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1 di 3 Domande

Giorgia e' una giovane ragazza di 18 anni, che in seguito alla ripresentazione di un rash cutaneo, si reca presso il proprio medico curante, la Dott.ssa Garnucci. Anamnesi patologica prossima: rash localizzato a livello dei gomiti, del tronco e del cuoio capelluto. La ragazza afferma che ha usato una crema antimicotica, senza alcun successo; con l’applicazione di una crema a base di cortisone ha invece notato un lieve miglioramento, ma le lesioni cutanee non sono mai del tutto scomparse. Inoltre dice di aver assistito ad un netto peggioramento della sua condizione, quando per un periodo ha usato la crema a base di cortisone in modo discontinuo. Anamnesi familiare: la ragazza dice che un parente di primo grado presenta manifestazioni cutanee simili alle sue. Quale dei seguenti rappresenta il trattamento iniziale maggiormente indicato?

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La risposta D è corretta.

La psoriasi è una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi si manifesta con papule e placche di color salmone ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee.

Colpisce circa l’1-5% della popolazione mondiale. Inoltre, colpisce di più le persone con una carnagione chiara, le persone con una carnagione più scura o i neri sono meno a rischio.

L’eziologia è multifattoriale e include la predisposizione genetica. È una patologia infiammatoria che insorge in seguito a traumi, uso di farmaci, infezioni in soggetti predisposti.

Per quanto riguarda la psoriasi, vi sono 5 maggiori varianti cliniche:

– Psoriasi a placche: più del 80% dei casi

– Psoriasi guttata: circa il 10% dei casi

– Psoriasi inversa: si manifesta in concomitanza alla psoriasi a placche, o in maniera isolata

– Psoriasi eritrodermica: meno del 3% dei casi

– Psoriasi pustolosa: meno del 3% dei casi

Solitamente, per quanto riguarda i sintomi essi sono minimi: si presenta con placche e papule che tendono alla desquamazione in aree eritematose circoscritte pruriginose.

Una manifestazione particolare della psoriasi è l’artrite psoriasica.

La diagnosi si basa sull’aspetto e sulla distribuzione delle lesioni: le lesioni di solito si manifestano sulle superfici estensorie (gomiti e ginocchia), come in questo caso ai gomiti.

La diagnosi è prevalentemente clinica e si basa sull’anamnesi e sull’esame obiettivo. Non esistono analisi di laboratorio per la diagnosi della psoriasi.

La biopsia cutanea, anche se non patognomonica, presenta caratteristiche coerenti con la psoriasi e aiuta a escludere altre condizioni simili.

Il trattamento può comprendere l’utilizzo di emollienti, farmaci topici, fototerapia e, nelle forme gravi, di farmaci sistemici.

I trattamenti iniziali, specialmente per le forme limitate, consistono nell’applicazione di steroidi topici, retinoidi topici e/o analoghi della vitamina D topica, mentre se il coinvolgimento è più grave, possono essere utilizzate altre opzioni, come la terapia alla luce ultravioletta e gli immunosoppressori sistemici. L’uso di steroidi sistemici non è raccomandato, in quanto la sospensione da essi può portare ad un riattivarsi o aggravarsi della condizione. Tuttavia, alcuni specialisti possono scegliere questa opzione, con un attento follow-up, se altre strade hanno fallito.


2 di 3 Domande

Un paziente di 25 anni si presenta in Pronto Soccorso con modesta dispnea riferendo dolore acuto trafittivo all'emitorace di destra. Viene eseguito il radiogramma del torace. Quale reperto NON è presente?

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La risposta corretta è la B.

Questo è un caso di massivo pneumotorace destro, probabilmente iperteso.

Lo pneumotorace, cioè la presenza di aria nella cavità nella cavità pleurica, si evidenzia sotto forma di una falda iperdiafana, nettamente separata dal parenchima polmonare da una linea netta, con evidenza della marginale pleurica e scomparsa del disegno polmonare.

Lo Pneumotorace Iperteso è definito come l’accumulo di aria nello spazio pleurico; si verifica quando si crea un meccanismo a valvola unidirezionale, che collega i polmoni allo spazio pleurico tale da consentire all’aria di passare nello spazio pleurico ma non in senso opposto. Di conseguenza, l’aria si accumula determinando una compressione del polmone. Successivamente, si ha una compressione del mediastino, deviazione della trachea e compressione del polmone controlaterale e ipossiemia; si ha anche aumento della pressione intratoracica che determina una diminuzione del ritorno venoso al cuore con ipotensione e distensione delle vene del collo.

L’emitorace interessato è ipertimpanico alla percussione.

Da un punto di vista radiografico, come mostrato nell’immagine del caso presentato, un PNX (in questo caso destro) si evidenzia con ampia falda di iperdiafania a carico dell’ambito polmonare interessato con associato collasso del parenchima polmonare limitrofo e sbandieramento controlaterale delle strutture cardiomediastiniche.

Il trattamento è con decompressione immediata.

Il versamento pleurico (risposta B corretta, reperto non presente nel caso) invece si evidenzia con la presenza di una obliterazione del seno costofrenico, che risulta essere ipodiafano rispetto al parenchima polmonare, che tende a mascherare il profilo emi-diaframmatico omolaterale, obliterare il seno costo-frenico laterale complementare e sfumare la marginale cardiaca di pari livello (segno della silhouette).

Quando viene eseguita la radiografia in ortostatismo, la forza di  gravità e la pressione negativa intrapleurica costringono il liquido a disporsi nelle zone più declivi. Generalmente la presenza di versamento viene rilevata all’Rx tradizionale quando raggiunge la quantità di circa 250 ml. Inizialmente si dispone lungo il seno costofrenico obliterandolo, poi, con l’aumentare della quantità, tende a raccogliersi in posizione più declive e disporsi formando quello che è il cosiddetto menisco pleurico, una distribuzione del liquido con concavità superiore e margine laterale più alto rispetto al mediale; quando è particolarmente abbondante il versamento, tende a determinare un opacamento completo dell’intero ambito polmonare.


3 di 3 Domande

Il Sig. Manfredini, un uomo di 43 anni, si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Diana, per sottoporsi ad una visita.
Anamnesi patologica prossima:  riferisce la presenza di un sospetto morso di ragno (ragno Brown) all’altezza dell’inguine sinistro. Tuttavia il paziente, in seguito alla domanda del Dott. Diana, afferma che nessuno in casa ha visto tale ragno. Inoltre riferisce la comparsa occcasionale di foruncoli sotto le braccia e nella zona inguinale. Il paziente non ha febbre. Nessun membro della famiglia presenta dei sintomi e segni simili. 
Al termine della visita, il paziente viene mandato a casa e il giorno dopo inizia ad accusare brividi, febbre, e riferisce che la lesione si sta diffondendo.
Quale tra i seguenti rappresenta il trattamento maggiormente appropriato?

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La risposta A è corretta.

Il paziente mostra una pustola con un centro necrotico.

Con il paziente avente un’anamnesi patologica prossima positiva per la presenza di eruzione a livello delle braccia e dell’inguine, si deve sospettare un’infezione da S. aureus.

L’infezione da S. aureus resistente alla meticillina (MRSA), acquisita in comunità, è stata descritta come un aspetto simile a quello di un morso di ragno (le punture di ragno Brown hanno centri necrotici, ma di solito non formano pustole).

Gli stafilococchi sono microrganismi Gram-positivi aerobi. Lo Staphylococcus aureus è il germe più patogeno; causa tipicamente infezioni cutanee e talvolta polmoniti, endocarditi e osteomieliti.

I ceppi di S. aureus resistente alla meticillina (MRSA) sono diventati frequenti, specialmente negli ospedali e stanno diventano anche molto frequenti in ambiente non ospedaliero nella maggior parte delle regioni geografiche.

La terapia antimicrobica per MRSA comunitario prevede il ricovero in ospedale per la valutazione adeguata della condizione e l’utilizzo di vancomicina o linezolid fino al momento in cui non si ottengono risultati colturali con antibiogramma. La clindamicina può essere utilizzata come alternativa alla vancomicina o al linezolid se il germe isolato è sensibile a ceftarolina (unica cefalosporina efficace contro MRSA).


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