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Scenario clinico AA34:
Il sig. Bergonzi, un uomo di 35 anni, giunge presso il pronto soccorso dell’ospedale San Camillo di Aosta, lamentando un forte dolore alla gamba sinistra. Il paziente riferisce che il dolore è comparso improvvisamente, in corrispondenza della caviglia sinistra, mentre stava giocando a calcio, in seguito ad uno scatto. L’uomo è stato accompagnato in pronto soccorso dagli amici, in quanto impossibilitato a stare in piedi a causa dell’intenso dolore. L’esame obiettivo conferma il sospetto diagnostico. Inoltre, si osserva l’assenza della flessione plantare in seguito alla compressione del gastrocnemio. Quale è la diagnosi più probabile in questo paziente?














Il caso tratta di una rottura del tendine d’Achille, che è il tendine che più frequentemente si rompe a carico degli arti inferiori e si colloca al terzo posto fra le rottura tendinee in generale in tutto il corpo. L’incidenza delle rotture di tale tendine sembra essere cinque volte più comune negli uomini che nelle donne. L’età di picco è il quarto decennio di vita per entrambi i sessi. Il più delle volte tale lesione è causata da un movimento brusco e forte che stressa e stira i muscoli del polpaccio e la maggior parte delle rotture si verificano nell’area ipovascolare di tale tendine, ovvero 2 – 6 cm sopra la sua inserzione calcaneare.

I pazienti con una rottura acuta del tendine sentono un fastidio come se fossero stati “presi a calci” nella parte posteriore della gamba e riferiscono spesso di aver percepito un suono vero e proprio di rottura. Le caratteristiche cliniche includono l’insorgenza improvvisa di dolore intenso nella parte posteriore del piede e della caviglia, gonfiore e difficoltà a camminare, specialmente in punta di piedi.

La risposta corretta è la C.

Sulla base dell’anamnesi, della clinica e dei reperti dell’esame obiettivo (ad es. test Thompson positivo), la diagnosi più probabile è la rottura del tendine d’Achille (scelta C).


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Scenario clinico AA34:
Il sig. Bergonzi, un uomo di 35 anni, giunge presso il pronto soccorso dell’ospedale San Camillo di Aosta, lamentando un forte dolore alla gamba sinistra. Il paziente riferisce che il dolore è comparso improvvisamente, in corrispondenza della caviglia sinistra, mentre stava giocando a calcio, in seguito ad uno scatto. L’uomo è stato accompagnato in pronto soccorso dagli amici, in quanto impossibilitato a stare in piedi a causa dell’intenso dolore. Quale esame va effettuato, a questo punto, per confermare la diagnosi di questo paziente?














Il caso tratta di una rottura del tendine d’Achille, che è il tendine che più frequentemente si rompe a carico degli arti inferiori e si colloca al terzo posto fra le rottura tendinee in generale in tutto il corpo. L’incidenza delle rotture di tale tendine sembra essere cinque volte più comune negli uomini che nelle donne. L’età di picco è il quarto decennio di vita per entrambi i sessi. Il più delle volte tale lesione è causata da un movimento brusco e forte che stressa e stira i muscoli del polpaccio e la maggior parte delle rotture si verificano nell’area ipovascolare di tale tendine, ovvero 2 – 6 cm sopra la sua inserzione calcaneare.

I pazienti con una rottura acuta del tendine sentono un fastidio come se fossero stati “presi a calci” nella parte posteriore della gamba e riferiscono spesso di aver percepito un suono vero e proprio di rottura. Le caratteristiche cliniche includono l’insorgenza improvvisa di dolore intenso nella parte posteriore del piede e della caviglia, gonfiore e difficoltà a camminare, specialmente in punta di piedi.

La risposta corretta è la E.

La rottura del tendine d’Achille può essere diagnosticata come detto solo con l’anamnesi ed un esame obiettivo, tuttavia, la valutazione mediante ecografia (scelta E) consente una rapida conferma della diagnosi. La risonanza magnetica è l’esame di scelta quando si sospetta una rottura di un tendine e quando l’ecografia muscolo-scheletrica di alta qualità non è disponibile o non diagnostica, ma raramente è necessaria per confermare la diagnosi di rottura acuta del tendine di Achille.

L’ecografia con color-doppler (scelta A) è un esame non invasivo di scelta per la valutazione delle sindromi di insufficienza venosa, che non si sospetta in questo caso.

L’elettromiografia (scelta B) è utile nella diagnosi e nella prognosi dei disturbi neurogenici e delle miopatie infiammatorie. Non ha alcun valore nel confermare la diagnosi di rottura acuta del tendine di Achille.

La TC (scelta C) non è un esame indicato per tale valutazione, oltre ad utilizzare alte dosi di radiazioni ionizzanti.

Le semplici radiografie (scelta D) possono rivelare gonfiore dei tessuti molli intorno alla caviglia, uno sperone calcaneare o una protuberanza ossea o calcificazione dei tendini, ma non vengono utilizzati per confermare la diagnosi di rottura acuta di un tendine.


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Scenario clinico AA34:
Il sig. Bergonzi, un uomo di 35 anni, giunge presso il pronto soccorso dell’ospedale San Camillo di Aosta, lamentando un forte dolore alla gamba sinistra. Il paziente riferisce che il dolore è comparso improvvisamente, in corrispondenza della caviglia sinistra, mentre stava giocando a calcio, in seguito ad uno scatto. L’uomo è stato accompagnato in pronto soccorso dagli amici, in quanto impossibilitato a stare in piedi a causa dell’intenso dolore. Il paziente viene trasferito in reparto di ortopedia, dove il Dott. Pinzulli, medico strutturato, dopo averlo visitato conferma la diagnosi. Quale tra le seguenti opzioni rappresenta quindi il trattamento di prima scelta per il paziente?














Il caso tratta di una rottura del tendine d’Achille, che è il tendine che più frequentemente si rompe a carico degli arti inferiori e si colloca al terzo posto fra le rottura tendinee in generale in tutto il corpo. L’incidenza delle rotture di tale tendine sembra essere cinque volte più comune negli uomini che nelle donne. L’età di picco è il quarto decennio di vita per entrambi i sessi. Il più delle volte tale lesione è causata da un movimento brusco e forte che stressa e stira i muscoli del polpaccio e la maggior parte delle rotture si verificano nell’area ipovascolare di tale tendine, ovvero 2 – 6 cm sopra la sua inserzione calcaneare.

I pazienti con una rottura acuta del tendine sentono un fastidio come se fossero stati “presi a calci” nella parte posteriore della gamba e riferiscono spesso di aver percepito un suono vero e proprio di rottura. Le caratteristiche cliniche includono l’insorgenza improvvisa di dolore intenso nella parte posteriore del piede e della caviglia, gonfiore e difficoltà a camminare, specialmente in punta di piedi.

La risposta corretta è la D.

Gli obiettivi principali del trattamento di una rottura acuta del tendine d’Achille sono quello di ripristinare la tensione e la lunghezza del tendine al fine di permettere al paziente di tornare al livello di attività desiderato.

La gestione iniziale comprende il riposo funzionale (ad es. stampelle), l’applicazione del ghiaccio, gli analgesici, l’immobilizzazione con la caviglia nella flessione plantare (generalmente si usa una stecca) e il rinvio ad una consulenza chirurgica ortopedica.

Le opzioni terapeutiche includono approcci conservativi e chirurgici: diversi studi hanno dimostrato che entrambi gli approcci hanno risultati simili a un anno, quando la riabilitazione funzionale è stata avviata in anticipo e pertanto, al fine di evitare possibili complicanze chirurgiche, questo paziente deve essere trattato in modo conservativo.

L’approccio conservativo migliore prevede una immobilizzare per 8-12 settimane con le seguenti modalità:

– gesso per 2 settimane in flessione plantare (scelta D),

– tutore da passeggio per 4 settimane in flessione plantare,

– diminuire gradualmente la flessione plantare a intervalli di 2 settimane, raggiungendo la neutralità a 8 settimane,

– rimozione del tutore in maniera graduale nelle successive 4 settimane fino a rimuoverlo totalmente,

– fisioterapia.


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