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1 di 3 Domande

Un paziente si presenta dal medico con tosse, affanno ed un recente episodio di emottisi. Viene sottoposto dapprima ad un RX del torace e sulla base di un dubbio diagnostico interpretativo viene sottoposto successivamente ad un esame di secondo livello quale la TC del torace. Quale reperto viene mostrato in questa TC del torace?

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La risposta corretta è la D.

La lesione mostrata alla TC del caso clinico, vista anche l’anamnesi del paziente, è compatibile con una neoplasia polmonare, localizzata al lobo superiore del polmone di sinistra. Infatti, la TC mostra una formazione di grosse dimensioni, in uno stato piuttosto avanzato, a margini irregolari e finemente spiculati con sottili strie fibrotiche di raccordo pleurico; tale lesione è maggiormente compatibile con una neoplasia polmonare piuttosto che con una polmonite, che avrebbe un aspetto radiologico diverso, mostrandosi solitamente più sfumata, con margini spiculati e con un broncogramma aereo contestuale (risposta B errata). Inoltre, non si riscontra la presenza di una linfoadenopatia patologica e/o un’area emorragica focale intraparenchimale (risposte C ed E errate). Al contrario, l’ascesso polmonare alla TC mostra solitamente una lesione ampiamente cavitata, con la presenza o meno di un livello idro-aereo contestuale (risposta A errata).


2 di 3 Domande

Una ragazza, 20 anni, alla undicesima settimana di gestazione, si reca in P.S. per un quadro di eruzione cutanea, febbre e malessere generalizzato, insorto da circa un paio di giorni. L’eruzione sembra essere estesa, ma non le provoca dolore o prurito. È tornata da circa un paio di settimane da una vacanza trascorsa presso un campeggio, dove è stata morsa da una zecca, mentre camminava nei boschi. Non ha farmaco-allergie note e non assume farmaci in cronico. All’esame obiettivo si riscontra: T.C. di 38,2°C, una P.A. di 115/75 mmHg, una F.C. di 85 bpm ed una F.R. di 17 atti/min. L’eruzione è mostrata nell’immagine. Il resto dell’esame obiettivo è negativo. Quale delle seguenti opzioni rappresenta il modo appropriato di procedere per la gestione di questa paziente?

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La risposta corretta è la D.

La terapia per la paziente del caso clinico affetta da malattia di Lyme, una zoonosi dovuta alla spirocheta Borrelia Burgdorferi e acquisita attraverso morso di zecca, prevede generalmente la somministrazione di antibiotici come doxiciclina (da preferire), amoxicillina o cefuroxime; tuttavia, per le pazienti gestanti o in allattamento, si predilige l’amoxicillina, un antibiotico appartenente alla classe dei β-lattamici, nonché nei bambini di età inferiore a 8 anni. Invece, la doxiciclina, un antibiotico appartenente alla classe delle tetracicline, interferisce con la sintesi proteica batterica, legandosi alla subunità 30S del ribosoma batterico. Anche se rappresenta l’antibiotico di scelta per la maggior parte dei pazienti con malattia di Lyme, tuttavia è controindicato nelle donne in gravidanza e in allattamento, perché è stato osservato che può determinare delle discromie dentarie anche permanenti e/o un ritardo nella crescita scheletrica nei bambini e nel nascituro (risposta B errata). Così, il ceftriaxone, una cefalosporina di terza generazione battericida, interferisce con la sintesi del peptidoglicano. Viene usato prevalentemente nei pazienti neutropenici e/o immunodepressi in presenza di severe infezioni batteriche o in alcuni casi di profilassi chirurgica. È efficace, quando somministrato per via endovenosa, nel trattamento della forma precoce e circoscritta della malattia di Lyme. Tuttavia, essendo un antibiotico a largo spettro, non trova un razionale nel trattamento di prima linea (risposta E errata). Infine, trattandosi di un’infezione di natura batterica importante, l’osservazione rappresenta una scelta non idonea (risposta C errata).


3 di 3 Domande

Scenario YUTI: Un ragazzo che lavora in supermercato come magazziniere si reca dal suo medico curante, per un esteso rash cutaneo comparso da alcuni giorni, che inizialmente era circoscritto ad una macchia rossa a livello dell’addome, poi delle macchie più piccole sono incominciate ad apparire sulle spalle e nell’ultima settimana l’eruzione si è diffusa al tronco. Il soggetto lamenta prurito, ma non ha altri sintomi. Riferisce di aver sofferto di mal di gola circa due settimane prima, ma di non aver avuto febbre, tosse o altri sintomi riconducibili ad un’infezione delle vie aeree superiori. Ha una vita sessualmente attiva con la sua fidanzata, ma fa uso sempre dei preservativi. All’esame obiettivo sono evidenti delle papule eritematose e placche, per il resto l’esame è negativo. Inoltre, il test della RPR (Rapid Plasma Reagin) è negativo. Domanda 1: Quale fra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

In base ai reperti clinico-anamnestici e alla immagine, per il paziente del caso clinico la diagnosi più probabile è la pitiriasi rosea, una patologia cutanea benigna, idiopatica, caratterizzata dalla presenza di papule o placche desquamanti, ovali, papulosquamose sul tronco e sulle aree prossimali delle estremità. L’etimologia del termine pityron, derivante dal greco, significa “crusca”, probabilmente a causa della desquamazione periferica della chiazza madre. Tale patologia colpisce entrambi i sessi e tutte le fasce di età (con picco di incidenza tra i 10 e i 35 anni). L’eziologia potrebbe essere virale, infatti, alcuni studi hanno correlato la patologia con la riattivazione dei virus HHV-7, HHV-6 e sono state segnalate anche possibili associazioni con il virus H1N1 dell’influenza A. La patologia esordisce con la tipica chiazza madre (medaglione di Gilbert) tondeggiante, ben delimitata e di colore salmone (la chiazza madre può essere preceduta o meno da sintomi e segni prodromici aspecifici, come cefalea, malessere generalizzato, faringodinia, artralgie; anche se spesso è del tutto asintomatica). Alcuni pazienti avvertono prurito (occasionalmente grave). Il colore roseo o brunastro non è apprezzabile in pazienti con la pelle più scura. Per quanto riguarda il bordo della chiazza, esso è ben delimitato e finemente desquamato. Il centro della chiazza viene definito a “cartina di sigaretta” per il suo aspetto stropicciato. Dopo alcuni giorni, compaiono delle chiazze figlie, più piccole dalla chiazza madre, che si presentano a gittate per circa due settimane e si dispongono secondo le linee di tensione della cute (linee parallele di Blaschko). Questa disposizione delle chiazze dà luogo al cosiddetto aspetto ad albero di Natale (o Christmas tree pattern). La diagnosi si basa sulla anamnesi e sull’esame obiettivo. In genere non è necessario alcun trattamento, perché le eruzioni cutanee si risolvono entro 2-3 mesi. Gli antistaminici per via orale sono utilizzati solo in caso di prurito molto intenso. Al contrario, la tinea corporis, la malattia di Lyme, la sifilide secondaria non rappresentano patologie compatibili con il quadro clinico presentato dal paziente del caso clinico (risposte A, C, D ed E errate).


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