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Simulazioni Casi FB Foto – 0445-0447 – Test Ammissione

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1 di 3 Domande

Monia, una donna di 38 anni, giunge in visita presso la dermatologia dell’Ospedale di Novara per l’insorgenza di un’eruzione a livello degli arti inferiori comparsa 1 settimana prima. L’anamnesi patologica e quella farmacologica sono negative. Non ha febbre, né prurito. Il dermatologo esegue un esame obiettivo completo e rileva i seguenti parametri: temperatura corporea 36.9 °C, pressione arteriosa 125/85 mmHg, frequenza cardiaca 75 bpm, saturazione arteriosa 98% in aria ambiente. L’obiettività è positiva per la presenza di papule rilevate eritematose, dolenti, localizzate a livello di entrambe le tibie. La palpazione dell’addome mette in evidenza una milza palpabile a 3 cm dall’arcata costale sinistra. Il dermatologo decide di approfondire eseguendo un Rx (vedi foto allegata). Le indagini proseguono fino ad arrivare alla biopsia del linfonodo ilare destro, il cui referto istologico mostra la presenza di granulomi non caseificanti. Quali dei seguenti reperti rappresenta un fattore prognostico positivo per questa paziente?














La risposta esatta è la D

Monia è affetta da sarcoidosi, una patologia caratterizzata da flogosi granulomatosa. L’eruzione cutanea della paziente è costituita dall’”eritema nodoso”, vale a dire la presenza di noduli sottocutanei dolenti localizzati a livello pretibiale, più raramente sulle braccia e sul volto. I noduli possono essere isolati e variare da un minimo di 1 fino anche a 30, con dimensioni comprese tra 0,5 cm e 5 cm.

La sarcoidosi è una malattia multisistemica che interessa molto frequentemente i polmoni e si manifesta di solito con linfadenopatia ilare bilaterale, opacità polmonari reticolari e coinvolgimento cutaneo, oculare e articolare. I pazienti affetti possono presentare anche sintomi costituzionali, come febbre, calo di peso e malessere generale.

Le diverse manifestazioni cliniche sono associate ad outcome diversi. L’eritema nodoso, l’artrite e la linfoadenopatia ilare sono associati ad un elevato tasso di risoluzione dopo 2 anni di follow-up, mentre l’etnia africana e la sarcoidosi extrapolmonare determinano una prognosi peggiore.

 

La risposta A è errata

Il lupus pernio è caratterizzato da lesioni nodulari cutanee a livello del naso e della zona malare; comporta una prognosi peggiore.

 

La risposta B non è corretta

Le manifestazioni oculari della sarcoidosi includono uveite anteriore e posteriore, vasculite retinica, cheratocongiuntivite e congiuntivite follicolare. Il coinvolgimento oculare è associato ad un minore tasso di risoluzione.

 

La risposta C è errata

I blocchi atrioventricolari e le altre aritmie sono effetti dell’infiammazione granulomatosa a livello cardiaco. I blocchi sono associati ad un minore tasso di risoluzione.

 

La risposta E non è corretta

Lo sviluppo di consolidazioni parenchimali polmonari conferisce una ridotta possibilità di risoluzione.


2 di 3 Domande

La signora Rossi giunge in PS in data 16 Febbraio per difficoltà respiratorie e un lieve dolore toracico, che non viene esacerbato dall’esercizio, non si modifica con la posizione e non è alleviato con il riposo. Dall’ anamnesi, emerge che la donna presenta, da un po’ di tempo, rigidità mattutina a livello delle ginocchia e delle mani. La paziente non ha tosse, né febbre o altri sintomi. L’esame obiettivo mostra una riduzione del murmure vescicolare e ottusità alla percussione del torace a livello delle basi polmonari bilateralmente. I toni cardiaci sono conservati e non vi è evidenza di cardiomegalia, né di turgore delle vene giugulari. Il medico richiede un RX del torace, la quale viene realizzata in clinostatismo e mostra i reperti visibili nell’immagine. Cosa dovrebbe fare il medico di PS a questo punto?














La risposta corretta è la C

L’RX del torace in clinostatismo mostra un versamento pleurico sinistro. Sebbene non vi sia un’indicazione assoluta a realizzare una toracentesi, in questo caso essa risulterebbe diagnostica e terapeutica.

La signora Rossi, infatti, ha un’artrite reumatoide di lunga data, che si associa frequentemente a manifestazioni polmonari, tra cui pleuropatie, come versamento pleurico, empiema, necrosi e cavitazioni. Versamenti maggiori di 1 cm in clinostatismo sono abbondanti a sufficienza da essere evacuati in sicurezza. Al fine di determinare l’eziologia del versamento, è possibile usare i criteri di Light per distinguere un essudato da un trasudato.

 

La risposta A è errata

L’artrite reumatoide, come suggerito dalla rigidità mattutina della signora Rossi, è una possibile causa del versamento pleurico visualizzato alla lastra. Tuttavia, prima di iniziare un trattamento, è necessario realizzare ulteriori accertamenti a conferma della diagnosi.

 

La risposta B è errata

Questa paziente non mostra segni di infezione tali da renderla una possibile candidata all’antibioticoterapia. Inoltre, i versamenti parapneumonici si verificano generalmente nelle polmoniti batteriche e spesso non si risolvono mediante sola antibioticoterapia, richiedendo il posizionamento di un tubo di drenaggio.

 

La risposta D è errata

Qualsiasi versamento di nuova insorgenza, in assenza di una chiara eziologia (es. scompenso cardiaco o polmonite) andrebbe evacuato ed analizzato per individuare possibili cause neoplastiche o di natura reumatologica.

 

La risposta E non è corretta

La somministrazione di furosemide è indicata nello scompenso cardiaco congestizio, il quale può manifestarsi anch’esso con versamento pleurico. Tuttavia, la signora Rossi presenta sintomi non indicativi di scompenso.


3 di 3 Domande

Una neonata di 12 ore di vita va incontro ad un episodio di vomito biliare presso l’unità di terapia intensiva neonatologica dell’Ospedale Luigi Sacco. La piccola è nata mediante parto vaginale alla 35° settimana di gestazione, da una donna di 22 anni che non ha effettuato visite prenatali e ha fatto uso di cocaina in gravidanza. La piccola presentava un peso alla nascita pari a 2 Kg, configurando un quadro di SGA (small for gestational age). Dal momento del parto, ha assunto due biberon per bocca, ma al terzo ha cominciato a vomitare. Ha espulso urine, ma non presenta una peristalsi attiva. Il neonatologo esegue un esame obiettivo completo, rilevando una temperatura corporea di 36.9 °C, una frequenza cardiaca di 150 bpm e una frequenza respiratoria di 40 atti/min. L’addome appare disteso e la pelle è coperta da una lanugine diffusa. Si rileva uno strato minimo di tessuto adiposo sottocutaneo, mentre il resto dell’obiettività appare normale. Nell’immagine è rappresentata la lastra dell’addome richiesta subito dopo dal neonatologo (foto allegata). Qual è la diagnosi?














La risposta corretta è la A

Questa neonata è affetta da atresia digiunale, come testimoniano i sintomi (vomito biliare, distensione addominale) e il quadro radiologico. La presenza del segno “della tripla bolla” e di un colon privo di gas all’Rx addome riflette l’intrappolamento dei gas a livello dello stomaco, del duodeno e del digiuno.

L’atresia intestinale può interessare qualunque tratto gastro-intestinale. I fattori di rischio includono una scarsa perfusione intestinale fetale derivante dall’uso materno di farmaci vasocostrittori o droghe come cocaina e tabacco.

In particolare, l’atresia digiuno-ileale sembra essere dovuta ad una alterazione vascolare intrauterina in grado di causare necrosi e riassorbimento dell’intestino fetale, sigillando e lasciando le estremità distali a fondo cieco. In alcuni casi può associarsi ad ileo da meconio/fibrosi cistica, durante la quale il meconio ispessito provoca un volvolo localizzato che determina necrosi ischemica. A differenza dell’atresia duodenale, l’atresia digiunale e quella ileale non sono associate ad anomalie cromosomiche.

Il trattamento è indirizzato inizialmente alla stabilizzazione dei parametri vitali e successivamente richiede l’intervento chirurgico.

La prognosi dipende dalla lunghezza dell’intestino affetto, così come dall’età gestazionale del paziente e dal peso alla nascita.

La risposta B è errata

Durante il primo trimestre di gravidanza, parte del tratto intestinale va incontro ad occlusione e successivamente si ricanalizza. L’atresia duodenale è il risultato della mancata ricanalizzazione del duodeno, e si rende visibile radiologicamente con il segno “della doppia bolla”. Un terzo dei neonati con atresia duodenale presenta anomalie cromosomiche, in particolare la sindrome di Down.

 

La risposta C è errata

Il morbo di Hirschsprung può presentarsi con distensione addominale e vomito biliare, ma i pazienti hanno solitamente un ritardo nell’emissione di meconio (>48 ore). Questa neonata ha solo 12 ore di vita e non può aver già espulso il meconio. Inoltre l’occlusione intestinale correlata all’Hirschsprung interessa tipicamente il tratto retto-sigmoideo e si rende visibile all’Rx addome con la presenza di anse intestinali dilatate.

 

La risposta D è errata

L’enterocolite necrotizzante si presenta tipicamente con una distensione addominale, feci ematiche e instabilità dei parametri vitali. E’ tipica dei prematuri e il reperto patognomonico alla lastra dell’addome è rappresentato dalla pneumatosi intestinale (presenza di gas all’interno della parete intestinale).

La risposta E non è corretta

L’età di questa paziente e la presenza di vomito biliare rendono improbabile questa diagnosi. La stenosi del piloro dà segno di sé intorno alla 3-6 settimana di vita con vomito “a getto” di natura non biliare. Spesso è palpabile una massa a forma di oliva in area epigastrica.


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