La risposta corretta è la B.
In base ai reperti clinico-anamnestici e alla immagine, per il paziente del caso clinico la diagnosi più probabile è la pitiriasi rosea, una patologia cutanea benigna, idiopatica, caratterizzata dalla presenza di papule o placche desquamanti, ovali, papulosquamose sul tronco e sulle aree prossimali delle estremità. L’etimologia del termine pityron, derivante dal greco, significa “crusca”, probabilmente a causa della desquamazione periferica della chiazza madre. Tale patologia colpisce entrambi i sessi e tutte le fasce di età (con picco di incidenza tra i 10 e i 35 anni). L’eziologia potrebbe essere virale, infatti, alcuni studi hanno correlato la patologia con la riattivazione dei virus HHV-7, HHV-6 e sono state segnalate anche possibili associazioni con il virus H1N1 dell’influenza A. La patologia esordisce con la tipica chiazza madre (medaglione di Gilbert) tondeggiante, ben delimitata e di colore salmone (la chiazza madre può essere preceduta o meno da sintomi e segni prodromici aspecifici, come cefalea, malessere generalizzato, faringodinia, artralgie; anche se spesso è del tutto asintomatica). Alcuni pazienti avvertono prurito (occasionalmente grave). Il colore roseo o brunastro non è apprezzabile in pazienti con la pelle più scura. Per quanto riguarda il bordo della chiazza, esso è ben delimitato e finemente desquamato. Il centro della chiazza viene definito a “cartina di sigaretta” per il suo aspetto stropicciato. Dopo alcuni giorni, compaiono delle chiazze figlie, più piccole dalla chiazza madre, che si presentano a gittate per circa due settimane e si dispongono secondo le linee di tensione della cute (linee parallele di Blaschko). Questa disposizione delle chiazze dà luogo al cosiddetto aspetto ad albero di Natale (o Christmas tree pattern). La diagnosi si basa sulla anamnesi e sull’esame obiettivo. In genere non è necessario alcun trattamento, perché le eruzioni cutanee si risolvono entro 2-3 mesi. Gli antistaminici per via orale sono utilizzati solo in caso di prurito molto intenso. Al contrario, la tinea corporis, la malattia di Lyme, la sifilide secondaria non rappresentano patologie compatibili con il quadro clinico presentato dal paziente del caso clinico (risposte A, C, D ed E errate).