La sindrome di Cushing è una sindrome caratterizzata da una costellazione di anomalie cliniche provocate da livelli ematici cronicamente elevati di cortisolo o di corticosteroidi ad esso correlati.
Le manifestazioni cliniche interessano molteplici organi, sistemi e processi biochimici: alti livelli di cortisolo causano diabete, osteoporosi, ipertensione, aumentato rischio cardiovascolare, depressione, infertilità, e una ridotta qualità di vita.
Dati recenti riportano che nei Cushing non trattati la mortalità aumenta di 5 volte, la normalizzazione dei livelli di cortisolo riportano la mortalità a valori normali.
Il cortisolo è un ormone devastante se presente in eccesso: protido-catabolico e anti-anabolico. Nel Cushing è in un range deleterio per il resto dell’organismo, e in quanto antagonista dell’insulina determina una serie di sintomi per cui porta l’organismo in una situazione di estrema fragilità: i muscoli diventano fragili, il sistema vascolare si rompe facilmente, azione iperglicemizzante. Il paziente guadagna peso se mangia: l’aumento di peso è relativo all’introito di cibo.
Quando questo eccesso di cortisolo si associa ad adenoma ipofisario, noi parliamo di Malattia di Cushing.
La sindrome di Cushing la distinguiamo il ESOGENA ed ENDOGENA.
– ESOGENA è dovuta all’assunzione di corticosteroidi sintetici, che è la causa più frequente e meno conosciuta.
– ENDOGENA l’ipercostisolismo è legato all’aumentata produzione di cortisolo.
L’endogena la distinguiamo in:
1) ACTH-dipendente, quindi l’iperproduzione di cortisolo è legata all’eccesso di ACTH.
2) ACTH-indipendente.
L’iperproduzione di cortisolo è legata all’eccesso di ACTH che stimola il surrene. La sindrome di Cushing endogena ACTH-dipendente (80% dei casi) in realtà comprende tre sindromi diverse che possiamo chiamare:
- surrenalica quando la causa è nel surrene, quindi sindrome di Cushing surrenalica legata alla presenza di un adenoma o di un carcinoma oppure di un’iperplasia surrenalica;
- ipofisaria quando alla base della sindrome di Cushing c’è l’eccesso di ACTH, eccessiva produzione autonoma di ACTH da parte dell’ipofisi;
- ectopica quando l’aumento degli ormoni corticosteroidi è legata alla secrezione a livello di una neoplasia non presente nell’asse, quindi ectopica, che può produrre sia CRH che ACTH.
Dunque distinguiamo una sindrome di Cushing endogena surrenalica, una sindrome di Cushing ipofisaria e una sindrome di Cushing ectopica.
Dal punto di vista clinico questa sindrome si caratterizza per: astenia, dolore lombare legata all’osteoporosi, diminuzione o aumento dell’appetito, diminuzione della concentrazione, alterazione della memoria, insonnia, irritabilità, anomalie del ciclo, diminuzione della libido, facies a luna piena, gobba di bufalo, obesità centrale, deposito sovraclaveare del grasso (a volte il collo sparisce completamente), la cute sottile ed estremamente friabile, porpora, comparsa delle cosiddette strie rubre a livello addominale, l’acne, l’irsutismo con l’alopecia, arretramento della linea di impianto dei capelli, ipertensione arteriosa, debolezza dei muscoli prossimali, l’edema periferico e la difficile guarigione delle ferite (numerosi di questi segni sono mostrati anche nell’immagine presenta nel caso, risposta C corretta).
Quindi la sindrome di Cushing esogena deriva da una somministrazione dall’esterno di cortisolo e di ACTH. L’endogena può essere ACTH-dipendente e ACTH-indipendente. L’ACTH-indipendente a sua volta si suddivide in ipofisaria ed ectopica. L’ACTH-indipendente comprende l’iperplasia surrenalica, l’ adenoma surrenale e il carcinoma surrenale. Per quanto riguarda l’iperplasia nodulare, quindi la forma ACTH-dipendente, la distinguiamo in macronodulare e micronodulare. Quindi abbiamo diverse forme.
Quindi sulla sindrome di Cushing endogena abbiamo detto l’ipofisaria, l’adenoma che può essere associato ad iperplasia surrenalica o anche l’iperplasia ipofisaria quando abbiamo, per esempio, il CRH ipotalamico, oppure quando alla base della sindrome c’è la produzione ectopica di CRH. Noi avremo che questo CRH dà un’iperplasia, un’iperfunzione ipofisaria che non dipende da un adenoma.
La produzione ectopica può essere di CRH o di ACTH.
La sindrome di Cushing surrenalica può essere:
- unilaterale e abbiamo i tumori surrenali, abbiamo detto l’adenoma singolo, l’adenoma multiplo o i carcinomi;
- bilaterale e abbiamo la displasia nodulare.
Poi abbiamo tutta una serie di situazioni che concretizzano quello che viene definito lo pseudo-Cushing, cioè i segni e i sintomi di un eccesso di cortisolo, ma non un eccesso di cortisolo che si verifica, fondamentalmente, nell’obesità, nella depressione e nell’alcolismo, nell’assunzione di alcol.
La sindrome di Cushing esogena può essere iatrogena e factizia: iatrogena per somministrazione terapeutica e factizia per assunzione spontanea di corticosteroidi che possono essere somministrati per via orale, inalatoria e cutanea; factizia con l’assunzione di ACTH che, per esempio, è largamente utilizzato dagli allergologi, da quelli che fanno terapia steroidea per lungo periodo. Anziché dare il cortisone, stimolano il surrene a produrre una maggiore quantità di cortisolo con l’ACTH. Un altro farmaco che può dare la sindrome di Cushing esogena è il medrossiprogesterone acetato che è un progestinico, utilizzato principalmente come anabolizzante nelle terapie di pazienti affetti da carcinoma della mammella oppure in altre patologie neoplastiche a scopo anabolizzante.
A questo consegue che c’è una soppressione comune dell’asse ipotalamo-ipofisario.
I sintomi collaterali di questo eccessivo uso di cortisolo caratterizzano una sindrome perfettamente analoga a quella data da iperfunzione del surrene.
Poi abbiamo la sindrome di Cushing endogena ACTH-indipendente surrenalica, con adenomi e carcinomi nel 20% dei casi, la displasia micronodulare e l’iperplasia macronodulare.
Nell’ipercortisolismo endogeno ACTH-dipendente vedete che l’ACTH stimola il surrene a produrre più glucocorticoidi, viene a mancare il meccanismo di feedback perché nonostante i glucocorticoidi cerchino di ridurre l’input dell’ACTH e del CRH, ciò non avviene.
Nel caso dell’ipercortisolismo endogeno ACTH-indipendente abbiamo iperproduzione di glucocorticoidi da parte del surrene che esercitano rapidamente un feedback a livello ipofisario e avremo un ACTH pari a 0.
Nel caso di sindrome primitiva, per il feedback viene messo a riposo l’asse ipotalamo-ipofisario. Nel caso di alterazione a livello superiore l’ACTH rimarrà alto nonostante i valori elevati ci cortisolo.
Qui abbiamo tre situazioni:
- alterazione a livello ipotalamico, l’ACTH ipofisario è aumentato ed è aumentato anche il cortisolo;
- alterazione a livello ipofisario, l’ipotalamo sano subisce il feedback da parte dell’ACTH ipofisario, dunque il CRH sarà diminuito. L’ACTH è aumentato e il cortisolo anche;
- alterazione surrenale, sia l’ACTH che il CRH sono fortemente diminuiti mentre è aumentato il cortisolo.
La sindrome di Cushing ACTH-dipendente ipofisaria è la più frequente dopo la sindrome di Cushing esogena. L’incidenza della sindrome di Cushing ipofisario è 2-6 casi per milione di individui l’anno, predilige il sesso femminile di età media tra i 20 e i 40 anni. E’ causata generalmente da adenomi ipofisari ACTH-secernenti.
Per quello che concerne l’ectopica (20% dei casi), non è prevalente nel sesso femminile come l’ipofisaria, ma prevale nel sesso maschile (quella legata a neoplasie). L’età è un pochino più avanzata: tra i 50 e i 70 anni. La causa è una neoplasia secernente ACTH o CRH, quindi è una sindrome paraneoplastica, e i tumori responsabili sono i microcitomi polmonari che sono i più frequenti, i carcinomi delle cellule pancreatiche, poi i carcinoidi.
La sindrome ectopica è più frequente negli uomini ed è data da questi tumori, generalmente tumori a piccole cellule del polmone. In questo caso la vera incidenza è misconosciuta perché questi tumori portano così rapidamente a risoluzione negativa della situazione per cui è difficile fare la diagnosi. Anche per la sindrome dell’ACTH ectopico la frequenza reale è sconosciuta. Tranne quando si tratti di adenomi o carcinomi bronchiali con un andamento più benigno: in questi casi la sindrome del’ACTH ectopico ha la sua piena estrinsecazione.
Le ipotesi per cui questi ormoni sono prodotti a livello delle neoplasie sono tante, ma fondamentalmente ciò avviene perché a livello delle neoplasie ci sono dei geni non repressi.
Nell’adenoma, nell’iperattività ipofisaria abbiamo un aumento dell’ACTH, iperplasia del surrene e malattia di Cushing. Quando abbiamo eccesso di ormoni surrenali ne deriva il blocco dell’asse. La malattia ectopica accade quando c’è un tumore broncogeno oppure un tumore del timo, ma a volte anche nello stesso surrene (per esempio un tumore nel surrene destro a volte ha dato il Cushing del surrene sinistro). In queste situazioni abbiamo che c’è l’aumento dell’ACTH che, rispetto a quello della sindrome di Cushing ipofisaria, è molto più alto però, fondamentalmente, il più delle volte non è l’ACTH puro ma la beta-lipotropina oppure il CRH che in aggiunta dà una sindrome ipofisaria. E allora diventa difficile fare una diagnosi differenziale tra le varie sindromi perché abbiamo l’ectopica aggravata da varie complicazioni a livello centrale.
Poi abbiamo le forme surrenaliche le quali sono ACTH-indipendenti e non sono molto frequenti. La sindrome di Cushing surrenale è circa il 20% delle sindromi di Cushing. Abbiamo tumori, alterazioni unilaterali e bilaterali.
Nel caso di sindrome di Cushing da alterazioni unilaterali abbiamo:
- adenomi nel 60% dei casi,
- carcinomi cortisolo-secernenti nel 40% dei casi.
Poi abbiamo la sindrome di Cushing da alterazioni bilaterali:
- la displasia micronodulare che distinguiamo in pigmentata nell’1% dei casi,
- il complesso di Carney sempre nell’1% dei casi,
- la sindrome McCune-Albright (che abbiamo visto a proposito della pubertà precoce),
- l’iperplasia macronodulare massiva,
- l’iperplasia surrenalica da recettori aberranti.
Dal punto di vista diagnostico è importante innanzitutto definire se esiste un’ipercortisolinemia e valutare i livelli di ACTH e poi andare a vedere quale sia la causa che ha determinato tale sindrome ed eventualmente con esami mirati definirne la localizzazione.
Dal punto di vista terapeutico l’obiettivo è correggere l’ipercortisolismo, ripristinare la funzionalità dell’asse ipofisi-surrene, mantenere un’adeguata funzionalità ipofisaria nelle forme ipofisarie e ottenere una remissione delle manifestazioni legate all’eccesso di cortisolo.
L’unico trattamento efficace è la rimozione della causa primitiva dell’eccesso di cortisolo, sia essa una lesione surrenalica, ipofisaria o ectopica.