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1 di 3 Domande

Scenario clinico AA10:
La signora Martello si reca presso l’ambulatorio del Dott. Ciavi, pediatra di famiglia, poiché seriamente preoccupata per le condizioni della gamba destra della figlioletta Giada, di 8 mesi. La piccola è nata alla quarantesima settimana mediante parto naturale e per la maggior parte della gravidanza si presentava in posizione cefalica ad eccezione dell’ultimo trimestre in cui ha assunto posizione podalica, per poi essere successivamente riposizionata regolarmente in posizione cefalica. La donna riferisce al Dott. Ciavi che la figlia ha avuto difficoltà a gattonare e che adesso è in grado di compiere solo movimenti limitati con la gamba destra. Dall’anamnesi non emerge alcuna storia familiare di condizioni patologiche dell’anca. Durante la visita la paziente presenta i seguenti parametri vitali: P.A. 90/60 mmHg, F.C. 110 bpm, F.R. 22 atti/min, temperatura corporea 36.4°C. Il Dott. Ciavi procede dunque con l’esame obiettivo degli arti inferiori, in cui nota che le ginocchia della paziente, flettendole e adducendole verso l’anca, si trovano ad una differente altezza e che vi sono asimmetrie nei solchi inguinali e dei glutei. Inoltre i movimenti di abduzione dell’anca, a meno di 60 gradi, causano un “click” udibile a livello dell’anca destra. A livello dei due arti inferiori, i polsi sono regolarmente palpabili bilateralmente e la cute presenta la medesima temperatura. L’esame neurologico non rivela alcuna anomalia. Il Dott. Ciavi ordina dunque che venga effettuata una radiografia, mostrata nell’immagine sottostante:
Quale è il trattamento maggiormente indicato per questa paziente?














La risposta corretta è la C.

Data la sostanziale possibilità di zoppicare, dolore costante e/o debilitante e rischio di ridotta mobilità in età avanzata, sono indicati un attento monitoraggio dello sviluppo e un intervento precoce. La peggiore conseguenza possibile del mancato trattamento è lo sviluppo di osteoartrite precoce, a volte anche durante l’adolescenza. L’obiettivo del trattamento nella displasia dello sviluppo è quello di ottenere la riduzione concentrica, con metodi chiusi o aperti, e di mantenere questa riduzione durante l’infanzia e l’adolescenza. La riduzione chiusa o aperta e l’applicazione di una gessatura (scelta C), viene eseguita nei bambini dai sei mesi ai due anni di età.


2 di 3 Domande

Scenario clinico AA10:
La signora Martello si reca presso l’ambulatorio del Dott. Ciavi, pediatra di famiglia, poiché seriamente preoccupata per le condizioni della gamba destra della figlioletta Giada, di 8 mesi. La piccola è nata alla quarantesima settimana mediante parto naturale e per la maggior parte della gravidanza si presentava in posizione cefalica ad eccezione dell’ultimo trimestre in cui ha assunto posizione podalica, per poi essere successivamente riposizionata regolarmente in posizione cefalica. La donna riferisce al Dott. Ciavi che la figlia ha avuto difficoltà a gattonare e che adesso è in grado di compiere solo movimenti limitati con la gamba destra. Dall’anamnesi non emerge alcuna storia familiare di condizioni patologiche dell’anca. Durante la visita la paziente presenta i seguenti parametri vitali: P.A. 90/60 mmHg, F.C. 110 bpm, F.R. 22 atti/min, temperatura corporea 36.4°C. Il Dott. Ciavi procede dunque con l’esame obiettivo degli arti inferiori, in cui nota che le ginocchia della paziente, flettendole e adducendole verso l’anca, si trovano ad una differente altezza e che vi sono asimmetrie nei solchi inguinali e dei glutei. Inoltre i movimenti di abduzione dell’anca, a meno di 60 gradi, causano un “click” udibile a livello dell’anca destra. A livello dei due arti inferiori, i polsi sono regolarmente palpabili bilateralmente e la cute presenta la medesima temperatura. L’esame neurologico non rivela alcuna anomalia. Il Dott. Ciavi ordina dunque che venga effettuata una radiografia, mostrata nell’immagine sottostante:
La paziente riceve un trattamento adeguato, ma i genitori non la portano alle successive visite di controllo. Se si ripresentasse dal medico all’età di 2 anni poiché il trattamento non è risultato efficace, quale tra le seguenti è la migliore soluzione da mettere in atto?














La risposta corretta è la C.

La riduzione aperta (scelta C) è il trattamento di scelta per i bambini di età pari o superiore ai due anni. A questo punto, la riduzione chiusa di solito non ha molto successo, e i bambini hanno un aumentato rischio di necrosi avascolare una volta che cominciano a camminare. Il fallimento di un precedente trattamento di riduzione chiusa è un’indicazione ad effettuare una riduzione aperta a qualsiasi età, anche se un bambino ha meno di 24 mesi. La trazione o l’accorciamento viene solitamente effettuata prima della riduzione aperta e questo riduce i rischi di necrosi avascolare. A volte, a seconda delle condizioni degli arti e dell’indice acetabolare, l’osteotomia femorale e l’osteotomia pelvica possono essere effettuate durante la procedura di riduzione aperta.


3 di 3 Domande

Scenario AA20:
Il sig. Cigarini, un pensionato di 65 anni, si reca piuttosto preoccupato presso lo studio del proprio medico curante, il Dott. Cellini. L’uomo presenta una lesione simile ad una crosta a livello del braccio destro, che inizialmente pensava fosse la conseguenza di una piccola ferita che si era procurato mentre faceva giardinaggio, tuttavia, riferisce che negli ultimi sei mesi la lesione ha continuato ad accrescersi. All’esame obiettivo è possibile osservare un esteso danno a livello cutaneo, e, durante l’anamnesi, l’uomo afferma di non essere mai stato trattato in precedenza per lesioni tumorali della pelle. Quale delle seguenti affermazioni è corretta?














Con l’avanzare degli anni i cambiamenti cutanei riflettono i danni causati dal sole negli anni passati. Il carcinoma basocellulare (BCC) è il più comune tumore della pelle correlato al sole e si verifica più frequentemente sul viso. Non metastatizza solitamente mai, ma esercita la sua azione per crescita diretta. Le forme che può assumere sono diverse, tra cui il nodulare, ulceroso, pigmentato, superficiale, multicentrico e cicatriziale:

  • Il tipo nodulare o ulceroso nodulare sono le varietà più comuni;
  • Il pigmentato ha una componente blu/nerastra ed è generalmente di tipo ulceroso nodulare;
  • Il superficiale si localizza principalmente sulla schiena dove può essere scambiato per una condizione infiammatoria, in quanto appare eritematoso e si presenta come una chiazza con un margine perlaceo;
  • Multicentrico o multifocale, che ha una localizzazione frequente sulla faccia con piccole lesioni sparse su uno sfondo che appare atrofico;
  • Il cicatriziale appare come una cicatrice: non vi è alcuna ulcerazione e nessun bordo perlaceo.

Il tipo multifocale e cicatriziale hanno un tasso di recidiva più elevato. L’escissione è spesso inadeguata perché le estensioni microscopiche sono oltre il confine macroscopicamente visibile. La chirurgia di solito rappresenta il trattamento di elezione ed il tasso di guarigione è elevato. L’intervento chirurgico per lesioni localizzate in alcune regioni corporee come le regioni periorbitale, periauricolare e nasale è associato a tassi di recidiva più elevati e spesso risulta inadeguata a causa del tentativo di non interferire con le strutture vitali adiacenti. Possono essere necessari interventi chirurgici più complessi, eventualmente con innesti cutanei e lembi. Altri metodi di trattamento includono il curettage chirurgico e l’elettrodesiccazione, la radioterapia e la chirurgia di Mohs, che è una tecnica di escissione chirurgica istologicamente controllata, in cui si utilizzano sezioni orizzontali, piuttosto che verticali e questo permette di esaminare al microscopio l’intera superficie, per valutare che la rimozione sia stata completata, in modo da evitare escissioni inadeguate senza allo stesso tempo dover eseguire un’ampia escissione.

L’asportazione precoce e completa è fondamentale per prevenire il rischio di un intervento chirurgico difficile e deformante e per prevenire le recidive: un’escissione inadeguata porta ad un alto tasso di recidiva locale in profondità nella ferita.

I cinque segni che devono far accendere un campanello di allarme per il sospetto di carcinoma basocellulare sono:

1. Una lesione aperta che sanguina, trasuda o con croste che rimane aperta per tre settimane o più: una lesione persistente e non cicatrizzante è un segno molto comune di un BCC;

2. Una macchia rossastra o un’area irritata sul petto, sulle spalle, sulle braccia o sulle gambe che persiste da molto tempo: tale area può anche determinare dolore o prurito o non causare alcun disagio;

3. Un bernoccolo o nodulo lucido, perlaceo o traslucido, spesso di colore rosa, rosso o bianco;

4. Una neoformazione rosa, con un bordo leggermente rialzato e una rientranza crostata al centro;

5.. Una zona cicatriziale, di colore bianco-giallo o ceroso, spesso con bordi poco definiti.


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