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1 di 3 Domande

Giovanna, un’infermiera del reparto di neonatologia del “Gemelli” di Roma, è preoccupata perché un neonato caucasico ha avuto un episodio di vomito con mancata emissione di meconio. Rileva i seguenti parametri vitali: la sua frequenza cardiaca è di 125 bpm, la pressione arteriosa è 75/50 mm Hg, la frequenza respiratoria di 40 atti/min e la temperatura corporea di 37.1°C. L’esame obiettivo non evidenzia alterazioni di rilievo ad eccezione di un addome notevolmente disteso. Viene richiesto un Rx addome e nell’immagine sottostante si osservano i reperti:
Quale delle seguenti è la più probabile causa alla base di questa condizione?

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La risposta corretta è la D

L’ileo da meconio, come descritto in questo caso, si verifica principalmente nei neonati affetti da fibrosi cistica, manifestandosi in circa il 10% dei casi. La fibrosi cistica si presenta spesso nelle prime 24-48 ore di vita con distensione addominale, vomito e mancata emissione di meconio (le prime feci dopo la nascita). Oltre il 90% dei neonati che presentano ileo da meconio sono affetti da FC, pertanto è considerato patognomonico di FC fino a prova contraria.

L’ostruzione si verifica a livello dell’ileo terminale, tipicamente durante la vita intrauterina e può essere diagnosticata con un’ecografia prenatale. Distalmente all’ostruzione ileale, il colon appare di ridotto calibro (microcolon) e contiene piccole quantità di grumi di meconio secco. Circa il 50% dei casi è complicato da malrotazione, atresia intestinale oppure perforazione.

I neonati presentano segni di occlusione intestinale, tra cui vomito biliare e distensione addominale. Le anse intestinali distese possono talvolta essere palpate attraverso la parete addominale ed essere riconosciute per la caratteristica pastosità. La peritonite da meconio, il distress respiratorio e l’ascite possono essere una conseguenza della perforazione.

La radiografia addominale mostra tipicamente delle anse intestinali dilatate con presenza di livelli idro-aerei e frequentemente l’aspetto “a vetro smerigliato” nei quadranti centro-inferiori dell’addome, dovuto a piccole bolle d’aria mescolate con il meconio: è un segno diagnostico di ileo da meconio.

L’ostruzione può essere trattata, in assenza di complicanze, mediante clisma con mezzo di contrasto diluito con N-acetilcisteina sotto controllo fluoroscopico; il mezzo di contrasto ipertonico può causare una grande perdita di acqua dal tratto gastrointestinale, che richiede una reidratazione endovenosa. Se il clisma non risolve l’ostruzione, si ricorre alla laparotomia. Spesso sono necessari un’ileostomia a doppia canna e ripetuti lavaggi con N-acetilcisteina delle anse intestinali , sia prossimali che distali, per liquefare e rimuovere il meconio, così da risolvere l’ostruzione.

La risposta A non corretta.

La trisomia 21 (sindrome di Down) è causata da una mancata disgiunzione meiotica o da una traslocazione del cromosoma 21. Si presenta comunemente con ipotonia, viso appiattito, rime palpebrali inclinate verso l’alto con epicanto, ritardo mentale, difetti di crescita, iride maculata (macchie di Brushfield) e linea simiana sui palmi delle mani. Si può osservare atresia intestinale, mentre l’ileo da meconio non è tipicamente associato alla sindrome.

La risposta B non è corretta.

Il diverticolo di Meckel è la più frequente anomalia gastro-intestinale congenita. Si tratta di un diverticolo vero, probabilmente un residuo del sacco vitellino embrionale.

I sintomi si presentano solitamente durante i primi 2 anni di vita, anche se diventano generalmente manifesti durante la prima decade. La maggior parte dei pazienti sintomatici presenta un diverticolo, rivestito da mucosa ectopica acido-secernente, spesso causa di enterorragia intermittente, non accompagnata da dolore; l’emorragia è il risultato dell’ulcerazione della normale mucosa ileale adiacente. Sono stati rilevati episodi di occlusione intestinale, causati dal diverticolo di Meckel ma sono estremamente rari. L’ileo da meconio, invece, non è mai stato associato.

La risposta C non è corretta.

La sindrome di Williams è causata da una microdelezione del cromosoma 7q11.23. Si manifesta con viso tondo con labbra e guance piene, iride stellata, strabismo, grado variabile di ritardo mentale, malformazioni cardiache (soprattutto stenosi sopravalvolare aortica) e una personalità particolarmente amichevole. La sindrome non è caratterizzata da manifestazioni gastro-intestinali, compreso l’ileo da meconio.

La risposta E non è corretta.

La sindrome di Edwards è una trisomia, causata da una mancata disgiunzione meiotica del cromosoma 18. Le caratteristiche cliniche includono basso peso alla nascita, sterno corto, piede talo, microcefalia con occipite prominente, micrognazia, ritardo mentale, malformazioni cardiache e renali, nonché un caratteristico atteggiamento della mano a pugno chiuso con il dito indice sovrapposto al terzo dito e il quinto dito sovrapposto al quarto. Le malformazioni gastro-intestinali, in particolare l’ileo da meconio, tuttavia, non sono associate normalmente alla sindrome.


2 di 3 Domande

Il signor Flavi, 40 anni, impiegato presso la ASL, si reca al PS dell’Ospedale SS. Annunziata con un fastidio addominale ingravescente, distensione addominale e nausea. Negli ultimi 2 giorni ha anche sofferto di gravi episodi di vomito.
Sei settimane fa è stato ricoverato per un episodio di pancreatite acuta. Fino ad allora, il paziente era solito abusare di alcol, ma attualmente è astemio. Non fa uso di tabacco o droghe illegali. Il paziente ha inoltre una storia di accessi al pronto soccorso per intossicazione alcolica e risse di strada.
Vengono rilevati i seguenti parametri vitali: temperatura 37°C, pressione arteriosa 117/84 mm Hg, frequenza cardiaca 86 bpm e frequenza respiratoria 16 atti/min. L’esame obiettivo mostra tensione e dolenzia a livello epigastrico e sono presenti rumori peristaltici. Non c’è positività al segno di Blumberg e l’obiettività cardio-polmonare non presenta alterazioni di rilievo. Assenza di edemi periferici. Gli esami ematochimici non risultano alterati. Nell’immagine sottostante si osserva una TC dell’addome con contrasto:
Quale dei seguenti è il trattamento più appropriato per la condizione del signor Flavi?

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La risposta corretta è la E.

Questo paziente con una storia di abuso di alcool e un recente episodio di pancreatite, attualmente presenta una distensione addominale, nausea, vomito; inoltre la TC addome mostra una raccolta di liquido ben circoscritta, di forma circolare ed incapsulata a livello del letto pancreatico, compatibile con una pseudocisti pancreatica.

Le pseudocisti sono raccolte di fluido pancreatico, circondate da una spessa capsula fibrotica. Solitamente non è presente materiale necrotico o solido, ma un fluido ricco di enzimi, tessuti e detriti cellulari. Esse possono rilasciare in circolo una secrezione di amilasi , che aumenta l’amilasemia.

Le complicanze includono l’infezione spontanea, l’ostruzione duodenale o biliare, la formazione di pseudoaneurismi (dovuti all’erosione dei vasi adiacenti), l’ascite pancreatica e il versamento pleurico.

La diagnosi è radiologica mediante TC addome. Nei pazienti asintomatici o con sintomi lievi, in assenza di complicanze (es. pseudoaneurismi), è inizialmente preferito un approccio conservativo mediante vigile attesa (terapia sintomatica). Il drenaggio endoscopico viene tipicamente riservato per quei pazienti (come il signor Flavi) con sintomi significativi (es. dolori addominale, vomito), pseudocisti infetta o evidenza di pseudoaneurisma, il quale richiede un’embolizzazione prima del posizionamento del drenaggio.

A volte una pseudocisti pancreatica può essere drenata, invece che per via endoscopica, in un organo vicino a cui aderisce saldamente (es. lo stomaco) o in un’ansa digiunale defunzionalizzata (con una cistodigiunostomia secondo Roux en Y).

La risposta A non è corretta.

Gli antibiotici per via endovenosa vanno somministrati nel caso di pseudocisti infette. L’assenza di febbre e il mancato riscontro di leucocitosi rendono poco probabile la presenza di un’infezione.

La risposta B non è corretta.

L’integrazione di enzimi pancreatici è somministrata solitamente ai pazienti con pancreatite cronica ed insufficienza pancreatica esocrina (es. steatorrea, dovuta a malassorbimento). Nonostante questo paziente abbia fatto uso di alcool in maniera cronica ed abbia avuto un episodio recente di pancreatite acuta, l’assenza di diarrea rende poco probabile la presenza di insufficienza pancreatica.

La risposta C non è corretta.

La colecistectomia viene effettuata (solitamente dopo colangiopancreatografia retrograda endoscopica) nei pazienti ricoverati per pancreatiti da calcoli biliari, che si presentano tipicamente con alterazione dei test di funzionalità epatica, amilasi, lipasi e in alcuni casi iperbilirubinemia serica. Gli esami ematochimici di questo paziente, risultati nella norma, escludono la presenza di una pancreatite da calcoli biliari.

La risposta D non è corretta.

Questo soggetto ha una distensione addominale ingravescente, nausea e vomito, probabilmente dovuti ad una pseudo cisti, che comprime le strutture circostanti. E’ un paziente che potrebbe trarre beneficio dal posizionamento di un drenaggio.


3 di 3 Domande

Paola, una neonata di appena 3 ore di vita, si trova nel reparto di neonatologia dell’Ospedale “San Raffaele” di Milano per aver avuto sintomi di soffocamento, tosse e rigurgito dopo il primo allattamento. La bambina è nata alla 41° settimana di gestazione tramite parto naturale, da una donna in salute, che ha seguito le cure prenatali. Gli esami di laboratorio prenatali risultavano nella norma, mentre le ecografie del secondo e terzo trimestre mostravano polidramniosi. In seguito a rottura artificiale delle membrane, intrapresa due 2 ore prima del parto, c’è stata la fuoriuscita di un liquido amniotico chiaro. L’indice di Apgar risultava pari a 9 al primo e al quinto minuto di vita.
La neonata appare tachicardica, tachipnoica ed ipossica. Al pianto fuoriescono copiose secrezioni orali, si presenta in stress respiratorio marcato con distensione addominale. A livello del lobo inferiore destro si avvertono delle crepitazioni, mentre l’ano risulta pervio. Viene effettuata l’intubazione oro-tracheale ed inserito il sondino oro-gastrico. Viene infine posizionato un catetere venoso ombelicale. Nell’immagine seguente è mostrato l’Rx torace-addome: quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B .

La neonata è affetta da atresia esofagea e presenta una fistola tracheoesofagea. Le anomalie dell’esofago e della trachea sono molto comuni e colpiscono 1 neonato ogni 3.500. Durante la quarta e la quinta settimana di vita intrauterina si può assistere ad un alterato sviluppo dell’esofago di gravità variabile, spesso con formazione di fistola tracheo-esofagea. La variante più comune è l’atresia esofagea prossimale con formazione di una fistola tra la trachea e l’esofago distale.

L’ecografia prenatale mostra generalmente la presenza di polidramnios, in quanto il feto affetto non può deglutire liquido amniotico. La scialorrea, così come gli episodi di soffocamento, tosse e rigurgito dopo l’allattamento fanno parte della sintomatologia, rilevabile immediatamente dopo la nascita.

Un sondino nasogastrico deve essere introdotto nello stomaco del neonato, subito dopo che è stata ottenuta la stabilità cardiovascolare dopo la nascita.

La presenza del sondino oro-gastrico nell’esofago prossimale e l’impossibilità di farlo passare nello stomaco sono segni radiologici indicativi di atresia esofagea. La fistola tracheoesofagea permette l’ingresso di aria nel tratto gastrointestinale, tale da far distendere stomaco ed intestino ad ogni inspirazione, specialmente nei pazienti ventilati artificialmente. Inoltre, il contenuto gastrico, attraverso la fistola, può refluire nell’esofago distale, nella trachea e nei polmoni, causando una polmonite ab ingestis. Le crepitazioni del paziente e gli infiltrati visibili alla lastra del torace nel lobo polmonare inferiore destro sono altamente suggestivi di polmonite.

La metà dei pazienti con difetti tracheali ed esofagei ha delle anomalie associate. Si dovrebbe fare un check-up per la sindrome VATER (alterazioni della colonna vertebrale, atresia anale, difetti cardiovascolari, fistola tracheoesofagea, alterazioni renali, anomalie degli arti).

La risposta A non è corretta.

L’atresia duodenale può causare polidramnios e vomito a seguito del primo allattamento, ma non è causa di distress respiratorio. L’addome non sarebbe disteso ed i gas intestinali non sarebbero visibili alla lastra dell’addome, poiché l’aria è impossibilitata ad oltrepassare il duodeno. Inoltre, il sondino gastrico riuscirebbe ad essere inserito senza resistenza e l’Rx addome mostrerebbe il “segno della doppia bolla”, cioè la presenza di aria nello stomaco e nel duodeno prossimale.

La risposta C non è corretta.

L’atresia coanale bilaterale si presenta solitamente con cianosi e distress respiratorio durante l’allattamento. I sintomi aumentano tipicamente al momento del pianto.

La risposta D non è corretta.

Diramazioni vascolari anomale dell’arco aortico possono determinare sintomi come stridor e disfagia per la compressione di trachea ed esofago. Tuttavia, non vi è difficoltà a far avanzare i sondini naso- o orogastrici nello stomaco.

La risposta E non è corretta.

L’ernia congenita diaframmatica si manifesta con cianosi e distress respiratorio, subito dopo la nascita. Può verificarsi polidramnios come risultato di una compressione esofagea. Tuttavia, l’addome presenta il caratteristico aspetto “scafoide” per lo spostamento dei visceri addominali e la lastra mostra una dislocazione dell’ombra cardiaca, la presenza di anse intestinali nel torace ed un addome privo di gas.


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