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1 di 3 Domande

Scenario SS1E5. Paziente uomo di 85 anni, pregresso ictus ischemico, diabetico, in terapia poli-farmacologica. Da circa un mese comparsa di placche eritematose orticarioidi diffuse con successiva comparsa di bolle tese a contenuto limpido. Le lesioni sono intensamente pruriginose. Qual è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la C.
Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, la diagnosi più probabile è il pemfigoide bolloso, un disordine cutaneo autoimmune cronico, che si caratterizza per lesioni bollose generalizzate e pruriginose. La malattia colpisce prevalentemente le persone più anziane, ma è stata descritta anche nei bambini. Dal punto di vista eziopatogenetico, anticorpi IgG si legano a determinati antigeni dell'emidesmosoma (BPAg1, BPAg2), con la conseguente attivazione del complemento per formare una bolla sottoepidermica. Il prurito è il primo sintomo del pemfigoide bolloso. Le bolle possono svilupparsi sulla pelle apparentemente normale o essere precedute da placche eritematose o di aspetto orticarioide.
Al contrario, la dermatite da contatto, un'infiammazione cutanea acuta causata da irritanti o allergeni, il cui sintomo primario è il prurito, si caratterizza per alterazioni cutanee che vanno dall'eritema, alle vescicole fino alle ulcerazioni (risposta A errata). Così, l’impetigine, un'infezione cutanea superficiale caratterizzata da croste o bolle, è causata da streptococchi, stafilococchi o entrambi. Tali bolle tendono a rompersi e ricoprirsi di una patina o crosta color miele (risposta B errata). Invece, il pemfigo volgare, un disturbo raro ad esito potenzialmente fatale e autoimmune, è caratterizzato da vescicole intraepidermiche ed estese erosioni della cute e delle mucose. Dal punto di vista eziologico, è dovuto alla presenza di autoanticorpi IgG diretti contro le proteine Ca-dependent cadherins desmoglein 1 e desmoglein 3. Qualsiasi area di epitelio squamoso stratificato può essere colpito, comprese le superfici mucose. Entra in diagnosi differenziale con il pemfigo bolloso, dal quale si differenzia per il coinvolgimento delle mucose, l’assenza di prurito, l’insorgenza su cute apparentemente sana con lesioni, che spesso vanno incontro a rottura, lasciando erosioni dolorose. Infine, se nel pemfigoide volgare il segno di Nikolsky è positivo, nel pemfigoide bolloso è negativo (risposta D errata). Infine, l’Herpes zoster, una patologia determinata dalla riattivazione del virus della varicella-zoster (VZV), rimasto in uno stato di latenza in un ganglio della radice dorsale dopo un primo contagio, si manifesta inizialmente con dolore lungo il dermatomero interessato, seguito da un'eruzione vescicolare localizzata diagnostica (risposta E errata).


2 di 3 Domande

Scenario 15: Paziente uomo di 85 anni, pregresso ictus ischemico, diabetico, in terapia polifarmacologica. Da circa un mese comparsa di placche eritematose orticarioidi diffuse con successiva comparsa di bolle tese a contenuto limpido. Le lesioni sono intensamente pruriginose. Qual è il procedimento diagnostico più appropriato?

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La risposta corretta è la A.
La diagnosi di certezza del pemfigoide bolloso, dopo averlo sospettato clinicamente per la natura delle lesioni, è istologica e viene effettuata mediante biopsia cutanea con immunofluorescenza diretta e ricerca degli anticorpi IgG anti-membrana basale nel siero.

3 di 3 Domande

Scenario 24: In uno studio caso-controllo per comprendere l'eziologia del cancro dell'esofago, 870 casi e 902 controlli sono stati indagati per quanto concerne il consumo abituale di superalcolici. L'associazione tra la malattia e il fattore di rischio può essere quantificata calcolando:

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La risposta corretta è la B.
Uno studio caso-controllo è uno studio retrospettivo, che cioè parte dall’analisi dell’evento e provvede a raccogliere diverse informazioni utili dal passato.
In questo tipo di studi non si riesce a valutare la proporzione della popolazione che è stata esposta al fattore di rischio e quindi se ha sviluppato o meno la malattia in esame: perciò il rischio relativo e l'incidenza della malattia non possono essere calcolati. Tuttavia, il rapporto di probabilità fornisce una stima ragionevole del rischio relativo: si definisce odds ratio (OR) e si calcola come rapporto tra la probabilità che un individuo con una condizione specifica sia stato esposto a un fattore di rischio e la probabilità che un controllo sano sia stato esposto allo stesso fattore di rischio. Se il valore dell'OR è uguale a 1 significa che il fattore di rischio è ininfluente sulla comparsa della malattia, se OR> 1 il fattore di rischio può essere implicato nella comparsa della malattia e se OR< 1 il fattore esaminato, considerato fattore di rischio, in realtà è un fattore protettivo nei confronti della malattia in esame.

Al contraio, il rischio relativo è la probabilità che un soggetto appartenente al gruppo degli esposti sviluppi la malattia, rispetto alla probabilità che la stessa malattia venga contratta da un soggetto appartenente al gruppo dei non esposti; si calcola dividendo l'incidenza degli individui esposti per l'incidenza degli individui non esposti.
Si utilizza come misurazione in studi in cui è nota la percentuale di pazienti esposti e non esposti a un rischio, come uno studio di coorte, cioè uno studio prospettico (risposta A errata). Invece, il rischio attribuibile è un indice di associazione usato negli studi prospettici che esprime il numero di casi di malattia che si possono attribuire all'esposizione ad un dato fattore di rischio, definendo, praticamente i casi eliminabili con la rimozione del fattore di rischio stesso (risposte C e D errata).

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