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1 di 3 Domande

La Sig.ra Carri, una giovane donna, con una storia di dolore e parestesia delle mani, si rinvolge presso l’ambulatorio di Reumatologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Viene visitata dal dott. Santelli, specialista reumatologo, al quale la donna riferisce di avvertire malessere generalizzato con dolore diffuso dei muscoli e delle articolazioni e quando in inverno si trova all’aperto le dita delle mani diventano bianche e dolenti; racconta inoltre che da circa un paio di mesi avverte forte dolore al petto che insorge con le inspirazioni profonde. Il dott. Santelli richiede degli esami ematici, che risultano positivi per anticorpi anti-U1-ribonucleoproteici, anticorpi anti-nucleo, fattore reumatoide; quindi si procede con una radiografia del torace il cui esito è mostrato di seguito. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile per la sig.ra Carri?

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La risposta corretta è E.

La sig.ra Carri è affetta da Malattia mista del tessuto connettivo (MCTD). Si tratta di una sindrome rara in cui si sovrappongono elementi clinici del lupus eritematoso sistemico, della polimiosite e della sclerosi sistemica. La diagnosi viene effettuata sulla base dei risultati degli esami di laboratorio per la ricerca degli anticorpi antinucleo (ANA) e per gli Ac anti-RNP U1 che si presentano con titoli estremamente elevati. Gli anticorpi contro la componente ribonucleasi-resistente Sm dell’antigene nucleare estraibile (anticorpi anti-Sm) e contro il DNA a doppia elica (negativo nella connettivite mista per definizione) sono dosati per escludere altre patologie autoimmuni. La positività al fattore reumatoide viene riscontrata in circa la metà dei casi di MCTD. Colpisce soggetti tra la seconda e la terza decade di età ed è 10 volte più comune nei soggetti di sesso femminile rispetto ai maschi. I sintomi della MCTD in genere sono preceduti di alcuni anni dal fenomeno di Raynaud, che consiste in un vasospasmo di parte della mano, in risposta all’esposizione al freddo o a uno stress emotivo; provoca sensazione dolorosa urente e di freddo, parestesie e variazioni reversibili del colorito della cute (pallore, cianosi, eritema o una combinazione di questi). Le prime manifestazioni di MCTD sono simili al quadro clinico di esordio del lupus eritematoso sistemico, della sclerosi sistemica, della polimiosite o anche dell’artrite reumatoide. Quasi tutti i pazienti affetti da MCTD lamentano artralgie diffuse; si può assistere allo sviluppo di sclerodattilia delle mani ed in genere i fenomeni sclerodermoidi non interessano altri siti. Altre complicanze riguardano il coinvolgimento polmonare nel 75% dei casi, che provoca fenomeni come dolore toracico e versamento pleurico e si manifesta con l’interstiziopatia o la più grave ipertensione polmonare; ancora si elencano rush cutanei simili a quelli osservati nel LES, insufficienza cardiaca, febbre.

La risposta A è errata

Il Lupus eritematoso iatrogeno è una malattia autoimmune simile al lupus eritematoso sistemico causata dall’uso cronico di alcuni farmaci, tra i quali i più comuni sono isoniazide, idralazina, procainamide, chinidina, diltiazem, metildopa, clorpromazina. La diagnosi si basa sull’anamnesi negativa per LES prima di utilizzare il farmaco, presenza di manifestazioni quali febbre, artrite, malessere generalizzato, mialgie e positività degli anticorpi anti-istone.

La risposta B è errata

La sclerosi sistemica (sclerodermia) è una malattia autoimmune cronica del tessuto connettivo caratterizzata da accumulo di tessuto fibroso. Esordisce con il fenomeno di Raynaud e si accompagna a sclerodattilia e graduale ispessimento della cute. Comporta anche disturbi gastrointestinali con compromissione della motilità esofagea, fibrosi polmonare, cardiomiopatia ed aritmie. La diagnosi di basa sulle manifestazioni della patologia e viene confermata dalla positività agli esami per la ricerca di Ab anti-Scl-70.

La risposta C è errata

L’artrite reumatoide è una malattia cronica autoimmune ad eziologia sconosciuta, che coinvolge principalmente le articolazioni. Esordisce con sintomi articolari e sistemici come rigidità mattutina delle articolazioni colpite, affaticamento e malessere generalizzato, astenia generalizzata. I sintomi articolari comprendono dolore, tumefazione e rigidità, fino a sviluppare alterazioni articolari come le deformità a collo di cigno e a bottoniera. Gli esami di laboratorio possono evidenziare positività del fattore reumatoide nell’80% dei casi; esso è un autoanticorpo che lega la frazione Fc delle immunoglobuline di tipo IgG, evidenziabile anche in altre patologie connettivali. Un marcatore diagnostico più specifico è l’anticorpo anti-peptidi ciclici citrullinati.

La risposta D è errata

La sindrome CREST è una variante della Sclerodermia ad eziologia idiopatica; l’acronimo sta per Calcinosi, fenomeno di Raynaud, dismotilità Esofagea, Sclerodattilia, Teleangectasie. È generata da una reazione autoimmune che provoca un’iperproduzione di collagene. Esordisce in genere con il fenomeno di Raynaud per poi evolvere gradualmente con l’interessamento iniziale soprattutto cutaneo e poi gastrointestinale e vascolare polmonare. La cute è interessata solo a livello delle dita e del viso. La calcinosi interessa soprattutto gli arti e le aree intorno alle articolazioni mentre La sclerodattilia in genere inizia dalle estremità distali delle dita e comporta la comparsa di ulcere alle nocche e alla punta dei polpastrelli delle dita. Le telangectasie sono soprattutto presenti sulle mani, sul viso e sulle labbra. Le alterazioni della motilità gastroesofagea possono causare il reflusso e la disfagia. Colpisce gli individui adulti soprattutto le donne in età premenopausale. La diagnosi si basa sui segni clinici e sull’individuazione della microangiopatia evidenziabile alla capillaroscopia. Gli esami del sangue evidenziano la presenza di autoanticorpi anti-centromero (ACA), e la positività per questo esame non è riscontrata negli esami della sig.ra Carri.

 


2 di 3 Domande

Uomo di 71 anni si rivolge al P.S. dopo la comparsa di un’eruzione cutanea delle mani di colore rosso. Viene visitato ed emerge che il paziente è affetto da ipertensione arteriosa in trattamento, diabete mellito di tipo II, stenosi aortica ed obesità. Si riscontra una T.C. di 39°C, una P.A. di 135/80 mmHg con una F.C. di 100 bpm. Ha con sé referti di visite vecchie e recenti che non riportano informazioni circa alterazioni all’auscultazione cardiaca e polmonare, mentre il dottore rileva un soffio sistolico di grado 4/6 udibile in corrispondenza del margine sinistro dello sterno e crepitii delle basi polmonari bilateralmente; nota inoltre un evidente edema di ambo gli arti inferiori, positivo al segno della fovea. Quale tra le seguenti è la terapia più adeguata a trattare il paziente?

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La risposta corretta è la A.

Per il paziente del caso clinico, verosimilmente affetto da endocardite infettiva, un’infezione dell’endocardio di solito batterica, la terapia più adeguata è rappresentata da penicillina e gentamicina. L’endocardite di solito interessa le valvole cardiache. I maggiori fattori predisponenti sono patologie cardiache congenite, malattia valvolare reumatica, valvole aortiche o bicuspidi calcifiche, prolasso valvolare mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, difetto del setto interventricolare, dotto arterioso pervio, protesi valvolari, dispositivi intracardiaci, tossicodipendenza, diabete, uso di anticoagulanti e steroidi, età avanzata e precedente endocardite. I microrganismi patogeni sono streptococchi e stafilococchi nell’80-90% dei casi (Streptococcus Viridans, Streptococcus bovis, Staphylococcus aureus), nei restanti Enterococchi o i microrganismi HACEK (Haemophilus sp, Actinobacillus actinomycetem comitans, Cardiobacterium hominis, Eikenella corrodens, e Kingella kingae). Può causare febbre, soffi cardiaci, petecchie, anemia, fenomeni embolici, vegetazioni endocardiche, comparsa di un nuovo rigurgito valvolare, soffio cardiaco di nuova insorgenza o preesistente modificato, presenza di una vegetazione riscontrabile all’esame ecografico. Possono insorgere fenomeni come petecchie congiuntivali, lesioni di Janeway (macchie cutanee emorragiche non dolenti sul palmo o sulle piante dei piedi), nodi di Osler (piccole nodosità rosse e dolenti sulle dita delle mani e dei piedi), emorragia sub ungueale “a scheggia” (strie di colore rosso-marrone del letto ungueale che si presentano nel 15% dei casi di endocardite infettiva), macchie di Roth (emorragie retiniche). La diagnosi si basa su dei criteri di DUKE che si dividono in maggiori e minori e classificano i pazienti in tre categorie diagnostiche: certa, possibile, rigettata. Quando non sono disponibili i risultati dell’emocoltura, è necessario intervenire con un approccio farmacologico empirico con un β-lattamico in associazione con un aminoglicoside. Al contrario, la monoterapia con gentamicina non è sufficiente per il trattamento dell’endocardite infettiva poiché non offre copertura nei confronti di ceppi di streptococchi resistenti ed enterococchi; è perciò necessario associare l’aminoglicoside a un antibiotico β-lattamico (risposta B errata). Inoltre, l’uso di penicillina in monoterapia non è indicato quando l’agente patogeno dell’endocardite è sconosciuto (risposta C errata). Invece, l’idroclorotiazide, un diuretico utile per trattare l’ipertensione e l’edema associato a insufficienza cardiaca congestizia, non è un antibiotico utile per l’endocardite infettiva (risposta D errata). Infine, metoprololo ed enalapril sono indicati nel trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia; seppur il paziente presenti crepitii alle basi polmonari ed edema degli arti inferiori, che possono essere conseguenza di una disfunzione sistolica, la presenza di febbre e petecchie suggeriscono un’endocardite batterica, quindi, il primo approccio terapeutico deve essere orientato primariamente alla somministrazione di antibiotici (risposta E errata).


3 di 3 Domande

Un impiegato postale di 56 anni si rivolge al medico per una tosse produttiva, che perdura da circa un mese. Il paziente, con una storia di tabagismo di 40 anni, è affetto da una BPCO già nota, attualmente in terapia con salbutamolo e ipratropio bromuro; il dottore procede alla raccolta dei dati anamnestici di patologia prossima: non ha avuto sintomi febbrili, né sudorazione notturna o calo ponderale e nel corso della visita i parametri vitali risultano nella norma, mentre, la SpO2è 92% in aria ambiente. All’auscultazione i suoni polmonari risultano in corrispondenza del lobo superiore destro e si apprezzano sibili diffusi bilateralmente. Si decide di approfondire lo studio del caso con esami ematici che non evidenziano alterazioni e una radiografia del torace che rivela la presenza di un nodulo nell’ambito del lobo polmonare superiore destro. Quindi, viene richiesta una TC del torace. Quale tra i seguenti è il passo successivo più adatto nella gestione del caso?

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La risposta corretta è la C.

Sulla base dei dati clinico-anamnestici e della TC del caso clinico, il paziente presenta verosimilmente una massa mediale localizzata nel lobo polmonare superiore di destra che, unitamente alla storia di tabagismo, orienta il sospetto diagnostico verso il cancro polmonare; in tal caso, è utile procedere con una broncoscopia per prelevare campioni bioptici della neoformazione e dei linfonodi. Infatti, la broncoscopia a fibre ottiche permette di eseguire lavaggio bronchiale, brushing, aspirazione con ago e biopsia transbronchiale con alta resa per lesioni prossimali di grandi dimensioni e rappresenta l’esame diagnostico migliore per valutare la natura dei noduli solitari del polmone. In particolare, la massa è di dimensioni considerevoli, ed è presente versamento pleurico, elementi fortemente suggestivi di malignità e meritevoli di una diagnosi immediata al fine di aumentare la speranza di vita (risposta B errata). All’opposto, la biopsia TC guidata è una metodica utilizzata per le lesioni periferiche non raggiungibili con broncoscopia (risposta D errata). Al contrario, l’Itraconazolo, un farmaco antimicotico, sarebbe utile in caso di sospetto di Aspergilloma (risposta A errata). Infine, le prove di funzionalità respiratoria non trovano utilità nella diagnosi delle neoplasie polmonari (risposta E errata).


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