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1 di 3 Domande

Un uomo di mezza eta' si presenta presso il P.S., lamentando da qualche ora un intenso dolore epigastrico che si irradia in corrispondenza della spalla. Nega di aver avuto episodi simili in passato, ma riferisce di aver sofferto di calcolosi biliare anche se i medici hanno sempre detto che non era necessario sottoporlo ad un intervento di colecistectomia. I risultati delle analisi di laboratorio mostrano un quadro compatibile con una pancreatite acuta e, pertanto, viene ricoverato presso il reparto di medicina interna. A distanza di circa un mese e mezzo dopo la sua dimissione, continua a lamentare dolori addominali e a presentare livelli elevati di amilasi. Pertanto, effettua una TC dell'addome. Quale fra le seguenti rappresenta la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la E.
In base al quadro clinico-anamnestico e alla TC del caso clinico, l’ipotesi diagnostica più probabile è rappresentata da una pseudocisti pancreatica, ovvero una raccolta di secrezioni pancreatiche ad elevata concentrazione di enzimi con una parete formata da tessuto fibroso e granuloso: dirimente è la TC che mostra una grande pseudocisti pancreatica, che è probabilmente responsabile dell’addominalgia epigastrica presentata dal paziente. A differenza di una vera cisti pancreatica, una pseudocisti non ha una parete di natura epiteliale. Si può formare a seguito di un episodio di pancreatite acuta severa, in corso di pancreatite cronica e come conseguenza di traumi pancreatici. I sintomi e segni, se presenti, comprendono solitamente comparsa di massa palpabile, dolore, febbre, perdita di peso, fenomeni di compressione (ad esempio, disturbi del transito con nausea e vomito in caso di compressione del tubo gastro-enterico, ittero per compressione della via biliare principale). Inoltre, la TC dell’addome è diagnostica per tale patologia.
Al contrario, siccome l’unica porzione esplorabile di aorta appare normale per calibro ed opacizzazione, non sono presenti segni di dissezione aortica (risposta A errata); inoltre, l’unica porzione di duodeno esplorabile mostra una parete a contorni regolari senza evidenza di bolle di aria extra-luminali (risposta B errata). Ancora, il pancreas non mostra segni di pancreatite, perché presenta una normale densità, volume e aspetto del grasso peri-pancreatico (risposta C errata). Infine, la colecisti non è apprezzabile in tale TC (risposta E errata).

2 di 3 Domande

Un uomo di mezz’età si reca dal suo medico curante lamentando fastidiosi dolori all’emi-torace sinistro che aumentano durante l’inspirazione profonda associati a lieve dispnea e riferisce da circa 1 mese una tosse non produttiva. Non ha febbre, brividi o calo di peso. L'anamnesi del paziente è positiva per un linfoma di Hodgkin trattato 25 anni prima con chemioterapia e radioterapia. La sua P.A. è 135/85 mmHg e la F.C. è 85 bpm/min. Il suo medico curante prescrive una radiografia del torace, il cui esito è mostrato nell’immagine al di sotto. Quale delle seguenti rappresenta la causa più probabile di dolore toracico in questo paziente?

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La risposta corretta è la A.

Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e alla RX del torace, la causa più probabile del dolore toracico è il tumore secondario da precedente trattamento per linfoma di Hodgkin (LH), una proliferazione maligna localizzata o disseminata di cellule del sistema linfo-reticolare, che coinvolge principalmente linfonodi, milza, fegato e midollo osseo. Deriva dalla trasformazione clonale di cellule B, con formazione delle cellule patognomoniche di Reed-Sternberg binucleate. I sintomi comprendono linfoadenopatie non dolenti, talora con febbre, sudorazioni notturne, perdita di peso non intenzionale, prurito, splenomegalia ed epatomegalia. La diagnosi viene fatta su una biopsia linfonodale. Il trattamento consiste in chemioterapia associata o meno a radioterapia e la recidiva dopo 20 anni è molto rara (risposta D errata). Al contrario, la fibrosi da radiazioni post-attinica si verifica a volte nei pazienti sottoposti a trattamenti radioterapici a livello polmonare, con solitamente dispnea, tosse non produttiva e dolore toracico, dai 3 ai 24 mesi dopo la terapia, mentre la radiografia del torace mostra solitamente opacità grossolane (risposta B errata). All’opposto, la tubercolosi, un’infezione cronica causata dal Mycobacterium tuberculosis (per il quale gli esseri umani rappresentano il principale reservoir), si contrae quasi esclusivamente per via aerea attraverso l’inalazione di particelle sospese nell’aria (droplet), contenenti il batterio. Interessa più frequentemente i polmoni con tosse, febbre progressiva, sudorazione notturna, calo ponderale, emottisi e malessere. La radiografia del torace mostra solitamente lesioni cavitarie apicali, non una massa apparentemente solida (risposta C errata). Invece, l’Aspergillus, fungo filamentoso ambientale, può causare malattie polmonari, soprattutto in pazienti immunocompromessi, che possono essere asintomatici o sviluppare emottisi, tosse, dispnea e febbre. Le infezioni focali a volte determinano un nodulo micotico (Aspergilloma), con caratteristica crescita di ife aggrovigliate, con essudato fibrinoso e poche cellule infiammatorie. La RX mostra solitamente una massa intra-cavitaria tipica, con una mezzaluna aerea nella periferia, non presente nella RX del caso clinico (risposta E errata).


3 di 3 Domande

Un bambino di 6 anni viene portato dai genitori presso l’ambulatorio del suo pediatra, a causa di un’eruzione cutanea associata a prurito. La madre afferma che tale eruzione è apparsa da circa 20 giorni e riferisce che un’eruzione cutanea simile, che aveva interessato la faccia, si era manifestata quando aveva circa un anno, ma che poi si era risolta spontaneamente. Questo rash è comparso dapprima sul suo braccio sinistro ed ora si è diffuso sulla schiena e sulle ginocchia. La mamma ha pensato che forse si trattasse di un’allergia al nuovo detersivo per indumenti utilizzato, ma l’eruzione cutanea non si è risolta nonostante la sostituzione del detersivo con quello precedente. L’anamnesi clinica è positiva per bronchiolite, per il resto è sempre stato sano. Si riscontra la presenza di alterazioni cutanee anche in corrispondenza delle superfici flessorie prossimali di entrambi gli arti superiori e dei cavi poplitei bilateralmente. Le placche sono eritematose ed asciutte, con papule sparpagliate ed escoriazioni. Quale di questi rappresenta la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la D.

La dermatite atopica (eczema), una malattia infiammatoria cronica della pelle con una patogenesi complessa che coinvolge suscettibilità genetica, disfunzione immunologica, barriera epidermica e fattori ambientali, rappresenta la diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico. Generalmente compare nel periodo infantile, tipicamente intorno ai 3 mesi. Il sintomo primario è il prurito. La fase acuta è caratterizzata da lesioni rosse, edematose, chiazze squamose o placche. Saltuariamente sono presenti vescicole. Invece, la dermatite atopica cronica si manifesta con pelle ispessita ed escoriata e con la presenza di papule diffuse, dovute a sfregamento e il grattamento. Nei bambini più grandi e negli adulti le zone flessorie (ma non l’inguine) sono più frequentemente coinvolte, mentre nei neonati e nei bambini più piccoli, le superfici estensorie, la regione posteriore del cuoio capelluto e la faccia sono tipicamente coinvolte, mentre la regione del pannolino è risparmiata.  La diagnosi si basa sull’anamnesi e sull’esame obiettivo. Il trattamento consiste nell’idratazione, nell’evitare i fattori allergici scatenanti e irritanti e spesso nell’uso di corticosteroidi topici o immunomodulatori. Così, la dermatite seborroica, una patologia infiammatoria, si manifesta su quelle aree di cute con una quantità maggiore di ghiandole sebacee (per esempio, volto, cuoio capelluto, parte superiore del tronco) con prurito occasionale, forfora e desquamazione untuosa giallastra all’inserzione dei capelli e sul volto, in contrasto con la dermatite atopica. L’eziologia è sconosciuta, tuttavia, si ritiene che la Malassezia ovale possa giocare un ruolo nella genesi di tale disturbo. Si verifica il più delle volte nei bambini, di solito entro i primi 3 mesi di vita, e negli adulti tra i 30 e i 70 anni. Molto raramente diventa generalizzata (risposta A errata). La psoriasi, una patologia infiammatoria, determina la comparsa nella maggior parte dei casi di papule o placche circoscritte, eritematose, ricoperte da squame spesse, argentee, lucenti e ben demarcate, che si associano a prurito di varia intensità. L’eziologia è multifattoriale. Gli individui di pelle chiara sono maggiormente a rischio, mentre la frequenza del disturbo è minore in quelli di razza nera. Alcuni soggetti possono sviluppare una malattia grave con coinvolgimento articolare (artrite psoriasica). La diagnosi si basa sull’aspetto e sulla distribuzione delle lesioni. La psoriasi si sviluppa generalmente in persone di 16-22 anni e in quelle di 57-60 anni (risposta B errata).

Invece, la pitiriasi rosea, una patologia infiammatoria auto-limitante caratterizzata dall’eruzione di papule o placche desquamanti, causata probabilmente da un’infezione virale (alcune ricerche hanno implicato herpes virus umani 6, 7, e 8), insorge solitamente tra i 10 e i 35 anni e colpisce di più le donne. Classicamente inizia con la singola “chiazza madre”, di 2-10 cm sul tronco o sugli arti superiori. Entro 7-14 giorni segue un’eruzione diffusa, centripeta, di papule e placche di 0,5-2 cm di colorito roseo o brunastro (risposta C errata). Infine, la dermatite da contatto, un’infiammazione acuta cutanea causata da irritanti o allergeni, determina prurito e alterazioni cutanee, che vanno dall’eritema alle vescicole e alle ulcerazioni. La storia del paziente evidenzia una esposizione possibile ad un allergene (detersivo per indumenti); tuttavia, una dermatite allergica da contatto, verosimilmente al detersivo, si dovrebbe prevalentemente manifestare a livello delle zone di contatto con gli indumenti; pertanto, il coinvolgimento iniziale del volto, in questo caso, sarebbe difficile da associare con dermatite da contatto al detersivo (risposta E errata).


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