La risposta corretta è la E.
Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, la diagnosi più probabile è la idrosadenite suppurativa (nota anche come acne inversa), un’infiammazione cronica, cicatrizzante, simile all’acne. Si verifica più comunemente nelle zone corporee maggiormente soggette ad intertrigine (ad esempio, ascelle, inguine, aree perineali). Tale condizione è dovuta all’occlusione cronica infiammatoria delle unità pilo-sebacee del follicolo. L’infiammazione follicolare e la conseguente occlusione portano alla rottura del follicolo e allo sviluppo di ascessi, fistole e cicatrici. Il sistema di stadiazione di Hurley descrive la gravità della malattia:
-fase I, che è caratterizzata dalla formazione di ascessi, singoli o multipli, senza fistole o cicatrici;
-fase II, che è caratterizzata da ascessi ricorrenti singoli o multipli, molto distanti, con formazione di fistole o cicatrici;
-fase III, che è caratterizzata da totale o pseudototale coinvolgimento della zona o più fistole interconnesse e ascessi in tutta l’area.
La diagnosi è di solito effettuata clinicamente senza biopsia o colture. Al contrario, l’intertrigine, una macerazione tipica delle pieghe cutanee causata da umidità e/o infezioni, si manifesta quando l’attrito e l’umidità locale nelle aree intertriginose causano macerazione e flogosi con formazione di placche e chiazze. Le localizzazioni tipiche sono le pieghe sottomammarie, ascellari, interdigitali, infra-glutee e genito-crurali (risposta A errata). All’opposto, l’acne vulgaris si presenta con comedoni chiusi o aperti, che possono evolvere in papule infiammate, pustole e noduli. Più comunemente colpisce la fronte, il naso, il mento, il petto, la schiena e raramente coinvolge la regione ascellare (risposta C errata). Infine, il foruncolo, un ascesso cutaneo solitamente dovuto allo Staphylococcus aureus, si presenta come una pustola dolorosa o nodulo (risposta D errata).