hanno raggiunto un obiettivo di radicalità sul tumore (le risposte A e D non sono corrette). Si può invece utilizzare una chemioterapia neoadiuvante, ovvero prima della terapia locoregionale (chirurgica e/o radiante) (la risposta E è corretta). Un trattamento radiante dopo un intervento chirurgico ad intento radicale è facilmente scartabile poiché si parla di terapia radiante e quindi radioterapia, non della chemioterapia, oggetto della domanda (la risposta C non è corretta). 


20 di 100 Domande

Un uomo di 45 anni, mentre sta eseguendo alcuni lavori di sterro, viene punto da una vespa e inizia a presentare malessere generale, senso di calore diffuso, difficoltà respiratoria, tirage. Quale dei seguenti farmaci deve essere somministrato per primo?














Un uomo di 45 anni, mentre sta eseguendo alcuni lavori di sterro, viene punto da una vespa e inizia a presentare malessere generale, senso di calore diffuso, difficoltà respiratoria, tirage. Deve essere somministrato come primo farmaco l'adrenalina per via endovenosa (la rispsota E è corretta). In caso di shock anafilattico, una condizione caratterizzata da una massiva vasodilatazione causata da una reazione allergica, le opzioni terapeutiche più appropriate da considerare sono l'utilizzo di adrenalina, glucocorticoidi o antiistaminici. In particolare, per le reazioni allergiche lievi si somministrano antiistaminici H1, per quelle moderate corticosteroidi, e per quelle anafilattiche è fondamentale administrare adrenalina (0,5 mg intramuscolare o endovena, diluita) e fornire supporto respiratorio tramite ossigeno e riempimento volemico. Inoltre, alternative come trastuzumab, anticorpo monoclonale o amoxicillina non sono pertinenti in questo contesto.

 


21 di 100 Domande

Un uomo di 48 anni, istruttore di vela, si presenta con un piccolo nodulo parzialmente pigmentato, con bordi netti, in corrispondenza della fronte; la lesione è cresciuta lentamente nel corso dei precedenti 18-24 mesi. L’esame dermatoscopico evidenzia teleangectasie arborizzanti. Qual è la diagnosi più probabile?














Un uomo di 48 anni, istruttore di vela, si presenta con un piccolo nodulo parzialmente pigmentato, con bordi netti, in corrispondenza della fronte; la lesione è cresciuta lentamente nel corso dei precedenti 18-24 mesi. L’esame dermatoscopico evidenzia teleangectasie arborizzanti. La diagnosi più probabile è di un carcinoma basocellulare (la risposta E è corretta). La cheratosi attinica è una lesione precancerosa molto comune causata da un'esposizione prolungata alle radiazioni UV. Si presenta come macchie rosse, gialle o marroni, piatta o leggermente sollevate, e coperte da un rivestimento cheratosico grigio o marrone rugoso. Le dimensioni possono variare e sono spesso multiple. La sensazione ruvida al tatto è il segno diagnostico più caratteristico. Alla dermatoscopia, mostra un pattern "a fragola" (la risposta A non è corretta). Inoltre, il carcinoma squamocellulare è il secondo tumore della pelle più comune, a differenza del carcinoma basocellulare, può diffondersi e spesso si sviluppa su lesioni precancerose come la cheratosi attinica. La sua insorgenza dipende da fattori di rischio intrinseci, come i fototipi chiari, e fattori di rischio esterni, come l'esposizione alle radiazioni ultraviolette. Alla dermatoscopia si possono osservare vasi "a forcina" circondati da un alone chiaro. Nelle forme superficiali, chiamate malattia di Bowen, si possono vedere anche vasi "glomerulari" (la risposta D non è corretta). L'opzione "melanoma" non è idonea poiché, nonostante il melanoma sia un tumore frequente su cute danneggiata e ci sia anche una variante nodulare, le caratteristiche dermatoscopiche, in particolare i vasi, non sono in linea con quelle descritte. Il melanoma nodulare, in particolare, presenta un pattern vascolare atipico (vasi polimorfi) (la risposta B non è corretta). Inoltre la cheratosi seborroica è un tumore benigno della pelle, comune, multiplo, di aspetto untuoso, di colore variabile dal giallo-marrone al grigio-nerastro. Le caratteristiche dermatoscopiche più importanti sono gli sbocchi simil-comedonici e le pseudocisti cornee (la risposta C non è corretta). Infine, il carcinoma basocellulare è il tumore maligno della pelle più comune. Tra i fattori di rischio, l'esposizione solare è il principale, si sviluppa soprattutto nelle zone esposte al sole, in particolare sul viso. Alla dermatoscopia si possono vedere le teleangectasie ai bordi netti arborizzanti, microulcerazioni e immagini "a ruota dentata", nidi ovoidi, globuli. Lo sviluppo è graduale, può richiedere mesi o anni (la risposta E è corretta).

 


22 di 100 Domande

Una giovane donna di 32 anni, che ha avuto nelle settimane precedenti un aborto spontaneo, si presenta con una chiazza glabra non cicatriziale in regione parietale destra. Il sospetto diagnostico è:














Una giovane donna di 32 anni, che ha avuto nelle settimane precedenti un aborto spontaneo, si presenta con una chiazza glabra non cicatriziale in regione parietale destra. Il sospetto diagnostico è di alopecia areata (la risposta E è corretta). L'alopecia areata, conosciuta anche come "chiazza di capelli", è una forma comune di perdita di capelli non cicatriziale, la cui causa è sconosciuta e il decorso è variabile. Le chiazze di alopecia sono circolari o ovali, con dimensioni che variano da 1 a 3 cm, e hanno bordi regolari. La pelle intorno alle chiazze appare liscia, inerte e di colore bianco latte, con orifizi follicolari dilatati. La tricoscopia mostra pattern yellow spots, peli cadaverizzati, peli a punto esclamativo e grey spots. I fattori eziologici possono includere fattori genetici, infettivi, ormonali e alterazioni del sistema immunitario. Inoltre, la menzione di un aborto nella domanda potrebbe indicare un'eziopatogenesi autoimmune, simile all'insorgenza dell'alopecia (la risposta E è corretta). Il lupus eritematoso discoide determina aree di alopecia cicatriziale irreversibile (la risposta D è errata). Il lichen plano pilare, una variante del lichen planus, determina chiazze singole o multiple di alopecia cicatriziale e scomparsa degli orifizi follicolari (la risposta C è errata). La morfea è una malattia fibrosante della pelle, che include diverse forme, tra cui morfea in placche, lineare e generalizzata. La forma più comune che colpisce il volto e il cuoio capelluto è quella "a colpo di sciabola", che quando si manifesta sulla fronte, crea una banda paramediana di 1-3 cm di larghezza e in genere invade il cuoio capelluto causando alopecia cicatriziale (la risposta A è errata). Il Kerion è una tigna del cuoio capelluto causata da dermatofiti zoofili. I bambini e gli uomini sono colpiti più frequentemente e si può contrarre da animali domestici o anche da persona a persona. La malattia si presenta con placche eritemato-desquamative, arrotondate, pruriginose, che diventano tumefatte e si coprono di pustole follicolari che rilasciano pus giallastro. La malattia si risolve spontaneamente, talvolta lasciando un'area di alopecia cicatriziale (la risposta B è errata).


23 di 100 Domande

Secondo la stadiazione di Ann Arbor, il coinvolgimento del midollo osseo in un paziente con Linfoma di Hodgkin definisce lo stadio clinico:














Secondo la stadiazione di Ann Arbor, il coinvolgimento del midollo osseo in un paziente con Linfoma di Hodgkin definisce lo stadio clinico IV (la risposta A è corretta). La classificazione di Ann Arbor per la stadiazione del linfoma di Hodgkin determina il grado di coinvolgimento linfonodale in base alla sua estensione. Il grado I indica un solo distretto linfonodale interessato, il grado II indica 2 o più distretti adiacenti ma sullo stesso lato del diaframma, il grado III indica 2 o più distretti non contigui ma su entrambi i lati del diaframma. In caso di coinvolgimento extra-linfonodale o del midollo osseo, valutato tramite PET-TC e biopsia, il grado è sempre IV. Inoltre, la classificazione prevede di indicare con la lettera A l'assenza di sintomi come perdita di peso significativa, sudorazione notturna e febbre persistente, e con la lettera B la loro presenza. La stadiazione di Ann Arbor per il linfoma di Hodgkin è fondamentale per la prognosi e la scelta del trattamento. Inoltre, può essere utilizzata anche per i linfomi non-Hodgkin, anche se ha un valore prognostico inferiore.

 


24 di 100 Domande

Si presenta in ambulatorio un soggetto del peso attuale di 75 Kg che lamenta astenia moderata, perdita di peso di 3 kg negli ultimi sei mesi, sintomi da ingombro addominale con polo inferiore splenico palpabile a circa 5 cm dall’arco costale. L’emocromo dimostra anemia (Hb 10,5 g/dl), piastrinosi (530.000/mm3) e leucocitosi (19.000/mm3) con la seguente formula leucocitaria: neutrofili 74%, basofili 4%, eosinofili 1%, linfociti 15%, mielociti 3%, metamielociti 2%, blasti 1%. Si evidenziano anche eritroblasti ortocromatici. Quale dei seguenti test NON è appropriato eseguire nel primo approfondimento diagnostico?














Si presenta in ambulatorio un soggetto del peso attuale di 75 Kg che lamenta astenia moderata, perdita di peso di 3 kg negli ultimi sei mesi, sintomi da ingombro addominale con polo inferiore splenico palpabile a circa 5 cm dall’arco costale. L’emocromo dimostra anemia (Hb 10,5 g/dl), piastrinosi (530.000/mm3) e leucocitosi (19.000/mm3) con la seguente formula leucocitaria: neutrofili 74%, basofili 4%, eosinofili 1%, linfociti 15%, mielociti 3%, metamielociti 2%, blasti 1%. Si evidenziano anche eritroblasti ortocromatici. Non è appropriato eseguire nel primo approfondimento diagnostico la ricerca della mutazione BRAFV600E (la risposta B è corretta). Il paziente anziano presenta una patologia ematologica cronica e si stanno valutando le possibili diagnosi differenziali e gli esami diagnostici appropriati. La presenza di una leucocitosineutrofila (senza infezione) e piastrinosi, nonché l'assenza di blasti circolanti in quantità significative e la presenza di splenomegalia, potrebbero indicare la Sindrome Mieloproliferativa come prima ipotesi. Per confermare questo spettro di patologie è cruciale eseguire una Biopsia Osteo Midollare e un Aspirato Midollare per contare la percentuale di blasti (per escludere la Leucemia Mieloide Acuta), effettuare indagini morfologiche e citometriche e non eseguire lo studio del cariotipo (la risposta C non è corretta). Inoltre, è importante cercare le mutazioni patogenetiche, iniziando con la ricerca del trascritto BCR-ABL1, derivante dalla traslocazione t(9;22) del cromosoma Philadelphia (la risposta A non è corretta), responsabile della Leucemia Mieloide cronica. Se questo trascritto è assente, si può procedere con la ricerca della mutazione JAK2V617F, responsabile del 90% dei casi di Policitemia Vera (la risposta D non è corretta). In caso contrario, si possono cercare le altre mutazioni del gene JAK2 e le mutazioni dei geni CALR e MPL, responsabili della maggior parte dei casi di Trombocitemia essenziale e Mielofibrosi Primaria (la risposta E non è corretta). La soluzione giusta è la ricerca della mutazione BRAFV600E, poiché la mutazione BRAFV600E nel campo oncoematologico è principalmente associata alla Leucemia a Cellule Capellute. Questa è una malattia linfoproliferativa cronica caratterizzata dall'aumento dei linfociti circolanti, che presentano una forma particolare e distintiva (da cui il nome). 

 


25 di 100 Domande

Una donna di 78 anni si presenta presso l’ambulatorio di ematologia inviata dal medico curante per riscontro all’emocromo di Hb 7,8 g/dl, leucociti 3.200/mm3 con neutrofili 1.000/mm3, piastrine 89.000/mm3. MCV 112 fL, vitamina B12 e folati nel range di normalità. Nel sospetto di una sindrome mielodisplastica quale tra i seguenti esami NON trova indicazione nel percorso diagnostico?














Una donna di 78 anni si presenta presso l’ambulatorio di ematologia inviata dal medico curante per riscontro all’emocromo di Hb 7,8 g/dl, leucociti 3.200/mm3 con neutrofili 1.000/mm3, piastrine 89.000/mm3. MCV 112 fL, vitamina B12 e folati nel range di normalità. Nel sospetto di una sindrome mielodisplastica non trova indicazione nel percorso diagnostico l'esame del FISH per riarrangiamento BCL2-IGH (la risposta E è corretta). In sintesi, la domanda riguarda la identificazione di un esame diagnostico inappropriato per un paziente con sospetto di sindrome mielodisplastica. Per stabilire la diagnosi di questa patologia, è importante effettuare l'analisi morfologica del midollo osseo e la conta dei blasti, insieme alla valutazione dello striscio di sangue periferico (le risposte A e D non sono corrette). Questi esami sono utilizzati sia per escludere una trasformazione in Leucemia Mieloide Acuta sia per stabilire la diagnosi definitiva e determinare il rischio di evoluzione in base al numero di blasti. Inoltre, è importante valutare il rischio evolutivo in base alle caratteristiche citogenetiche e molecolari della Sindrome Mielodisplastica in questione, attraverso l'analisi del cariotipo e la valutazione delle mutazioni con tecniche NGS (le risposte B e C non sono corrette). Il FISH per riarrangiamento BCL2-IGH è la risposta corretta poiché quella specifica traslocazione, indicata anche come t(14;18), è patognomonica del linfoma follicolare e non rientra nell'indagine per la diagnosi di sindrome mielodisplastica (la risposta E è corretta).

 

 

 


26 di 100 Domande

Una donna di 38 anni in buone condizioni generali presenta una tumefazione paramediana del collo che all’ecografia risulta essere un nodulo tiroideo. Quando è indicata l’effettuazione di un agoaspirato su un nodulo tiroideo per l’esame citologico?














Una donna di 38 anni in buone condizioni generali presenta una tumefazione paramediana del collo che all’ecografia risulta essere un nodulo tiroideo. E' indicata l’effettuazione di un agoaspirato su un nodulo tiroideo per l’esame citologico quando ci sono caratteristiche ecografiche sospette e/o dimensioni oltre 20 mm in incremento (la risposta E è corretta). Poiché la maggior parte dei noduli tiroidei sono benigni (solo il 3-5% sono maligni), l'agoaspirato viene effettuato solo in casi selezionati, tra cui: caratteristiche ecografiche sospette, come ipoecogenicità marcata, margini irregolari o lobulati, presenza di microcalcificazioni, estensione extratiroidea o infiltrazione della capsula, forma più alta che larga (ovvero, diametro anteroposteriore del nodulo maggiore del diametro trasversale nella scansione trasversale), e presenza di linfonodi sospetti. Al contrario, caratteristiche ecografiche come l'iso/iper/anecogenicità, margini netti e regolari, presenza di un alone ipoecogeno intorno al nodulo o di calcificazioni grossolane indicano una probabilità di benignità. La vascolarizzazione è un elemento che non è più considerato importante nella valutazione dei noduli tiroidei. Le dimensioni sono anche un fattore importante, l'ago-aspirato dovrebbe essere eseguito per i noduli ad alto-intermedio rischio di dimensioni maggiori di 10 mm per garantire una buona accuratezza. In caso di rischio basso/molto basso, si può decidere di procedere con l'ago-aspirato solo per noduli di dimensioni maggiori di 15 mm o 20 mm o di procedere solo con il follow-up ecografico (le risposte A, C , D non sono corrette). Inoltre, è importante valutare il TSH-reflex, gli anticorpi anti-tireoperossidasi e anti-tireoglobulina e la calcitonina per determinare la probabilità di benignità o malignità del nodulo (la risposta B non è corretta).


27 di 100 Domande

Una donna di 49 anni si presenta al medico curante con un valore di glicemia a digiuno di 146 mg/dl e di emoglobina glicata 54 mmol/mol. Ha un’anamnesi familiare positiva per diabete e ipertensione ed è a sua volta ipertesa, in trattamento con un ACE-inibitore. Ha un indice di massa corporea di 28 kg/m2 e presenta anche una ipertrigliceridemia. Un’ecografia addome mostra steatosi epatica, pancreas e ghiandole surrenali nella norma. Quale è la diagnosi più probabile?














Una donna di 49 anni si presenta al medico curante con un valore di glicemia a digiuno di 146 mg/dl e di emoglobina glicata 54 mmol/mol. Ha un’anamnesi familiare positiva per diabete e ipertensione ed è a sua volta ipertesa, in trattamento con un ACE-inibitore. Ha un indice di massa corporea di 28 kg/m2 e presenta anche una ipertrigliceridemia. Un’ecografia addome mostra steatosi epatica, pancreas e ghiandole surrenali nella norma. La diagnosi più probabile è di diabete mellito di tipo 2 (la risposta E è corretta). La diagnosi di diabete può essere stabilita se in due occasioni si rileva una glicemia a digiuno superiore a 126 mg/dl, o se si riscontra una glicemia casuale maggiore di 200 mg/dl accompagnata da sintomi come aumento della sete e della minzione, perdita di peso, oppure se si riscontra una glicemia maggiore di 200 mg/dl dopo un test di carico di glucosio associato ad una glicemia a digiuno superiore a 126 mg/dl o ad un livello di emoglobina glicata superiore a 6.5%. Nel caso presentato, la paziente presenta una glicemia a digiuno superiore a 126 mg/dl e un livello di emoglobina glicata superiore a 48 mmol/mol, pertanto è affetta da diabete mellito di tipo 2 (la risposta B non è corretta). Fattori come obesità, ipertensione, ipertrigliceridemia e familiarità sono indicativi di un diabete mellito di tipo 2 nell'ambito di una sindrome metabolica. Non vengono presentati elementi che suggeriscano un diabete secondario ad altra patologia o una forma autoimmune del diabete (le risposte D e C non sono corrette). Invece, il diabete insipido si caratterizza per un'emissione eccessiva di urine a bassa densità e può essere causato da un deficit di ormone antidiuretico o da una resistenza alla sua azione, ma non è associato all'iperglicemia (la risposta A non è corretta).

 


28 di 100 Domande

Una donna di 24 anni con galattorea si presenta in ambulatorio endocrinologico. Gli accertamenti eseguiti mostrano la presenza di un microadenoma ipofisario prolattino secernente. Non sono presenti disturbi visivi ma coesistono alterazione del ciclo mestruale e tensione mammaria. Qual è il trattamento indicato tra i seguenti?














Una donna di 24 anni con galattorea si presenta in ambulatorio endocrinologico. Gli accertamenti eseguiti mostrano la presenza di un microadenoma ipofisario prolattino secernente. Non sono presenti disturbi visivi ma coesistono alterazione del ciclo mestruale e tensione mammaria. Il trattamento indicato è con Dopamino-agonisti (cabergolina) (la risposta A è corretta). Il quesito presenta il caso di una donna giovane con un microprolattinoma che causa sintomatologia, come irregolarità del ciclo mestruale e galattorrea. Il trattamento di scelta per i prolattinomi è una terapia medica che utilizza farmaci dopamino-agonisti, come la cabergolina o la bromocriptina. Questi farmaci hanno un forte effetto inibitorio sulla liberazione di prolattina e causano una riduzione volumetrica dell'adenoma fino alla sua scomparsa radiologica nell'70-90% dei casi. In casi selezionati, si può decidere di non trattare e procedere solo con il monitoraggio in presenza di un microprolattinoma dopo la menopausa o in assenza di sintomatologia. Inoltre, si può considerare, in casi selezionati non sintomatici, un trattamento con stroprogestinici in donne con microPRLomi in età fertile che non desiderino concepire (la risposta D non è corretta). Il trattamento chirurgico, attualmente è solo transfenoidale piuttosto che transcranico, è un'opzione riservata a casi selezionati, come i pazienti con macroPRLomi le cui dimensioni non si riducono con i farmaci DA-agonisti, che non tollerano la terapia con DA-agonisti o che preferiscano l'opzione chirurgica (la risposta E non è corretta). Steroidi per via sistemica e terapia radiometabolica non sono alternative valide per il trattamento dei prolattinomi, quindi possiamo escluderle (le risposte B e C non sono corrette).

 

 


29 di 100 Domande

Qual è in qualsiasi paziente la condizione primaria dirimente per la scelta di una nutrizione artificiale enterale piuttosto che parenterale?














L’intestino presente, raggiungibile e funzionante è in qualsiasi paziente la condizione primaria dirimente per la scelta di una nutrizione artificiale enterale piuttosto che parenterale (la risposta E è corretta). Per scegliere di utilizzare la nutrizione enterale come via di nutrizione principale, è necessario che il paziente sia in grado di nutrirsi oralmente senza difficoltà e che non ci siano ostacoli per il passaggio del bolo alimentare lungo il tratto digestivo. La malnutrizione può causare una diminuzione dei livelli di albumina e creatininemia, ma non è una motivazione sufficiente per optare per la nutrizione enterale (la risposta D non è corretta). Altri fattori come l'età avanzata (la risposta B non è corretta), la presenza di un accesso venoso centrale (la risposta C non è corretta) o la presenza di una neoplasia maligna (la risposta A non è corretta) non giustificano la scelta di questa via di nutrizione. 


30 di 100 Domande

Una donna di 36 anni con storia di colite ulcerosa si presenta al Pronto Soccorso per un aumento improvviso del numero di scariche diarroiche con sangue da circa 5 giorni e brusca riduzione dell’alvo, forte dolore addominale e tachicardia. Una Rx diretta dell’addome mostra discreta distensione del colon in toto e dell’ileo terminale. Qual è la diagnosi più probabile?














Una donna di 36 anni con storia di colite ulcerosa si presenta al Pronto Soccorso per un aumento improvviso del numero di scariche diarroiche con sangue da circa 5 giorni e brusca riduzione dell’alvo, forte dolore addominale e tachicardia. Una Rx diretta dell’addome mostra discreta distensione del colon in toto e dell’ileo terminale. La diagnosi più probabile è di evoluzione in megacolon tossico (la risposta A è corretta). Il megacolon tossico è una complicanza che interessa principalmente i pazienti con malattie infiammatorie croniche dell'intestino, tra cui la colite ulcerosa. I sintomi tipici consistono in scariche diarroiche ematiche che possono persistere per giorni prima che si verifichi una dilatazione del colon. In alcuni casi, può anche verificarsi una riduzione del numero di scariche. Il dolore addominale e la tachicardia sono sintomi comuni, ma non specifici del megacolon tossico. Tuttavia, l'esame radiologico che evidenzia una distensione del colon e dell'ileo sono elementi a sostegno della diagnosi di megacolon tossico (la risposta A è corretta). Le altre opzioni possono condividere alcuni sintomi, ma meno probabili alla luce del quadro clinico e anamnestico del paziente (le risposte B, C, D, E non sono corrette).

 


31 di 100 Domande

Un uomo di 66 anni con cirrosi epatica scompensata giunge al Pronto Soccorso per ripetute scariche di melena nei giorni precedenti con episodio sincopale che ha suggerito l’accesso in ospedale. A una EGDS eseguita in urgenza, vengono segnalate voluminose varici esofagee nel terzo medio e distale dell’esofago, non sanguinanti ma con multipli segni rossi e "white nipple" su uno dei cordoni. Qual è il trattamento di prima linea più indicato tra i seguenti?














Un uomo di 66 anni con cirrosi epatica scompensata giunge al Pronto Soccorso per ripetute scariche di melena nei giorni precedenti con episodio sincopale che ha suggerito l’accesso in ospedale. A una EGDS eseguita in urgenza, vengono segnalate voluminose varici esofagee nel terzo medio e distale dell’esofago, non sanguinanti ma con multipli segni rossi e "white nipple" su uno dei cordoni. Il trattamento di prima linea più indicato è la legatura endoscopica con lacci (la risposta A è corretta). Il paziente del quesito presenta una cirrosi epatica in una fase avanzata. Durante l'esame endoscopico, sono state riscontrate varici esofagee con segni rossi, probabilmente causa delle scariche melaniche che hanno portato il paziente in pronto soccorso. Il trattamento d'urgenza per questo caso consiste nell'elasto-legatura endoscopica (la risposta A è corretta). La terapia iniettiva sclerosante è riservata alle varici gastriche che non possono essere legate con lacci (la risposta D non è corretta), mentre le clip emostatiche sono utilizzate principalmente per il controllo di sanguinamenti di modesta entità da ulcere gastriche o nel tratto colico (la risposta C non è corretta). La TIPS è un'opzione terapeutica non d'urgenza, utilizzata nei casi di emorragia gastrica da varici gastro-esofagee solo in caso di mancato controllo del sanguinamento dopo legatura o scleroterapia (la risposta E non è corretta). In ultima analisi, in alcuni casi selezionati di ascite refrattaria, può essere considerata l'opzione chirurgica di derivazione porto-sistemica, benché al momento i dispositivi necessari non siano disponibili sul mercato italiano (la risposta B non è corretta).


32 di 100 Domande

Un uomo di 53 anni con un episodio di pancreatite acuta necrotico-emorragica esegue una TC addome con mezzo di contrasto, di controllo, a circa 4 settimane dall’evento acuto. Quale tra queste NON rientra tra i possibili reperti ascrivibili a complicanze dell’evento pancreatitico?














Un uomo di 53 anni con un episodio di pancreatite acuta necrotico-emorragica esegue una TC addome con mezzo di contrasto, di controllo, a circa 4 settimane dall’evento acuto. Non rientrano tra i possibili reperti ascrivibili a complicanze dell’evento pancreatitico le neoplasie papillari mucinose del pancreas (la risposta E è corretta). In questa domanda, viene chiesto di scegliere tra le opzioni quale non è una possibile complicazione a lungo termine della pancreatite acuta. La pseudocisti, è una delle complicazioni più frequenti (la risposta D non è corretta), tuttavia altre opzioni come la "walled-off necrosis", la fistola pancreatico-enterica e la trombosi parziale della vena splenica possono anche essere conseguenze della pancreatite acuta (le risposte A, B, C non sono corrette). L'unica opzione che non rappresenta una complicazione della pancreatite acuta è la neoplasia papillare mucinosa pancreatica (la risposta E è corretta).


33 di 100 Domande

Quale delle seguenti classi di farmaci chemioterapici è maggiormente associata a cardiotossicità risultante in forma di disfunzione ventricolare sinistra?














E' maggiormente associata a cardiotossicità risultante in forma di disfunzione ventricolare sinistra l'antracicline (la risposta E è corretta). Riassumiamo brevemente gli effetti collaterali dei chemioterapici. I derivati del platino possono causare problemi renali, alterazioni degli elettroliti, nausea, vomito, anoressia, neuropatia sensoriale, ototossicità e mielotossicità. Gli antietaboliti danneggiano i tessuti in rapida proliferazione e possono causare anemia, riduzione dei globuli bianchi e aumento del rischio di infezioni. I farmaci inibitori dell'angiogenesi possono causare emorragie, coaguli di sangue, pressione arteriosa alta, difficoltà di cicatrizzazione delle ferite e disturbi cerebrali. Gli inibitori delle tirosinchinasi possono causare effetti gastrointestinali, rash, anemia, neutropenia e trombocitopenia. Le antracicline possono causare scompenso cardiaco acuto e cronico e sono associate ad un elevato rischio di scompenso cardiaco.


34 di 100 Domande

Una paziente di 78 anni ipertesa, con diabete mellito e stenosi mitralica severa, funzione epatica e renale nei limiti, sviluppa una fibrillazione atriale persistente. Nella scelta della terapia anticoagulante da somministrare a scopo preventivo dell’ictus ischemico, quale delle seguenti opzioni è la più corretta?














Una paziente di 78 anni ipertesa, con diabete mellito e stenosi mitralica severa, funzione epatica e renale nei limiti, sviluppa una fibrillazione atriale persistente. La paziente non ha indicazione alla terapia anticoagulante orale con nuovi anticoagulanti orali (NAO) (la risposta D è corretta). In pazienti con fibrillazione atriale e stenosi mitralica severa, l'anticoagulazione con inibitori della vitamina K (dicumarolici) è indicata per prevenire la formazione di trombi in atrio e auricola sinistra. Tuttavia, secondo le linee guida ESC, i nuovi anticoagulanti orali (NAO) sono controindicati in queste condizioni a causa del rischio aumentato di tromboembolia ed emorragia. L'eparina può essere utilizzata in assenza di controindicazioni come trombocitopenia, sindromi emorragiche in atto e allergia.


35 di 100 Domande

Quale delle seguenti classi di farmaci trova un’indicazione per il trattamento sia del diabete mellito sia dello scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta?














Per il trattamento sia del diabete mellito sia dello scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta sono indicati gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio tipo 2 (SGLT2i) (la risposta D è corretta).  La domanda riguarda i farmaci utilizzati per il trattamento del diabete e dello scompenso cardiaco. Gli inibitori del glucagon-like-peptide 1 (GLP-1) non sono utilizzati nel trattamento del diabete, ma gli analoghi del GLP-1 sono utilizzati per favorire la secrezione di insulina (la risposta E non è corretta). I farmaci antidiabetici orali chiamati inibitori della dipeptidil-peptidasi IV (DPP-4) o gliptine possono essere utilizzati per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, ma non sono utilizzati nel trattamento dello scompenso cardiaco (la risposta C non è corretta). I secretagoghi insulinici ad azione rapida, come repaglinide e nateglinide, stimolano la secrezione insulinica in modo rapido, ma non hanno un'azione diretta sul cuore (la risposta A non è corretta). L'inibizione della neprilisina, utilizzata per trattare lo scompenso cardiaco, non ha alcuna azione sul diabete (la risposta B non è corretta). Gli inibitori SGLT2 (o gliflozine) sono approvati in Italia per il trattamento del diabete di tipo 2 e agiscono inibendo selettivamente l'enzima SGLT2 nei reni, riducendo il riassorbimento di glucosio e sodio e migliorando gli endpoint renali e cardiovascolari (la risposta D è corretta). 


36 di 100 Domande

Un paziente di 71 anni, iperteso, diabetico, affetto da scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta su base ischemica, si reca in visita ambulatoriale riferendo peggioramento della dispnea nell’ultimo mese, con riduzione della capacità funzionale (classe NYHA = III, rispetto all’ultima visita in cui NYHA = II). Il paziente è in terapia con ACE-inibitori, beta-bloccanti, inibitori del recettore dell’aldosterone, inibitori di SGLT2, diuretici dell’ansa, cardioaspirina. In che modo si potrebbe ottimizzare la terapia domiciliare del paziente?














Un paziente di 71 anni, iperteso, diabetico, affetto da scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta su base ischemica, si reca in visita ambulatoriale riferendo peggioramento della dispnea nell’ultimo mese, con riduzione della capacità funzionale (classe NYHA = III, rispetto all’ultima visita in cui NYHA = II). Il paziente è in terapia con ACE-inibitori, beta-bloccanti, inibitori del recettore dell’aldosterone, inibitori di SGLT2, diuretici dell’ansa, cardioaspirina. Si potrebbe ottimizzare la terapia domiciliare del paziente sospendendo gli ACE-inibitori e aggiungendo un’associazione di inibitore della neprilisina e bloccante dei recettori dell’angiotensina (la risposta A è corretta). La terapia dello scompenso cardiaco secondo le linee guida ESC2021 utilizza l'associazione di Sacubitril/valsartan, un inibitore della neprilisina e bloccante dei recettori dell'angiotensina, per trattare l'insufficienza cardiaca a ridotta frazione di eiezione. Il farmaco non può essere utilizzato insieme ad ACE-inibitori per evitare il rischio di angioedema e insufficienza renale ed iperkaliemia. Il calcio antagonista non migliora l'outcome clinico nello scompenso. I diuretici sono fondamentali per ridurre la sintomatologia dispnoica e gli inibitori del recettore P2Y12 sono utilizzati nel trattamento della coronaropatia ma non migliorano la classe funzionale del paziente.

 


37 di 100 Domande

Quale delle seguenti è un’indicazione ad impianto di pacemaker?














E' un’indicazione ad impianto di pacemaker il blocco atrio ventricolare II grado, Mobitz 2 (la risposta B è corretta). L'indicazione per l'impianto di un pacemaker è necessaria in caso di blocco di conduzione cardiaco atrioventricolare irreversibile, che può causare bradicardia critica o asistolia. Tuttavia, la vertigine e la tachicardia notturna non sono indicazioni per l'impianto di un pacemaker poiché si tratta di sintomi di pertinenza neurologica o otorinolaringoiatrica e non possono essere trattati con questo dispositivo (le risposte C, A non sono corrette). In alcuni casi selezionati, il blocco di branca sinistra in pazienti con cardiopatia ischemica (la risposta E non è corretta) può beneficiare di un dispositivo pacemaker biventricolare con funzione di resincronizzazione, ma solo se i pazienti nonostante la terapia medica ottimizzata hanno una funzione d'eiezione ridotta ed evidenza di un ritardo di conduzione (QRS maggiore di 130msec se Blocco di branca sinistro e 150 msec se ritardo di conduzione di tipo non-Blocco di branca sinistro).  Invece, l'impianto di un pacemaker non è indicato nel caso di Blocco di branca destro + blocco fascicolare anteriore sinistro (la risposta D non è corretta). Infine, il pacemaker va considerato nei pazienti con FA permanente e BAV permanenti o parossistici e in caso di sindrome del nodo del seno oppure con sincope e cadute inspiegabili, la diagnosi deve essere accertata con i metodi diagnostici disponibili e quando i sintomi possono essere chiaramente attribuiti alla bradiaritmia, si valuta il trattamento con pacemaker.

 


38 di 100 Domande

Un paziente di 74 anni con nota cardiopatia ipertensiva si reca in Pronto Soccorso per dispnea acuta ed edemi declivi. In base all’ecocardiogramma il paziente viene ricoverato in cardiologia con diagnosi di scompenso cardiaco a frazione di eiezione lievemente ridotta. In quale range di valori rientrerà la sua frazione di eiezione?














Un paziente di 74 anni con nota cardiopatia ipertensiva si reca in Pronto Soccorso per dispnea acuta ed edemi declivi. In base all’ecocardiogramma il paziente viene ricoverato in cardiologia con diagnosi di scompenso cardiaco a frazione di eiezione lievemente ridotta. La sua frazione di eiezione rientra nel 41-49% (la risposta E è corretta). La classificazione dello scompenso cardiaco si basa sulla frazione d'eiezione del ventricolo sinistro (FE): se la FE è maggiore del 50%, si parla di scompenso cardiaco a FE conservata; se la FE è compresa tra il 41 e il 49%, si parla di scompenso cardiaco a FE lievemente ridotta; infine, se la FE è inferiore al 40%, si parla di scompenso cardiaco a FE ridotta. 

 


39 di 100 Domande

Un paziente di 64 anni con fibrillazione atriale parossistica viene valutato per trattamento ablativo del focus di aritmia. Quale dei seguenti elementi rappresenta un fattore di maggior rischio di recidiva dell’aritmia dopo l’ablazione?














Un paziente di 64 anni con fibrillazione atriale parossistica viene valutato per trattamento ablativo del focus di aritmia. Rappresenta un fattore di maggior rischio di recidiva dell’aritmia dopo l’ablazione la severa dilatazione atriale sinistra (la risposta A è corretta). La fibrillazione atriale parossistica interessa una quota significativa della popolazione, essendo una patologia strettamente correlata all'età e alla dilatazione atriale. Nel caso in cui la fibrillazione atriale sia parossistica e presenti un focolaio evidente agli studi funzionali transcatetere, è possibile procedere con una procedura di ablazione, che si è dimostrata efficace nella maggior parte dei casi. Tuttavia, in alcuni casi può verificarsi una recidiva, soprattutto nel caso in cui il paziente presenti un fattore di rischio non correggibile per lo sviluppo di fibrillazione atriale, come ad esempio la dilatazione atriale. Va considerato che altri fattori di rischio, come l'ipertrofia ventricolare sinistra o l'ipertensione, possono contribuire allo sviluppo di aritmie, ma non necessariamente in modo immediato (le risposte B, E non sono corrette). Pertanto, la dilatazione atriale rappresenta il principale fattore di rischio non correggibile per la fibrillazione atriale e, anche con una procedura di ablazione, è possibile che si verifichino ulteriori anomalie di conduzione in un atrio malato.

 


40 di 100 Domande

In una donna di 68 anni che si presenta con tosse persistente produttiva, quale tra le seguenti indagini diagnostiche è maggiormente indicata per confermare od escludere la presenza di bronchiectasie?














In una donna di 68 anni che si presenta con tosse persistente produttiva, l'indagine diagnostica maggiormente indicata per confermare od escludere la presenza di bronchiectasie è la TC torace senza mezzo di contrasto (la risposta E è corretta). La bronchiectasia è una condizione patologica caratterizzata da dilatazione e distruzione dei bronchi maggiori, causata da una perdita della loro componente elastica e muscolare. Questa condizione può essere idiopatica o causata da uno stato infettivo e infiammatorio cronico. I sintomi associati alla bronchiectasia, come la tosse cronica e l'espettorazione purulenta, sono correlati al ristagno di muco all'interno dei bronchi dilatati. Alcuni pazienti possono anche presentare febbre e dispnea. L'esame di scelta per la valutazione della bronchiectasia è la TC ad alta risoluzione, che evidenzia la dilatazione delle vie aeree e il segno dell'anello con sigillo. Inoltre, i segni dei "binari del tram", causati dalle vie aeree ispessite e dilatate, sono facilmente visibili alla TC. 

 


41 di 100 Domande

Quale tra le seguenti è la causa più probabile di versamento pleurico bilaterale alla radiografia del torace in un paziente di sesso maschile di 70 anni che si presenta al Pronto Soccorso con dispnea cronica riacutizzata?














La causa più probabile di versamento pleurico bilaterale alla radiografia del torace in un paziente di sesso maschile di 70 anni che si presenta al Pronto Soccorso con dispnea cronica riacutizzata è lo scompenso cardiaco (la risposta D è corretta). Tenendo presente che il paziente in questione è di sesso maschile e quindi esclude la possibilità di sindrome di Meigs, caratterizzata da tumore ovarico, idrotorace ed ascite, e considerando la sua storia di dispnea cronica, la riacutizzazione di BPCO e lo scompenso cardiaco sono le più probabili. La polmonite da COVID-19, infatti, non sempre si manifesta con addensamenti radiologici e il danno polmonare da amiodarone si presenta sotto forma di fibrosi. La BPCO, invece, è caratterizzata da versamento a livello polmonare, ma anche da bolle enfisematose, non menzionate nel quesito. Il quadro descritto sembra quindi più probabilmente riconducibile a uno scompenso cardiaco. 

 


42 di 100 Domande

In quale delle seguenti categorie di malattie è più correttamente classificabile l’asma bronchiale?














L'asma bronchiale è più correttamente classificabile fra le malattie infiammatorie croniche (la risposta A è corretta). L'asma bronchiale è una malattia cronica delle vie aeree, caratterizzata da ostruzione bronchiale che può essere reversibile con terapia, iperreattività bronchiale e declino della funzionalità respiratoria. Può evolvere in alcuni casi in una ostruzione irreversibile delle vie aeree. Viene classificata tra le malattie infiammatorie croniche, non è quindi compatibile con le altre opzioni proposte (le risposte B, C, D, E non sono corrette). 

 


43 di 100 Domande

Un uomo di 34 anni, italiano, residente in Maremma (Toscana), si presenta al Pronto Soccorso con febbre, cefalea e dolori diffusi sostenendo di avere la malaria. Aveva infatti avuto un episodio del tutto simile tre mesi prima, al rientro da un soggiorno in Messico. Il paziente riferisce che in quell’occasione era stato trattato con clorochina, che il quadro si era risolto rapidamente e che, dopo di allora, non aveva più effettuato viaggi all'estero. L'esame emoscopico confermerà l'ipotesi del giovane evidenziando la presenza di plasmodi nello striscio sottile. Il nuovo episodio è verosimilmente dovuto a:














Un uomo di 34 anni, italiano, residente in Maremma (Toscana), si presenta al Pronto Soccorso con febbre, cefalea e dolori diffusi sostenendo di avere la malaria. Aveva infatti avuto un episodio del tutto simile tre mesi prima, al rientro da un soggiorno in Messico. Il paziente riferisce che in quell’occasione era stato trattato con clorochina, che il quadro si era risolto rapidamente e che, dopo di allora, non aveva più effettuato viaggi all'estero. L'esame emoscopico confermerà l'ipotesi del giovane evidenziando la presenza di plasmodi nello striscio sottile. Il nuovo episodio è verosimilmente dovuto a recidiva di malaria da Plasmodium vivax dovuta a riattivazione di ipnozoiti (la risposta A è corretta). I Plasmodium vivax e ovale hanno una forma nota come ipnozoiti che si trovano a livello epatico e non vengono eliminati con la sola clorochina, che agisce solo sui parassiti in circolo. Per prevenire le recidive, in caso di positività allo striscio per vivax o ovale, deve essere somministrato un derivato 8-aminochinolinico come la primachina, oltre alla clorochina. L'infezione autoctona da Plasmodium falciparum è errata poiché non esistono infezioni autoctone di malaria in Italia (la risposta E non è corretta). La recidiva di malaria da Plasmodium falciparum è sbagliata poiché il Plasmodium falciparum non presenta ipnozoiti (la risposta C non è corretta). La recidiva di malaria da Plasmodium vivax resistente alla clorochina non è corretta poiché in caso di resistenza alla clorochina il paziente non avrebbe un periodo di completo benessere (la risposta D non è corretta). La recidiva di malaria da Plasmodium knowlesi è errata poiché il Plasmodium knowlesi è segnalato solo nel sud-est asiatico e non presenta ipnozoiti (la risposta B non è corretta). 

 


44 di 100 Domande

Un uomo di 43 anni, italiano, residente in Sicilia, si presenta al Pronto Soccorso per febbre che perdura da 2 settimane e non responsiva al trattamento con amoxicillina/acido clavulanico effettuato per 7 giorni. All'ingresso in Pronto Soccorso si registra febbre (TC 38,7°C), l'esame obiettivo risulta negativo per reperti patologici a carico di cuore e torace mentre sono evidenti epatomegalia e splenomegalia. L’emocromo mostra anemia normocromica normocitica, leucopenia e piastrinopenia. Tra le ipotesi infettivologiche quale risulta più probabile:














Un uomo di 43 anni, italiano, residente in Sicilia, si presenta al Pronto Soccorso per febbre che perdura da 2 settimane e non responsiva al trattamento con amoxicillina/acido clavulanico effettuato per 7 giorni. All'ingresso in Pronto Soccorso si registra febbre (TC 38,7°C), l'esame obiettivo risulta negativo per reperti patologici a carico di cuore e torace mentre sono evidenti epatomegalia e splenomegalia. L’emocromo mostra anemia normocromica normocitica, leucopenia e piastrinopenia. L'ipotesi più probaile è che si tratti di Leishmaniosi viscerale (la risposta D è corretta). La Leishmaniosi viscerale è una malattia causata da un parassita che provoca febbre, ingrossamento del fegato e della milza (epato-splenomegalia) e danni alle linee del midollo osseo (anemia normocromica, normocitica). Non è rispondente alla terapia antibatterica. La Leptospirosi è sbagliata poiché può essere trattata con successo con Amoxicillina/ac clavulanico e di solito presenta complicanze epatiche e renali, non midollari (la risposta C non è corretta). Invece, la malattia di Lyme è errata poiché ha una storia di morso di zecca o eritema cutaneo, ma qui non presenti e, anche se non è la prima scelta, è possibile trattarla con amoxicillina/ac clavulanico (la risposta B non è corretta). Infine, l'epatite acuta da HAV e l'epatite acuta da HEV sono errate poiché il paziente non presenta i sintomi tipici di una epatite acuta (ittero, nausea, vomito, inappetenza) e inoltre l'HEV si manifesta clinicamente più frequentemente durante la gravidanza (le risposte A, E sono errate). 


45 di 100 Domande

Paziente di 65 anni, nella storia clinica tabagismo, ipertensione arteriosa in trattamento con ACE-inibitori, diabete mellito in trattamento con metformina. Normofunzione renale, esame urine negativo. Accesso in Pronto Soccorso per sindrome coronarica acuta, si esegue coronarografia. Riscontro di stenosi critica delle arterie interventricolare anteriore e circonflessa. Si posizionano stent, inizia trattamento anti-aggregante. Al controllo dopo 10 giorni, riscontro di creatininemia di 3,5 mg/dl, eosinofilia, e lesioni violacee a carico degli arti inferiori. Qual è la diagnosi più probabile tra le seguenti?














Paziente di 65 anni, nella storia clinica tabagismo, ipertensione arteriosa in trattamento con ACE-inibitori, diabete mellito in trattamento con metformina. Normofunzione renale, esame urine negativo. Accesso in Pronto Soccorso per sindrome coronarica acuta, si esegue coronarografia. Riscontro di stenosi critica delle arterie interventricolare anteriore e circonflessa. Si posizionano stent, inizia trattamento anti-aggregante. Al controllo dopo 10 giorni, riscontro di creatininemia di 3,5 mg/dl, eosinofilia, e lesioni violacee a carico degli arti inferiori. La diagnosi più probabile tra le seguenti è la malattia ateroembolica (la risposta B è corretta). Il paziente presentato presenta un caso clinico complesso che richiede un'attenta valutazione sia clinica che di esclusione. In primo luogo, è importante concentrarsi sulle caratteristiche del paziente, tra cui l'età di 65 anni e i fattori di rischio per malattie cardiovascolari, nonché la sindrome coronarica acuta. In seguito, viene inserito uno stent e iniziata una terapia antiaggregante, tuttavia il paziente sviluppa una sindrome complessa con interessamento renale, cutaneo e rialzo eosinofilia. Tenendo in considerazione questi elementi, si valutano le opzioni disponibili. Innanzitutto, si esclude la vasculite autoimmune poiché l'età del paziente non è coerente con la rapida comparsa dei sintomi. Inoltre, l'eosinofilia non si adatta alla diagnosi di Churg-Strauss, che non prevederebbe un coinvolgimento coronarico così evidente (la risposta E non è corretta). Inoltre, si esclude il danno renale su base ostruttiva poiché non è chiaro da dove derivi l'ostruzione e le lesioni cutanee e gli eosinofili in rialzo non sono coerenti (la risposta A non è corretta). La reazione allergica allo stent può essere presa in considerazione, tuttavia, per un'ipersensibilità di tipo I saremmo troppo avanzati nel tempo e inoltre ci aspetteremmo sintomi gastrointestinali e respiratori piuttosto che cutanei (la risposta D non è corretta). La sindrome nefritica  non spiega né gli eosinofili né le lesioni cutanee, quindi è errata (la risposta C non è corretta). Infine, si valuta la malattia ateroembolica, che spiegherebbe le lesioni cutanee su base vascolare e l'insufficienza renale, legata anch'essa a sofferenza di natura vascolare. Inoltre, l'eosinofilia acuta può essere legata all'attivazione immunitaria sulla superficie esposta dei microemboli (la risposta B è corretta).

 

 


46 di 100 Domande

Bracciante agricolo di 35 anni. Sostanziale benessere negli anni precedenti. Non fuma, saltuaria assunzione di superalcolici. Si presenta in Pronto Soccorso per comparsa da alcuni giorni di febbre, cefalea, ematuria, mialgie diffuse e dal giorno precedente riscontro di sclere itteriche. Da 48 ore oliguria. Nei giorni precedenti ha gestito irrigazione dei campi entrando in alcuni fossati per aprire le paratie senza indossare dispositivi di protezione individuali (gambali). Inizia terapia antibiotica e trattamento dialitico per 7 giorni, poi ripresa della funzione renale. Qual è la diagnosi più probabile tra le seguenti?














Bracciante agricolo di 35 anni. Sostanziale benessere negli anni precedenti. Non fuma, saltuaria assunzione di superalcolici. Si presenta in Pronto Soccorso per comparsa da alcuni giorni di febbre, cefalea, ematuria, mialgie diffuse e dal giorno precedente riscontro di sclere itteriche. Da 48 ore oliguria. Nei giorni precedenti ha gestito irrigazione dei campi entrando in alcuni fossati per aprire le paratie senza indossare dispositivi di protezione individuali (gambali). Inizia terapia antibiotica e trattamento dialitico per 7 giorni, poi ripresa della funzione renale. La diagnosi più probabile è di leptospirosi ittero-emorragica (la risposta D è corretta). La Leptospirosi è unica tra le malattie menzionate nella domanda poiché è causata da un batterio. Di conseguenza, è l'unica malattia che potrebbe rispondere alla terapia effettuata. La Leptospirosi presenta due fasi: una simile all'influenza e una caratterizzata da insufficienza epato-renale. Inoltre, c'è un rischio specifico per la Leptospirosi, ovvero lavorare senza DPI nei campi. La trasmissione avviene principalmente tramite contatto diretto di cute lesa con fluidi contaminati da pipì di topo, comune per operatori delle fogne e contadini (una forma di Leptospirosi è nota come febbre delle risaie). Le altre malattie menzionate nella domanda di solito causano danni renali o epatici, ma non entrambi contemporaneamente e non rispondono alla terapia con antibiotici (le risposte A, B, E non sono corrette). La sindrome influenzale, invece, non causa normalmente insufficienza epatica o renale (la risposta C non è corretta).

 


47 di 100 Domande

Quali sono le tre fasi dell’interessamento cutaneo della sclerodermia in ordine di comparsa?














Le tre fasi dell’interessamento cutaneo della sclerodermia in ordine di comparsa sono: edematoso-sclerotico-atrofico (la risposta B è corretta). La sclerodermia si manifesta con alterazioni cutanee suddivise in tre fasi: edematosa, indurativa o sclerotica, e atrofica. Inoltre, la fase edematosa può essere assente in alcuni pazienti. Questa fase si caratterizza per l'edema delle dita, mani e/o piedi, che può estendersi anche a parti prossimali degli arti e del volto, con un aumento di spessore, tensione e lucidità della cute, accompagnato dalla sparizione dei solchi. Invece, nella fase sclerotica la cute diventa ancora più consistente, aderente ai tessuti sottostanti e talvolta trasparente, generando un aspetto tipico, caratterizzato da alterazioni dell'espressione del volto, labbra sottili, bocca stretta, mento corrugato e labbra a "borsa di tabacco". Infine, la fase atrofica si manifesta successivamente con una perdita di tono, fragilità e consistenza della pelle, accompagnata talvolta da chiazze simili alla vitiligo o zone iperpigmentate o una colorazione brunastra diffusa. Inoltre, è importante menzionare che le opzioni A, C, e D non sono corrette, poiché non esiste una fase adiposa né cicatriziale nella sclerodermia e l'ordine d'insorgenza dei vari stadi cutanei risulta invertito nella risposta E.

 


48 di 100 Domande

Soggetto di 55 anni si presenta con febbre, rinorrea purulenta, rialzo della creatininemia (2,5 mg/dl). Una biopsia renale evidenzia all’esame istologico segni compatibili con una diagnosi di granulomatosi con poliangioite (GPA). Quale tra i seguenti autoanticorpi è classicamente associato a tale patologia?














Soggetto di 55 anni si presenta con febbre, rinorrea purulenta, rialzo della creatininemia (2,5 mg/dl). Una biopsia renale evidenzia all’esame istologico segni compatibili con una diagnosi di granulomatosi con poliangioite (GPA). Sono classicamente associati a tale patologia i c-ANCA (la risposta C è corretta). Il quesito esplora il decorso clinico classico della granulomatosi con poliangioite, nota anche come granulomatosi di Wegener. Inoltre, gli ANCA (anticorpi anti citoplasma dei neutrofili) possono essere suddivisi in due tipi: i p-ANCA, con colorazione perinucleare, sono tipicamente associati a patologie come la poliangioite microscopica, la sindrome di Churg Strauss e la glomerulonefrite rapidamente progressiva. Al contrario, i c-ANCA, caratterizzati da una colorazione citoplasmatica, sono tipici della granulomatosi con poliangioite in questione. Per giunta, gli altri auto anticorpi menzionati, come anti GBM, tipici della sindrome di Goodpasture; anti istone e anti SM, sono associati al Lupus.


49 di 100 Domande

Un paziente di 70 anni accede all’ambulatorio neurologico lamentando, da alcuni mesi, un deterioramento cognitivo. La moglie descrive una marcata variabilità nelle performance cognitive intra ed inter giornaliera, parasonnie compatibili con RBD (Disturbo del Comportamento nel sonno REM) e allucinazioni visive. Quale patologia sospetti in prima istanza?














Un paziente di 70 anni accede all’ambulatorio neurologico lamentando, da alcuni mesi, un deterioramento cognitivo. La moglie descrive una marcata variabilità nelle performance cognitive intra ed inter giornaliera, parasonnie compatibili con RBD (Disturbo del Comportamento nel sonno REM) e allucinazioni visive. In prima istanza si può sospettare la malattia a corpi di Lewy (la risposta E è corretta). Quando si affronta un caso clinico, è importante tenere a mente i criteri diagnostici fondamentali. In un contesto reale, le diagnosi possono essere sfumate, ma in un test devono essere nette per evitare di ingannarsi. In questo caso, gli elementi chiave da considerare sono: l'età del paziente (70 anni) che ci consente di escludere la demenza fronto-temporale (la risposta C non è corretta), caratterizzata da un esordio precoce; la storia di mesi di deterioramento cognitivo oscillante che ci permette di escludere il Parkinson (la risposta A non è corretta), caratterizzato da un esordio con problemi di movimento e non di funzioni superiori e anche la malattia da prioni (la risposta D non è corretta) che prevede un declino irreversibile e rapido, non un andamento oscillante del disturbo; e infine le parasonnie, RBD e allucinazioni visive che ci fanno sospettare la Malattia di Alzheimer o la Malattia a corpi di Lewy. Per fare una diagnosi differenziale tra le due patologie, è necessario tenere presente che l'Alzheimer ha una sintomatologia legata alla memoria episodica, al comportamento e all'aprassia, mentre la Malattia a corpi di Lewy si caratterizza per disturbi del sonno severi, allucinazioni e disturbi motori. In questo caso, poiché non sono menzionati aspetti mnestici e prassici, la risposta corretta è la malattia a corpi di Lewy.


50 di 100 Domande

Una giovane donna accede presso il locale Pronto Soccorso lamentando da alcuni giorni una visione sdoppiata, che si aggrava nel corso della giornata. Attualmente è in maternità per un recente parto a termine privo di complicanze. L’obiettività evidenzia diplopia e una ptosi palpebrale bilaterale, più marcata dopo prove di affaticamento. Quale ipotesi diagnostica risulta più verosimile in questo contesto?














Una giovane donna accede presso il locale Pronto Soccorso lamentando da alcuni giorni una visione sdoppiata, che si aggrava nel corso della giornata. Attualmente è in maternità per un recente parto a termine privo di complicanze. L’obiettività evidenzia diplopia e una ptosi palpebrale bilaterale, più marcata dopo prove di affaticamento. L'ipotesi diagnostica più verosimile in questo contesto è di Miastenia Gravis (la risposta B è corretta). Iniziamo analizzando il caso clinico dalle sue informazioni fondamentali: la paziente è una donna giovane, il che ci permette di considerare diverse patologie tra le opzioni. Ha recentemente partorito, e questo ci fa sospettare un trigger autoimmune che può verificarsi alla fine di una gravidanza. Inoltre, iniziamo a guardare con attenzione la Miastenia Gravis, l'ADEM e la Sindrome di Guillain-Barré. La giovane donna arriva in pronto soccorso per una visione sdoppiata insorta in modo acuto-subacuto con peggioramento nel corso della giornata, ed inoltre presenta una ptosi peggiorata dalle prove di affaticamento. Chiaramente, la miopatia (la risposta E non è corretta) è da escludere subito, in primis perché una malattia genetica non si presenta all'improvviso, in secondo luogo perché non c'è alcuna correlazione con il trigger gravidanza. La Sindrome di Guillain-Barré (la risposta C non è corretta) non interessa mai la muscolatura oculare esterna (quella è la variante Miller-Fisher), la sintomatologia non è tipica dell'ADEM (la risposta A non è corretta) e non c'è questa disseminazione semeiologica. Infine, ciò che è più importante è che il quadro clinico descritto è patognomonico per la patologia di placca neuromuscolare, per cui la risposta corretta è Miastenia Gravis (la risposta B è corretta).


51 di 100 Domande

Un uomo di 40 anni effettua una valutazione neurologica su indicazione del Medico curante dal momento che, da alcuni mesi, ha iniziato a lamentare incertezza nella deambulazione (tende a sbattere spesso contro mobili o contro gli stipiti delle porte) associata a calo della libido e disfunzione erettile. All’esame obiettivo viene riscontrata ginecomastia, oltre ad un deficit campimetrico compatibile con emianopsia bitemporale. Quale tra le seguenti ipotesi appare più verosimile?














Un uomo di 40 anni effettua una valutazione neurologica su indicazione del Medico curante dal momento che, da alcuni mesi, ha iniziato a lamentare incertezza nella deambulazione (tende a sbattere spesso contro mobili o contro gli stipiti delle porte) associata a calo della libido e disfunzione erettile. All’esame obiettivo viene riscontrata ginecomastia, oltre ad un deficit campimetrico compatibile con emianopsia bitemporale. Il prolattinoma ipofisario è l'ipotesi più verosimile (la risposta D è corretta). La clinica dell'iperprolattinemia è caratterizzata da sintomi quali ginecomastia, calo della libido e disfunzione erettile. Inoltre, l'emianopsia bitemporale causata dalla compressione del chiasma è un segnale distintivo della patologia. È importante non confondere questa condizione con altre patologie che possono causare deficit campimetrici, come la neuropatia ottica di Leber, che causa scotomi centrali e si presenta con una clinica acuta e un'età d'esordio più bassa (la risposta E non è corretta); la sclerosi multipla, che può esordire con sintomatologia visiva ma presenta anche deficit del visus e dolore periorbitario (la risposta C non è corretta); e la retinite pigmentosa, che si manifesta con un'età d'esordio più bassa e sintomi visivi legati principalmente alla cecità notturna e a uno scotoma ad anello (la risposta A non è corretta). L'ultima opzione da escludere è la SLA, una patologia del motoneurone che non colpisce la muscolatura oculare e non si accompagna ai sintomi endocrini descritti nel caso clinico (la risposta B non è corretta). 


52 di 100 Domande

Una bambina di 12 anni viene accompagnata a visita neuropsichiatrica dai genitori che sottolineano come la stessa abbia difficoltà a fischiare, sorridere, a sollevare e mantenere rivolte verso l’alto le braccia. Quale dei seguenti esami può confermare il sospetto diagnostico di una distrofia facio-scapolo-omerale (FSHD)?














Una bambina di 12 anni viene accompagnata a visita neuropsichiatrica dai genitori che sottolineano come la stessa abbia difficoltà a fischiare, sorridere, a sollevare e mantenere rivolte verso l’alto le braccia. Il sospetto diagnostico di una distrofia facio-scapolo-omerale (FSHD) può essere confermato dal test genetico (la risposta A è corretta). Per confermare la diagnosi di distrofia facio-scapolo-omerale, è necessario un'anamnesi familiare positiva, una clinica suggestiva e la conferma del test genetico sia del paziente che dei suoi familiari (la risposta A è corretta). Inoltre, non è associata a ritardi nello sviluppo cognitivo, quindi la valutazione neurocognitiva non è utile come esame di conferma (la risposta E non è corretta). Invece, non è una patologia post-infettiva, quindi il tampone tonsillare non è richiesto nei criteri diagnostici (la risposta C non è corretta). Infine, la velocità di conduzione sensitiva e motoria degli arti superiori non è essenziale per la diagnosi (le risposte B, D non sono corrette), tuttavia si potrebbe eseguire un'elettromiografia per identificare il danno muscolare causato dalla patologia. Per giunta, il nome e cognome della malattia è sempre determinato dal test genetico (la risposta A è corretta).


53 di 100 Domande

Un paziente affetto da depressione maggiore resistente nonostante una polifarmacoterapia ottimizzata manifesta ricorrenti ideazioni e tentativi suicidari. Quale dei seguenti farmaci risulta indicato?














Un paziente affetto da depressione maggiore resistente nonostante una polifarmacoterapia ottimizzata manifesta ricorrenti ideazioni e tentativi suicidari. L'Esketamina risulta indicato in questo caso (la risposta D è corretta). La terapia della depressione resistente può essere compresa attraverso la conoscenza dei farmaci che agiscono sul signalling glutammatergico, una delle ultime frontiere della ricerca clinica in psichiatria per disturbi dell'umore e psicotici. Inoltre, è possibile individuare la classe delle molecole utilizzate. Invece, Levodopa-Carbidopa è una combinazione utilizzata per il trattamento del morbo di Parkinson (la risposta B non è corretta). Per giunta, la desinenza -mab indica la presenza di anticorpi monoclonali, come rituximab e eculizumab. Rituximab è utilizzato nella terapia del linfomi, mentre eculizumab è utilizzato per trattare la emoglobinuria parossistica notturna e la sindrome emolitico-uremica tipo a (le risposte A, C non sono corrette). In aggiunta, Mestinon, un farmaco a base di piridostigmina, è utilizzato per il trattamento della miastenia gravis (la risposta E non è corretta). Infine, l'esketamina (nota come Spravato) è l'ultimo farmaco approvato dalla FDA per il trattamento della depressione grave resistente ad almeno due farmaci antidepressivi di prima linea. Si tratta di un antagonista non selettivo e non competitivo del recettore NMDA del glutammato (la risposta D è corretta).


54 di 100 Domande

In quale delle seguenti patologie neurologiche risulta più probabile il riscontro di anedonia?














Nella malattia di Parkinson risulta più probabile il riscontro di anedonia (la risposta C è corretta). L'anedonia è l'incapacità di sentire piacere da qualsiasi attività, un sintomo causato da problemi nella via del sistema di ricompensa dopaminergico. Tra le opzioni della domanda, ci sono diverse patologie neurologiche con cause differenti, ma solo la Malattia di Parkinson è associata a alterazioni della trasmissione sinaptica centrale. Le altre patologie sono del sistema nervoso periferico e possono causare depressione reattiva, ma questo non è un tratto tipico di queste malattie. 


55 di 100 Domande

Quale delle seguenti affermazioni relative all’atresia esofagea con fistola esofago-tracheale è ERRATA?














L'atresia esofagea è una malformazione congenita caratterizzata dalla mancata completa formazione dell'esofago e spesso associata a una fistola tracheo-esofagea. Esistono 5 tipologie di atresia esofagea: atresia con fistola distale (86%), atresia esofagea isolata (8%), atresia con fistola doppia (1%), fistola tracheo-esofagea isolata (4%) e atresia con fistola prossimale (1%). L'atresia con fistola prossimale è tra le più rare (la risposta A è corretta). Inoltre, fino al 50% dei pazienti con atresia esofagea può presentare altre malformazioni congenite, in particolare le sindromi VACTERL e CHARGE (la risposta E non è corretta). L'atresia esofagea può essere sospettata già durante l'ecografia prenatale attraverso la presenza di polidramnios e l'assenza della bolla gastrica o dilatazione dell'esofago superiore (la risposta B non è corretta). Dopo la nascita, l'inserimento di un sondino naso-gastrico o oro-gastrico può confermare la diagnosi in caso di impossibilità di raggiungere lo stomaco (la risposta C non è corretta). In assenza di sospetti, l'atresia si manifesta sin dal primo pasto del neonato con abbondante rigurgito, tosse e, in presenza di fistola prossimale, può causare polmonite da ingestione (la risposta D non è corretta).


56 di 100 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riferite alla sindrome di Alport è ERRATA?














L'affermazione "Le alterazioni istologiche renali non coinvolgono la membrana basale glomerulare" riferita alla sindrome di Alport  è errata (la risposta A è corretta). La sindrome di Alport è una patologia genetica causata dalla mutazione del gene COL4A5 (la risposta D non è corretta), che codifica per la catena alpha-5 del collagene di tipo IV. La trasmissione ereditaria è dominante legata all'X, rendendo i maschi maggiormente colpiti (la risposta B non è corretta). Tuttavia, le donne spesso presentano una forma lieve-moderata, poiché l'allele normale sul cromosoma X non mutato compensa parzialmente la mutazione. Di conseguenza, c'è spesso un'anamnesi familiare positiva per microematuria e insufficienza renale cronica, soprattutto nella linea materna (la risposta E non è corretta). I sintomi includono sindrome nefritica, sordità neurosensoriale e talvolta anomalie oculari come cataratta, lenticonoanteriore, nistagmo e retinite pigmentosa (la risposta C non è corretta). La diagnosi viene confermata tramite biopsia renale, che evidenzia la disorganizzazione della lamina densa con ispessimento alternato a assottigliamento della membrana basale dei capillari glomerulari visibili in microscopia elettronica (la risposta A è corretta).


57 di 100 Domande

Quale tra i seguenti reperti clinici o di laboratorio di per sé NON è indicativo di un esordio di diabete mellito tipo I?














Il sovrappeso non è un indicatore dell'insorgenza del diabete mellito di tipo I (risposta E corretta). Questa forma di diabete, nota anche come diabete giovanile, si presenta solitamente in soggetti sotto i 30 anni. I sintomi possono essere acuti, come la comparsa di chetoacidosi diabetica (vomito, disidratazione, ipovolemia, ipotensione, aritmia, sonnolenza, confusione e persino coma) o più graduali con iperglicemia (la risposta D non è corretta) causata dalla riduzione progressiva dei livelli di insulina nel sangue. Altri sintomi comuni sono poliuria e glicosuria, causati dalla diuresi osmotica a causa di livelli di glicemia superiori alla soglia renale di riassorbimento del glucosio (le risposte A, C non sono corrette), e polidipsia dovuta alla disidratazione causata dalla perdita di liquidi per via renale (la risposta B non è corretta). Il sovrappeso non è un segno tipico del paziente con diabete mellito di tipo I, ma è spesso presente nei pazienti affetti da diabete di tipo II, associato alla sindrome metabolica e all'aumento della circonferenza addominale (la risposta E è corretta).

 


58 di 100 Domande

Cosa si intende per eritema tossico del neonato:














Per eritema tossico del neonato si intende una condizione transitoria benigna (la risposta A è corretta). L'eritema tossico del neonato è un'eruzione cutanea benigna e transitoria che colpisce circa il 50% dei neonati a termine. È più raro nei neonati prematuri e nei nati SGA. L'eziologia è sconosciuta, si ipotizza che possa essere dovuta all'accumulo di ormoni materni (la risposta E non è corretta). Si manifesta con un rash cutaneo maculare eritematoso o eritemato-edematoso che può evolvere in forma pustolosa. Le lesioni si localizzano al tronco e al volto, risparmiando i palmi delle mani e le piante dei piedi. L'eruzione è asintomatica e si risolve spontaneamente in 48-72 ore (la risposta A è corretta). Inoltre, l'allergia alle proteine del latte vaccino è una condizione che interessa circa il 2% dei lattanti e si manifesta con sintomi gastroenterici, cutanei e respiratori (la risposta B non è corretta),la risposta è errata non solo per il contenuto ma anche per l'uso improprio del termine "intolleranza" poiché l'intolleranza è dovuta a una carenza enzimatica che non permette la digestione di alcuni alimenti, mentre nel caso specifico delle proteine del latte si tratta di allergia. Infine, la risposta D fa riferimento alle malattie esantematiche dell'infanzia, ma l'eritema tossico del neonato non ha eziologia virale. La risposta A è corretta.


59 di 100 Domande

Un bambino di 2 anni in pieno benessere giunge al Pronto Soccorso per il reperto di massa addominale destra palpabile non dolente. Dopo iniziali accertamenti viene ipotizzata la diagnosi di tumore di Wilms. Quale delle seguenti affermazioni riguardante questa neoplasia infantile è ERRATA?














Un bambino di 2 anni in pieno benessere giunge al Pronto Soccorso per il reperto di massa addominale destra palpabile non dolente. Dopo iniziali accertamenti viene ipotizzata la diagnosi di tumore di Wilms. E' errato affermare che questa neoplasia è un tumore tipicamente a crescita infiltrativa (la risposta D è corretta). Il tumore di Wilms è un tipo di carcinoma embrionale del rene che si manifesta principalmente nei bambini sotto i 5 anni di età. Inoltre, nel 5% dei casi, esso si presenta in entrambi i reni (la risposta A non è corretta), mentre in un ulteriore 10% dei casi, è associato a diverse anomalie dell'apparato genito-urinario, quali ipoplasia renale, malattia cistica, ipospadia e criptorchidismo. È importante notare che la sindrome WAGR, determinata dalla delezione del gene WT1, non comporta tumore di Wilms, anidria e malformazioni genito-urinarie (la risposta C non è corretta). Il tumore si manifesta come una massa addominale palpabile accompagnata da dolore addominale, ematuria (la risposta B non è corretta), febbre, anoressia, nausea e vomito. La diagnosi viene effettuata attraverso ecografia addominale, TC o RM addominale e toracica, al fine di indagare la diffusione del tumore, la coinvolgimento della vena cava o vena renale e la diffusione ai linfonodi regionali, nonché la presenza di metastasi polmonari, che rappresenta la sede più comune (la risposta E non è corretta). La biopsia, di solito, non viene effettuata a causa del rischio elevato di disseminazione peritoneale. In termini di anatomo-patologia, il tumore si presenta come una massa con margini ben definiti, singola o multipla, di consistenza molle, con aree necrotiche e emorragiche.


60 di 100 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riguardante la chetoacidosi diabetica in età pediatrica è ERRATA?














E' errato affermare che la chetoacidosi diabetica in età piediatrica è caratterizzata da acidosi respiratoria (la risposta B è corretta). La chetoacidosi diabetica è una complicanza acuta del diabete, particolarmente frequente nei pazienti con diabete di tipo I (la risposta D non è corretta).Inoltre, può rappresentare l'esordio acuto del diabete mellito di tipo I in età pediatrica. La chetoacidosi si instaura quando i livelli di insulina plasmatici sono insufficienti a soddisfare le richieste metaboliche dell'organismo. Invece, può anche essere causata dall'inadeguata o mancata somministrazione di insulina in pazienti con patologia nota, ad esempio in caso di assunzione eccessiva di zuccheri senza somministrazione di insulina (la risposta C non è corretta). É caratterizzata da iperglicemia, iperchetonemia, chetonuria (la risposta A non è corretta) e acidosi metabolica (la risposta B è corretta). In aggiunta, tra le possibili complicanze della chetoacidosi diabetica si notano ipokaliemia e edema cerebrale (la rispsota E non è corretta). Infine, può causare coma, convulsioni e in casi estremi, il decesso.


61 di 100 Domande

Quale tra i seguenti reperti clinici è indicativo dell’inizio dello sviluppo puberale nella femmina?














La comparsa di bottone mammario è indicativo dell’inizio dello sviluppo puberale nella femmina (la risposta D è corretta). La pubertà si verifica nei maschi tra i 9 e i 14 anni e nelle femmine tra gli 8 e i 13 anni, causando cambiamenti fisiologici. La classificazione di Tanner identifica lo sviluppo puberale in entrambi i sessi suddividendolo in cinque fasi. Il primo stadio, detto prepuberale, non presenta peli pubici né bottoni mammarie. Invece, nel secondo stadio, compare il bottonemammario, seguito da pochi peli pubici. Nel terzo stadio, l'areola e il tessuto mammario si ingrossano, e i peli pubici diventano scuri e arricciati. Nel quarto stadio, le mammelle e le areole hanno un aspetto più maturo e i peli pubici sono di quantità e qualità inferiore. Infine, nel quinto stadio, la mammella appare adulta, con capezzolo e peli pubici quantità e qualità adulta. La comparsa del bottonemammario segna il passaggio dallo stadio prepuberale a quello puberale (la risposta D è corretta). Peli ascellari, pubarca e sprout puberale non sono inclusi nella classificazione di Tanner e non indicano l'inizio della pubertà (la risposte A, C, E non sono corrette). La produzione di ormoni androgeni, detta adrenarca, si verifica tra i 7 e i 10 anni in preparazione alla pubertà (la risposta B non è corretta). 

 


62 di 100 Domande

In quale patologia non è presente ritardo dello sviluppo puberale?














Non è presente ritardo dello sviluppo puberale nella sindrome di McCune Albright (la risposta B è corretta). La Sindrome di McCune-Albright è caratterizzata da una pseudopubertà precoce dipendente da GnRH, macchie di colore caffè latte e displasia fibrosa scheletrica. Inoltre, può presentare anomalie cardiovascolari, epatobiliari, gigantismo e ipertiroidismo (la risposta B è corretta). La Sindrome di Kallman è una malattia genetica che si manifesta con l'associazione di iposmia o anosmia causata da aplasia dei bulbi olfattivi e di ipogonadismo con infertilità (la risposta A non è corretta). La Sindrome di Turner è causata da una delezione di un cromosoma X e presenta infantilismo sessuale, pterigium colli, cubito valgo e bassa statura, oltre a una insufficienza gonadica (la risposta E non è corretta). Il ritardo costituzionale di crescita e sviluppo è un rallentamento valutato tramite i percentili di crescita per età e sesso. Il bambino, seppur più lentamente, raggiunge il suo obiettivo di crescita alla pubertà, che tuttavia si presenta in ritardo rispetto ai tempi fisiologici (la risposta C non è corretta). Infine, la Sindrome di Prader-Willi è una malattia genetica rara causata da una delezione dei geni sul cromosoma 15 che si manifesta con ipotonia neonatale grave, difficoltà di suzione, iperfagia, obesità, bassa statura e incompleto sviluppo puberale, a causa di un ipogonadismo misto e di un ritardo mentale moderato-grave (la risposta D non è corretta).

 


63 di 100 Domande

Quale tra questi è un sintomo atipico caratteristico della malattia del reflusso gastro-esofageo?














E' un sintomo atipico caratteristico della malattia del reflusso gastro-esofageo la tosse cronica (la risposta B è corretta). La MRGE presenta sintomi atipici come erosioni dentali, bruciore orale, asma bronchiale, raucedine, laringiti e, soprattutto, tosse cronica (la risposta B è corretta). Al contrario, la melena potrebbe essere un segno di esofago di Barrett, una complicazione della malattia da reflusso, ma non è un sintomo della MRGE in sé (la risposta A non è corretta). Anche febbre serotina, diarrea e stipsi, correlati a possibili problemi del tratto intestinale, non sono sintomi della MRGE (le risposte C, D, E non sono corrette). 


64 di 100 Domande

Un uomo di 69 anni arriva in Pronto Soccorso dopo un episodio di ematemesi. E’ vigile, collaborante, FC 77/minuto PA 120/65 mmHg. Qual è l’esame diagnostico di prima scelta per individuare la causa dell’ematemesi in questo paziente?














Un uomo di 69 anni arriva in Pronto Soccorso dopo un episodio di ematemesi. E’ vigile, collaborante, FC 77/minuto PA 120/65 mmHg. L'esofagogastroduodenoscopia è la prima opzione diagnostica per le emorragie digestive e consente anche un trattamento tempestivo (la risposta E è corretta). La TC senza contrasto, invece, non è in grado di identificare la fonte dell'emorragia enterica a causa della mancata visualizzazione di eventuali perdite di mezzo di contrasto dai vasi (la risposta C non è corretta). La scintigrafia con emazie marcate viene utilizzata per rintracciare fonti di sanguinamento occulto, ma non rappresenta la prima scelta per le emorragie digestive (la risposta A non è corretta). L'arteriografia può essere utilizzata per fini diagnostici e terapeutici, tuttavia non è la prima opzione (la risposta B non è corretta). Infine, la PET non è contemplata come diagnostica per le emorragie digestive (la risposta D non è corretta).

 


65 di 100 Domande

Una donna di 57 anni da alcuni mesi presenta alterazioni dell’alvo associate a dolori addominali diffusi, di modesta entità, ad insorgenza saltuaria e casuale. Riferisce che la madre è deceduta per un carcinoma colorettale all’età di 60 anni. Il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci eseguito una settimana prima è risultato positivo. E’ indicata una pancolonscopia?














Una donna di 57 anni da alcuni mesi presenta alterazioni dell’alvo associate a dolori addominali diffusi, di modesta entità, ad insorgenza saltuaria e casuale. Riferisce che la madre è deceduta per un carcinoma colorettale all’età di 60 anni. Il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci eseguito una settimana prima è risultato positivo. E’ indicata una pancolonscopia per il rischio di essere in presenza di un carcinoma colorettale (la risposta C è corretta). La paziente, che ha 57 anni, rientra nella fascia d'età tra i 50 e i 69 anni, per cui molti programmi di screening per il cancro del colon-retto prevedono la ricerca del sangue occulto fecale ogni 1 o 2 anni. In caso di un risultato positivo di sangue occulto fecale, la corretta indicazione è eseguire una pancolonscopia. Tuttavia, la TC, un esame radiologico di primo livello per la diagnosi di molte patologie dell'apparato digerente, non è subito richiesto, così come la PET e la videocapsula (le risposte A, B, E non sono corrette). 

 

 


66 di 100 Domande

Un uomo di 38 anni sa di avere una calcolosi multipla della colecisti da circa tre anni. Negli ultimi 6 mesi ha presentato 3 episodi di colica biliare. Una Colangio-RM conferma la calcolosi multipla (calcolo maggiore di 3 cm) con colecisti a pareti ispessite. Via biliare principale nella norma senza evidenza di calcoli all’interno. Qual è il trattamento ideale e definitivo?














Un uomo di 38 anni sa di avere una calcolosi multipla della colecisti da circa tre anni. Negli ultimi 6 mesi ha presentato 3 episodi di colica biliare. Una Colangio-RM conferma la calcolosi multipla (calcolo maggiore di 3 cm) con colecisti a pareti ispessite. Via biliare principale nella norma senza evidenza di calcoli all’interno. Il trattamento ideale e definitivo è la colecistectomia laparoscopica (la risposta A è corretta). Il paziente descritto nel caso è conosciuto per la presenza di calcolosi multipla, ma era rimasto senza sintomi per 2 anni e mezzo. Tuttavia, negli ultimi sei mesi ha sperimentato diverse coliche biliari, il che richiede una colecistectomia laparoscopica. L'acido ursodesossicolico non è un'opzione valida per il trattamento, poiché previene solo la formazione di nuovi calcoli e non ha dimostrato efficacia nei calcoli di dimensioni inferiori a 1,5 cm. È indicato solo nei casi di calcolosi asintomatica (la risposta B non è corretta). La litotrissia percutanea è un'opzione adeguata per la risoluzione di calcoli di dimensioni inferiori a 2 cm e in particolare se singoli, ma il tasso di ricorrenza del trattamento è elevato (la risposta D non è corretta). La rimozione percutanea dei calcoli dalla colecisti non è un'opzione terapeutica appropriata (la risposta C non è corretta). Infine, la colecistectomia e sfinterotomia endoscopica con stent deve essere scartata poiché la sfinterotomia è indicata solo in presenza di dilatazione delle vie biliari e di segni di calcoli nella via biliare principale (la risposta E non è corretta).

 


67 di 100 Domande

In caso di ittero, il sospetto che possa essere di tipo ostruttivo sorge quando:














In caso di ittero, il sospetto che possa essere di tipo ostruttivo sorge quando le urine sono ipercromiche e le feci acoliche (la risposta C è corretta). L'ittero ostruttivo è una condizione in cui l'escrezione della bile è bloccata. Questo comporta un aumento della bilirubina totale, soprattutto nella sua forma diretta, grazie alla capacità del fegato di coniugare la bilirubina. La bilirubina diretta viene eliminata a livello renale, il che rende le urine più scure. Inoltre, la mancanza di bile nell'apparato digerente impedisce la digestione dei grassi, causando feci acoliche e untuose.

 


68 di 100 Domande

La triade di Whipple, insieme di tre elementi suggestivi della presenza di un insulinoma, si manifesta tipicamente:














La triade di Whipple, insieme di tre elementi suggestivi della presenza di un insulinoma, si manifesta tipicamente a digiuno (la risposta C è corretta). L'insulinoma è contraddistinto dalla triade di Whipple, costituita da ipoglicemia, i suoi sintomi associati e la risposta rapida al glucosio. Questa condizione è causata da cellule pancreatiche che secernono insulina in modo anomalo, generando una quantità eccessiva di insulina. Normalmente, l'insulina viene prodotta quando si assume glucosio, tuttavia nell'insulinoma questa anomalia diventa più evidente durante i digiuni, quando prevale l'azione del glucagone e il glucosio viene rilasciato nel sangue per nutrire le cellule con un elevato metabolismo (la risposta A non è corretta). Mentre l'ipoglicemia può verificarsi durante l'esercizio fisico, questo può essere causato da un esercizio troppo intenso e da un basso apporto di zuccheri, e non necessariamente da una patologia come l'insulinoma (la risposta D non è corretta). La secrezione di insulina non varia in base alla postura, ma questo è un fattore endocrino da prendere in considerazione soprattutto in caso di anomalie del sistema surrenale (le risposte B, E non sono corrette). Infine, la triade di Whipple si presenterà unicamente durante i digiuni (la risposta C è corretta).


69 di 100 Domande

L’ileo biliare è una forma di:














L’ileo biliare è una forma di occlusione intestinale (la risposta E è corretta). La domanda riguarda l'ileo biliare, un'ostruzione meccanica del tratto digerente causata dalla presenza e migrazione di un calcolo biliare. La peritonite è un'infiammazione acuta della membrana peritoneale dovuta a processi chimici o infettivi, l'enterite è un'infiammazione acuta del tratto gastrointestinale, l'ileite terminale è l'infiammazione del tratto terminale del tubo intestinale solitamente associata alla Malattia di Crohn e l'ittero è semplicemente l'aumento di bilirubina nel sangue (le risposte A, B, C, D non sono corrette). 


70 di 100 Domande

Una donna di 38 anni è stata sottoposta a colecistectomia laparoscopica per calcolosi sintomatica della colecisti. Il referto istologico definitivo descrive un carcinoma della colecisti che invade la lamina propria (pT1a). Qual è la scelta terapeutica migliore per questa paziente?














Una donna di 38 anni è stata sottoposta a colecistectomia laparoscopica per calcolosi sintomatica della colecisti. Il referto istologico definitivo descrive un carcinoma della colecisti che invade la lamina propria (pT1a). Per questa paziente è sufficiente la colecistectomia laparoscopica (la risposta B è corretta). Il carcinoma della colecisti rappresenta una diagnosi accidentale nell'intervallo dello 0,5-3% dei pazienti che hanno subito una colecistectomia a seguito di calcolosi della colecisti. Tuttavia, il caso specificato non permette una valutazione precisa della stadiazione a causa dell'assenza di informazioni sui criteri N e M. Si può ragionevolmente supporre che si tratti di uno stadio I con N0 e M0. La colecistectomia semplice è una soluzione efficace per gli stadi T1a, con un tasso di successo compreso tra il 70% e il 100%. Al contrario, per lo stadio T1b che coinvolge la tonaca muscolare, si raccomanda una resezione allargata che migliora notevolmente il tasso di sopravvivenza a tre anni.  La chemioterapia e la radioterapia non sono considerate opzioni di prima linea per il trattamento del tumore della colecisti (le risposte C, E non sono corrette).  Le resezioni epatiche maggiori (la risposta D non è corretta) sono valutate solo in caso di coinvolgimento sostanziale del parenchima epatico durante la stadiazione o l'intervento chirurgico.

 

 


71 di 100 Domande

Dove troveremo più frequentemente aria libera in addome in caso di perforazione di ulcera peptica?














In sede sottodiaframmatica troveremo più frequentemente aria libera in addome in caso di perforazione di ulcera peptica (la risposta C è corretta). L'aria all'interno dell'addome, tende ad accumularsi nelle aree meno ripide, come la sede sottodiaframmatica. Inoltre, il mediastino e la cavità pleurica non sono considerati parte dell'addome (le risposte A, D non sono corrette). Le zone più ripide, come la doccia parietocolicae lo scavo pelvico, possono invece raccogliere eventuali accumuli liquidi (le risposte B, E non sono corrette).

 


72 di 100 Domande

Quale di questi sintomi/complicanze NON si riscontra tipicamente nella malattia emorroidaria non operata?














NON si riscontra tipicamente nella malattia emorroidaria non operata la stenosi (la risposta A è corretta). La malattia emorroidaria è caratterizzata da dilatazione e infiammazione delle vene emorroidarie e della zona circostante, che può provocare prolasso, sanguinamento o trombi. In genere si presenta con dolore e prurito, più lieve durante la defecazione e più acuto in casi gravi anche a riposo. Nonostante sia di solito benigna, se non trattata può portare al prolasso permanente dei cuscinetti emorroidari (le risposte B, C, D, E non sono corrette). Al contrario, la stenosi non è correlata alla malattia emorroidaria, ma è causata da processi di formazione eteroforme o infiammazioni parietali che causano cicatrizzazione, il che non è tipico della malattia emorroidaria (la risposta A è corretta).


73 di 100 Domande

Un neonato di tre settimane di vita giunge in Pronto Soccorso per vomito alimentare ingravescente. A seguito di accertamenti viene posta diagnosi di stenosi ipertrofica del piloro. Quale delle seguenti affermazioni NON è corretta?














Un neonato di tre settimane di vita giunge in Pronto Soccorso per vomito alimentare ingravescente. A seguito di accertamenti viene posta diagnosi di stenosi ipertrofica del piloro. La stenosi ipertrofica del piloro presenta una grave criticità per il neonato, impedendo la normale alimentazione e causando vomito a getto tra le 3 e le 6 settimane di vita (la risposta E non è corretta). Questo può portare a una perdita di acido cloridrico e una compromissione metabolica (la risposta C non è corretta), oltre a rendere il bambino suscettibile all'ittero noto come sindrome itteropilorica a causa di una carente idratazione e nutrizione (la risposta B non è corretta). In aggiunta, può esservi una correlazione con gastrite ed ulcera gastrica, che può causare ematemesi (la risposta A non è corretta). Fortunatamente, l'intervento chirurgico garantisce una soluzione con ottime prospettive di successo (la risposta D è corretta).


74 di 100 Domande

Ad una paziente di 50 anni è stato diagnosticato un carcinoma mammario ed è stata posta indicazione a mastectomia skin-sparing. La paziente ha un BMI di 28, non è fumatrice, non assume farmaci e non presenta comorbidità. Quale delle seguenti affermazioni circa le possibilità di ricostruzione della mammella in questa assistita è corretta?














Ad una paziente di 50 anni è stato diagnosticato un carcinoma mammario ed è stata posta indicazione a mastectomia skin-sparing. La paziente ha un BMI di 28, non è fumatrice, non assume farmaci e non presenta comorbidità. La paziente è candidabile anche a ricostruzione autologa con lembi liberi o lembi peduncolati (la risposta D è corretta). La mammella eterologa può essere ricostruita in due tappe, usando un espansore prima dell'impianto definitivo o in un'unica procedura chirurgica (la risposta A non è corretta).  La paziente descritta nel caso clinico non ha controindicazioni totali o relative sia per la ricostruzione autologa (la risposta D è corretta) che con protesi (la risposta E non è corretta).  Alcune controindicazioni relative potrebbero essere, ad esempio, l'obesità (BMI >30), una malattia avanzata, la necessità di radioterapia post-operatoria o significative comorbidità (la risposta E non è corretta). Tuttavia, la radioterapia aumenta il rischio di complicazioni nella ricostruzione con protesi a causa della risposta del tessuto (la risposta B non è corretta). Infine, la necessità di sostituire la protesi entro i primi 10 anni dalla procedura è inferiore al 50% in caso di ricostruzione con protesi (la risposta C non è corretta).

 


75 di 100 Domande

Secondigravida nullipara, appendicectomizzata, di 26 anni, con dismenorrea insorta da circa 2 anni, non utilizzatrice di contraccettivi, giunge al Pronto Soccorso per dolore pelvico ingravescente non rispondente ai FANS insorto durante il terzo giorno di flusso mestruale. Si presenta con stabilità emodinamica, reazione peritoneale, esami ematochimici di base nella norma con Hb 10,3 g/dl, test di gravidanza negativo. Qual è l’indagine diagnostica ginecologica di primo livello a cui sottoporla?














Secondigravida nullipara, appendicectomizzata, di 26 anni, con dismenorrea insorta da circa 2 anni, non utilizzatrice di contraccettivi, giunge al Pronto Soccorso per dolore pelvico ingravescente non rispondente ai FANS insorto durante il terzo giorno di flusso mestruale. Si presenta con stabilità emodinamica, reazione peritoneale, esami ematochimici di base nella norma con Hb 10,3 g/dl, test di gravidanza negativo. L'indagine diagnostica ginecologica di primo livello a cui sottoporla è l'ecografia transvaginale (la risposta D è corretta). La prima tappa della valutazione diagnostica ginecologica è rappresentata dall'ecografia transvaginale, che offre una visualizzazione dettagliata degli organi pelvici e permette di effettuare una diagnosi iniziale. Ad esempio, l'ecografia può evidenziare segni di corpo luteo emorragico, liquido libero in pelvi, endometriosi o torsione annessiale. In seconda battuta, l'isteroscopia consente di esaminare la struttura interna della cavità uterina, e può essere utilizzata per indagare su anomalie endometriali, polipi o miomi intracavitari (la risposta C non è corretta). La colposcopia è un altro esame diagnostico voltogli lesioni della cervice uterina (la risposta E non è corretta). La risonanza magnetica pelvica con mezzo di contrasto, inoltre, aiuta a integrare le informazioni ottenute dall'ecografia, e viene utilizzata per identificare endometriosi e lesioni complesse (la risposta A non è corretta). Infine, la sonoisterografia utilizza un mezzo di contrasto per visualizzare la pervietà tubarica e viene impiegata nella valutazione dell'infertilità. È fondamentale eseguire un tampone vaginocervicale negativo prima di questo esame per evitare infezioni (la risposta B non è corretta).


76 di 100 Domande

Quale istotipo di tumore ovarico è più frequentemente correlato ad endometriosi ovarica?














Endometriosi e tumori a cellule chiare: esiste una correlazione tra l'endometriosi e gli istotipi endometrioidi dei tumori a cellule chiare. Tuttavia, non esiste alcuna relazione tra l'endometriosi e gli altri istotipi di tumori. I fattori di rischio per il cancro all'ovaio comprendono l'invecchiamento, la prima mestruazione precoce, la menopausa tardiva, la presenza di fattori genetici (come BRCA o la malattia di Lynch), la nulliparità, l'esposizione a sostanze come l'amianto e alle radiazioni (la risposta B è corretta).

 


77 di 100 Domande

Fra i seguenti quale NON è considerato un fattore di rischio per emorragia post-partum?














NON è considerato un fattore di rischio per emorragia post-partum l'Ipotiroidismo materno (la risposta C è corretta). I fattori che aumentano il rischio di emorragie post partum da tono sono la sovradistensione dell'utero e la saturazione progressiva dei recettori per l'ossitocina, che causano atonia uterina postpartum (le risposte A, B, D non sono corrette). Tuttavia, dopo un travaglio lungo, diventa più difficile che l'utero si contragga anche in seguito all'utilizzo di uterotonici (la risposta E non è corretta). L'ipotiroidismo materno non è correlato a un aumento del rischio di emorragie post partum (la risposta C è corretta).


78 di 100 Domande

Primigravida alla 34 settimana, sino a quel momento in evoluzione fisiologica, accusa prurito diffuso non associato a lesioni cutanee o all’assunzione di farmaci. Quale è la causa più probabile?














Primigravida alla 34 settimana, sino a quel momento in evoluzione fisiologica, accusa prurito diffuso non associato a lesioni cutanee o all’assunzione di farmaci. La causa più probabile è la colestasi gravidica (la risposta D è corretta). La colestasi gravidica, che spesso appare durante il terzo trimestre, si manifesta con un prurito diffuso senza segni cutanei. Può essere diagnosticata con una valutazione degli acidi biliari sierici, AST e ALT. Il trattamento implica l'utilizzo crescente di acido ursodesossicolico per gestire il prurito. Da sottolineare che nessuna delle altre condizioni elencate presenta il prurito come il sintomo principale (le risposte A, B, C, E sono errate).

 


79 di 100 Domande

Donna di 32 anni, in puerperio, manifesta una persistenza di lochiazioni a tre mesi dal parto che si fanno progressivamente più abbondanti, maleodoranti e associate a febbre serotina. Esegue ecografia pelvica che dimostra un ispessimento focale endometriale di 25 mm. L’ipotesi diagnostica più probabile è:














Donna di 32 anni, in puerperio, manifesta una persistenza di lochiazioni a tre mesi dal parto che si fanno progressivamente più abbondanti, maleodoranti e associate a febbre serotina. Esegue ecografia pelvica che dimostra un ispessimento focale endometriale di 25 mm. L’ipotesi diagnostica più probabile è di residuo placentare con endometrite (la risposta A è corretta). La probabile causa della prolungata presenza di lochiazioni è la ritenzione di residui placentari o membrane intrauterini. Se non vengono rimossi, questi residui possono infettarsi e causare un'endometrite che può evolvere in sepsi. È quindi importante intervenire rapidamente con una revisione della cavità uterina e una terapia antibiotica. In caso di insuccesso, può essere necessaria un'isterectomia. Per prevenire la ritenzione dei residui, prima della dimissione è raccomandato effettuare un'ecografia per controllare lo spessore endometriale. L'adenomiosi, spesso associata all'endometriosi, non presenta sintomi infettivi, ma può causare algie pelviche e ingrandimento uterino (la risposta D non è corretta). I polipi endometriali, i miomi in espulsione e i setti uterini sono raramente la causa di infezioni (le risposte B, C, E non sono corrette).


80 di 100 Domande

Quale delle seguenti affermazioni relative ai cambiamenti del sistema cardiovascolare in gravidanza è corretta?














Durante la gravidanza, il volume ematico aumenta con una relativa emodiluizione, visto che il plasma aumenta maggiormente rispetto alla frazione corpuscolata (la risposta C non è corretta). Inoltre, la gittata cardiaca si incrementa per soddisfare la circolazione uteroplacentare, che può richiedere fino a 1/5 della gittata cardiaca alla fine della gravidanza (le risposte B, E non sono corrette). D'altra parte, le resistenze periferiche decrescono a causa di diversi fattori, inclusa la ridotta sensibilità all'angiotensina e la diminuzione della viscosità ematica dovuta all'emodiluizione gravidica (la risposta D non è corretta). In sintesi, durante la gravidanza si verifica una circolazione iperdinamica, con aumenti di gittata, frequenza cardiaca, differenziale sisto-diastolico, volume ematico e velocità di filtrazione glomerulare (la risposta A è corretta).


81 di 100 Domande

Una donna di 25 anni con cicli regolari, che sta cercando di avere un figlio da un anno, ha iniziato a misurare la temperatura basale rilevando un aumento della temperatura nella seconda metà del ciclo. Qual è la ragione di tale aumento di temperatura?














Una donna di 25 anni con cicli regolari, che sta cercando di avere un figlio da un anno, ha iniziato a misurare la temperatura basale rilevando un aumento della temperatura nella seconda metà del ciclo. L'aumento della temperatura basale di circa 0.5°C, che si verifica 1-2 giorni dopo l'ovulazione e persiste per circa 10 giorni, è causato dall'effetto termogenico indotto dal progesterone sierico. Prodotto dal corpo luteo, questo ormone agisce a livello ipotalamico. Inoltre, l'osservazione di questo fenomeno ha dato origine a un metodo di contraccezione basato sulla misurazione della temperatura basale, ma questo è poco preciso e identifica solo in modo retrospettivo il momento dell'ovulazione (la risposta B è corretta).


82 di 100 Domande

Una donna di 55 anni in trattamento con tamoxifene dopo terapia chirurgica per carcinoma della mammella si presenta al Pronto Soccorso con sanguinamento genitale. Quale indagine può essere più indicata per indirizzare la diagnosi?














Una donna di 55 anni in trattamento con tamoxifene dopo terapia chirurgica per carcinoma della mammella si presenta al Pronto Soccorso con sanguinamento genitale. Per indirizzare la diagnosi è indicata un'ecografia transvaginale (la risposta C è corretta). Il tamoxifene viene utilizzato per trattare alcuni tumori mammarî grazie alla sua capacità di agire come anti-estrogeno a livello del seno. Tuttavia, la sua azione sull'utero varia a seconda della fase di vita della paziente: durante la pre-menopausa, si lega ai recettori degli estrogeni endogeni con una minore affinità, svolgendo quindi un'azione anti-estrogenica. Dopo la menopausa, invece, agisce come estrogeno, legandosi ai recettori con un effetto agonista parziale. Questo può causare iperplasia endometriale e, nel tempo, disturbi come sanguinamento o addirittura carcinoma dell'endometrio. Per valutare la situazione, è consigliabile eseguire un'ecografia transvaginale per verificare l'aspetto e lo spessore della rima endometriale e un esame del sangue per monitorare l'entità del sanguinamento e eventuali anemie. Tuttavia, quest'ultimo esame non fornisce informazioni sulle cause del sanguinamento (le risposte A, B, D, E non sono corrette).

 

 

 


83 di 100 Domande

Un uomo di 38 anni riferisce tumefazione e dolore ingravescenti in corrispondenza del polso sinistro da circa 8 mesi. E’ stato sottoposto a esame radiografico (vedi immagine) ed esame bioptico, che consentono di porre diagnosi di tumore a cellule giganti dell’osso. Qual è il trattamento iniziale più appropriato per questo paziente?

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Un uomo di 38 anni riferisce tumefazione e dolore ingravescenti in corrispondenza del polso sinistro da circa 8 mesi. E’ stato sottoposto a esame radiografico (vedi immagine) ed esame bioptico, che consentono di porre diagnosi di tumore a cellule giganti dell’osso. Il trattamento iniziale più appropriato per questo paziente è: svuotamento, applicazione di adiuvanti locali ed innesti ossei o cemento (la risposta A è corretta). Il tumore a cellule giganti viene classificato come benigno, anche se ha un comportamento aggressivo a livello locale. La metastasi ai polmoni è un evento raro, ma se si verifica, le lesioni crescono lentamente e non sono pericolose per la vita. Il radio distale è il terzo sito più comune e un fattore di peggior prognosi per la ricaduta. Questo tumore è suddiviso in tre gradi, basati sulla presenza di sclerosi, l'assottigliamento della corticale e l'erosione della corticale e dei tessuti circostanti. In questo caso specifico, si tratta di un tumore di secondo grado e la terapia raccomandata consiste nel curettage e nel riempimento con materiali biologici, innesti ossei o cemento. Per un tumore di terzo grado, può essere considerata una resezione più ampia, ma l'amputazione è raramente necessaria (la risposta C non è corretta). La chemioterapia e la radioterapia non sono terapie efficaci per questo tumore. In caso di inoperabilità a causa della posizione anatomica o di comorbidità, può essere utilizzato il trattamento con Denosumab.

 

 


84 di 100 Domande

Un bambino di 10 anni riferisce l’insorgenza di dolore dopo un trauma alla spalla destra riportato durante una partita di calcio. I genitori negano precedenti dolori o traumi alla stessa spalla. La radiografia è mostrata nella figura. Qual è la diagnosi più probabile fra le seguenti?

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Un bambino di 10 anni riferisce l’insorgenza di dolore dopo un trauma alla spalla destra riportato durante una partita di calcio. I genitori negano precedenti dolori o traumi alla stessa spalla. La radiografia è mostrata nella figura. La diagnosi più probabile è di cisti ossea giovanile (la risposta A è corretta). Analizzando la radiografia, il distacco epifisario prossimale dell’omero e la frattura della clavicola vengono escluse in quanto non vi sono linee di frattura corrispondenti alla clavicola (la risposta E non è corretta) e nessun distacco epifisario (la risposta D non è corretta). La lesione è localizzata nel terzo prossimale della diafisi omerale ed è una frattura patologica su una lesione litica. Per identificare la patologia corretta tra le tre opzioni proposte, si può consultare l'anamnesi. Il condrosarcoma colpisce principalmente adulti, perciò è necessario stabilire se la lesione è una cisti ossea o un Sarcoma di Ewing. La popolazione interessata in entrambi i casi va dalla prima alla seconda decade, con la diafisi delle ossa lunghe come luogo più comune di incidenza. Per rispondere correttamente, è necessario conoscere le caratteristiche radiologiche di cisti ossea e Sarcoma di Ewing. La cisti ossea si presenta come una lesione osteolitica con assottigliamento della corticale e mancanza di reazione periostale, mentre nel Sarcoma di Ewing si osserva una reazione periostale, dando l'immagine caratteristica a "bulbo di cipolla". Pertanto la risposta corretta è la A.

 


85 di 100 Domande

Un pallavolista di 22 anni si presenta con dolore acuto al ginocchio sinistro e modica tumefazione articolare in seguito a un trauma distorsivo riportato dopo un salto. Riferisce sensazione di blocco del ginocchio e l’esame dell’articolarità mostra un arco di movimento compreso tra i 20 e i 90 gradi.
La figura A mostra un’immagine artroscopica del compartimento antero-mediale del ginocchio e la Figura B un’immagine della RM. Quale delle seguenti diagnosi è la più probabile?

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Un pallavolista di 22 anni si presenta con dolore acuto al ginocchio sinistro e modica tumefazione articolare in seguito a un trauma distorsivo riportato dopo un salto. Riferisce sensazione di blocco del ginocchio e l’esame dell’articolarità mostra un arco di movimento compreso tra i 20 e i 90 gradi. La figura A mostra un’immagine artroscopica del compartimento antero-mediale del ginocchio e la Figura B un’immagine della RM. La diagnosi più probabile è di lesione a manico di secchio del menisco mediale (la risposta E è corretta). Scartiamo la frattura del piatto tibiale interno e lesione osteo-condrale del condilo femorale interno perché non corrispondono alla descrizione della lesione del compartimento interno. Anche la lesione del legamento crociato posteriore e la lesione del legamento crociato anteriore sono escluse in base alla presentazione clinica e al meccanismo traumatico. Le fratture del crociato posteriore sono di solito causate da un trauma diretto con il ginocchio piegato o da una iperestensione forzata, mentre quelle del crociato anteriore sono accompagnate da un notevole versamento articolare e una sensazione di instabilità. La combinazione di questi fattori, unita alle immagini artroscopiche e radiografiche diagnostiche, ci porta a dedurre che si tratti di una lesione a forma di manico di secchio del menisco mediale (la risposta E è corretta).


86 di 100 Domande

Quali lesioni scheletriche vengono classificate secondo Salter e Harris?














Per rispondere correttamente a questo quesito, è importante prestare attenzione alla soluzione e ignorare le distrazioni delle altre opzioni errate. Ricordare la classificazione dei distacchi condro-epifisari di Salter-Harris nell'ortopedia pediatrica, che è rappresentata dall'unica opzione corretta, è cruciale (la risposta A è corretta).  Non ci sono indizi nel quesito o risposte errate evidenti tra le opzioni, il che rende complesso procedere per esclusione.


87 di 100 Domande

Ad una ragazza di 10 anni con test di Risser 2 viene posta diagnosi di scoliosi dorsale destro-convessa. Il gibbo costale è maggiore di 5 millimetri e l’angolo di Cobb è di 30°. Con quale delle seguenti modalità di trattamento inizieresti la cura della paziente?














Ad una ragazza di 10 anni con test di Risser 2 viene posta diagnosi di scoliosi dorsale destro-convessa. Il gibbo costale è maggiore di 5 millimetri e l’angolo di Cobb è di 30°. E' indicato iniziare la cura con il busto ortopedico (la risposta C è corretta). In questo quesito, la valutazione della maturità scheletrica è eseguita tramite il sistema di Risser, che considera il grado di ossificazione dell'apofisi iliaca (1 a 4) per determinare se la paziente ha ancora margine di crescita. L'entità della scoliosi è misurata con l'angolo di Cobb. Se la scoliosi è inferiore a 25° con un grado di maturità scheletrica adeguato (Risser ≥3), la soluzione è una semplice osservazione clinica e ginnastica correttiva. Se la scoliosi è tra 25-45° e l'immaturità scheletrica è presente (Risser <3), il trattamento ideale è un busto ortopedico per controllare o arrestare la progressione, ma difficile da correggere quantitativamente. Infine, per scoliosi superiori a 45° con immaturità scheletrica (o per casi selezionati con Risser ≥3), l'intervento chirurgico è la soluzione. In sintesi, la risposta corretta è il busto ortopedico (la risposta C è corretta).

 


88 di 100 Domande

Un paziente di 66 anni con diagnosi di ipertrofia prostatica benigna, riferisce progressivo peggioramento del quadro minzionale con pollachiuria diurna e notturna e flusso urinario ridotto. Nega macroematuria e stranguria. Quale tra le seguenti classi di farmaci potrebbe essere impiegata per il trattamento di tale sintomatologia?














Un paziente di 66 anni con diagnosi di ipertrofia prostatica benigna, riferisce progressivo peggioramento del quadro minzionale con pollachiuria diurna e notturna e flusso urinario ridotto. Nega macroematuria e stranguria. Per il trattamento di tale sintomatologia potrebbero essere usati gli antagonisti alfa-adrenergici (la risposta D è corretta). Per trattare l'ipertrofia prostatica benigna (IPB), si usano solo agonisti alfa-adrenergici. Questi farmaci influiscono sui recettori alfa-adrenergici in diverse parti del corpo, originariamente sviluppati per curare l'ipertensione, anche se alcuni sono ancora impiegati per questo scopo. La disuria causata dall'ostruzione nell'IPB è dovuta all'ipertono simpatico nel collo vescicale. Con l'inibizione di questi farmaci, si verifica una dilatazione del collo vescicale, che rende più agevole l'espulsione dell'urina dalla vescica tramite l'uretra prostatica. I farmaci differiscono per la selettività verso il collo vescicale, determinando l'efficacia e gli effetti collaterali, come stanchezza, vertigini, mal di testa, ipotensione ortostatica ed eiaculazione retrograda. Sono il primo trattamento da considerare, dopo che sono state eseguite integrazioni, indicazioni comportamentali ed alimentari per l'IPB. Invece, gli altri farmaci inclusi nell'elenco sono utilizzati per la cura cardiologica, come nell'ipertensione, mentre gli anticolinergici sono impiegati come antiemetici, antispastici intestinali e per trattare la vescica iperattiva e l'incontinenza (le risposte A, B, C non sono corrette). 


89 di 100 Domande

Una donna di 18 anni con anamnesi caratterizzata da infezioni urinarie ricorrenti, episodi febbrili e dolori al fianco destro, si presenta al Pronto Soccorso. Nel sospetto di pielonefrite da reflusso vescico-ureterale a quale dei seguenti esami sottoporreste la paziente?














Una donna di 18 anni con anamnesi caratterizzata da infezioni urinarie ricorrenti, episodi febbrili e dolori al fianco destro, si presenta al Pronto Soccorso. Nel sospetto di pielonefrite da reflusso vescico-ureterale conviene sottoporre la paziente a cisto-uretrografia retrograda e minzionale (la risposta A è corretta). La domanda si concentra su come confermare il sospetto di un reflusso vescico-ureterale potenzialmente responsabile di pielonefrite. La soluzione corretta è rappresentata dalla cisto-uretrografia retrograda e minzionale, che coinvolge l'iniezione di una piccola quantità di mezzo di contrasto nell'uretere per raggiungere vescica e tratto distale degli ureteri. Tramite la valutazione dell'escrezione del liquido con mdc, è possibile identificare eventuali anomalie urodinamiche delle basse vie urinarie come il reflusso vescico-ureterale. In aggiunta, la pielografia ascendente è utilizzata per diagnosticare problemi di riempimento o urodinamici delle alte vie, dal momento che il liquido con mdc viene iniettato fino all'altezza della pelvi renale. 


90 di 100 Domande

Quale indagine diagnostica rappresenta il gold-standard per l’inquadramento preoperatorio di una lesione espansiva renale?














L'Uro-TC addome con mezzo di contrasto rappresenta il gold-standard per l’inquadramento preoperatorio di una lesione espansiva renale (la risposta D è corretta). La TC con mezzo di contrasto è la procedura raccomandata dalle linee guida AIOM per individuare le neoplasie renali e garantire una rimozione chirurgica precisa. Inoltre, la classificazione di Bosniak utilizza la TC con mdc per determinare la natura benigna o maligna delle cisti renali. 


91 di 100 Domande

Una donna di 54 anni giunge al Pronto Soccorso per violenta cefalea nucale a esordio improvviso, durante uno sforzo fisico. La paziente si presenta sveglia, collaborante e apiretica, con lieve emiparesi destra e con rigidità nucale. Il sospetto clinico è di emorragia subaracnoidea. Quale tra questi è l’accertamento strumentale indicato in prima istanza per questa situazione?














Una donna di 54 anni giunge al Pronto Soccorso per violenta cefalea nucale a esordio improvviso, durante uno sforzo fisico. La paziente si presenta sveglia, collaborante e apiretica, con lieve emiparesi destra e con rigidità nucale. Il sospetto clinico è di emorragia subaracnoidea. L’accertamento strumentale indicato in prima istanza per questa situazione è la TC cerebrale + Angio-TC cerebrale (la risposta B è corretta). La semeiotica e la domanda confermano che il sospetto principale sia un'emorragia subaracnoidea (ESA). Questa interessa l'area tra il vaso e il parenchima, manifestandosi come un'ombreggiatura tipica della corteccia, della regione pericisterna o intorno al Poligono di Willis. La causa più frequente è una fissurazione di un aneurisma cerebrale. Per la diagnosi di ESA, una TC cerebrale è sufficiente, ma per un'analisi più completa è necessaria anche una Angio-TC cerebrale (la risposta B è corretta). Potrebbe essere considerata una crisi comiziale a causa della perdita di coscienza, ma la cefalea violenta che la precede non è caratteristica, quindi l'EEG non è utile a risolvere il problema (la risposta E non è corretta). La Rx cranio ha scarso utilizzo, se non per verificare la presenza di schegge metalliche prima di una RM encefalo (la risposta C non è corretta). La TC cervicale e la TC total body non sono necessarie poiché i sintomi sono legati al sistema nervoso e in particolare all'encefalo (le risposte A, D non sono corrette). Una TC cervicale potrebbe essere presa in considerazione in caso di paresi acuta degli arti superiori, ma questo è diverso dal caso in esame.


92 di 100 Domande

Una donna di 63 anni presenta episodi recidivanti di disturbo del linguaggio caratterizzato da eloquio disartrico. La risonanza magnetica rileva la presenza di una neoformazione riferibile ad un glioma di basso grado in sede frontale sinistra, di diametro massimo di circa 4 cm. Quale dovrà essere il trattamento consigliato?














Una donna di 63 anni presenta episodi recidivanti di disturbo del linguaggio caratterizzato da eloquio disartrico. La risonanza magnetica rileva la presenza di una neoformazione riferibile ad un glioma di basso grado in sede frontale sinistra, di diametro massimo di circa 4 cm. Il trattamento consigliato dovrà essere un intervento chirurgico con monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio (la risposta C è corretta). Le recenti linee guida NCH indicano che il trattamento ideale per i tumori a basso grado (chirurgia, radioterapia, chemioterapia) è ancora fonte di discussione. Tuttavia, l'intervento chirurgico è accettato universalmente per tumori che possono essere completamente rimossi a causa della loro posizione e dimensione o per lesioni con effetti massa e sintomi neurologici che possono essere migliorati riducendo il volume tumorale. Inoltre, in quanto la nostra paziente soffre di sintomi ricorrenti causati da una forma a basso grado, l'intervento è indicato (la risposta C è corretta). La sede frontale è accessibile, a differenza di regioni sottocorticali o sottotentoriali, quindi escludiamo la radioterapia stereotassica (la risposta D non è corretta), che sarebbe più adatta a neoplasie in posizioni meno raggiungibili. La sorveglianza è importante poiché quest'area è semeiologicamente significativa, con centri del linguaggio e motori del lato destro nella sede frontale sinistra. Pertanto, escludiamo anche il controllo RM a distanza (la risposta B non è corretta), poiché la paziente già ha indicazioni per l'intervento chirurgico. La stadiazione classica con TC o PET TC total body (le risposte A, E non sono corrette) non è utile nei casi di tumori cerebrali primitivi, poiché eventuali metastasi del rachide devono essere esaminate con RM. La TC e il PET TC sono consigliati solo se si sospetta che la lesione cerebrale sia una metastasi da un tumore primitivo sconosciuto.


93 di 100 Domande

Una donna di 45 anni ha avuto un riscontro di pressione oculare elevata in entrambi gli occhi e viene inviata all’ambulatorio glaucoma. Quale di questi esami è MENO utile per inquadramento del paziente?














Una donna di 45 anni ha avuto un riscontro di pressione oculare elevata in entrambi gli occhi e viene inviata all’ambulatorio glaucoma. Per l'inquadramento del paziente la fluoroangiografia retinica è l'esame meno utile (la risposta B è corretta). Il glaucoma è una condizione medica che provoca un danno progressivo e irreversibile al nervo ottico e una riduzione del campo visivo, che può portare alla cecità. La diagnosi del glaucoma si basa su una valutazione combinata di fattori funzionali, strutturali e anatomici, che includono la verifica del campo visivo e l'esame della papilla ottica. La pressione intraoculare è un fattore di rischio modificabile per il glaucoma e può essere corretto tramite la misura dello spessore corneale. Il tono oculare viene misurato tramite un tonometro di Goldmann, mentre l'OCT delle fibre nervose permette di valutare la salute del nervo ottico. L'OCT è diventato uno standard per la diagnosi, il monitoraggio e la valutazione dei pazienti con glaucoma. La fluorangiografia retinica è utile per la valutazione di patologie vascolari, maculopatie, infezioni e coroiditi, ma non è cruciale per la valutazione dei pazienti con glaucoma.

 


94 di 100 Domande

Un uomo di 75 anni si rivolge al curante perchè "vede doppio" da qualche giorno. L’obiettività evidenzia ptosi palpebrale lato destro e ipo-exodeviazione occhio destro. Quale esame di imaging richiedereste in urgenza tra i seguenti?














Un uomo di 75 anni si rivolge al curante perchè "vede doppio" da qualche giorno. L’obiettività evidenzia ptosi palpebrale lato destro e ipo-exodeviazione occhio destro. La TC cranio è da chiedere in urgenza (la risposta E è corretta). Il paziente presenta diplopia, ptosi monolaterale e deficit della motilità oculare, quindi è necessario identificare un esame diagnostico da effettuare in fretta. In primo luogo, occorre escludere la possibilità di un deficit motorio localizzato vascolare (TIA/Stroke), per cui la TC cranio senza mezzo di contrasto è l'esame più opportuno. Questa TC, oltre a scartare la presenza di stroke emorragici, permette una valutazione complessiva e rapida dell'anatomia cerebrale e orbitaria, fornendo informazioni cruciali per una diagnosi differenziale in urgenza. L'ecografia orbitaria non è indicata in urgenza se non è presente un calo visivo associato a perdita della trasparenza dei mezzi diottrici, poiché non ha una maggiore sensibilità o specificità rispetto alla TC per la diagnosi delle patologie extrabulbari. Inoltre, in presenza di patologie di origine sistemica, si possono eseguire RX torace e ecocardiografia per proseguire la disamina diagnostica del paziente.


95 di 100 Domande

Entro quale età, approssimativamente, si può ottenere un recupero visivo con il trattamento riabilitativo in caso di ambliopia anisometropica?














Si può ottenere un recupero visivo con il trattamento riabilitativo in caso di ambliopia anisometropica finchè si è ancora bambini 6-7 anni di età (la risposta C è corretta). Per rispondere alla domanda, non è indispensabile essere un esperto in oculistica pediatrica, bensì conoscere i termini menzionati nel testo. L'ambliopia è una condizione in cui il cervello non percepisce l'immagine elaborata da uno degli occhi a livello corticale, a causa di una differenza nella quantità di fibre nervose retiniche tra i due occhi. Ciò porta ad una elaborazione visiva che coinvolge solo un occhio, trascurando l'altro. La causa di questa condizione è l'anisometropia, ovvero la diversità di diottria tra i due occhi. Ad esempio, se un occhio ha una diottria miope di -1.00 D sf e l'altro -4.00 D sf, le immagini non saranno messe a fuoco contemporaneamente su entrambe le retine, causando ambliopia. Il trattamento consiste nell'utilizzo di un occlusore che eserciti alternativamente entrambi gli occhi, permettendo così lo sviluppo corretto delle vie ottiche e delle aree corticali deputate alla visione. Tuttavia, per ottenere il massimo effetto di questa riabilitazione, è necessario che i pazienti siano ancora bambini con la massima plasticità neuronale delle aree occipitali, con un'età ideale di cut-off intorno ai 6-7 anni per il recupero visivo.


96 di 100 Domande

Un carcinoma squamoso del cavo orale, bordo linguale, misura 15 mm nella dimensione massima e presenta un DOI (profondità di invasione, "depth of invasion") di 8 mm. Come si classifica secondo il TNM ottava edizione?














Un carcinoma squamoso del cavo orale, bordo linguale, misura 15 mm nella dimensione massima e presenta un DOI (profondità di invasione, "depth of invasion") di 8 mm.  Secondo il TNM ottava edizione si classifica pT2 (la risposta B è corretta). L'ottava edizione del TNM ha introdotto il DOI (profondità di invasione della neoplasia) come elemento chiave nella definizione di pT. La risposta "pT0" è sbagliata in quanto il pT0 non esiste (la risposta C non è corretta). Il tumore viene identificato come Tx se la sede originale non può essere determinata durante la valutazione radiologica. Al contrario, un carcinoma in situ viene identificato come Tis. La risposta "pT1" è errata perché un tumore di dimensioni fino a 2 cm o con un DOI fino a 5 mm viene definito come pT1 (la risposta A non è corretta). La risposta "pT2" è giusta, che classifica un tumore con dimensioni fino a 2 cm e un DOI tra 5 e 10 mm, oppure un tumore tra 2 e 4 cm con DOI fino a 10 mm, come pT2 (la risposta B è corretta). I tumori con dimensioni superiori a 4 cm o con un DOI superiore a 10 mm sono classificati come pT3 (la risposta E non è corretta). Infine, i tumori pT4a sono quelli che hanno invaso strutture adiacenti come l'osso corticale, il nervo alveolare inferiore, il pavimento della bocca o la cute del volto (la risposta D non è corretta). 

 


97 di 100 Domande

La lamina papiracea è una sottile lamina ossea che forma:














La lamina papiracea è una sottile lamina ossea che forma la parete mediale dell’orbita (la risposta A è corretta). Articola con l'osso frontale in alto, il seno sfenoidale a posteriori, l'ossomascellare e il processo verticale dell'osso palatino in basso, nonché l'osso lacrimale anteriormente. Il pavimento dell'orbita, ovvero la parete inferiore, è costituito dall'osso zigomatico, l'osso mascellare superiore e il processo orbitario dell'osso palatino, da davanti a dietro (la risposta C non è corretta). Inoltre, l'osso mascellare fa parte della parete anteriore del seno mascellare (la risposta D non è corretta) e, insieme all'osso zigomatico, costituisce la parete laterale (la risposta E non è corretta). Infine, la parete superiore dell'orbita è formata dall'osso frontale e dalla piccola ala dello sfenoide (la risposta B non è corretta).

 


98 di 100 Domande

La vertigine parossistica posizionale benigna si caratterizza per:














La vertigine parossistica posizionale benigna si caratterizza per una crisi vertiginosa improvvisa, violenta, associata ai movimenti del capo, di breve durata (la risposta D è corretta). La VPPB, o vertigine posizionale parossistica benigna, è un comune problema che produce brevi attacchi di vertigine (normalmente entro i 60 secondi) causati dai movimenti della testa che attivano i canali semicircolari dell'orecchio, in particolare il canale semicircolare posteriore. D'altra parte, la presenza di vertigini, acufeni e ipoacusia è tipica della Malattia di Ménière (le risposte B, C non sono corrette), caratterizzata da ipoacusia neurosensoriale a bassa frequenza, acufeni persistenti e vertigini episodiche. La VPPB tende a risolversi in pochi giorni, ma in caso di vertigini persistenti è importante escludere cause centrali (le risposte A, E non sono corrette).


99 di 100 Domande

Riguardo la chiusura percutanea del forame ovale pervio (PFO) in un paziente di 60 anni, quale delle seguenti affermazioni è corretta?














Riguardo la chiusura percutanea del forame ovale pervio (PFO) in un paziente di 60 anni, è corretto affermare che è una procedura che ha come principale indicazione la prevenzione dell’ictus cardioembolico (la risposta C è corretta). Un forame ovale pervio può portare a una comunicazione tra i due atri, aumentando il rischio di embolia paradossa. La chiusura del forame ovale mediante procedura percutanea viene raccomandata per prevenire gli ictus criptogenici (le risposte B, D non sono corrette) se c'è una possibile correlazione con eventi tromboembolici. Con l'età avanzata e la presenza di fattori di rischio cardiovascolare, è importante esaminare altre possibili cause, come la fibrillazione atriale.


100 di 100 Domande

Una paziente di 31 anni, originaria del Perù, presenta dolore e debolezza dell’arto superiore sinistro soprattutto al movimento di iperabduzione (test di Wright positivo), con anche comparsa di parestesie a livello della mano e del polso radiale, omolateralmente. In anamnesi, costa cervicale sovrannumeraria sinistra. Sulla base delle informazioni cliniche a disposizione quale delle seguenti appare la diagnosi più probabile?














Una paziente di 31 anni, originaria del Perù, presenta dolore e debolezza dell’arto superiore sinistro soprattutto al movimento di iperabduzione (test di Wright positivo), con anche comparsa di parestesie a livello della mano e del polso radiale, omolateralmente. In anamnesi, costa cervicale sovrannumeraria sinistra. La diagnosi più probabile è di sindrome dello stretto toracico superiore (la risposta B è corretta). La domanda riguarda la capacità di evocare sintomi. Pertanto, le risposte "Artrite reumatoide", "Polineuropatia periferica" e "Infarto miocardico acuto" sono scartate perché non descrivono patologie con sintomi specifici, come il test di Wright (le risposte A, D, E non sono corrette). La sindrome dello stretto toracico superiore è causata dalla compressione su nervi, arterie o vene che attraversano il collo e il torace, che può portare a dolore, parestesia, ischemia transitoria, gonfiore e colorazione bluastra. Può essere causata da anomalie anatomiche come la costacervicale o da movimenti che comprimono il plesso brachiale o le strutture vascolari. Anche l'artrosi cervicale e la sindrome dello stretto toracico possono causare dolore e parestesie, ma la domanda fornisce informazioni specifiche che identificano la sindrome dello stretto toracico superiore come la risposta corretta: il test di Wright è un test specifico per diagnosticare tale sindrome e la costacervicale sovrannumeraria è un fattore di rischio tipico (la risposta B è corretta).

 


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