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1 di 3 Domande

Paziente di 70 anni, ex fumatrice con storia di BPCO e polmonite, a cui viene effettuato ECG per palpitazioni e riscontro di polso aritmico. Qual è la diagnosi?

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La risposta corretta è la A.
Il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’ECG, presenta tachicardia atriale multifocale. Infatti, il referto mostra “Tachicardia atriale multifocale a FC media di 130 bpm. Anomalie aspecifiche del recupero”. Vari tipi di ritmo derivano da focus sopraventricolari (solitamente localizzati negli altri). La diagnosi è basata sull’ECG e tali ritmi comprendono:
- battiti prematuri (extrasistole) atriali;
- tachicardia atriale;
- tachicardia atriale multifocale;
- tachicardia giunzionale non parossistica;
- segnapassi atriale migrante;
In dettaglio, la tachicardia atriale multifocale (tachicardia atriale caotica) è un ritmo irregolare causato dalla scarica casuale di molteplici focus ectopici atriali; la frequenza è superiore a 100 battiti/minuto. I sintomi, se presenti, sono quelli di una tachicardia rapida. La tachicardia atriale multifocale può essere dovuta ad un disturbo polmonare sottostante come la BPCO, ad un coronaropatia o ad anomalie elettrolitiche come l’ipokaliemia

2 di 3 Domande

Manuel è un bambino che frequenta le scuole elementari e da due giorni presenta mal di gola, rinorrea ed eruzioni cutanee; pertanto i genitori decidono quindi di portarlo dal pediatra, Dr. Pini. Durante la visita la madre comunica al dottore che il bambino ha avuto talmente male da non riuscire a deglutire nessun cibo e che nella giornata precedente, durante il bagno, ha notato delle macchie sul corpo del figlio che non sono doloranti né pruriginose (vedi immagine). All'esame obiettivo l’orofaringe di Manuel è infiammata e presenta le placche, pertanto il Dott. Pini gli prescrive un ciclo di antibiotici e riposo a casa. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la A.

La scarlattina è un un’infezione delle alte vie respiratorie associata ad una caratteristica eruzione cutanea causata da un batterio, lo Streptococco Beta-emolitico di gruppo A, che penetra attraverso le mucose delle vie respiratorie superiori, ed è l’unica tra le malattie esantematiche tipiche dell’infanzia a non essere di origine virale. Può trasmettersi facilmente per via aerea (con le goccioline respiratorie emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando) o attraverso il contatto diretto con le secrezioni della persona malata, per esempio il muco e la saliva. In genere colpisce i bambini tra i 3 e i 10 anni di vita. L’incubazione dura, in media, 3-5 giorni quando iniziano a comparire i primi sintomi. Questi si manifestano con un rialzo termico improvviso (fino a 39°-40°), associato a brividi, mal di testa, vomito e mal di gola. Dopo alcuni giorni compare l’esantema cutaneo che interessa all’inizio le ascelle, il collo e l’inguine e poi si estende al resto del corpo. Il viso è molto arrossato, tranne l’area intorno alla bocca che rimane bianca; il collo, tronco ed estremità sono solitamente risparmiate L’eruzione si presenta con papule eritematose diffuse di un colore rosso vivo che si schiariscono alla digitopressione. L’eruzione cutanea scompare dopo tre-sette giorni e la guarigione avviene in circa due settimane.

Le infezioni streptococciche possono causare febbre reumatica che può esitare in un danno permanente a carico del cuore; si caratterizza per la comparsa di artrite transitoria, interessamento cardiaco, corea, in associazione con eruzioni e noduli cutanei.

Antibiotici, come la penicillina,sono comunemente usati nel trattamento per abbreviare il decorso clinico della malattia e prevenire la febbre reumatica.

 

La risposta B non è corretta.

La quinta malattia è un’infezione acuta da Parvovirus B19, che provoca sintomi sistemici lievi e un’eruzione maculare o maculo-papulare che inizia a livello delle guance per poi diffondersi agli arti. Il virus circola principalmente in primavera, e di solito provoca epidemie locali, ogni pochi anni, tra i bambini (in particolare tra 5 e i 7 anni di età). La trasmissione sembra avvenire attraverso microscopiche goccioline di saliva e per esposizione percutanea a sangue o emoderivati. Le manifestazioni iniziali tipiche sono sintomi aspecifici simil-influenzali (p.es., febbricola, lieve malessere). Dopo alcuni giorni compaiono un eritema rilevato, confluente, a livello delle guance (aspetto a “guance schiaffeggiate”) e un’eruzione simmetrica a livello di braccia, gambe (spesso a livello delle superfici estensorie) e tronco, che di solito risparmia i palmi delle mani e le piante dei piedi. L’eruzione è maculo-papulare, con tendenza alla confluenza, ed è caratterizzata da lesioni lievemente rilevate, iperemiche, più chiare al centro, solitamente più evidenti a livello delle superfici esposte. L’eruzione e, in generale, la malattia durano tipicamente da 5 a 10 giorni. Tuttavia, il rash può recidivare per diverse settimane, venendo esacerbato dalla luce solare, dall’esercizio fisico, dal calore, dalla febbre o da stress emotivi.  Questa presentazione non è coerente con la quinta malattia. E’importante sottolineare come il Parvovirus B19 può causare crisi aplastica in pazienti sensibili, caratterizzata dalla brusca comparsa di anemia grave con assenza di reticolociti.

 

 

La risposta C non è corretta.

Non ci sono gli elementi che descrivono l’impetigine nel caso presentato. L’impetigine in genere si presenta senza alcun sintomo sistemico e consiste in una infezione batterica superficiale della cute sostenuta da l’impetigine Staphylococcus aureus o Streptococco beta emolitico di gruppo A. Le lesioni sono di natura vescicolo-pustolarie la loro rottura provoca la fuoriuscita di essudato che forma una caratteristica crosta dorata.

La risposta D non è corretta.

La mononucleosi è una malattia virale contagiosa sostenuta da virus di Epstein-Barr; si presenta tipicamente con faringite,febbre, linfoadenopatia e stanchezza, ma senza una caratteristica eruzione cutanea. Quando i pazienti con mononucleosi sono trattati con ampicillina,possono sviluppare un rash diffuso simile a quello del morbillo; tuttavia, in questo caso il bambino non aveva fatto uso di antibiotici recentemente.

La risposta E non è corretta.

Il morbillo, malattia virale esantematica sostenuta da Paramyxovirus, in genere si presenta con tosse, rinite, congiuntivite e successivamente con la comparsa delle macchie di Koplik sulla mucosa buccale. L’esantema virale ha inizio1-2 giorni dopo il prodromo ed è caratterizzato da un’eruzione cutanea maculopapulare eritematosa che si diffonde dalla testa ai piedi.


3 di 3 Domande

Una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’endometrite puerperale. Il dottore effettua una RX del torace, avvia la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore, ma l’ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la paziente presenta dispnea, viene rilevata una SpO2 dell’82%, che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%.
Il dottore decide di intubarla e si eroga una FiO2 del 100%; viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso, che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. Non si rileva turgore giugulare, all’auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente e l’ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è B.

Sulla base dei dati clinico-anamnestici del caso clinico, la diagnosi più probabile per la paziente è rappresentata dalla sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), malattia acuta polmonare con grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia, che necessita di ventilazione assistita. È innescata dal danno della barriera alveolo–capillare, che determina accumulo di fluidi e insufficienza respiratoria acuta. I sintomi e segni dell’ARDS sono dispnea ingravescente di improvvisa insorgenza, crepitii diffusi bilateralmente da edema polmonare non cardiogeno, fino alla comparsa di insufficienza respiratoria. Secondo la definizione di Berlino 2012, possiede le seguenti caratteristiche:

-inizio entro una settimana dall’insulto clinico acuto, sintomi respiratori nuovi o in peggioramento;

-opacità bilaterali non spiegabili completamente con versamento, atelettasia lobare/polmonare o noduli;

-insufficienza respiratoria non spiegabile completamente con insufficienza cardiaca o sovraccarico di liquidi. È richiesta una valutazione obiettiva (per esempio, ecocardiogramma) per escludere l’edema idrostatico, se non sono presenti fattori di rischio;

-in base al valore PaO2/FiO2, valutato con PEEP o CPAP maggiore o uguale a 5, viene definita:

-l’ARDS lieve, con rapporto PaO2/FiO2 compreso fra 200 e 300;

-l’ARDS moderata, con rapporto PaO2/FiO2 compreso fra 100 e 200;

-l’ARDS grave, con rapporto PaO2/FiO2 ≤ 100 mmHg.

All’opposto, l’emorragia alveolare diffusa, un danno diffuso dei vasi polmonari di piccolo calibro, comporta una raccolta di sangue all’interno degli alveoli con riduzione della capacità di scambio gassoso; l’RX del torace mostra generalmente infiltrato polmonare diffuso. Tale patologia determina solitamente dispnea, tosse, febbre, emottisi e talvolta insufficienza respiratoria acuta. La maggior parte dei pazienti presenta anemia (risposta C errata).


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