Questa domanda è incentrata sul riconoscimento di una polmonite lobare.
La polmonite (risposta B esatta) è un’infiammazione acuta dei polmoni. Di solito, la diagnosi iniziale si basa sulla RX torace e su reperti clinici. L’infezione può essere batterica, virale, fungina o parassitaria. Si può sviluppare in un paziente immunocompetente o in un paziente immunodepresso. Dato che gli agenti patogeni e le prognosi tendono a essere simili in pazienti con condizioni e fattori di rischio simili, le polmoniti possono essere classificate come:
– Non nosocomiali(gli agenti eziologici più comunemente responsabili delle polmoniti acquisite in comunità sono lo Streptococcus Pneumoniae e il Mycoplasma Pneumoniae),
– Nosocomiali. La polmonite è l’infezione nosocomiale più letale, e complessivamente è la più frequente causa di morte nei paesi in via di sviluppo.
Queste categorizzazioni permettono di selezionare empiricamente il trattamento.
È opportuno eseguire degli esami colturali del sangue e dell’escreato, per isolare il germe responsabile dell’infezione ed individuare una terapia antibiotica mirata.
In tal caso, vista la storia presentata ed i reperti mostrati dell’RX del torace, ci riferiamo ad una polmonite lobare acquisita in comunità, ove la causa più comune è rappresentata dallo Streptococcus pneumoniae, che è l’agente eziologico più frequentemente responsabile delle polmoniti acquisite in comunità nei soggetti con meno di 60 anni.
I pneumococchi sono batteri diplococchi Gram-positivi, α-emolitici, aerobi e capsulati. Le polmoniti sostenute da S. pneumoniae sono di tipo lobare e forniscono un reperto radiografico tipicamente come quello mostrato, ovvero con un’area di ipodiafania localizzata e coinvolgente generalmente un lobo polmonare che si associa ad una quota di versamento pleurico parieto-basale omolaterale; meno frequentemente causano broncopolmonite.
Di solito dal punto di vista clinico le polmoniti lobari si caratterizzano per dispnea, febbre, dolore toracico, tosse produttiva e dal punto di vista dell’imaging radiografico si può apprezzare, come in questo caso, un’area di ipodiafania localizzata e coinvolgente generalmente un lobo polmonare (in tal caso a destra, in corrispondenza del campo polmonare medio) che solitamente si associa ad una quota di versamento pleurico basale omolaterale (non evidenziabile in tal caso).
Nel corso degli anni si stanno sviluppando delle resistenze agli antibiotici, anche a causa del sovra utilizzo di terapie antibiotiche per affezioni minori che non lo richiederebbero, tanto che basti pensare che in Australia la resistenza alla penicillina da Streptococcus pneumoniae è diventata piuttosto comune (superiore al 14%). Tuttavia la benzilpenicillina, somministrata per via endovenosa, rimane l’antibiotico di scelta per le polmoniti lobari non complicate in particolare nei pazienti con scadute condizioni cliniche e bassa saturazione di ossigeno.
Si definisce edema polmonare una condizione patologica caratterizzata da una severa insufficienza ventricolare sinistra con associata ipertensione venosa polmonare ed essudazione alveolare.
Dal punto di vista della sintomatologia clinica si manifesta improvvisamente con severa dispnea, sudorazione, crepitii respiratori, talvolta escreato rosato ed i classici segni riferibili alla insufficienza cardiaca, quali edema declive ed oligo-anuria).
La diagnosi si basa sui reperti clinici e sulla RX torace, che mostra generalmente una marcata e disomogenea ipodiafania di tipo interstizio-alveolare prevalentemente in medio campo polmonare (aspetto ad ali di farfalla), associato ad aspetto addensato degli ili e cardiomegalia con prevalenza delle sezioni sinistre (in particolare del ventricolo sinistro) (reperti radiografici non presenti, risposta A errata).
Il versamento pleurico dal punto di vista radiologico si mostra con una obliterazione del seno costofrenico complementare laterale, che risulta essere ipodiafano rispetto al parenchima polmonare, che tende a mascherare il profilo emi-diaframmatico omolaterale e sfumare la marginale cardiaca di pari livello (segno della silhouette).
Essendo stata eseguita la radiografia, verosimilmente, in ortostatismo, la forza di gravità e la pressione negativa intrapleurica costringerebbero il liquido a disporsi nelle zone più declivi. Generalmente la presenza di versamento viene rilevata all’Rx tradizionale quando raggiunge la quantità di circa 250 ml. Inizialmente si dispone lungo il seno costofrenico obliterandolo, poi, con l’aumentare della quantità, tende a raccogliersi in posizione più declive e disporsi formando quello che è il cosiddetto menisco pleurico, una distribuzione del liquido con concavità superiore e margine laterale più alto rispetto al mediale (reperti radiografici non presenti, risposta C errata).
L’ascesso polmonare è un’infezione a carattere necrotizzante: dal punto di vista isto-patologico si contraddistingue per la presenza di una lesione cavitata piena di pus. E’ spesso causata dall’inalazione di secrezioni orali soprattutto in condizioni di alterato stato di coscienza.
La sintomatologia comprende tosse persistente, febbre, sudorazione, emottisi, produzione di espettorato purulento e perdita di peso.
La diagnosi si basa principalmente sulla RX torace e poi eventualmente integrazione diagnostica con esame TC: un ascesso polmonare potrebbe causare una lesione cavitaria, a contenuto idro-aereo, con pareti spesse e la presenza di un piccolo versamento consensuale (risposta D errata).