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1 di 3 Domande

Maschio di 52 anni che da alcune settimane lamenta fastidioso prurito soprattutto notturno ai polsi, sui fianchi, in zona ombelicale, pene e scroto. Obiettivamente si evidenziano papule eritematose e lesioni da grattamento. Quale esame è indicato per la diagnosi?

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La risposta corretta è la A.

La diagnosi si basa sulla caratterizzazione dell’eruzione cutanea, quindi l’identificazione della lesione primitiva, la topografia delle lesioni, il numero, il colore, la palpabilità e i bordi. Le lesioni primarie rappresentano a livello cutaneo l’espressione diretta del processo patologico e si distinguono in: macula, chiazza, papula, vescicola, bolla, pustola, nodulo, ponfo, placca. Le lesioni secondarie rappresentano invece una evoluzione oppure l’esito del meccanismo iniziale.

Il nostro paziente presenta delle lesioni eritemato papulose diffuse in diverse parti del corpo, pruriginose, determinata dalla scabbia, e per questo motivo sono presenti anche lesioni da grattamento.

La scabbia è l’infestazione cutanea da parte dell’acaro Sarcoptes scabiei. La scabbia è responsabile dell’insorgenza di lesioni cutanee fortemente pruriginose che si manifestano sottoforma di papule eritematose e cunicoli (lesione patognomonica) in vari distretti corporei, di cui i più frequenti sono: gli spazi interdigitali, i polsi, la vita e i genitali. Il responsabile è la femmina dell’acaro che scava dei cunicoli e rilascia delle sostanze antigeniche. L’infezione avviene attraverso il contatto con una persona infetta, di solito un membro della famiglia o persone che condividono uno stesso ambiente.

Nei bambini più piccoli, le piante dei piedi, il palmo delle mani ed il cuoio capelluto sono le localizzazioni più frequenti. Nei bambini più grandi e negli adulti, i siti più comuni sono le aree interdigitali e flessori del polso.

I cunicoli, che come detto sono le lesioni patognomoniche della malattia, si presentano lineariformi ad aspetto ondulato, sottili e finemente squamose e possono essere lunghi da pochi mm a 10 mm; spesso è anche possibile vedere ad una estremità l’acaro, che si presenta come una piccola papula scura. Sono molto pruriginose e pertanto in seguito a grattamento vengono escoriate. Questo paziente mostra tali lesioni cunicolari lievemente eritematose come da escoriazione meccanica da grattamento.

Nel nostro paziente, per la conferma diagnostica, l’esame più indicato è la ricerca microscopica dopo scrub delle lesioni oppure la dermoscopia.

Il trattamento, in caso di conferma di scabbia così come appare, prevede il buttare gli indumenti infestati, l’utilizzo di scabicidi topici o, nei casi più importanti, di ivermectina orale.

Le restanti soluzioni sono errate, visto il sospetto diagnostico.


2 di 3 Domande

Il Sig. Bralli, un uomo di 50 anni, si reca presso l’ambulatorio del Dott. Patti, suo medico curante. Anamnesi patologica prossima: presenta una massa fluttuante nella regione sinistra del volto-collo. Esami strumentali: il Dott. Patti gli prescrive una TC del collo. Quale è la diagnosi?

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La risposta corretta è la D.

I lipomi sono masse benigne sottocutanee che hanno un aspetto nodulare: detto in altre parole sono dei tumori benigni dovuti ad accumulo focale di grasso. Il lipoma ha una consistenza da soffice a gommosa e aspetto irregolare (a differenza della cisti epidermoide).

Dal punto di vista istologico, i lipomi sono ovviamente costituiti da adipociti (cellule del tessuto adiposo).

In genere non regrediscono e non recidivano (a differenza della cisti epidermoide).

La cute sovrastante il lipoma si presenta normale.

Solitamente il lipoma è solitario, tuttavia alcuni pazienti possono mostrare lipomi multipli.

La diagnosi è clinica, tuttavia se dovessimo ritrovarci con una massa che cresce velocemente ovviamente bisogna effettuare la biopsia.

Tale paziente presentato nel caso si presenta dal medico per una massa in corrispondenza del colto-collo sinistro e come in tutti i casi di tumefazioni del collo è necessario intraprendere un iter diagnostico per poter definire di che lesione si tratta.

Il riscontro di una tumefazione del collo è un evento frequente nella pratica clinica. Nel collo sono presenti numerose strutture di origine diversa (vasi, nervi, linfonodi, muscoli, strutture ossee-cartilaginee, la laringe, l’esofago, ghiandole come la tiroide, le paratiroidi, le salivari, ecc…).

Le tumefazioni del collo possono insorgere in qualsiasi età e possono essere di natura benigna (patologie cistiche, infiammatorie, neoplastiche benigne) o maligna, per questo è essenziale un accurato approfondimento diagnostico. Inoltre va considerato che anche una tumefazione di natura benigna può determinare gravi conseguenze determinando compressione su organi vitali presenti nel collo.

Durante l’anamnesi sarà opportuno indagare il tempo di comparsa della tumefazione e se sono presenti sintomi di accompagnamento come dolore, tosse, disfagia, otalgia, disfonia.

Un accurato esame clinico è essenziale per definire le caratteristiche di questo aumento di volume andando a valutare ad esempio le dimensioni, i margini, la forma, la consistenza, la mobilità, la dolorabilità e la presenza di altre tumefazioni. È essenziale includere nell’esame obiettivo la valutazione del cavo orale e delle prime vie aero-digestive per escludere la presenza di patologie a carico di questi distretti.

Nella diagnosi differenziale delle diverse condizioni che possono determinare una tumefazione del collo, è di fondamentale aiuto chiarire la localizzazione della lesione, se cervicale mediana o laterocervicale. Ciò aiuta molto nel distinguere tra le varie strutture l’origine della lesione.

Ad esempio nel caso di tumefazione cervicale mediana, nella maggior parte dei casi si tratta di patologie a partenza dalla tiroide, di varia natura (dalla patologia infiammatoria come nel caso delle tiroiditi, alla patologia neoplastica benigna o maligna, dalla patologia gozzigena a quella malformativa, come nel caso della cisti branchiale mediana del collo).

Nel caso di tumefazione latero-cervicale occorrerà considerare la possibilità di:

– Neoplasie benigne: emangiomi, linfangiomi, tumori benigni delle ghiandole salivari, noduli tiroidei o gozzo, adenomi paratiroidei, lipomi, fibromi, neurofibromi.

– Neoplasie maligne: adenopatie da tumori del distretto cervico-facciale e da neoplasie ad origine toracica e addominale, linfomi, tumori maligni delle ghiandole salivari, tumori della tiroide e delle paratiroidi, sarcomi, schwannomi, tumori del glomo carotideo e giugulare.

– Patologie congenite: cisti branchiali, cisti dermoidi e sebacee, laringocele.

– Patologie infiammatorie: adenopatie flogistiche, cisti sebacee infette, tubercolosi, sarcoidosi, malattia del graffio di gatto, actinomicosi, scialoadeniti.

La diagnostica per immagini ha un ruolo molto importante nella diagnosi differenziale delle tumefazioni del collo, soprattutto nell’individuare l’organo di origine e nel valutare le caratteristiche della lesione, integrando i dati desunti dall’esame clinico.

Per tutti questi scopi l’ecografia è la metodica di prima istanza, metodica non invasiva, di basso costo, ripetibile. Limite della metodica è il fatto di essere operatore-dipendente.

Lo studio ecografico della tumefazione sarà effettuato mediante criteri morfologici ed in base al comportamento acustico della lesione.

L’iter diagnostico proseguirà dunque in maniera differenziata a seconda della patologia diagnosticata.

La TC e la RM risultano indagini indispensabili per il planning terapeutico di lesioni neoplastiche, essendo metodiche in grado di valutare la presenza di metastasi loco-regionali e a distanza (torace, addome) al fine di un’accurata stadiazione.

Il caso da noi presentato, esaminato mediante TC del collo, mostra una massa fluttuante localizzata in corrispondenza del volto-collo sinistro, a densità adiposa (ipodensa), che disloca comprimendo la parotide omolaterale, compatibile con lipoma.


3 di 3 Domande

Maschio di 27 anni con chiazza eritemato-desquamativa al gomito che, da qualche settimana, presenta lesioni simili di dimensioni più piccole asintomatiche in sede lombare. Quale terapia topica, tra quelle elencate, è la più indicata per questo paziente?

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La risposta corretta è la C.

Il nostro paziente presenta una lesione eritemato-desquamativa a livello del gomito e altre lesioni di minori dimensioni a livello lombare.

Esaminate le caratteristiche della lesione, si tratta di psoriasi.

La psoriasi è una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi si manifesta con papule e placche di color salmone ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee.

Colpisce circa l’1-5% della popolazione mondiale, colpendo di più le persone con una carnagione chiara, mentre le persone con una carnagione più scura neri sono meno a rischio.

L’eziologia è multifattoriale e include la predisposizione genetica. È una patologia infiammatoria che insorge in seguito a traumi, uso di farmaci, infezioni in soggetti predisposti.

La malattia alterna fasi di attività a fasi di remissione; ha un andamento ciclico, cronico e recidivante, con momenti di esacerbazione della sintomatologia a cui si succedono periodi asintomatici o paucisintomatici.

Vi sono 5 maggiori varianti cliniche:

– Psoriasi a placche: più del 80% dei casi (quella mostrata nel nostro caso),

– Psoriasi guttata: circa il 10% dei casi,

– Psoriasi inversa: si manifesta in concomitanza alla psoriasi a placche, o in maniera isolata,

– Psoriasi eritrodermica: meno del 3% dei casi,

– Psoriasi pustolosa: meno del 3% dei casi.

La psoriasi a placche (Psoriasi Vulgaris) è la forma più frequente ed è caratterizzata dalla presenza di aree eritematose a margini netti, talora confluenti a formare appunto delle placche, sovrapposte ad aree desquamanti di colore bianco madreperlaceo, causate da un ispessimento anomalo dello strato più superficiale dell’epidermide, lo strato corneo. Queste chiazze vengono definite come “eritrosquamose”. Le lesioni si distribuiscono elettivamente sulla superficie estensoria degli arti (soprattutto gomiti e ginocchia) ma di norma si localizzano anche sul cuoio capelluto e sulla parte dorso-lombare della schiena.

La Psoriasi guttata è caratterizzata dalla comparsa improvvisa di piccole macchie rosse “lesioni guttate” collocate in varie parti del corpo.

Nella Psoriasi inversa le lesioni sono di colore rosso brillante, lisce e lucide e si collocano prevalentemente a livello delle pieghe cutanee come ascelle, inguine, seni e glutei.

La Psoriasi Eritrodermica colpisce la maggior parte della superficie cutanea del corpo; le lesioni si estendono ampiamente, la cute è arrossata e molto spesso si desquama.

Infine, la Psoriasi Pustolosa è caratterizzata da piccole vescicole purulente spesso circondate da una zona infiammata; questa forma si presenta soprattutto negli adulti.

La psoriasi si presenta con placche e papule che tendono alla desquamazione in aree eritematose circoscritte pruriginose. Può evolvere in una forma grave che coinvolge le articolazioni, detta artrite psoriasica.

Le lesioni di solito si manifestano sulle superfici estensorie (gomiti e ginocchia), come in questo caso, ma l’età di esordio è tipicamente molto più tardi, durante l’infanzia.

Solitamente, per quanto riguarda i sintomi essi sono minimi. Tuttavia, in casi gravi vi può essere prurito. Ma le implicazioni estetiche possono essere importanti. Una manifestazione particolare della psoriasi è l’artrite psoriasica.

La terapia dipende dall’estensione e dalla gravità delle lesioni: nelle forme lievi, è sufficiente applicare delle lezioni emollienti e farmaci cheratolitici nella sede delle lesioni e assumere retinoidi, analoghi della vitamina D, cortisonici, inibitori della calcineurina e ditranolo; nelle forme moderate si esegue di solito la fototerapia UVB e PUVA, mentre, nelle forme più gravi la terapia è sistemica con ciclosporina, methotrexate, aciretina e farmaci biologici.

Le risposte A, B, D ed E sono errate.


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