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1 di 3 Domande

Una donna di 50 anni si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante a causa di un rash cutaneo in corrispondenza di entrambe le caviglie insorto da 2 settimane; riferisce inoltre di avere anche edema di entrambe le caviglie da 3 mesi. L'esame obiettivo mostra l'edema alle caviglie con eritema e una colorazione brunastra della cute del tratto distale delle gambe e dei malleoli mediali. Le estremità inferiori presentano inoltre delle varicosità bilaterali. Quale fra le seguenti opzioni è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la A.

La paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, presenta la dermatite da stasi, un’infiammazione cutanea degli arti inferiori dovuta a insufficienza venosa cronica. Risulta molto comune nella popolazione anziana, senza predilezione di sesso o di razza. I sintomi comprendono prurito, desquamazione, iperpigmentazione, edema da lieve a grave e talvolta ulcerazione. Si verifica in pazienti con insufficienza venosa cronica, perché il sangue venoso accumulatosi, compromette l’integrità endoteliale del microcircolo, con conseguente fuoriuscita di fibrina, infiammazione locale e necrosi cellulare. Il segno iniziale è la comparsa di macchie di colore rosso-bluastro, a volte con aree giallastre. Con il tempo le macchie tendono a diffondersi fino a interessare l’intero arto, solitamente non oltrepassano il ginocchio. L’elevazione delle gambe durante il riposo, l’uso di calze elastiche, i corticosteroidi possono aiutare ad alleviare il prurito ed a ridurre l’iperpigmentazione. Così, la dermatite atopica, una patologia infiammatoria autoimmune ad eziologia multifattoriale, si manifesta solitamente prima dei 7 anni ed è spesso associata ad una storia di asma o rinite allergica. Determina prurito, desquamazione, placche eritematose, cute secca ed escoriazioni; le lesioni cutanee vanno dall’eritema lieve alla lichenificazione grave. Nei bambini più grandi e negli adulti le zone flessorie (ma non l’inguine) sono più frequentemente coinvolte, mentre nei neonati e nei bambini più piccoli le superfici estensorie, la regione posteriore del cuoio capelluto e la faccia sono tipicamente coinvolte (risposta B errata).  Ancora, la cellulite, un’infezione batterica dei tessuti sottocutanei più spesso causata da Staphylococcus aureus o Streptococcus pyogenes, è responsabile di prurito locale, eritema e dolore. Se non trattata, può svilupparsi linfangite e batteriemia. La cellulite può essere una complicanza della dermatite stasi, ma quando la cellulite si verifica è raramente bilaterale (risposta C errata). Così, il lichen simplex cronico, causato da sfregamento cronico, è caratterizzato da lichenificazione, escoriazione e placche iper-pigmentate (risposta D errata). Infine, la dermatite seborroica, una patologia infiammatoria, si manifesta su aree di cute ricche di ghiandole sebacee, contrariamente alla dermatite atopica. L’eziologia è sconosciuta, tuttavia, si ritiene che la Malassezia ovale possa giocare un ruolo nella patogenesi. Ha un carattere lievemente recidivante e determina chiazze eritematose con desquamazioni untuose di color ocra-giallo, forfora e prurito (risposta E errata).


2 di 3 Domande

Una donna di 25 anni si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante a causa del manifestarsi di una febbricola associata a tosse, congestione nasale ed eruzione sulla lingua. La sua anamnesi patologica remota è negativa per patologie significative,ma non ha ricevuto tutte le vaccinazioni da bambina a causa delle credenze religiose della sua famiglia. All'esame obiettivo la paziente è apiretica con un enantema sulla sua mucosa buccale e sulla lingua (vedi immagine). Quale dei seguenti provvedimenti sono i più appropriati nel trattamento di questa paziente?

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La risposta corretta è la B.

Il paziente in questo il caso ha il morbillo, una malattia infettiva virale contagiosa causata da un paramyxovirus, trasmessa per via aerea; dal punto di vista clinico si manifesta con enantema della mucosa orale (macchie di Koplik), eruzione cutanee maculopapulare che si estendono in senso rostro-caudale e tendono a confluire ma non coinvolgono le aree palmari e plantari di mani e piedi. Il quadro sintomatologico comprende anche tosse secca, ipertermia, congiuntivite. Si risolve entro 5 giorni generalmente e l’esantema tende alla desquamazione. Questa la donna è a rischio di infezione perché non ha ricevuto il vaccino per morbillo-parotite-rosolia che viene somministrato a bambini di solito a 12-15 mesi e poi di nuovo a 4-6 anni di età. Il trattamento è orientato alla prevenzione o alla cura delle sovrainfezioni batteriche che possono causare otite o polmonite e pertanto comprende solo una terapia di sostegno basata su antipiretici per la febbre, riposo a letto e fluidificanti.

 

La risposta A non è corretta. 

L’immunoglobuline contro il virus del morbillo è disponibile, ma deve essere somministrato entro 6 giorni dall’esposizione.

Dal momento che il periodo di incubazione è di 10-12 giorni prima della fase prodromica e questa donna sta già manifestando i segni e sintomi della prima fase di malattia, la somministrazione di immunoglobuline non sarebbe utile. Può invece essere somministrata in ambito familiare alle altre persone che non sono state vaccinate contro morbillo-patotite – rosolia.

 

La risposta C non è corretta. 

L’aciclovir è un agente antivirale  che preferenzialmente inibisce i virus a DNA ed è usato per il trattamento e la profilassi delle seguenti infezioni virali: HSV, virus della varicella zoster, EBV.

 

La risposta D non è corretta. 

L’amantadina è utilizzata nella profilassi per l’influenza A e nel trattamento del Morbo di Parkinson. Ha un certo numero di effetti avversi, tra cui atassia, difficoltà all’ eloquio

e vertigini, perché può penetrare la barriera emato-encefalica. 

 

La risposta E non è corretta. 

I corticosteroidi sono utilizzati in molti tipi di malattie per ridurre l’ infiammazione e segni e sintomi legati all’infiammazione. Non è indicato nel trattamento del morbillo.


3 di 3 Domande

Un uomo di 38 anni si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante a causa di lesioni nodulari dolorose. Il disturbo è iniziato un anno prima, ma i sintomi sono peggiorati negli ultimi 3 mesi. Sta cominciando a notare che tali lesioni emanano un cattivo odore. Il paziente ha una storia di diabete mellito e iper-lipidemia. Assume abitualmente metformina e atorvastatina. Presenta T.C. di 36,3°C, P.A. di 140/80 mmHg e F.C. di 78 bpm. L'esame della cute mostra noduli morbidi e fluttuanti con associata fibrosi sottocutanea a livello delle ascelle bilateralmente. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la E.

Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, la diagnosi più probabile è la idrosadenite suppurativa (nota anche come acne inversa), un’infiammazione cronica, cicatrizzante, simile all’acne. Si verifica più comunemente nelle zone corporee maggiormente soggette ad intertrigine (ad esempio, ascelle, inguine, aree perineali). Tale condizione è dovuta all’occlusione cronica infiammatoria delle unità pilo-sebacee del follicolo. L’infiammazione follicolare e la conseguente occlusione portano alla rottura del follicolo e allo sviluppo di ascessi, fistole e cicatrici. Il sistema di stadiazione di Hurley descrive la gravità della malattia:

-fase I, che è caratterizzata dalla formazione di ascessi, singoli o multipli, senza fistole o cicatrici;

-fase II, che è caratterizzata da ascessi ricorrenti singoli o multipli, molto distanti, con formazione di fistole o cicatrici;

-fase III, che è caratterizzata da totale o pseudototale coinvolgimento della zona o più fistole interconnesse e ascessi in tutta l’area.

La diagnosi è di solito effettuata clinicamente senza biopsia o colture. Al contrario, l’intertrigine, una macerazione tipica delle pieghe cutanee causata da umidità e/o infezioni, si manifesta quando l’attrito e l’umidità locale nelle aree intertriginose causano macerazione e flogosi con formazione di placche e chiazze. Le localizzazioni tipiche sono le pieghe sottomammarie, ascellari, interdigitali, infra-glutee e genito-crurali (risposta A errata). All’opposto, l’acne vulgaris si presenta con comedoni chiusi o aperti, che possono evolvere in papule infiammate, pustole e noduli. Più comunemente colpisce la fronte, il naso, il mento, il petto, la schiena e raramente coinvolge la regione ascellare (risposta C errata). Infine, il foruncolo, un ascesso cutaneo solitamente dovuto allo Staphylococcus aureus, si presenta come una pustola dolorosa o nodulo (risposta D errata).


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