Viene definita ipoacusia la riduzione della capacità uditiva, con l’aumento della soglia uditiva al di sopra dei 20 dB. Soffre di ipoacusia il 4% della popolazione >45 aa e il 40-60% di quella >75aa.
Le ipoacusie possono essere: monolaterali o bilaterali; improvvise o progressive; trasmissive, neurosensoriali (cocleari quando il problema è nell’orecchio interno a livello della coclea, nell’organo del Corti, o retrococleari quando è a livello del nervo cocleare) o miste.
Noi possiamo ascoltare tramite due vie: quella aerea e quella ossea. Normalmente noi ascoltiamo i suoni esterni tramite la via aerea ma, tramite quella ossea, ascoltiamo la nostra voce. Possiamo utilizzare questa qualità a scopo diagnostico, nella diagnosi differenziale tra ipoacusie di tipo trasmissivo e quelle di tipo neurosensoriale.
Nelle forme di tipo trasmissivo, e quindi causate da alterazioni a carico della membrana timpanica o del sistema ossiculare, all’esame audiometrico tonale il paziente non riesce a sentire i suoni attraverso la via aerea ma ci riesce andando a stimolare la via ossea mediante le vibrazioni di un diapason, e mandando direttamente lo stimolo all’organo del Corti.
Nell’ipoacusia di tipo neurosensoriale invece il problema è a livello dell’orecchio interno quindi avremo una riduzione della capacità uditiva sia tramite la via aerea che tramite quella ossea.
Come si legge un esame audiometrico? L’esame da origine ad un grafico in cui, nell’asse delle ordinate abbiamo la perdita uditiva espressa in decibel (dB) invece nell’asse delle ascisse sono riportate le varie frequenze sonore, espresse in Hertz (Hz). I suoni che vengono “somministrati” al paziente si distinguono, in base alla frequenza (misurata in Hertz), come suoni gravi o bassi (bassa frequenza, 125-250-500 Hz) e suoni acuti o alti (alta frequenza, 3000-4000-8000 Hz). Infine, convenzionalmente il colore rosso identifica l’orecchio destro invece il colore nero o blu identificano l’orecchio di sinistra.
Nel nostro grafico notiamo quasi una sovrapposizione tra le linee che interessano l’orecchio di destra e l’orecchio di sinistra e in entrambi i casi, sia per quanto la via di trasmissione aerea che per quella ossea, abbiamo un aumento della soglia uditiva (e quindi una riduzione della capacità uditiva). Essendo interessate entrambe le vie di trasmissione, si tratta di una ipoacusia di tipo neurosensoriale, le frequenze maggiormente interessate e con una maggiore soglia uditiva sono quelle alte, e sono interessati allo stesso modo sia l’orecchio sinistro che quello destro quindi è una ipoacusia bilaterale. Le ipoacusie neurosensoriali possono essere fondamentalmente congenite o acquisite.
Fra le forme acquisite, una particolarmente frequente è la presbiacusia cioè la perdita naturale dell’udito dovuta all’età. Il trattamento dipende dal grado di ipoacusia, dalla mono o bilateralità e dalla simmetria (se le orecchie hanno diversi gradi di compromissione saranno asimmetriche, viceversa saranno simmetriche).
Se l’ipoacusia è moderata-severa (ma non totale), bilaterale e simmetrica, come in questo caso, il trattamento di scelta è la protesizzazione acustica bilaterale cioè il posizionamento di piccoli apparecchi acustici elettronici che ricevono, amplificano e trasmettono i suoni ricevuti (risposta C esatta e risposta A errata). Se l’ipoacusia invece è totale, è necessario ricorrere ad un impianto cocleare che viene posizionato a livello dell’orecchio interno e che invia le informazioni acustiche al nervo acustico che a sua volta le invia al cervello. L’impianto cocleare è quindi un dispositivo elettronico in grado di vicariare le funzioni cocleari (risposta B errata). Il trattamento chirurgico è mirato a risolvere i problemi legati alle sordità di tipo trasmissivo dovute ad otosclerosi, otite media cronica, otite colesteatomatosa, malformazioni del condotto uditivo e dell’orecchio medio, patologie del sistema timpano-ossiculare (risposta D errata).