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1 di 3 Domande

Un paziente di 35 anni si presenta in PS con dispnea, riferendo dolore acuto trafittivo. Viene effettuata un RX. Quale reperto NON è presente?

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La risposta corretta è la B.

In base ai reperti clinico-anamnestici e alla RX del caso clinico, il paziente presenta un massivo pneumotorace destro probabilmente iperteso. Inoltre, tale RX non mostra versamento pleurico, che determinerebbe una obliterazione del seno costofrenico laterale complementare (segno della silhouette). La domanda chiede quale non è presente quindi non è presente il versamento pleurico massivo destro. Infine, l’RX del torace mostra il collasso del polmone di destra e la dislocazione controlaterale del mediastino (risposte A, C, D ed E errate).


2 di 3 Domande

Un ragazzo di 18 anni si presenta al policlinico Federico II per un’eruzione eritematosa della parte superiore del corpo, che si è diffusa nelle ultime 2-3 settimane. Viene visitato dal dott. Rossi a cui riferisce che l’eritema è cominciato come una singola lesione nella parte superiore dell’addome che si è diffuso rapidamente. Riferisce una lieve coriza pochi giorni prima dell’eruzione esantematica, la cui distribuzione è mostrata nell’immagine. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

La pitiriasi rosea è una condizione patologica acuta e auto-limitante, caratterizzata dallo sviluppo di placche eritematose multiple, che iniziano con una prima chiazza ‘madre’ a livello del petto o della porzione superiore dell’addome che, nelle successive 1-2 settimane, si diffonde al tronco e alle braccia. La risoluzione si ha in circa 3-5 settimane. Prima della comparsa della ‘chiazza madre’ potrebbero esserci delle malattie prodromiche. 


3 di 3 Domande

Marco, un bambino di 6 anni, viene portato dai genitori presso l’ambulatorio del suo pediatra, il Dott. Verdi. Il piccolo paziente presenta un’eruzione cutanea, associata a prurito. La madre afferma che tale eruzione è apparsa da circa 20 giorni e che un’eruzione cutanea simile aveva interessato la faccia quando il bambino aveva circa un anno, ma che poi si era risolta spontaneamente. Il rash è comparso dapprima sul suo braccio sinistro e poi si è diffuso sulla schiena e sulle ginocchia. La mamma ha pensato ad un’allergia al nuovo detersivo per indumenti utilizzato, ma l’eruzione non si è risolta, nonostante la sostituzione del detersivo. L’anamnesi clinica di Marco è positiva per bronchiolite, quando era molto piccolo, per il resto è sempre stato sano. Il Dott. Verdi lo visita e riscontra la presenza di alterazioni cutanee anche in corrispondenza delle superfici flessorie prossimali di entrambi gli arti superiori e dei cavi poplitei bilateralmente; le placche sono eritematose ed asciutte, con papule sparpagliate ed escoriazioni. Quale la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la D.

Il paziente del caso presenta la dermatite atopica (eczema), una patologia infiammatoria autoimmune, che si manifesta di solito prima dei 7 anni. Il prurito è il sintomo principale e si palesa con desquamazione, placche eritematose, cute secca ed escoriazioni; le lesioni cutanee vanno dall’eritema lieve alla lichenificazione grave. Nei bambini più grandi e negli adulti le zone flessorie (ma non l’inguine) sono più frequentemente coinvolte, mentre nei neonati e nei bambini più piccoli, le superfici estensorie, la regione posteriore del cuoio capelluto e la faccia sono tipicamente coinvolte, mentre la regione del pannolino è risparmiata. La dermatite atopica cronica si manifesta con pelle ispessita ed escoriata e con la presenza di papule diffuse. Quando compare in età pediatrica, spesso tende a regredire totalmente o parzialmente in età adulta. La terapia si basa sulla prevenzione all’esposizione nei confronti di fattori allergenici, cortisonici applicati localmente, immunomodulanti e con il mantenimento dell’idratazione.

La risposta A non è corretta.

La dermatite seborroica è una patologia infiammatoria, che si manifesta sulle aree cutanee, che presentano una quantità fisiologicamente maggiore di ghiandole sebacee. L’eziologia è sconosciuta, si ritiene tuttavia che la Malassezia ovale giochi un ruolo nella sua genesi; cause di eziopatogenesi sono anche attribuite a stress, fattori genetici ed ambientali (il clima freddo tende ad esacerbarla). Può essere associata a psoriasi o precederne lo sviluppo. I picchi di incidenza coincidono con i primi 3 mesi di vita e nei soggetti adulti tra 30 e 70 anni.

I segni e sintomi sono desquamazioni untuose di color ocra-giallo, forfora, prurito.

La risposta B non è corretta.

La psoriasi è una patologia infiammatoria, che nella maggior parte dei casi si manifesta con papule e placche di color salmone ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee.

Colpisce circa l’1-5% della popolazione mondiale, soprattutto le persone con una carnagione chiara, mentre quelle con una carnagione più scura sono meno a rischio.

L’eziologia è multifattoriale e include la predisposizione genetica. È una patologia infiammatoria che insorge in seguito a traumi, uso di farmaci, infezioni in soggetti predisposti.

Vi sono 5 maggiori varianti cliniche:

  • a placche: più del 80% dei casi;
  • guttata: circa il 10% dei casi;
  • inversa: si manifesta in concomitanza alla psoriasi a placche, o in maniera isolata;
  • eritrodermica: meno del 3% dei casi;
  • pustolosa: meno del 3% dei casi.

La psoriasi si presenta con placche e papule, che tendono alla desquamazione in aree eritematose, circoscritte, pruriginose. Può evolvere in una forma grave, che coinvolge le articolazioni, detta artrite psoriasica.

Le lesioni di solito si manifestano sulle superfici estensorie (gomiti e ginocchia). Solitamente, i sintomi sono minimi; tuttavia, in casi gravi vi può essere prurito. Ma le implicazioni estetiche possono essere importanti. La diagnosi si basa sull’aspetto e sulla distribuzione delle lesioni: in questo paziente non abbiamo elementi per sospettare una psoriasi. Il trattamento può comprendere l’utilizzo di emollienti, farmaci topici, fototerapia e, nelle forme gravi, di farmaci sistemici.

La risposta C non è corretta.

La pitiriasi rosea di Gibert (PR) è una patologia cutanea benigna idiopatica, caratterizzata dalla presenza di papule o placche desquamanti. La PR colpisce entrambi i sessi e tutte le fasce di età (con picco di incidenza tra i 10 e i 35 anni). Esordisce con la tipica chiazza madre (o “medaglione di Gilbert”), tondeggiante, ben delimitata e di colore salmone (la chiazza madre può essere preceduta o meno da sintomi e segni prodromici aspecifici: mal di testa, malessere generalizzato, mal di gola, artralgie; anche se spesso è del tutto asintomatica).

Alcuni pazienti avvertono prurito (occasionalmente di grado grave).

La chiazza presenta un bordo ben delimitato e finemente desquamato, mentre, il centro della chiazza viene definito a “cartina di sigaretta”.

Dopo alcuni giorni, compaiono delle “chiazze figlie” più piccole della chiazza madre, che si presentano a gittate per circa 2 settimane. Le lesioni figlie si dispongono secondo le linee di tensione della cute (linee parallele di Blaschko) con papule squamose sul tronco e sugli arti superiori, che si diffondono dal collo in giù.  Il coinvolgimento del viso è insolito.

Questa disposizione delle chiazze dà luogo al cosiddetto aspetto ad “albero di Natale” (Christmas tree pattern). Dal punto di vista eziologico probabilmente la causa può essere un’infezione virale (probabilmente herpes virus umani 6, 7, e 8). Alcuni farmaci possono causare eruzioni cutanee simil-pitiriasi rosea.

Esiste anche una forma particolare detta “pitiriasi rosea invertita o inversa”, che si manifesta più spesso nei bambini: variante che si localizza in sedi insolite (es: braccia, viso, gambe), risparmiando le sedi classiche (tronco).

La diagnosi si basa sulla anamnesi e sull’esame obiettivo. In genere non è necessario alcun trattamento, perché le eruzioni cutanee si risolvono entro 2-3 mesi. Gli antistaminici per via orale sono utilizzati solo in caso di prurito molto intenso.

La risposta E non è corretta.

La storia di questo piccolo paziente parla di una esposizione possibile ad un allergene (detersivo per indumenti), ma questa possibilità è poco probabile; inoltre, una dermatite, risultante dall’esposizione ad un detersivo, si dovrebbe prevalentemente manifestare nelle zone di contatto con gli indumenti e pertanto il coinvolgimento iniziale del volto, in questo caso sarebbe difficile da associare con l’allergia al detersivo.


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