Simulazione

Cliccando in alto a destra sul pulsante 2 è possibile "Consegnare", "Salvare e Interrompere", "Salvare e Continuare" il compito.

1 di 3 Domande

Scenario clinico AA86: Melania, una ragazza di 25 anni, si reca presso il reparto di dermatologia dell’ospedale San Benedetto di Roma. La giovane riferisce di essere preoccupata per una macchia scura localizzata a livello della coscia. Afferma, inoltre, di non averla mai notata in precedenza e che è comparsa improvvisamente. Dall’anamnesi emerge che la paziente si reca abbastanza frequentemente in un centro estetico per sottoporsi a sedute di lampade abbronzanti e che alla madre in passato è stato diagnosticato un melanoma. Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA86): Quale è la diagnosi iniziale più probabile?

product image













Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA86).

La risposta corretta è la D.

La lesione illustrata nella foto è un melanoma maligno, una lesione neoplastica, che ha origine dai melanociti presenti in una zona pigmentata. Il melanoma, che rappresenta il 4-5% di tutti i tumori maligni, ha una incidenza di 13 su 100.000, in evidente aumento, soprattutto nella razza caucasica. Ha un picco di incidenza tra i 30 ed i 50 anni, ma è relativamente frequente anche in età giovanile (non rari sono i pazienti con età inferiore a 20 anni). La sua genesi è multifattoriale, ma tra i fattori di rischio il principale risulta essere l’esposizione solare ai raggi ultravioletti di media intensità (UVB), con lunghezze d’onda subito inferiori a 320 nm. Esistono condizioni genetiche predisponenti, che comportano un maggiore rischio di sviluppare melanomi, quali lo xeroderma pigmentoso e la sindrome del nevo displastico. Altri fattori sono la scarsa pigmentazione cutanea, il fenotipo con pelle chiara, occhi chiari e capelli rossi o biondi, le scottature in età infantile, la presenza di numerosi nevi e/o displastici, l’assunzione di ormoni steroidei. Si distinguono 4 tipi principali:

  • melanoma a diffusione superficiale (rappresenta circa il 70% dei melanomi, essendo il più comune),
  • melanoma nodulare (il più aggressivo, rappresenta il 10-15% dei melanomi),
  • lentigo maligna,
  • melanoma acrale-lentigginoso.

Per il riconoscimento si utilizza il criterio ABCDE (che non è utile però per determinare la prognosi):

  • asimmetria nella forma;
  • bordi irregolari e indistinti;
  • colore variabile (ovvero con sfumature diverse all’interno del neo-stesso);
  • dimensioni (vengono considerati a rischio i nevi sopra i 6 mm di diametro);
  • evoluzione (quando, nell’arco di poche settimane o mesi si verificano modificazioni nella forma, nel colore, nelle dimensioni del nevo o quando la lesione cutanea diviene rilevata e palpabile).

Se il melanoma invade il derma, può dare metastasi ed in questo caso la prognosi è infausta (la prognosi dipende dalla profondità dell’invasione dermica).

La diagnosi di natura si esegue con l’esame clinico, la valutazione dell’aspetto macroscopico e con l’esame ad epiluminescenza. Per la diagnosi di estensione e, quindi, per la stadiazione del tumore si ricorre, invece, ad esami di primo livello, comprendenti, innanzitutto, la valutazione dell’estensione del melanoma e la valutazione dello stato linfonodale e in particolare del linfonodo sentinella, la radiografia del torace, l’ecografia addome per lo studio in particolare del fegato, la TC total body con mdc e la scintigrafia ossea.

Fonte Immagine:

AMA

Bristow IR, Bowling J. Dermoscopy as a technique for the early identification of foot melanoma. J Foot Ankle Res. 2009; 2:14. Published 2009 May 12. doi: 10.1186/1757-1146-2-14

MLA

Bristow, Ivan R and Jonathan Bowling. “Dermoscopy as a technique for the early identification of foot melanoma” Journal of foot and ankle research vol. 2 14. 12 May. 2009, doi: 10.1186/1757-1146-2-14

APA

Bristow, I. R., & Bowling, J. (2009). Dermoscopy as a technique for the early identification of foot melanoma. Journal of foot and ankle research, 2, 14. doi: 10.1186/1757-1146-2-14

La risposta A non è corretta.

Il carcinoma squamocellulare è un tumore maligno, che origina dai cheratinociti e invade il derma; solitamente si sviluppa in zone foto-esposte ed è il secondo tumore della pelle per diffusione. Le lesioni sono a forma di papula, placche squamose o noduli, di consistenza dura, che non generano un’area di avvallamento centrale, quando vengono compressi i margini. Localmente può avere un comportamento molto aggressivo. Può svilupparsi su tessuto sano, su una cheratosi attinica preesistente, oppure su una placca di leucoplachia orale, o su una cicatrice da ustione.

La risposta B non è corretta.

Il carcinoma basocellulare (basalioma) è la più diffusa neoplasia maligna cutanea. I carcinomi basocellulari derivano da cheratinociti vicini allo strato basale, che possono essere definiti cheratinociti basaloidi. Circa il 95% delle diagnosi vengono effettuate in individui di età compresa tra 40 e 80 anni di età. L’incidenza è circa del 30% più elevata negli uomini rispetto alle donne. Quasi il 90% di essi si sviluppa a livello della testa o del collo. Le zone maggiormente colpite sono il viso e il collo (70% dei casi), soprattutto il naso, la fronte, la regione periorbitaria, e la regione temporale; rari sono i casi a livello del tronco. Il principale fattore di rischio è l’esposizione prolungata ai raggi UV. Da un punto di visto istopatologico esistono 4 tipi di carcinoma basocellulare:

  • il tipo superficiale;
  • l’istotipo nodulare;
  • l’istotipo infiltrante;
  • l’istotipo piano-cicatriziale o sclerodermiforme.

La metastasi è rara, ma la crescita locale può essere molto distruttiva: generalmente rimane circoscritto al distretto anatomico, in cui ha avuto origine senza generare metastasi, ma può invadere le strutture circostanti, interessando nervi e ossa. La diagnosi viene formulata mediante biopsia. Il trattamento del carcinoma basocellulare varia in base alle dimensioni, agli strati cutanei interessati e alla localizzazione.

La risposta C non è corretta.

I nevi displastici sono dei nei atipici benigni, che possono somigliare ai melanomi. Benché la diagnosi di certezza è istologica e può essere difficile differenziare, soprattutto nelle fasi iniziali, un nevo displastico da un melanoma, si propende in tal caso verso questa ultima diagnosi in virtù dell’evoluzione piuttosto rapida della lesione e della sua localizzazione.

La risposta E non è corretta.

Il cheratoacantoma è una neoplasia benigna, che si manifesta come una lesione nodulariforme, normopigmentata, di consistenza dura, sollevata ed a margini solitamente netti e con una tipica depressione centrale, contenente materiale cheratinico.

 


2 di 3 Domande

Scenario clinico AA87: Maurizio, un ragazzo di 26 anni, si reca presso l’ambulatorio del Dott. Nestile, preoccupato per la presenza di un rigonfiamento dolente di consistenza dura a livello del polso. Il giovane riferisce che inizialmente non presentava dolore e che negli ultimi mesi tale protuberanza è aumentata notevolmente di volume. Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA87): quale è la diagnosi più probabile?

product image













Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA87).

La risposta corretta è la B.

Le cisti gangliari sono formazioni, che compaiono solitamente sulle mani, in particolar modo in corrispondenza della regione dorsale dei polsi. L’eziologia è sconosciuta. Le strutture cistiche sono vicine o attaccate (spesso con un peduncolo) alle guaine tendinee e alle capsule articolari. Normalmente presentano un contenuto idrico di colore chiaro ed ad alta viscosità. Esistono varie localizzazioni: la cisti del versante dorsale del polso nasce dall’articolazione scafo-lunata (rappresenta circa il 60-70% delle cisti del polso e della mano); la cisti della regione volare del polso origina in corrispondenza del tratto distale del radio (costituisce circa il 25% delle cisti del polso e della mano).

Clinicamente le cisti gangliari possono essere dolorose, soprattutto in condizioni di movimenti continui e sostenuti della mano e del polso e nel tempo possono subire un incremento volumetrico o scomparire spontaneamente, talvolta presentano una tendenza alla ricomparsa. Dal punto di vista obiettivo sono immobili e fisse sui piani profondi e spesso si associano a condizioni di artrite e/o sinovite.

Le risposte A, C, D ed E non sono corrette.

Le cisti gangliari rappresentano la principale causa di tumefazione del polso, pertanto rappresentano l’ipotesi diagnostica più probabile. Tuttavia, un’ecografia può essere utile in caso di dubbi sulla diagnosi al fine di definirne meglio le caratteristiche e la natura.


3 di 3 Domande

Quale reperto patologico è mostrato in questa RM in sezione assiale?

product image













La risposta corretta è la B.

Nella immagine di RM in sezione assiale sequenza T2 viene mostrata una disomogeneità di segnale a carico del contenuto della colecisti, da ascrivere a macro-formazione litiasica, che si presenta nella sequenza T2 come un difetto di segnale e riempimento (nero) endoluminale della colecisti.

Le risposte A, C, D ed E non sono corrette.

Non vi sono segni radiologici mostrati nell’immagine presentata, che possano far pensare alle altre opzioni indicate.


Consegna il compito!


Tempo Rimasto 3 minuti!

Dottore, non aggiorni questa pagina prima del completamento della correzione.
Clicchi su "Consegna il Compito" per ottenere la correzione del compito.

consegna v3 il compito