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1 di 3 Domande

Il Dott. Rossino, pediatra dell’Ospedale Gemelli, trovando il caso di Angelo, interessante effettua una fotografia della lesione presentata dal bambino, per chiedere una consulenza ad un collega dermatologo. Quale diagnosi tra le seguenti descrive il problema presentato?

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La risposta corretta è la D.

Questo soggetto ha un emangioma superficiale infantile, il tumore vascolare benigno più comune in età pediatrica.

Gli emangiomi infantili (EI) sono i tumori infantili più diffusi, che colpiscono il 10-12% dei neonati entro il primo anno di vita.

Gli EI sono dei tumori vascolari benigni dell’infanzia; sono lesioni vascolari rilevate, di colore rosso o purpureo, iperplastiche con bordi ben delineati che compaiono nel primo anno di vita e inizialmente crescono rapidamente.

La maggior parte dei tumori regrediscono spontaneamente entro il secondo anno di vita; quelli che ostacolano la vista, le vie aeree o altre strutture necessitano di trattamento.

Possono essere riscontrati anche in tessuti profondi e nei visceri come ad esempio nel fegato.

Una minoranza può avere delle conseguenze estetiche, ulcerarsi o provocare forme invalidanti come strabismo da emangioma palpebrale e talvolta provocare lesioni delle vie respiratorie come quelle tracheali.

 

La risposta A non è corretta.

L’emangioma capillare (nevo a fragola) è uno dei tumori infantili più comuni; è tre volte più comune nei maschi rispetto alla popolazione femminile.

Solitamente, svanisce spontaneamente entro i due anni di vita (avvolte delle lesioni a livello del collo possono persistere senza complicanze).

Dal punto di vista clinico, si presenta poco dopo la nascita sotto forma di lesione unilaterale, in rilievo, di colore rosso chiaro (solitamente a livello della palpebra, sulla glabella o sulla linea mediana della nuca).

Oppure se si presenta come una lesione più profonda appare di colore violaceo.

 

La risposta B non  è corretta.

L’igroma cistico del collo (o linfangioma cistico) è un tumore congenito del collo caratterizzato da cavità pluriconcamerate a contenuto liquido di tipo linfatico (una massa di consistenza soffice, indolore e comprimibile, solitamente traslucida alla transilluminazione). Generalmente, si risconta alla nascita, è asintomatico e caratterizzato da una massa a consistenza elastica; necessità di asportazione chirurgica. Nei casi più gravi può causare un grave distress respiratorio per le importanti dimensioni che raggiunge e la conseguente dislocazione delle strutture del collo.

 

La risposta C non è corretta.

L’emangioma cavernoso, o semplicemente cavernoma, in campo medico, è una forma di angioma (lesione vascolare a carattere benigno, cioè una massa di vasi sanguigni di forma sinusoidale dilatati e irregolari)  localizzata a livello cerebrale o midollo spinale.

 

La scelta E non è corretta.

Un angioma rubino è un tumore benigno, a localizzazione cutanea, che trae origine da una cellula endoteliale di un vaso sanguigno.

Dal punto di vista clinico si presenta, come una chiazza o una papula di colore rosso-purpureo con dimensioni che oscillano tra i 3 e i 5 millimetri; raramente raggiunge il centimetro.


2 di 3 Domande

Chiara, una ragazza di 20 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Simi. Anamnesi patologica prossima: quadro di eruzione cutanea, febbre e malessere generalizzato insorto da circa un paio di giorni.   L'eruzione sembra essere estesa, ma non le provoca dolore o prurito.
Anamnesi personale fisiologica: recente viaggio. Chiara è tornata da circa un paio di settimane da una vacanza trascorsa presso un campeggio dove è stata morsa da una zecca mentre camminava nei boschi. La ragazza è incinta alla 11esima settimana. Non ha farmaco allergie note. Anamnesi farmacologica: non assume farmaci in cronico. Esame obiettivo: una temperatura corporea di 38,2 C, una pressione arteriosa di 115/75 mm Hg, una frequenza cardiaca di 85 bpm/min ed una frequenza respiratoria di 17 atti/min.   L'eruzione è mostrata nell'immagine al di sotto. Il resto dell’esame obiettivo è negativo.

Quale delle seguenti opzioni rappresenta il modo appropriato di procedere per la gestione di questa paziente?

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La risposta corretta è la D.

Chiara presenta un’eritema migrante, una lesione cutanea a carattere papulomatoso, fortemente eritematosa, che poi gradualmente si estende a formare una lesione molto più estesa, con al centro una zona necrotica o maggiormente rossastra e con dei bordi finemente rilevati.

La malattia di Lyme, è una zoonosi che si acquisisce a causa del morso di zecca (è trasmessa principalmente da 4 specie di zecche Ixodes sp) e l’agente eziologico alla base dell’infezione è la spirocheta Borrelia burgdorferi.

I sintomi iniziali comprendono: malessere generalizzato e rash cutaneo di carattere eritematoso migrante, che può essere seguito dopo alcune settimane o mesi da alterazioni articolari, neurologiche o cardiache.

L’anamnesi positiva per un recente viaggio in campeggio con un morso di zecca è un ulteriore dato che avvalora tale ipotesi diagnostica.

La diagnosi è fondamentalmente clinica negli stadi precoci della malattia, ma i test sierologici possono essere di sostegno nella diagnosi delle eventuali complicanze reumatologiche, neurologiche e/o cardiache che si manifestano nelle fasi avanzate della malattia. La terapia generalmente prevede la somministrazione di antibiotici come doxiciclina o ceftriaxone, ma visto che la paziente è incinta si predilige l’amoxicillina, un antibiotico appartenente alla classe dei β-lattamici, che è il trattamento di scelta nelle donne in gravidanza e in allattamento, nonché i bambini di età inferiore a 8 anni.

 

La risposta A non è corretta.

L’azitromicina è un antibiotico appartenente alla famiglia dei macrolidi ed il suo meccanismo di azione si esplica legandosi al ribosoma batterico inattivandolo (si lega alla subunità 50s del ribosoma batterico). Questo farmaco, può essere utilizzato in caso di allergia alla amoxicillina e doxiciclina (essendo meno efficace di questi farmaci non rappresenta una prima scelta terapeutica)

 

La risposta B non è corretta.

La doxiciclina è un antibiotico appartenente alla classe delle tetracicline. Il suo meccanismo di azione si fonda sull’interferenza con la sintesi proteica batterica, legandosi alla subunità 30S del ribosoma batterico. Questo farmaco, rappresenta l’antibiotico di scelta per la maggior parte dei pazienti con malattia di Lyme. Tuttavia la doxiciclina, è controindicata nelle donne in gravidanza e in allattamento: è stato osservato che può determinare delle discromie dentarie anche permanenti e/o un ritardo nella crescita scheletrica nei bambini e nel nascituro.   Pertanto in queste categorie di pazienti (come Chiara) si deve utilizzare l’amoxicillina.

La risposta C non è corretta.

Trattandosi di un’infezione di natura batterica piuttosto importante, l’osservazione rappresenta una scelta non idonea.

 

La risposta E non è corretta. 

Il ceftriaxone è una cefalosporina di terza generazione e come tale esplica il suo meccanismo d’azione con un’attività battericida interferendo con la sintesi del peptidoglicano. Viene usato prevalentemente nei pazienti neutropenici e/o immunodepressi in presenza di severe infezioni batteriche o in alcuni casi di profilassi chirurgica. Il ceftriaxone, come tutte le cefalosporine di terza generazione, si è mostrato efficace, quando somministrate per via endovenosa, nel trattamento della forma precoce e circoscritta della malattia di Lyme. Tuttavia, essendo un antibiotico a largo spettro non trova un vero e proprio razionale, nel trattamento di prima linea. Questo farmaco trova indicazione nei pazienti gravi che manifestano sintomi e segni neurologici (meningite, encefalite, con o senza radicoloneuropatia) o manifestazioni cardiache.


3 di 3 Domande

Viene trasportato presso il PS dell’Ospedale “Niguarda” di Milano un anziano signore di nome Alberto a causa di problemi respiratori.
Anamnesi patologica prossima: progressivo peggioramento della dispnea, insorta da circa un paio di giorni. Nell’ultima settimana ha presentato febbricola, sintomi da raffreddamento e tosse produttiva. Anamnesi patologica remota: positiva per malattia coronarica, ipertensione ed iperlipidemia. E’ stato ricoverato in ospedale un anno fa per un infarto acuto del miocardio ed è stato trattato con impianto di stent medicato in corrispondenza dell’arteria discendente anteriore sinistra. Anamnesi fisiologica: Il paziente ha fumato per circa 40 anni ed ha smesso solo dopo l'infarto cardiaco. Esame obiettivo: La sua temperatura corporea è di 37,4 C, la pressione sanguigna 140/90 mmHg, la frequenza cardiaca 90 bpm/min e la frequenza respiratoria di 22 atti/min. Inoltre, egli sembra presentare un lieve distress respiratorio, in quanto fa uso dei muscoli respiratori accessori per respirare, anche se riesce a parlare piuttosto bene. Le vene del collo sono leggermente sovradistese, soprattutto durante l'espirazione. All’esame obiettivo del torace si apprezza una ipofonesi bilaterale e sibili da ambo i lati; anche i toni cardiaci sono ipofonetici. Esami di laboratorio-strumentali: Il livello plasmatico di BNP (peptide natriuretico di tipo B) è di 88 pg/ml (range di normalità: 0-100 pg / mL). Viene praticata una radiografia del torace, il cui esito è mostrato nell’immagine al di sotto. Quale fra le seguenti rappresenta la causa più probabile del quadro clinico manifestato da questo paziente?

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La risposta corretta è la E.

La BPCO è una malattia polmonare reversibile, caratterizzata da ostruzione bronchiale persistente spesso associata a significativi effetti extrapolmonari L’ostruzione bronchiale ha in genere un andamento progressivo ed è accompagnata da un’abnorme risposta infiammatoria broncopolmonare a inquinanti ambientali in particolare il fumo. Questo paziente ha un’anamnesi fisiologica positiva per essere stato un accanito fumatore per moltissimi anni e probabilmente soffre di una malattia polmonare cronica ostruttiva (BPCO) non diagnosticata.

La BPCO può andare incontro a riacutizzazione; questa riacutizzazione è caratterizzata da un peggioramento acuto dei sintomi ed è comunemente determinata da un’infezione delle vie respiratorie superiori (in questo paziente tale causa infettiva è suggerita dalla storia di febbricola, sintomi da raffreddamento e tosse produttiva).

Il quadro clinico che ora manifesta è compatibile con una riacutizzazione di BPCO, caratterizzata da un cambiamento di più di uno dei seguenti reperti: gravità e/o frequenza della tosse, quantità e/o caratteristiche dell’espettorato e grado di dispnea.L’ostruzione bronchiale viene definita in base al rapporto VEMS/CVF inferiore a 0,7.  Questo sta a significare che, di tutta l’aria mobilizzabile in una manovra espiratoria completa, meno del 70% viene mobilizzata nel primo secondo.

L’esame obiettivo è positivo per dispnea, tachipnea, distress respiratorio ed uso dei muscoli respiratori accessori per la respirazione.

Caratteristica, peculiare nella BPCO è che questa ostruzione, a differenza di quella presente nei pazienti con asma bronchiale, non è completamente reversibile dopo somministrazione di un broncodilatatore.

La distensione venosa giugulare si può osservare, specialmente durante l’espirazione, a causa di aumento della pressione intratoracica. L’iperinflazione può essere apprezzata alla radiografia del torace e spiega anche l’ipofonesi cardiaca apprezzabile all’auscultazione del cuore.

Una stadiazione molto importante per la BPCO, è la stadiazione GOLD che suddivide in pazienti in 4 stadi: Stadio I, II, III,IV.

 

La risposta A non è corretta. 

Anche se inizialmente descritto a livello cerebrale, il BNP è presente soprattutto a livello dei ventricoli cardiaci e la sua azione è simile a quella dell’ANP.

Un elevato valore plasmatico di BNP ha un’alta sensibilità per la diagnosi di insufficienza cardiaca acuta scompensata, mentre un BNP <100 pg/mL (come in questo paziente) è utile per escludere tale diagnosi.

Il peptide natriuretico atriale o ANP (Atrial Natriuretic Peptide) è un ormone proteico prodotto dallemiocellule atriali dei mammiferi.

Il peptide tipo C (CNP; 22 aminoacidi): sintetizzato prevalentementenel SNC, dove funge da neurotrasmettitore.

Il peptide natriuretico renale (urodilatina; 32 aminoacidi): è sintetizzato a livello renale,dove agisce localmente sul meccanismo di trasporto del sodio.

 

La risposta B non è corretta. 

Effettivamente l’esacerbazione acuta dell’asma può presentarsi in modo simile alla riacutizzazione di BPCO.

L’asma è una patologia infiammatoria cronica delle vie aeree che si manifesta clinicamente con: episodi ripetuti di respiro sibilante e/o senso di costrizione toracica, dispnea, tosse non produttiva o accompagnata da espettorato biancastro.

Si caratterizza a differenza della BPCO per una ostruzione bronchiale reversibile.

Nell’asma ritroviamo anche una iper-reattività bronchiale.

Tuttavia, in un paziente anziano come il nostro, con una storia significativa di abitudine tabagica per molti anni e senza storia di asma, la riacutizzazione di BPCO rappresenta l’ipotesi diagnostica più probabile.

 

Le risposte C e D non sono corrette. 

Le polmoniti si possono suddividere in comunitarie o nosocomiali ed i patogeni più comunemente identificati sono Streptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae, batteri atipici (ossia, Chlamydia pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae, Legionella sp), e virus. I sintomi e i segni comprendono la febbre, la tosse, la produzione di espettorato, il dolore toracico di tipo pleuritico, la dispnea, la tachipnea e la tachicardia. La diagnosi si basa sulla clinica e sulla RX torace Tuttavia alla radiografia del torace avremmo apprezzato la presenza di aree di ipodiafania da edema alveolare di natura flogistica.


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