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1 di 3 Domande

Il Sig. Nappi, un uomo di 40 anni, si reca presso il pronto soccorso dell’ospedale San Raffaele di Miliano, lamentando un dolore al collo. Anamnesi patologica prossima: dolore al collo insorto in seguito ad un colpo di frusta, occorso in seguito ad un incidente stradale. L’uomo riferisce che il dolore è molto intenso e che si sente bloccato quasi del tutto nei movimenti del collo. Esami strumentali: viene sottoposto ad un RX del rachide cervicale. Quale è la diagnosi?

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La risposta corretta è la A.

Le faccette articolari sono strutture ossee vertebrali che hanno la funzione di collegare le vertebre fra di loro, che presentano dei processi articolari superiori e inferiori con appunto tali faccette articolari per l’articolazione con la vertebra sovrastante e sottostante, permettendo così l’esecuzione, entro certi limiti, dei movimenti di flessione e di torsione della colonna.

Nel caso presentato, visto anche il raccordo clinico-anamnestico, di un dolore al collo, che appare praticamente bloccato a detta del paziente, insorto in seguito ad un colpo di frusta occorso in seguito ad un incidente stradale e visto anche l’RX effettuato del rachide cervicale, possiamo dire che la causa è una frattura delle faccette articolari: infatti all’RX notiamo una frattura a carico delle faccette articolari di più vertebre cervicali (in particolare da C2 a C4), ove nella proiezione latero-laterale possiamo osservare anche dei segni indiretti, quali: scivolamento e rotazione dei metameri vertebrali ed asimmetria dei forami di coniugazione.


2 di 3 Domande

Un paziente ha effettuato una visita audiologica presso un vostro collega e, chiedendovi un secondo consulto, vi mostra la seguente immagine.
Qual è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Le vie uditive si dividono in un apparato di trasmissione, costituito dall’orecchio esterno e dall’orecchio medio, e un apparato di percezione, rappresentato dall’orecchio interno e dalle vie uditive centrali.

L’orecchio esterno è composto dal padiglione auricolare e dal meato acustico esterno, l’orecchio medio va invece dalla membrana timpanica alla faccia mediale della cassa timpanica. L’onda di vibrazione generata dalla progressione del suono sulla membrana timpanica si trasmette al martello e da questo, all’incudine e poi alla staffa che, tramite la finestra ovale, genera il movimento dei fluidi dell’orecchio interno. Martello, incudine e staffa costituiscono quella che viene chiamata “catena degli ossicini”. Il padiglione auricolare e il condotto uditivo esterno hanno la funzione di filtrare il segnale ed amplificarlo; l’orecchio medio funziona invece da adattatore di impedenza, cioè registra il segnale esterno e trasmette l’energia meccanica (acustica) al liquido endolabirintico. L’orecchio interno invece è composto dalla cassa timpanica stessa, insieme alla coclea; infine abbiamo le vie uditive centrali che originano dal nervo cocleare e raggiungono le aree acustiche corticali.

Data l’immagine che dobbiamo esaminare, soffermiamoci sull’orecchio medio: questo è delimitato lateralmente dalla membrana timpanica e medialmente dalla faccia mediale della cassa timpanica. La membrana timpanica, esplorabile tramite otoscopio, ha una forma pressoché ovalare, una dimensione di circa 9-10 mm di altezza e 8-9 mm in larghezza, ed è sostanzialmente trasparente, traslucida. Spesso, nei soggetti normali, si nota un triangolo luminoso (triangolo di Politzer) dovuto ad un angolo di riflessione della membrana timpanica stessa. Su di essa si riscontra l’impronta del manico del martello e, proprio dai processi laterali posteriori del martello, viene divisa in due porzioni: la pars flaccida, più piccola e identificata nella porzione superiore, più suscettibile ai fenomeni flogistici per la sua consistenza mucosa, e la pars tensa, collocata inferiormente e rappresentante circa il 90% dell’intera membrana, costituita da tre tipi di fibre elastiche fondamentali per la trasmissione del suono.

La membrana timpanica, che costituisce il tramite tra orecchio esterno e orecchio medio, può andare incontro a vari processi patologici che ne provocano la sua perforazione. La membrana timpanica viene convenzionalmente distinta in 4 quadranti: anteriore, posteriore, superiore ed inferiore.

In questa immagine vediamo una perforazione della porzione antero-superiore della membrana timpanica; questa definisce una comunicazione patologica tra orecchio esterno e orecchio medio. La causa può essere riconducibile ad un evento traumatico diretto (inserimento di corpi estranei attraverso il condotto uditivo esterno), ad un evento traumatico indiretto (barotrauma ti tipo esplosivo o implosivo), ad eventi infiammatori.

L’esame otoscopico è fondamentale per la diagnosi: consente l’identificazione della perforazione, della sede, delle dimensioni e l’eventuale associazione ad otorrea, la timpanosclerosi o altri segni che possono fornire informazioni sulla possibile causa.

Se si associa anche un esame audiometrico tonale, questo mostrerà una ipoacusia trasmissiva di grado variabile. L’entità dell’ipoacusia dipende dalla sede della perforazione piuttosto che dalla dimensione. Talvolta, se le perforazioni hanno dimensioni inferiori ai 2-3 mm possono non avere ripercussioni sulla soglia uditiva.

La terapia varia a seconda della causa; soprattutto nei processi infiammatori-infettivi è importante monitorare la progressione o la risoluzione della patologia poiché una perforazione timpanica stabilizzata difficilmente tende a guarire spontaneamente.

 

La risposta A è errata.

L’esame otoscopico è fondamentale per la diagnosi; consente l’identificazione della perforazione, della sede, delle dimensioni e l’eventuale associazione ad otorrea, la timpanosclerosi o altri segni che possono fornire informazioni sulla possibile causa.

In questa immagine vediamo una perforazione della porzione antero-superiore della membrana timpanica, localizzata a livello della pars flaccida. Interessa solo una piccola parte del timpano quindi la risposta A risulta errata.

 

La risposta C è errata.

L’esame otoscopico è fondamentale per la diagnosi; consente l’identificazione della perforazione, della sede, delle dimensioni e l’eventuale associazione ad otorrea, la timpanosclerosi o altri segni che possono fornire informazioni sulla possibile causa.

In questa immagine vediamo una perforazione della porzione antero-superiore della membrana timpanica, quindi la risposta C è errata.

 

La risposta D è errata.

Il tappo di cerume, visibile all’ispezione esterna o tramite otoscopio, costituisce un corpo estraneo che si localizza a livello del meato acustico esterno; può impegnare completamente il condotto uditivo, sino ad arrivare alla membrana timpanica.

In questa immagine non osserviamo la presenza di corpi estranei ma solo la perforazione del timpano. La risposta D risulta quindi errata.


3 di 3 Domande

Il Sig. Fonti, un uomo di 60 anni, viene ricoverato presso il reparto di medicina interna del policlinico Umberto I di Roma, per ittero ostruttivo. Vengono effettuate le seguenti indagini strumentali. Quale è la diagnosi?

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La risposta corretta è la A.

Il carcinoma della colecisti presenta come picco di incidenza i 60 anni di età ed ha una sopravvivenza a 5 anni del 5-12%. Come unico fattore di rischio noto si riconosce la colelitiasi e la colecistite cronica.

Può presentare due diversi pattern di crescita:

– Infiltrante: appare come un indurimento localizzato o diffuso della parete potenzialmente associato ad ulcerazione e perforazione o formazione di fistole.

– Esofitica: con crescita intraluminale polipoide, spesso necrotica ed emorragica e allo stesso tempo invasione subepiteliale.

Quelli meglio differenziati hanno spesso aspetto papillare ed hanno prognosi migliore; circa il 5% sono carcinomi a cellule squamose; altre varianti sono: a cellule fusate (carcino-sarcoma), a cellule giganti simil-osteoclastiche, a piccole cellule.

È un tumore altamente angioinvasivo (va valutato con il CD34 l’interessamento dei vasi). La maggior parte al momento della diagnosi ha già invaso il fegato.

Clinicamente i sintomi sono del tutto simili alla colecistite cronica (dolore addominale, dimagrimento, nausea, vomito, ittero).

La diagnosi si può porre in prima battuta con l’ecografia e poi confermata con la TC o meglio con la RM con sequenze colangiografiche, come mostrato in questo caso, che sono sequenze T2, ove possiamo osservare una interruzione del segnale iper-intenso biliare in corrispondenza della porzione infundibolare della colecisti e della porzione del dotto epatico comune con infiltrazione dello stesso e del dotto cistico, segnale filiforme biliare in prossimità della formazione eteroplasica espansiva e dilatazione dell’albero biliare a monte di essa come da stenosi serrata.

L’unica terapia veramente efficace al momento è la resezione chirurgica.


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